di Salvatore D'Anna
Qualcuno vuole fare passare il presidente della Regione Raffaele Lombardo come un politico innovatore, bloccato però da un parlamento che gli mette i bastoni tra le ruote. Per Antonello Cracolici, capogruppo del Pd all’Assemblea regionale siciliana, è un grande inganno. Lombardo è piuttosto un temporeggiatore, che trascina la sua esperienza di governo anche se non ha più una maggioranza che lo sostiene. Intervistato da SiciliaInformazioni Cracolici affronta i temi caldi della politica siciliana, non tralasciando di parlare del Pd, partito appena nato ma che “andrebbe rifatto”. LEGGI TUTTO
31 gennaio 2009
sabato, gennaio 31, 2009
Coop Lavoro e non solo: adesso il via all'agriturismo alle pendici di Monte Jato
Ecco una foto dell'Agriturismo assegnato alla Cooperativa Lavoro e Non Solo, situato alle pendici del Monte Jato nel Comune di S. Cipirello (Pa).
Ora che tutto l'iter burocratico si è concluso (sono passati ben 10 mesi!!), eccoci nella necessità di dare avvio all' attività. Per questo motivo servono 4 volontari che nel mese di febbraio siano presenti alcuni giorni a Corleone e insieme ai soci lavoratori diano avvio alla sistemazione interna dei locali. Naturalmente sono a disposizione per informazioni, chiarimenti ed eventuali incontri preliminari.
Un saluto
Maurizio Pascucci
Esecutivo Arci Toscana
Coordinatore Progetto Liberarci dalle Spine
Un saluto
Maurizio Pascucci
Esecutivo Arci Toscana
Coordinatore Progetto Liberarci dalle Spine
De André poeta ribelle
di Alberto Dentice
Un cantautore che non raccontava sogni ma la realtà. Che amava gli emarginati. E non sopportava il conformismo. Da riscoprire con 'L'espresso'
Non sono 'un cantante bene', non sono 'un intellettuale'. Sono solo uno che scrive canzoni guardandosi intorno. Questa breve dichiarazione del 1967, l'anno in cui uscì il suo primo Lp, 'Volume 1', illumina meglio di tanti discorsi celebrativi la poetica di Fabrizio De André. E dopo molti anni chiarisce anche a noi, adolescenti di allora, le ragioni di una fascinazione che non è mai finita. De André non era un fabbricante di sogni e diversamente da tanti altri cantautori, non lo sarebbe mai stato. Questa differenza è stata chiara fin da subito. Faber, come lo chiamavano gli amici, aveva il virus della realtà. "C'è chi dice che questo di far sognare sia il compito di noi artisti: ma allora chi resta a raccontarci la realtà? I giornali?", chiedeva: "Io non vendo sogni: i sogni si sognano, la realtà si racconta". LEGGI TUTTO
Un cantautore che non raccontava sogni ma la realtà. Che amava gli emarginati. E non sopportava il conformismo. Da riscoprire con 'L'espresso'
Non sono 'un cantante bene', non sono 'un intellettuale'. Sono solo uno che scrive canzoni guardandosi intorno. Questa breve dichiarazione del 1967, l'anno in cui uscì il suo primo Lp, 'Volume 1', illumina meglio di tanti discorsi celebrativi la poetica di Fabrizio De André. E dopo molti anni chiarisce anche a noi, adolescenti di allora, le ragioni di una fascinazione che non è mai finita. De André non era un fabbricante di sogni e diversamente da tanti altri cantautori, non lo sarebbe mai stato. Questa differenza è stata chiara fin da subito. Faber, come lo chiamavano gli amici, aveva il virus della realtà. "C'è chi dice che questo di far sognare sia il compito di noi artisti: ma allora chi resta a raccontarci la realtà? I giornali?", chiedeva: "Io non vendo sogni: i sogni si sognano, la realtà si racconta". LEGGI TUTTO
La Sanità a Palermo. Ecco la mappa dei tagli ai posti letto di città e provincia
di Emanuele Lauria
I manager trovano l´accordo: pagano pegno Civico e Policlinico. In commissione all´Ars approvati i primi tre articoli della riforma. Lite sugli esuberi
A pagare il conto del piano di rientro saranno le grandi cattedrali della sanità metropolitana, Policlinico e Civico, più dei piccoli ospedali di provincia. Ecco la nuova mappa dei posti letto nel territorio palermitano, definita ieri sera al termine di una riunione fra il manager dell´Asl 6, Salvatore Iacolino, e i direttori generali delle aziende ospedaliere. Il vertice ha partorito un documento in cui vengono sottoscritti, struttura per struttura, i tagli. Il decreto di rimodulazione della rete ospedaliera, approvato dalla giunta il 24 dicembre, prevede in provincia una riduzione di 686 posti letto per acuti nel settore pubblico. La cifra complessiva scende a circa 3.500 posti. I manager, fatti i tagli, non hanno invece individuato i 740 posti letto da creare nel settore della riabilitazione e della lungodegenza, in attesa di direttive da parte dell´assessorato sulla ripartizione fra pubblico e privato. LEGGI TUTTO
A pagare il conto del piano di rientro saranno le grandi cattedrali della sanità metropolitana, Policlinico e Civico, più dei piccoli ospedali di provincia. Ecco la nuova mappa dei posti letto nel territorio palermitano, definita ieri sera al termine di una riunione fra il manager dell´Asl 6, Salvatore Iacolino, e i direttori generali delle aziende ospedaliere. Il vertice ha partorito un documento in cui vengono sottoscritti, struttura per struttura, i tagli. Il decreto di rimodulazione della rete ospedaliera, approvato dalla giunta il 24 dicembre, prevede in provincia una riduzione di 686 posti letto per acuti nel settore pubblico. La cifra complessiva scende a circa 3.500 posti. I manager, fatti i tagli, non hanno invece individuato i 740 posti letto da creare nel settore della riabilitazione e della lungodegenza, in attesa di direttive da parte dell´assessorato sulla ripartizione fra pubblico e privato. LEGGI TUTTO
Anno giudiziario, l'accusa di Grasso: "Intercettazioni strumento indagini"
"Ci lascia perplessi l'idea di subordinare le intercettazioni all'esistenza di indizi di colpevolezza. Sono uno strumento di indagine. Se ci sono già indizi l'intercettazione potrebbe non essere più necessaria". Così il procuratore nazionale antimafia Piero Grasso a margine della cerimonia di inaugurazione dell'anno giudiziario a Palermo. "Qualunque restrizione al potere delle intercettazioni è una restrizione al potere delle indagini", ha confermato il procuratore Francesco Messineo
"Il nuovo Ddl del governo ha aggiustato qualcosa. Ma ci lascia perplessi l'idea di subordinare le intercettazioni all'esistenza di indizi di colpevolezza che sono qualcosa in più degli indizi di reato posti dalla legge, fino ad ora, come presupposto". Lo ha detto il procuratore nazionale antimafia Piero Grasso a margine della cerimonia di inaugurazione dell'anno giudiziario in corso a Palermo.
"L'intercettazione - ha aggiunto - è uno strumento di indagine. Quando si hanno già indizi di colpevolezza, l'intercettazione potrebbe non essere più necessaria"."Qualunque restrizione al potere delle intercettazioni è una restrizione al potere delle indagini". Lo ha detto a margine della cerimonia di inaugurazione dell'anno giudiziario il procuratore Francesco Messineo. "Ciò - ha aggiunto - depotenzierà anche le udienze e influirà sulla conduzione dei processi". "Altro problema - ha spiegato - è la privacy. Fare un bilanciamento di interessi, in questo senso, spetta al parlamento". "Si è già fatta una riduzione delle spese sulle intercettazioni, cercando di imporre delle tariffe a livello nazionale. Si potrebbe anche pretendere che certi servizi da parte dei gestori di telefonia, che sono privati ma gestiscono un servizio pubblico, possano essere gratuiti per l'attività di intercettazione". "Ci sono molti spazi per risparmiare, certamente è pericoloso bloccare le indagini per mancanza di fondi da destinare a questo strumento". "Era giusto comunque intervenire con nuove norme per evitare certi abusi o certe discrezionalità eccessive. Però bisogna sperimentare questa nuova disciplina, se dovesse incidere grandemente sull'accertamento di certi tipi di reato, magari rivederla".
