di Giancarlo Caselli
Gentile Direttore: con stupore (l`indignazione l`ho esaurita assistendo alla puntata di "Porta a porta" dedicata ad Andreotti) leggo in una domanda da Voi formulata nell`intervista dedicata al senatore - pag. 14 e 15 de l`Unità del 14 gennaio che "per la sentenza di Palermo L'accusa di mafia è caduta per prescrizione sui reati precedenti al 1980.” Ora, il processo di Palermo a carico del sen. Andreotti si è concluso con sentenza della Corte di Cassazione 15.10.04 che ha confermato (in via definitiva ed irrevocabile) la sentenza 25.03 della Corte d`Appello. Dopo una motivazione di centinaia di pagine, che elenca dettagliatamente le prove acquisite, la sentenza conclude con le seguenti testuali parole: "Non resta, allora, che emettere la statuizione di non luogo a procedere per essere il reato concretamente ravvisabile a carico del sen. Andreotti estinto per prescrizione. Per questi motivi, dichiara non doversi procedere nei confronti dello stesso Andreotti in ordine al reato di associazione per delinquere a lui ascritto al capo A) della rubrica, commesso fino alla primavera del 1980, per essere lo stesso reato estinto per prescrizione; conferma, nel resto, la appellata sentenza". Mi permetta dunque di osservare che non mi sembra esatto parlare di "accusa di mafia caduta" a fronte di una sentenza che dichiara il reato ascritto "concretamente ravvisabile a carico" dell`imputato e da lui "commesso" (con tanto di prove) fino al 1980. Distinti saluti.
L'Unità, 17.01.2008
1 commento:
In un sistema giudiziario come quello italiano, nel quale si impiegano anni e decenni per emettere una senzenza, LA PRESCRIZIONE va ABOLITA!!!!!!!
leoluca Criscione, Svizzera
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