di Ninni Andriolo
Una «censura» che si protrae da anni. Un “taglio” chirurgico da inserire nel manuale immaginario di ciò che l’informazione non dovrebbe mai fare. Perfino nel giorno del venticinquesimo anniversario dell’omicidio del padre, Giuseppe Fava, la Sicilia di Catania oscura volto e nome del figlio, Claudio. «The invisibile man», ironizza Itaca, il sito on line che apre con la foto “depurata” comparsa ieri sul quotidiano di Mario Ciancio. La stessa immagine che correda l’articolo sulla cerimonia di consegna del premio intitolato al direttore de I Siciliani, ucciso dalla mafia il 5 gennaio del 1984. Di Claudio Fava, presente ieri - con Carlo Lucarelli, Roberto Natale e Pino Maniaci - sul palco del Centro Zo di Catania, La Sicilia mostra appena un ginocchio: foto tagliata di netto, niente nome citato nell’articolo.
Claudio Fava, da giornalista prima ancora che da politico, ha messo più volte il dito nella piaga del sistema catanese di potere, senza risparmiare Ciancio. «Insulti» - liquidano dal palazzo di via Odorico da Pordenone, sede La Sicilia - ai quali si risponde cancellando l’eurodeputato dalle cronache del giornale. Un «oscuramento», confermato durante la campagna per le europee del 2004, che spinse Fava a rivolgersi anche alla magistratura. Un servizio analogo, da mesi, viene riservato da La Sicilia all’ex candidato-sindaco a Catania, il deputato Pd Giovanni Burtone.
L'Unità, 7 gennaio 2009
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