(31 gennaio 2009)
"Il nuovo Ddl del governo ha aggiustato qualcosa. Ma ci lascia perplessi l'idea di subordinare le intercettazioni all'esistenza di indizi di colpevolezza che sono qualcosa in più degli indizi di reato posti dalla legge, fino ad ora, come presupposto". Lo ha detto il procuratore nazionale antimafia Piero Grasso a margine della cerimonia di inaugurazione dell'anno giudiziario in corso a Palermo.
"L'intercettazione - ha aggiunto - è uno strumento di indagine. Quando si hanno già indizi di colpevolezza, l'intercettazione potrebbe non essere più necessaria"."Qualunque restrizione al potere delle intercettazioni è una restrizione al potere delle indagini". Lo ha detto a margine della cerimonia di inaugurazione dell'anno giudiziario il procuratore Francesco Messineo. "Ciò - ha aggiunto - depotenzierà anche le udienze e influirà sulla conduzione dei processi". "Altro problema - ha spiegato - è la privacy. Fare un bilanciamento di interessi, in questo senso, spetta al parlamento". "Si è già fatta una riduzione delle spese sulle intercettazioni, cercando di imporre delle tariffe a livello nazionale. Si potrebbe anche pretendere che certi servizi da parte dei gestori di telefonia, che sono privati ma gestiscono un servizio pubblico, possano essere gratuiti per l'attività di intercettazione". "Ci sono molti spazi per risparmiare, certamente è pericoloso bloccare le indagini per mancanza di fondi da destinare a questo strumento". "Era giusto comunque intervenire con nuove norme per evitare certi abusi o certe discrezionalità eccessive. Però bisogna sperimentare questa nuova disciplina, se dovesse incidere grandemente sull'accertamento di certi tipi di reato, magari rivederla".
(31 gennaio 2009)
Sicilia. Sinistra, il valzer degli addii
Anche in Sicilia la sinistra potrebbe presentarsi ai prossimi appuntamenti elettorali divisa almeno in due schieramenti
di Emanuele Lauria
È stato per 18 anni il volto più noto di Rifondazione comunista in Sicilia. Francesco Forgione (nella foto) è stato l´ultimo emblema della falce e martello all´Ars, di un´opposizione griffata ma senza inciuci, fedele al dogma della legalità e dell´antimafia. Domani il pupillo di Bertinotti, il più durevole segretario siciliano del partito (dal 1996 al 2001), reciterà il suo ultimo intervento al comitato regionale del Prc e annuncerà il suo addio. Seguirà Nichi Vendola nel nuovo «movimento per la sinistra» lasciando al suo destino Ferrero e tutti quelli, dice, «che vogliono creare un involucro meramente ideologico utile solo ad accreditare il Pd come unica alternativa credibile al centrodestra». LEGGI TUTTO
di Emanuele Lauria
È stato per 18 anni il volto più noto di Rifondazione comunista in Sicilia. Francesco Forgione (nella foto) è stato l´ultimo emblema della falce e martello all´Ars, di un´opposizione griffata ma senza inciuci, fedele al dogma della legalità e dell´antimafia. Domani il pupillo di Bertinotti, il più durevole segretario siciliano del partito (dal 1996 al 2001), reciterà il suo ultimo intervento al comitato regionale del Prc e annuncerà il suo addio. Seguirà Nichi Vendola nel nuovo «movimento per la sinistra» lasciando al suo destino Ferrero e tutti quelli, dice, «che vogliono creare un involucro meramente ideologico utile solo ad accreditare il Pd come unica alternativa credibile al centrodestra». LEGGI TUTTO
venerdì, gennaio 30, 2009
La riforma degli Ato-rifiuti in Sicilia è stata votata da Mpa e Pd. Pdl e Udc sbattono la porta
di Salvatore D'Anna
29 gennaio 2009 - Nuovo terremoto politico in Sicilia. La commissione Territorio e Ambiente dell’Ars ha approvato il provvedimento sulla riforma dei rifiuti. Il testo è stato votato solo da Mpa e Pd, mentre i rappresentanti del Pdl e dell’Udc hanno abbandonato sin dall’inizio i lavori della commissione. “La maggioranza non c’è più. A questo punto Lombardo ne prenda atto”, dice il capogruppo del Pd Antonello Cracolici. Il testo sulla riforma degli Ato rifiuti approvato dalla commissione assorbe le principali proposte del Pd: il ddl prevede, infatti, un nuovo Piano rifiuti che soppianterà quello voluto da Cuffaro costruito sui quattro termovalorizzatori. LEGGI TUTTO
29 gennaio 2009 - Nuovo terremoto politico in Sicilia. La commissione Territorio e Ambiente dell’Ars ha approvato il provvedimento sulla riforma dei rifiuti. Il testo è stato votato solo da Mpa e Pd, mentre i rappresentanti del Pdl e dell’Udc hanno abbandonato sin dall’inizio i lavori della commissione. “La maggioranza non c’è più. A questo punto Lombardo ne prenda atto”, dice il capogruppo del Pd Antonello Cracolici. Il testo sulla riforma degli Ato rifiuti approvato dalla commissione assorbe le principali proposte del Pd: il ddl prevede, infatti, un nuovo Piano rifiuti che soppianterà quello voluto da Cuffaro costruito sui quattro termovalorizzatori. LEGGI TUTTO
giovedì, gennaio 29, 2009
Gli scoop cinici e la lotta alla mafia
di DINO PATERNOSTRO
Non ha torto Rita Borsellino quando dichiara di sentirsi ferita come cittadina dall’intervista di Maria Concetta Riina. E non ha torto nemmeno Maria Falcone quando dichiara tutta la sua amarezza. L’obiettivo della figlia del boss non era quello di prendere le distanze dal padre mafioso e da Cosa Nostra, ma di sottolineare che il “capo dei capi” non si pentirà mai, che lo Stato non dovrebbe accanirsi contro il fratello Gianni, così giovane, che un lavoro sarebbe giusto darlo pure a lei e a suo marito.
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Non ha torto Rita Borsellino quando dichiara di sentirsi ferita come cittadina dall’intervista di Maria Concetta Riina. E non ha torto nemmeno Maria Falcone quando dichiara tutta la sua amarezza. L’obiettivo della figlia del boss non era quello di prendere le distanze dal padre mafioso e da Cosa Nostra, ma di sottolineare che il “capo dei capi” non si pentirà mai, che lo Stato non dovrebbe accanirsi contro il fratello Gianni, così giovane, che un lavoro sarebbe giusto darlo pure a lei e a suo marito.
