“Fermare i processi di privatizzazione dell’acqua – ha dichiarato l’on. Giuseppe Laccoto (PD) primo firmatario del testo sulla gestione pubblica delle risorse idriche, che sancisce l’inalienabilità della proprietà pubblica degli impianti idrici presentato stamane nel corso di una conferenza nella sala stampa dell’Ars - assume oggi, più che mai, il carattere di un problema di civiltà, che chiama in causa politici e cittadini, e chiede a ciascuno un uso dell’acqua indirizzato al risparmio e al rinnovo delle risorse idriche, assumendosene la responsabilità rispetto alle generazioni presenti e future”.
Obiettivo primario del ddl è arrestare le logiche della mercificazione dell’acqua, attraverso la definizione di un governo pubblico e partecipativo, in grado di garantirne un uso sostenibile e solidale. In Lombardia, il Consiglio regionale ha preso atto della corale contrarietà alla privatizzazione e, scongiurando un referendum già proposto da diversi amministratori, ha deliberato in questa direzione, riconoscendo l’indispensabile regia dell’ente pubblico in un settore così delicato. “Consegnare gli acquedotti ai privati per 30 anni – ha concluso Laccoto - significa perdere completamente il controllo e delegare in modo definitivo l’uso delle risorse non potendo più esercitare alcuna sorveglianza perché di fatto si perde la capacità da parte degli uffici di un qualsiasi intervento non avendo più cognizione della realtà operativa”.
Alla conferenza stampa erano presentati i sindaci dei comuni della provincia di Agrigento che si sono opposti al commissariamento rifiutando di consegnare le reti ai privati.
“Dobbiamo impegnarci per costruire un disegno di legge che risponda veramente alle esigenze dei cittadini a cui non si può sottrarre un bene tanto prezioso qual è l’acqua”, ha aggiunto il parlamentare regionale del Partito democratico, Giovanni Panepinto. “A questo punto – ha suggerito Panepinto - potrebbe essere utile avviare una serie di incontri con i gruppi parlamentari considerato che gli amministratori locali rappresentano l’intero schieramento politico, per giungere all’esame dell’aula con un testo veramente condiviso. Intanto – ha concluso - propongo la presentazione di un ordine del giorno che porti all’esame del parlamento la sospensione dei commissariamenti illegittimi”.
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