In questo mondo alla rovescia i pregiudicati siedono sul banco dei relatori, e chi prova a ricordare i loro trascorsi viene fermato eminacciato. Un gruppo di ragazzi con telecamera ha avvicinato Vittorio Sgarbi in un evento pubblico gridando che un condannato per truffa (e per diffamazione al giudice Caselli) non ha l'autorità morale per rappresentare i cittadini. Già a Bologna a maggio qualcuno aveva ricordato a Sgarbi i suoi trascorsi; stavolta gli è successo ad Agrigento. Anche stavolta, come a Bologna, Sgarbi ha provato a impossessarsi della telecamera che lo riprendeva, e anche stavolta le immagini sono state salvate dall'"attacco sgarbato" e consegnate alla pubblica visione in rete. Stavolta ci ha pensato anche Blob a divulgare le immagini del ventiduenne Giuseppe Gatì che grida in faccia a Sgarbi "Viva Caselli! Viva il Pool Antimafia!" mentre viene strattonato e allontanato dal tavolo dei relatori, dove Sgarbi inizia a schiumare di rabbia. I retroscena sfuggiti alla telecamera sono stati descritti dallo stesso Gatì sul suo sito: "Si avvicina un uomo in borghese, che dice di appartenere alle forze dell'ordine e cerca di perquisirmi perché vuole la videocamera (che ha portato via la mia amica). Io dico che non può farlo e lui mi minaccia e mi mette le mani addosso. Dopo vengo preso e portato in una sala appartata, dove la polizia mi prende documenti e telefonino. Chiedo di vedere un avvocato (ce n'era uno in sala che voleva difendermi), per conoscere i miei diritti, ma mi dicono no. Mi identificano e mi perquisiscono. Poi mi intimano di chiamare i miei amici, per farsi consegnare la videocamera, ma io mi rifiuto. Arriva di nuovo il presunto appartenente alle forze dell'ordine e mi dice sottovoce che lui dirà di esser stato aggredito e minacciato da me. Non mi fanno parlare, non mi posso difendere. Dopo oltre un'ora e mezza mi congedano con questa frase: Devi capire che ti sei messo contro Sgarbi, che è stato onorevole e ministro". Ma Giuseppe è ancora in rete, dove ha reagito alle intimidazioni scrivendo che "la Sicilia è scomoda, ma viverla è possibile con orgoglio antico e altero".
La Catena di San Libero
14 gennaio 2009 n. 380
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14 gennaio 2009 n. 380
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