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mercoledì, gennaio 28, 2009
Quando, il 7 dicembre 1995, Maria Concetta Riina si fece intervistare da Panorama. E disse: «Non ripudierò mai papà»
PUBBLICHIAMO IL RESOCONTO DI QUELLA INTERVISTA FATTO DAL "CORSERA", CORREDATO DALLA COPERTINA DI "PANORAMA" DEL 7.12.1995
PALERMO . La figlia del boss condanna la mafia. Un sermoncino di poche parole, scontate ma efficaci: "E' violenza, sopruso, intimidazione. E io sono contro ogni forma di prevaricazione, fisica o psicologica, sulle persone". Non è una ragazza qualsiasi che esterna su un tema così delicato: è la primogenita di Totò Riina, Maria Concetta, 19 anni, liceale di buon profitto, da mesi inseguita dai giornalisti di tutt'Italia. Recentemente ha ricevuto un sollecito autorevole dal giudice Ilda Boccassini, appena tornata a Milano dopo la parentesi siciliana vissuta a fianco dei colleghi che indagano sulle stragi dell' estate del ' 92. Con un lungo intervento sul Corriere, il sostituto procuratore ha invitato la giovane a rinnegare pubblicamente il padre, responsabile dei crimini più atroci. Adesso, in un' intervista a Panorama, Maria Concetta replica gelida alla Boccassini: "Provo un senso di sgomento e di rabbia perché s' e' permessa di giudicarmi senza conoscermi. Da cosa dovrei dissociarmi? Dall' affetto e dall' amore che il papà m' ha dato fin da quando sono nata? Credo che il suo non sia un buon messaggio per i giovani". Taglierebbe i ponti con suo padre? No, mai, ha risposto Maria Concetta Riina, spiegando: "Come potrei smettere di andarlo a trovare, sapendo che dopo ogni nostro incontro conta i giorni che lo separano dal successivo? E come potrei, ancora, impedirgli di volermi bene? Mi manca, e molto, il papà, se é questo che vuol sapere la dottoressa Boccassini. E son fiera di sentirne la mancanza". Di fronte alle immagini della strage di Capaci, viste in tv, la ragazza dice d' aver provato "lo sgomento che ogni essere umano proverebbe davanti a scene così violente e crudeli" e alla domanda sulle ragioni per cui ha lasciato in anticipo la sala dove si proiettava il film su Falcone spiega: "Ho saputo che fuori c'era il pullman della Rai che aspettava di riprendere la mia uscita e un gruppo di cronisti che volevano intervistarmi. Allora ho preferito uscire prima per evitare d'essere assalita e usata ancora una volta". Sul padre, noto in tutto il mondo come numero uno della mafia, non ha mai avuto dubbi: "Mi vien da ridere quando lo indicano come il boss dei boss di Cosa nostra perché lui ci ha insegnato a non commettere né violenze né soprusi né la minima mancanza di rispetto verso il prossimo". Quanto a lei, ha una sola aspirazione: "Mi piacerebbe andare in giro con un cartello appeso al collo con scritto: "Si prega di non disturbare".
Enzo Mignosi
Corriere della Sera, 1 dicembre 1995
LE PAGINE DI PANORAMA CON L'INTERVISTA
PALERMO . La figlia del boss condanna la mafia. Un sermoncino di poche parole, scontate ma efficaci: "E' violenza, sopruso, intimidazione. E io sono contro ogni forma di prevaricazione, fisica o psicologica, sulle persone". Non è una ragazza qualsiasi che esterna su un tema così delicato: è la primogenita di Totò Riina, Maria Concetta, 19 anni, liceale di buon profitto, da mesi inseguita dai giornalisti di tutt'Italia. Recentemente ha ricevuto un sollecito autorevole dal giudice Ilda Boccassini, appena tornata a Milano dopo la parentesi siciliana vissuta a fianco dei colleghi che indagano sulle stragi dell' estate del ' 92. Con un lungo intervento sul Corriere, il sostituto procuratore ha invitato la giovane a rinnegare pubblicamente il padre, responsabile dei crimini più atroci. Adesso, in un' intervista a Panorama, Maria Concetta replica gelida alla Boccassini: "Provo un senso di sgomento e di rabbia perché s' e' permessa di giudicarmi senza conoscermi. Da cosa dovrei dissociarmi? Dall' affetto e dall' amore che il papà m' ha dato fin da quando sono nata? Credo che il suo non sia un buon messaggio per i giovani". Taglierebbe i ponti con suo padre? No, mai, ha risposto Maria Concetta Riina, spiegando: "Come potrei smettere di andarlo a trovare, sapendo che dopo ogni nostro incontro conta i giorni che lo separano dal successivo? E come potrei, ancora, impedirgli di volermi bene? Mi manca, e molto, il papà, se é questo che vuol sapere la dottoressa Boccassini. E son fiera di sentirne la mancanza". Di fronte alle immagini della strage di Capaci, viste in tv, la ragazza dice d' aver provato "lo sgomento che ogni essere umano proverebbe davanti a scene così violente e crudeli" e alla domanda sulle ragioni per cui ha lasciato in anticipo la sala dove si proiettava il film su Falcone spiega: "Ho saputo che fuori c'era il pullman della Rai che aspettava di riprendere la mia uscita e un gruppo di cronisti che volevano intervistarmi. Allora ho preferito uscire prima per evitare d'essere assalita e usata ancora una volta". Sul padre, noto in tutto il mondo come numero uno della mafia, non ha mai avuto dubbi: "Mi vien da ridere quando lo indicano come il boss dei boss di Cosa nostra perché lui ci ha insegnato a non commettere né violenze né soprusi né la minima mancanza di rispetto verso il prossimo". Quanto a lei, ha una sola aspirazione: "Mi piacerebbe andare in giro con un cartello appeso al collo con scritto: "Si prega di non disturbare".
Enzo Mignosi
Corriere della Sera, 1 dicembre 1995
LE PAGINE DI PANORAMA CON L'INTERVISTA
L'indignazione di Rita Borsellino: "Totò Riina uomo generoso? Mi sento ferita come cittadina"
di GABRIELE ISMAN
Rita Borsellino interviene dopo l'intervista alla figlia del "Capo dei Capi". "Non prende le distanze dal padre. Anche mio genero non trova lavoro"
PALERMO - "Quelle frasi mi hanno fatto male, molto male. E non lo dico da familiare di una vittima, ma da cittadina italiana. Perché io non cerco certo commiserazione". Rita Borsellino, 63 anni, sorella del giudice ucciso in via D'Amelio il 19 luglio del 1992 insieme con cinque uomini della sua scorta, commenta così l'intervista a Maria Concetta Riina, la figlia di Totò, il Capo dei Capi. Che cosa l'ha ferita? "Totò Riina, ops che lapsus, Maria Concetta fa affermazioni molto gravi e non prende alcuna distanza dal padre. Ne mette in dubbio le colpe, dice persino che è stato un parafulmine e aggiunge che chi ha le vere responsabilità, sapeva che, una volta in carcere, lui non avrebbe parlato. Come familiare di una vittima della mafia, voglio la verità: se non è stato lui, chi ha deciso quelle morti? Le sentenze dicono che fu lui. Descrive il padre come un uomo affettuoso, generoso, e non è nemmeno la prima volta che lo lascia intendere". LEGGI TUTTO
PALERMO - "Quelle frasi mi hanno fatto male, molto male. E non lo dico da familiare di una vittima, ma da cittadina italiana. Perché io non cerco certo commiserazione". Rita Borsellino, 63 anni, sorella del giudice ucciso in via D'Amelio il 19 luglio del 1992 insieme con cinque uomini della sua scorta, commenta così l'intervista a Maria Concetta Riina, la figlia di Totò, il Capo dei Capi. Che cosa l'ha ferita? "Totò Riina, ops che lapsus, Maria Concetta fa affermazioni molto gravi e non prende alcuna distanza dal padre. Ne mette in dubbio le colpe, dice persino che è stato un parafulmine e aggiunge che chi ha le vere responsabilità, sapeva che, una volta in carcere, lui non avrebbe parlato. Come familiare di una vittima della mafia, voglio la verità: se non è stato lui, chi ha deciso quelle morti? Le sentenze dicono che fu lui. Descrive il padre come un uomo affettuoso, generoso, e non è nemmeno la prima volta che lo lascia intendere". LEGGI TUTTO
Parla Maria Concetta la figlia del boss: "La mia vita con un padre che si chiama Totò Riina"
dal nostro inviato
ATTILIO BOLZONI
"Non ho problemi a parlare di mafia, ma temo di essere interpretata male. Ora vorrei una vita normale"
