L'Italia si prepara a dire sì alla legge Ue: tolto anche l'ultimo ostacolo della percentuale minima di frutta basteranno aromi e coloranti. Ed è solo l'ultima beffa
Sembra aranciata ma non è. Sembra succo di pesca ma non è. È al gusto di, non per niente è "bevanda di fantasia" dice la legge. Peccato che poi la fantasia si scateni anche sull'etichetta mandando in confusione il povero acquirente, che allettato da succose arance e frutti maturi si ritrova nel bicchiere una bevanda che dentro ha tutto fuorché gli agognati agrumi. Rimarrà solo il colore (finto). Così sarà una volta che anche la Camera avrà abolito - già lo ha fatto il Senato - la norma che fissa al 12% la quantità minima di frutta perché una bevanda possa definirsi, per l'appunto, alla frutta. E avranno buon gioco le aziende più virtuose a precisare che la loro è vera sugli scaffali del supermercato dove già si combatte a colpi di packaging, posizionamento e offerte al ribasso. Il genere è già diffuso in Europa: in Italia arriverà con l'applicazione di una normativa europea. LEGGI TUTTO
Nessun commento:
Posta un commento