CORLEONE - Comincia a parlare anche di quando erano tutti fantasmi, latitanti in Sicilia. Lei con sua madre Ninetta, con i fratelli Gianni e Salvo, con la sorella Lucia. E con suo padre Totò Riina: "Chi eravamo, noi lo sapevamo da sempre: noi lo sapevamo che eravamo latitanti. Da quando io mi posso ricordare, l'ho sempre saputa questa cosa che mio padre era ricercato e che noi dovevamo scappare perché lo cercavano, perché mio padre era accusato di tutti questi omicidi". Ricorda ancora di quella vita in fuga: "Per me però era una cosa che era al di fuori da quello che vedevo io o che sentivo in tv. Era una cosa lontana da quello che vivevo nella mia famiglia". Parla Maria Concetta Riina, la figlia del capo dei capi di Cosa Nostra. Per la prima volta si fa intervistare da Repubblica e si concede alle nostre telecamere per raccontare suo padre, l'uomo più pericoloso d'Italia per un ventennio, il mafioso che è stato catturato - il 15 gennaio del 1993 - dopo un quarto di secolo di omicidi e trame. LEGGI TUTTO
GUARDA IL VIDEO DELL'INTERVISTA
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ATTILIO BOLZONI
"Non ho problemi a parlare di mafia, ma temo di essere interpretata male. Ora vorrei una vita normale"
CORLEONE - Comincia a parlare anche di quando erano tutti fantasmi, latitanti in Sicilia. Lei con sua madre Ninetta, con i fratelli Gianni e Salvo, con la sorella Lucia. E con suo padre Totò Riina: "Chi eravamo, noi lo sapevamo da sempre: noi lo sapevamo che eravamo latitanti. Da quando io mi posso ricordare, l'ho sempre saputa questa cosa che mio padre era ricercato e che noi dovevamo scappare perché lo cercavano, perché mio padre era accusato di tutti questi omicidi". Ricorda ancora di quella vita in fuga: "Per me però era una cosa che era al di fuori da quello che vedevo io o che sentivo in tv. Era una cosa lontana da quello che vivevo nella mia famiglia". Parla Maria Concetta Riina, la figlia del capo dei capi di Cosa Nostra. Per la prima volta si fa intervistare da Repubblica e si concede alle nostre telecamere per raccontare suo padre, l'uomo più pericoloso d'Italia per un ventennio, il mafioso che è stato catturato - il 15 gennaio del 1993 - dopo un quarto di secolo di omicidi e trame. LEGGI TUTTO
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Il marito Toni Ciavarello: sorvegliato per mafia, non posso mantenere i figli
CORLEONE - Toni Ciavarello è il marito di Maria Concetta Riina. È sospettato di vicinanza a Cosa Nostra, per tre anni è stato sorvegliato speciale. Ci racconta la sua storia da quando è entrato in casa Riina. «Avere un suocero con quel nome è molto pesante. Io sono visto come genero di, cognato di, marito di. Nessuno pensa che io sono semplicemente Tony Ciavarello. E, per me, questa è una tragedia».Ricorda come è cambiata la sua vita. Ricorda di che cosa è accusato: «Sono sospettato di appartenere a Cosa Nostra solo per certe mie frequentazioni, per mia moglie, per i miei cognati. Sono cose dalle quali non sono come difendermi». Ricorda quando sono cominciati i suoi guai giudiziari: «Solo dopo il matrimonio». Si sfoga: «Prima ho perso la patente, poi il lavoro. E ancora oggi non mi danno la possibilità di lavorare in quanto ex sottoposto a misure di prevenzione». Lancia una sorta di appello: «Lo Stato deve dirmi come devo mantenere i miei figli».
La Repubblica, mercoledì 28 gennaio 2009
La Repubblica, mercoledì 28 gennaio 2009
martedì, gennaio 27, 2009
L'editoriale. Commissione antimafia: se ci sei, batti un colpo!
di Roberto Morrione
Se ci sei, batti un colpo. L’antico adagio potrebbe adattarsi bene alla nuova Commissione Parlamentare Antimafia. Costituita l’11 Novembre scorso, con l’elezione di Beppe Pisanu a presidente, frutto di un accordo che ha visto l’astensione dell’opposizione e l’intesa per la nomina “bipartisan” dei vice-presidenti, dopo due mesi non solo non abbiamo ancora visto concreti progetti operativi, ma neppure un indirizzo di fondo, uno di quegli atti forse simbolici, ma che attestano di fronte al parlamento e all’opinione pubblica la precisa volontà di sviluppare quanto la precedente Commissione aveva intrapreso. Non vogliamo qui risollevare le polemiche che segnarono il faticoso avvio dell’impegno nella precedente legislatura, con una presenza di alcuni personaggi inquisiti e al centro di vicende giudiziarie, pur non mancando anche nel nuovo organismo bicamerale alcuni nomi per lo meno opinabili e sindacabili…Il fatto che nonostante i dubbi iniziali la Commissione guidata da Francesco Forgione in poco più di un anno abbia lavorato bene e in modo unitario sgombra di per sé il campo da polemiche pregiudiziali, che devono però essere seguite da atti concreti. LEGGI TUTTO
Se ci sei, batti un colpo. L’antico adagio potrebbe adattarsi bene alla nuova Commissione Parlamentare Antimafia. Costituita l’11 Novembre scorso, con l’elezione di Beppe Pisanu a presidente, frutto di un accordo che ha visto l’astensione dell’opposizione e l’intesa per la nomina “bipartisan” dei vice-presidenti, dopo due mesi non solo non abbiamo ancora visto concreti progetti operativi, ma neppure un indirizzo di fondo, uno di quegli atti forse simbolici, ma che attestano di fronte al parlamento e all’opinione pubblica la precisa volontà di sviluppare quanto la precedente Commissione aveva intrapreso. Non vogliamo qui risollevare le polemiche che segnarono il faticoso avvio dell’impegno nella precedente legislatura, con una presenza di alcuni personaggi inquisiti e al centro di vicende giudiziarie, pur non mancando anche nel nuovo organismo bicamerale alcuni nomi per lo meno opinabili e sindacabili…Il fatto che nonostante i dubbi iniziali la Commissione guidata da Francesco Forgione in poco più di un anno abbia lavorato bene e in modo unitario sgombra di per sé il campo da polemiche pregiudiziali, che devono però essere seguite da atti concreti. LEGGI TUTTO
Roma, 26.01.2009
Intervista a Beppe Lumia: "La Commissione antimafia scelga la via dell'inchiesta"
di Norma Ferrara
Un nuovo testo per il 41 bis. Condanne più dure per i mafiosi. La neonata commissione antimafia. Il coraggio di fare luce sui mandanti esterni delle stragi e sui legami mafia e politica
Solo qualche giorno fa nell’operazione che manda in carcere 24 affiliati al clan Madonia si scopre che nonostante il 41 bis un boss riesce ad impartire ordini a familiari e “reggenti”. Non solo. Il presidente della provincia nissena, sarebbe coinvolto nell'operazione per presunto scambio di voti. Stato, mafia e politica e strumenti legislativi per combatterli. Il punto con il senatore Beppe Lumia.
Dopo l'operazione contro il clan Madonia, ancora polemiche sul 41 bis. Strumento a favore dei mafiosi, anziché dello Stato?
Il 41 bis così com’è purtroppo è un privilegio per i boss mafiosi. E' già pronta in parlamento una nuova proposta, in discussione al disegno 733 sulla sicurezza. Si tratta di un 41 bis in grado di bloccare il flusso di comunicazione verso l’esterno e capace di affrontare un tema molto delicato che è quello della riapertura delle carceri nelle piccole isole. Mentre si parla di carceri superaffollate, li sono state chiuse solo le sezioni dedicate al 41 bis: una contraddizione gravissima. LEGGI TUTTO
Roma, 27.01.2009
Un nuovo testo per il 41 bis. Condanne più dure per i mafiosi. La neonata commissione antimafia. Il coraggio di fare luce sui mandanti esterni delle stragi e sui legami mafia e politica
Solo qualche giorno fa nell’operazione che manda in carcere 24 affiliati al clan Madonia si scopre che nonostante il 41 bis un boss riesce ad impartire ordini a familiari e “reggenti”. Non solo. Il presidente della provincia nissena, sarebbe coinvolto nell'operazione per presunto scambio di voti. Stato, mafia e politica e strumenti legislativi per combatterli. Il punto con il senatore Beppe Lumia.
Dopo l'operazione contro il clan Madonia, ancora polemiche sul 41 bis. Strumento a favore dei mafiosi, anziché dello Stato?
Il 41 bis così com’è purtroppo è un privilegio per i boss mafiosi. E' già pronta in parlamento una nuova proposta, in discussione al disegno 733 sulla sicurezza. Si tratta di un 41 bis in grado di bloccare il flusso di comunicazione verso l’esterno e capace di affrontare un tema molto delicato che è quello della riapertura delle carceri nelle piccole isole. Mentre si parla di carceri superaffollate, li sono state chiuse solo le sezioni dedicate al 41 bis: una contraddizione gravissima. LEGGI TUTTO
Roma, 27.01.2009
lunedì, gennaio 26, 2009
Sicilia. La Conte dei conti indaga l'ex governatore Totò Cuffaro e il governatore Raffaele Lombardo
Alla Regione siciliana viene contestata la nomina di venti giornalisti nell'ufficio stampa della Presidenza, si ipotizza un danno erariale di circa 4 milioni di euro
PALERMO - La Procura generale della Corte dei Conti contesta l'assunzione con nomina fiduciaria di venti giornalisti nell'ufficio stampa della Presidenza della Regione siciliana, ipotizzando un danno erariale di circa 4 milioni di euro.Il pm, titolare dell'indagine, ha recapitato un invito a dedurre all'ex governatore Totò Cuffaro durante il cui mandato furono fatte le assunzioni, all'attuale presidente della Regione siciliana Raffaele Lombardo e al capo dell'ufficio legislativo e legale Franco Castaldi.Secondo la Procura i contratti sono stati firmati in violazione della legge nazionale 150 del 2000, recepita dalla Regione, che prevede concorsi pubblici o l'affidamento di incarichi a esterni ma a tempo determinato.Per i magistrati contabili la nomine sarebbero illegittime perchè non è stata fatta alcuna valutazione riguardo l'utilità degli inquadramenti dei giornalisti, le loro mansioni, e non è stato specificato il compenso; la Corte dei Conti contesta anche l'attribuzione a tutti i giornalisti dell'ufficio stampa della qualifica di caporedattore.Cuffaro, Lombardo e Castaldi hanno 30 giorni di tempo per depositare le proprie deduzioni. A Cuffaro, inoltre, è stato inviato un provvedimento di messa in mora per la prima delle venti assunzioni per un importo di circa 400 mila euro.
26/01/2009
PALERMO - La Procura generale della Corte dei Conti contesta l'assunzione con nomina fiduciaria di venti giornalisti nell'ufficio stampa della Presidenza della Regione siciliana, ipotizzando un danno erariale di circa 4 milioni di euro.Il pm, titolare dell'indagine, ha recapitato un invito a dedurre all'ex governatore Totò Cuffaro durante il cui mandato furono fatte le assunzioni, all'attuale presidente della Regione siciliana Raffaele Lombardo e al capo dell'ufficio legislativo e legale Franco Castaldi.Secondo la Procura i contratti sono stati firmati in violazione della legge nazionale 150 del 2000, recepita dalla Regione, che prevede concorsi pubblici o l'affidamento di incarichi a esterni ma a tempo determinato.Per i magistrati contabili la nomine sarebbero illegittime perchè non è stata fatta alcuna valutazione riguardo l'utilità degli inquadramenti dei giornalisti, le loro mansioni, e non è stato specificato il compenso; la Corte dei Conti contesta anche l'attribuzione a tutti i giornalisti dell'ufficio stampa della qualifica di caporedattore.Cuffaro, Lombardo e Castaldi hanno 30 giorni di tempo per depositare le proprie deduzioni. A Cuffaro, inoltre, è stato inviato un provvedimento di messa in mora per la prima delle venti assunzioni per un importo di circa 400 mila euro.
26/01/2009
Gioacchino Genchi: "Il premier tirato dentro ad arte, io non ho nessun archivio segreto"
Parla l'esperto informatico e consulente dell'ex pm di Catanzaro De Magistris: "In atto una grande mistificazione. Nessun coinvolgimento di Spataro o De Gennaro"
ROMA - "Io in vita in mia, compreso il periodo che ho svolto attività nella polizia di Stato, non ho mai svolto una sola intercettazione, e sfido chiunque a dimostrare il contrario, né legale né tanto meno illegale". Ai microfoni di SkyTg24 Gioacchino Genchi, esperto informatico e consulente dell'ex pm di Catanzaro, Luigi De Magistris, ha ribadito quanto aveva precedentemente detto a Repubblica, negando anche l'esistenza di un archivio segreto. Genchi, nel corso di altre interviste rilasciate all'Ansa e al Secolo XIX, ha negato ogni coinvolgimento di Berlusconi e ha chiamato in causa un parlamentare "che ha intestato a suo nome decine di schede telefoniche e le ha distribuite ai suoi conoscenti", in Calabria. LEGGI TUTTO
(nella foto: Gioacchino Genchi)
ROMA - "Io in vita in mia, compreso il periodo che ho svolto attività nella polizia di Stato, non ho mai svolto una sola intercettazione, e sfido chiunque a dimostrare il contrario, né legale né tanto meno illegale". Ai microfoni di SkyTg24 Gioacchino Genchi, esperto informatico e consulente dell'ex pm di Catanzaro, Luigi De Magistris, ha ribadito quanto aveva precedentemente detto a Repubblica, negando anche l'esistenza di un archivio segreto. Genchi, nel corso di altre interviste rilasciate all'Ansa e al Secolo XIX, ha negato ogni coinvolgimento di Berlusconi e ha chiamato in causa un parlamentare "che ha intestato a suo nome decine di schede telefoniche e le ha distribuite ai suoi conoscenti", in Calabria. LEGGI TUTTO
(nella foto: Gioacchino Genchi)
domenica, gennaio 25, 2009
Corleone. I lavoratori addetti alla pulizia del Tribunale e del Municipio in stato d'agitazione. Da novembre sono senza salario
CORLEONE – Sono in stato di agitazione gli operai della ditta ECOSERVICE di Palermo, che nell’ottobre scorso si è aggiudicato gli appalti per la pulizia dei locali del tribunale e dei locali del municipio. Dal mese di novembre, infatti, non ricevono i salari, perché – come al solito – la ditta prima di pagarli aspetta che il comune liquidi le fatture a suo favore. A parte che una ditta aggiudicataria di un appalto ha l’obbligo di legge di anticipare i salari ai lavoratori, la Ecoservice non ha potuto essere pagata perché non è stata in grado di presentare al comune il DURC (il certificato degli avvenuti pagamenti dei contributi assistenziali e previdenziali). Martedì scorso gli operai (tutti iscritti alla Cgil) avevano fatto una giornata di sciopero. Durante l’incontro in municipio, il sindaco comunicava al sindacato e ai lavoratori che, per favorire il pagamento dei salari, aveva disposto il pagamento delle fatture alla Ecoservice, sulla base di una dichiarazione di responsabilità sulla regolarità del Durc. La ditta, sentita telefonicamente, si impegnava a pagare i salari arretrati entro lo scorso venerdì. Ma venerdì della Ecoservice a Corleone non si è vista nemmeno l’ombra. E dire che il titolare si era impegnato a pagare venerdì sulla sua parola d’onore…Domani i lavoratori e la Cgil si riuniranno in assemblea per decidere ulteriori forme di lotte. Non è escluso che il sindacato chieda al comune la rescissione in danno del contratto.
Corleone I creditori ottengono il sequestro di alcuni automezzi dell'Ato di Monreale. Raccolta rifiuti a rischio
Su richiesta dei legali di alcune ditte creditrici, il Tribunale di Palermo ha disposto il sequestro di alcuni auto-compattatori dell’Ato “Belice Ambiente” di Monreale, di cui fanno parte anche Corleone e i comuni della zona. Proprio sabato mattina, alcuni di questi automezzi sono stati sequestrati a Bisacquino. LEGGI TUTTO
Mario Francese, il cronista controcorrente che svelò per primo l´ascesa dei "corleonesi"
di LUCA TESCAROLI
Aveva capito come cambiava Cosa nostra: fu assassinato sotto casa il 26 gennaio 1979. La sua morte aprì la serie dei delitti eccellenti. Fece per primo il nome del superboss Riina.
In una serata di pieno inverno, quando l´Italia era percorsa dalla minaccia terroristica, alcuni sicari silenziosi e spietati rapirono alla vita un siciliano per bene, padre di quattro figli, mentre stava rientrando a casa dopo un´impegnativa giornata di lavoro. Aveva appena posteggiato l´auto e stava per raggiungere il portone dello stabile in cui abitava, quando l´imboscata scattò in viale Campania. Per sedici anni aveva scritto di cronaca giudiziaria, era divenuto una delle firme più apprezzate del Giornale di Sicilia e uno dei più esperti conoscitori delle vicende mafiose. Era Mario Francese e cessò di vivere il 26 gennaio 1979. LEGGI TUTTO
In una serata di pieno inverno, quando l´Italia era percorsa dalla minaccia terroristica, alcuni sicari silenziosi e spietati rapirono alla vita un siciliano per bene, padre di quattro figli, mentre stava rientrando a casa dopo un´impegnativa giornata di lavoro. Aveva appena posteggiato l´auto e stava per raggiungere il portone dello stabile in cui abitava, quando l´imboscata scattò in viale Campania. Per sedici anni aveva scritto di cronaca giudiziaria, era divenuto una delle firme più apprezzate del Giornale di Sicilia e uno dei più esperti conoscitori delle vicende mafiose. Era Mario Francese e cessò di vivere il 26 gennaio 1979. LEGGI TUTTO
Mario Francese, il giornalista-coraggio
di Dino Paternostro
di Dino Paternostro
Palermo. Al Policlinico mancano perfino garza e siringhe. Medici e infermieri le comprano di tasca propria
I sindacati: "Medici e infermieri costretti a comprarle di tasca propria". Sotto accusa anche la situazione dell´edilizia ospedaliera
Strutture inadeguate e reparti privi del materiale sanitario di uso quotidiano. E ancora apparecchiature diagnostiche obsolete che comportano continui «fermi tecnici». In un documento firmato da cinque rsu, tra le quali anche Cgil, Cisl e Uil, le organizzazioni dei lavoratori sparano a zero sulla gestione dell´Azienda ospedaliera Policlinico. «Nonostante le numerose denunce sulla grave situazione di degrado e di abbandono in cui versa il Policlinico - scrivono in una nota le rsu di Cgil, Cisl, Uil, Confsal federazione Snals Università Cisapuni e Csa della Cisal Università - ad oggi nulla è cambiato. L´attuale management aziendale è incapace di affrontare e risolvere i gravi problemi che mortificano la dignità professionale dei lavoratori». Secondo i sindacati nei reparti «manca il materiale sanitario di uso quotidiano, guanti, siringhe, elettrodi, materiale di pulizia e primari, medici e personale sono costretti a comprarli pagando di tasca propria». Le rsu di Cgil, Cisl, Uil, Confsal e Cisal denunciano poi «l´obsoleta edilizia ospedaliera, i continui guasti all´apparecchiatura diagnostica che costringono l´azienda a ricorrere ad altre strutture sanitarie per assicurare ai propri pazienti l´esecuzione di esami diagnostici fondamentali». Se la prendono poi «con l´affidamento di incarichi all´esterno» mentre «non è stato ancora stabilizzato il personale precario, e non vengono erogati i buoni pasto». Le rsu chiedono al rettore Roberto Lagalla di intervenire «convocando con urgenza un tavolo di crisi permanente per affrontare la crisi». Il commissario dell´azienda Antonella Bullara ha ascoltato nei giorni scorsi le organizzazioni dei lavoratori: «C´è una comunione di intenti con i sindacati - dice - I problemi che loro rappresentano non sono certo nuovi. La struttura è del 1930 ed effettivamente è al collasso. Insieme con il rettore abbiamo accelerato la fase di gara per l´aggiudicazione del progetto di ristrutturazione dell´azienda attraverso il mutuo di cento miliardi concesso nel 1992 dalla Cassa depositi e prestiti. Il ritardo nell´aggiudicazione della gara ci ha portati al limite. E poi c´è il piano di rientro che ci ha costretto a fare i conti con scarsissime risorse finanziarie. Condivido l´idea dei sindacati della convocazione di un tavolo di crisi permanente».sa. s.
Strutture inadeguate e reparti privi del materiale sanitario di uso quotidiano. E ancora apparecchiature diagnostiche obsolete che comportano continui «fermi tecnici». In un documento firmato da cinque rsu, tra le quali anche Cgil, Cisl e Uil, le organizzazioni dei lavoratori sparano a zero sulla gestione dell´Azienda ospedaliera Policlinico. «Nonostante le numerose denunce sulla grave situazione di degrado e di abbandono in cui versa il Policlinico - scrivono in una nota le rsu di Cgil, Cisl, Uil, Confsal federazione Snals Università Cisapuni e Csa della Cisal Università - ad oggi nulla è cambiato. L´attuale management aziendale è incapace di affrontare e risolvere i gravi problemi che mortificano la dignità professionale dei lavoratori». Secondo i sindacati nei reparti «manca il materiale sanitario di uso quotidiano, guanti, siringhe, elettrodi, materiale di pulizia e primari, medici e personale sono costretti a comprarli pagando di tasca propria». Le rsu di Cgil, Cisl, Uil, Confsal e Cisal denunciano poi «l´obsoleta edilizia ospedaliera, i continui guasti all´apparecchiatura diagnostica che costringono l´azienda a ricorrere ad altre strutture sanitarie per assicurare ai propri pazienti l´esecuzione di esami diagnostici fondamentali». Se la prendono poi «con l´affidamento di incarichi all´esterno» mentre «non è stato ancora stabilizzato il personale precario, e non vengono erogati i buoni pasto». Le rsu chiedono al rettore Roberto Lagalla di intervenire «convocando con urgenza un tavolo di crisi permanente per affrontare la crisi». Il commissario dell´azienda Antonella Bullara ha ascoltato nei giorni scorsi le organizzazioni dei lavoratori: «C´è una comunione di intenti con i sindacati - dice - I problemi che loro rappresentano non sono certo nuovi. La struttura è del 1930 ed effettivamente è al collasso. Insieme con il rettore abbiamo accelerato la fase di gara per l´aggiudicazione del progetto di ristrutturazione dell´azienda attraverso il mutuo di cento miliardi concesso nel 1992 dalla Cassa depositi e prestiti. Il ritardo nell´aggiudicazione della gara ci ha portati al limite. E poi c´è il piano di rientro che ci ha costretto a fare i conti con scarsissime risorse finanziarie. Condivido l´idea dei sindacati della convocazione di un tavolo di crisi permanente».sa. s.
I "fuggiaschi" nascosti a Lampedusa: "Non torno in Tunisia, piuttosto mi uccido"
FRANCESCO VIVIANO
Ufficialmente gli oltre mille clandestini "evasi" dal Cpt sono rientrati. Ma alcuni si nascondono nelle campagne dell'isola. E si raccontano così
Ufficialmente gli oltre mille clandestini "evasi" dal Cpt sono rientrati. Ma alcuni si nascondono nelle campagne dell'isola. E si raccontano così
LAMPEDUSA - Ufficialmente, gli oltre mille clandestini che ieri erano "evasi" dal centro di accoglienza invadendo le strade di Lampedusa, sarebbero rientrati. Ma non tutti, ce ne sono ancora una ventina che si nascondono nelle campagne dell'isola e che, ad ogni costo, tenteranno di raggiungere la terra ferma. Ne abbiamo incontrati due in un casolare abbandonato a pochi chilometri dal centro dell'isola. Sono due tunisini, Mansur, ha 33 anni, e con lui c'è un suo nipote di 18. "Non vogliamo rientrare nel centro, sappiamo ormai che vogliono rimpatriarci in Tunisia, ma noi abbiamo rischiato la morte pur di arrivare a Lampedusa. Io ho un bambino di due anni che vive in Francia con mia moglie e che non ho mai visto. Non posso rientrare in Tunisia, la mia vita sarebbe inutile, Se dovesse accadere piuttosto mi suiciderò". E come Mansur altri nordafricani attendono che la tensione si allenti e tentare in un un modo o in un altro di raggiungere la terra ferma per poi proseguire verso il nord Italia o il nord europa dove vivono i loro parenti e dove sperano di trovare lavoro. Mansur ed il nipote, prima di nascondersi, si sono riforniti di viveri in un supermarcato. "Con quello che abbiamo pensiamo di tirare a campare ancora per qualche settimana, abbiamo certamente paura, ma devo correre qualunque rischio pur di riabbracciare mio figlio e mia moglie". La paura di essere rimpatriati in Tunisia è molto forte tra gli oltre mille nordafricani che sono ancora ospitati nel centro di Lampedusa ed anche le donne, quelle che sono state ospitate nella nuova base dell'isola, hanno paura ed hanno iniziato lo sciopero della fame. "Piuttosto morire che tonare in Tunisia".
(La Repubblica, 25 gennaio 2009)
(La Repubblica, 25 gennaio 2009)
venerdì, gennaio 23, 2009
Immigrazione, mozione del PD all’ARS: accogliere gli immigrati, sostenere i comuni nell'emergenza
Il gruppo del Partito Democratico all’Assemblea Regionale Siciliana ha presentato una mozione con la quale si chiede l’impegno del presidente della Regione per “intervenire presso il presedente del Consiglio ed il ministro dell’Interno perché adottino con urgenza provvedimenti che consentano l’adeguata e dignitosa accoglienza di tutti coloro che sbarcano sull’isola di Lampedusa, ed il loro tempestivo trasferimento in altre strutture”. Con la mozione, presentata da Giuseppe Lupo e sostenuta dal presidente del gruppo Antonello Cracolici e dagli altri deputati regionali del PD, si chiede inoltre di “scongiurare la ventilata realizzazione di un nuovo centro per l’identificazione e l’espulsione degli immigrati presso i locali dell’ex base navale Loran”, di “esprimere la più netta contrarietà nei confronti dell’operato del ministro dell’Interno rispetto alle politiche discriminatorie fin qui adottate nei confronti di coloro che arrivano nella nostra regione, ribadendo con forza la vocazione all’accoglienza e all’integrazione culturale da sempre espressa dal popolo siciliano” e di “attivare interventi in favore dei Comuni di Lampedusa, di Pozzallo e delle altre comunità locali interessate al fine di eliminare le condizioni di disagio che tali comunità vivono in riferimento alla gestione del fenomeno migratorio”. LEGGI TUTTO
NELL'INTERNO IL TESTO INTEGRALE DELLA MOZIONE
NELL'INTERNO IL TESTO INTEGRALE DELLA MOZIONE
Polizzi Generosa (Pa), presentazione del ddl sulla tutela delle biodiversità
Domani, sabato 24 gennaio alle 9,30 a Polizzi Generosa (Pa) presso il “Vivaio Piano Noce” si terrà un convegno di presentazione del disegno di legge regionale sulla “conservazione della biodiversità e il potenziamento delle attività del centro vivaistico regionale per la produzione di materiale floro-vegetazionale e colturale”. Alla presentazione interverrà Davide Faraone, deputato regionale del PD e proponente del disegno di legge: “La biodiversità é un patrimonio da difendere – dice Faraone – perché si va perdendo a causa dei cambiamenti ecologici in atto tutti. Questo disegno di legge vuole colmare un vuoto legislativo e applicare nella Regione siciliana i principi della convenzione di Rio de Janeiro”. Alla presentazione interverranno, fra gli altri, Walter Bellomo del Comitato scientifico Fondazione CLOE, il sindaco di Polizzi Patrizio David, il presidente dell’Assemblea provinciale del PD Gandolfo Librizzi, il commissario dell’Ente Parco delle Madonie Angelo Aliquò, il capo Ripartimentale Foreste di Palermo Francesca De Luca, e Francesco Raimondo, preside Facoltà Scienze Fisiche e Naturali di Palermo.
Obama taglia gli stipendi dei collaboratori. In Sicilia invece...
di Salvatore Parlagreco
Galileo Galilei scrutava le stelle e vide l’universo come mai prima di allora era stato visto; Beethoven è stato uno dei più grandi compositori della storia dell’umanità. Quando sento “per Elisa” mi commuovo sempre, specie se a suonare è mio figlio Federico. Galileo era quasi cieco, Beethoven completamente sordo. La cecità e la sordità più gravi non sono quelle di natura fisica, ma mentale. Da questa cecità e da questa sordità si guarisce più difficilmente, perché a differenza dell’handicap fisico, di essa non si ha coscienza. Il cieco che non vede, sa di non vedere. L’uomo che non vede, nonostante abbia occhi per vedere, non saprà ciò che ha sotto il naso. LEGGI TUTTO
Galileo Galilei scrutava le stelle e vide l’universo come mai prima di allora era stato visto; Beethoven è stato uno dei più grandi compositori della storia dell’umanità. Quando sento “per Elisa” mi commuovo sempre, specie se a suonare è mio figlio Federico. Galileo era quasi cieco, Beethoven completamente sordo. La cecità e la sordità più gravi non sono quelle di natura fisica, ma mentale. Da questa cecità e da questa sordità si guarisce più difficilmente, perché a differenza dell’handicap fisico, di essa non si ha coscienza. Il cieco che non vede, sa di non vedere. L’uomo che non vede, nonostante abbia occhi per vedere, non saprà ciò che ha sotto il naso. LEGGI TUTTO
giovedì, gennaio 22, 2009
Guantanamo. L'ordine del Presidente Barack Obama: "Chiuderlo entro un anno!"
WASHINGTON - Il carcere per presunti terroristi aperto nel 2002 nella base militare americana a Guantanamo, dovrà essere chiuso entro un anno e i detenuti trasferiti altrove: lo afferma un ordine esecutivo firmato dal presidente degli Stati Uniti Barack Obama. La Cia non potrà più usare metodi di interrogatorio che non sono previsti dal Pentagono e che da più parti vengono considerati tortura, secondo quanto prevede un ordine esecutivo firmato dal presidente americano. Gli Stati Uniti "non torturano" e per questo gli interrogatori di presunti terroristi d'ora in poi "dovranno obbedire alle regole del manuale dell'Esercito", ha aggiunto. Gli Stati Uniti intendono "tornare agli standard della Costituzione, anche in un momento di guerra".
Immigrazione. Lupo (Pd): "Lombardo dissenta dalle intolleranze del ministro Maroni"
Il gruppo del PD presenta una mozione all’Ars sui flussi migratori di Lampedusa e chiede un dibattito d’aula
“Il parlamento e il governo regionale non possono più restare indifferenti di fronte alla tragedia umanitaria che si sta consumando a Lampedusa. Il gruppo PD all’Ars ha elaborato una mozione con la quale si chiede di svolgere un dibattito d’aula sul tema dell’immigrazione. Oltretutto è paradossale che proprio in Sicilia manchi una legge regionale sull’immigrazione e sulla cooperazione internazionale allo sviluppo”. Lo dice Giuseppe Lupo, deputato regionale del PD.
“Al presidente Lombardo – aggiunge - chiediamo di assumere una posizione di netta contrarietà nei confronti del suo alleato Maroni, che nel territorio siciliano sta calpestando i diritti umani di migliaia di immigrati con una politica basata sull’intolleranza che viene portata avanti proprio in un’isola che da sempre rappresenta la culla dell’accoglienza e dell’integrazione culturale”.
“Il parlamento e il governo regionale non possono più restare indifferenti di fronte alla tragedia umanitaria che si sta consumando a Lampedusa. Il gruppo PD all’Ars ha elaborato una mozione con la quale si chiede di svolgere un dibattito d’aula sul tema dell’immigrazione. Oltretutto è paradossale che proprio in Sicilia manchi una legge regionale sull’immigrazione e sulla cooperazione internazionale allo sviluppo”. Lo dice Giuseppe Lupo, deputato regionale del PD.
“Al presidente Lombardo – aggiunge - chiediamo di assumere una posizione di netta contrarietà nei confronti del suo alleato Maroni, che nel territorio siciliano sta calpestando i diritti umani di migliaia di immigrati con una politica basata sull’intolleranza che viene portata avanti proprio in un’isola che da sempre rappresenta la culla dell’accoglienza e dell’integrazione culturale”.
L'appello del parroco di Gaza: "Gemellatevi con noi! Sarebbe un gesto altamente significativo"
«Un appello che mi sento di rivolgere alle diocesi italiane, sempre sensibili ai problemi della Terra Santa, è di gemellarsi con la piccola Chiesa di Gaza. Non abbiamo gemellaggi con nessuna parrocchia o diocesi, sarebbe un gesto altamente significativo che legherebbe Gaza all'Italia e l'Italia a Gaza e che servirà a costruire un clima di fratellanza e di condivisione di cui abbiamo tanto bisogno». È questo l'appello lanciato dal parroco di Gaza, Manuel Musallam, alla Chiesa italiana. «I tank israeliani - aggiunge - non sono del tutto usciti da Gaza, ce ne sono ancora nel territorio vuoto della Striscia. Pensiamo di riaprire la scuola ma non possiamo rischiare di richiamare gli alunni fino a che la situazione non dia garanzia di stabilità e sicurezza. Apriremo la scuola il 24 gennaio, almeno questa è la nostra intenzione». Drammatica infine la testimonianza sui traumi e le ferite riportati in particolare dai più piccoli: «Oltre a ricostruire è importante assistere a livello psicologico e sanitario i bambini delle scuole materne ed elementari. Molti bambini hanno riportato nel conflitto ferite importanti, con tagli e mutilazioni. Le armi usate dall'esercito israeliano tagliavano le membra delle persone». «Ci sono molti disabili - ha detto ancora padre Musallam - bambini e adulti. I feriti sono oltre 5 mila e di questi la quasi totalità avrà danni permanenti ai piedi, alle mani, al ventre, persone che non potranno più lavorare, saranno disabili per tutta la vita».
22 gennaio 2009
22 gennaio 2009
Obama ripete il giuramento a porte chiuse: questa volta tutto bene
Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha giurato per la seconda volta fedeltà alla Costituzione amwericana davanti al presidente della Corte Suprema, John Roberts. La decisione di ripetere il rito è stata presa da Roberts dopo che alcuni costituzionalisti aveva sollevato dubbi sulla legittimità del giuramento svoltosi davanti al Campidoglio, perchè non si era svolto in modo formalmente corretto. Roberts, infatti, si era sbagliato nel pronunciare le frasi di rito, invertendo l'ordine di alcune parole. Per evitare qualsiasi ulteriore controversia costituzionale, Roberts si è ripresentato davanti a Obama che, alla Casa Bianca, ha pronunciato un nuovo giuramento. Lo ha riferito il consigliere della Casa Bianca, Greg Craig, precisando che il giuramento ha avuto luogo nella Map Room della Casa Bianca, presenti solo il presidente degli Stati Uniti e il presidente della Corte Suprema. Il nuovo giuramento del presidente Obama si è svolto alle 19:35 di Washington, e dal punto di vista di alcuni costituzionalisti critici si può dire che lui sia diventato «ineccepibilmente» presidente degli Stati Uniti solo a quell'ora.
Termini Imerese, Morvillo nuovo procuratore capo
PALERMO - Alfredo Morvillo è il nuovo capo della Procura di Termini Imerese (Palermo). Lo ha votato all'unanimità il plenum del Csm. Morvillo, fratello di Francesca e cognato di Giovanni Falcone, lascia Palermo dopo oltre trent'anni. Era in Procura dal 1990, fu pm del processo contro Bruno Contrada e, dopo tre anni trascorsi come presidente di sezione del Tribunale, dal 2000 era procuratore aggiunto. A Termini Imerese subentra ad Alberto Di Pisa, divenuto l'estate scorsa procuratore di Marsala (Trapani) dopo avere superato proprio la concorrenza dello stesso Morvillo.
22/01/2009
22/01/2009
Sanità. Cracolici (Pd): "Nella maggioranza c'è chi vuole il commissariamento"
Oggi si è tenuto all’Assemblea Regionale Siciliana un incontro fra PD e Cgil, Cisl e Uil
“Abbiamo la sensazione che qualcuno, nella maggioranza, stia lavorando sottotraccia per favorire il commissariamento. In un centrodestra che non è in grado di mettersi d’accordo su nulla, l’invio di un commissario potrebbe essere visto come una scappatoia per evitare le riforme e lasciare intatto l’attuale sistema di potere e clientele. Ma questa ipotesi rappresenterebbe un clamoroso fallimento per Lombardo e la sua maggioranza, e la sconfitta di chi vuole davvero rinnovare la sanità siciliana”. Lo ha detto Antonello Cracolici, presidente del gruppo PD all’Ars, nel corso di un incontro che si è tenuto questa mattina a Palazzo dei Normanni sulla riforma del sistema sanitario regionale, al quale hanno partecipato i segretari regionali di Cgil, Cisl e Uil e i rappresentanti del PD in commissione Sanità all’Ars.
“Fino ad ora – prosegue Cracolici – governo e maggioranza hanno raggiunto intese di facciata, buone solo a riempire le pagine dei giornali. Il PD ha una sua proposta presentata ben prima di quella del governo e del PDL, che prevede la riduzione delle aziende sanitarie e ospedaliere, la riforma del 118 e la riorganizzazione dell’assessorato per creare un rapporto moderno e dinamico fra la Regione e il servizio sanitario. Ma ormai il tempo sta per scadere e il governo ha il dovere di smetterla di tergiversare e dire chiaramente quale strada intende percorrere. Quel che è certo - ha concluso Cracolici – è che quella del commissariamento sarebbe una strada sciagurata”.
“Abbiamo la sensazione che qualcuno, nella maggioranza, stia lavorando sottotraccia per favorire il commissariamento. In un centrodestra che non è in grado di mettersi d’accordo su nulla, l’invio di un commissario potrebbe essere visto come una scappatoia per evitare le riforme e lasciare intatto l’attuale sistema di potere e clientele. Ma questa ipotesi rappresenterebbe un clamoroso fallimento per Lombardo e la sua maggioranza, e la sconfitta di chi vuole davvero rinnovare la sanità siciliana”. Lo ha detto Antonello Cracolici, presidente del gruppo PD all’Ars, nel corso di un incontro che si è tenuto questa mattina a Palazzo dei Normanni sulla riforma del sistema sanitario regionale, al quale hanno partecipato i segretari regionali di Cgil, Cisl e Uil e i rappresentanti del PD in commissione Sanità all’Ars.
“Fino ad ora – prosegue Cracolici – governo e maggioranza hanno raggiunto intese di facciata, buone solo a riempire le pagine dei giornali. Il PD ha una sua proposta presentata ben prima di quella del governo e del PDL, che prevede la riduzione delle aziende sanitarie e ospedaliere, la riforma del 118 e la riorganizzazione dell’assessorato per creare un rapporto moderno e dinamico fra la Regione e il servizio sanitario. Ma ormai il tempo sta per scadere e il governo ha il dovere di smetterla di tergiversare e dire chiaramente quale strada intende percorrere. Quel che è certo - ha concluso Cracolici – è che quella del commissariamento sarebbe una strada sciagurata”.
L'allarme di "Libera": la cocaina invade l'Italia, l'Europa e il mondo!"
La cocaina invade l'Italia, l'Europa e il mondo. Il suo devastante carico didipendenza investe ormai tutti gli strati sociali, a partire dai giovani. Ingran parte dell'Europa i suoi traffici sono in mano alla 'ndrangheta, che netrae immensi profitti per reinvestirli nell'economia legale. L'opinione pubblica mondiale però è ingannata sulla reale portata del problema. C'è un grande buco nei dati forniti dalle autorità americane e dall'Agenzia delle Nazioni Unite a Vienna. Lo denuncia LIBERA, l'associazione che sibatte per la legalità e contro le mafie, in una clamorosa documentazione che viene ora presentata alla stampa e agli esperti italiani e internazionali con interrogativi allarmanti: come e da parte di chi sono stati alterati i dati sulla reale produzione e distribuzione della cocaina? E perché?
Su questi temi, venerdì 23 Gennaio, alle ore 11.30, presso la Federazione Nazionale della Stampa di Corso Vittorio Emanuele 349, a Roma, interventi di don Luigi CIOTTI, Alessandro DONATI e Roberto MORRIONE.
Su questi temi, venerdì 23 Gennaio, alle ore 11.30, presso la Federazione Nazionale della Stampa di Corso Vittorio Emanuele 349, a Roma, interventi di don Luigi CIOTTI, Alessandro DONATI e Roberto MORRIONE.
mercoledì, gennaio 21, 2009
Mafia, decapitati i clan di Partinico e Borgetto
Sedici arresti tra le famiglie al centro di una faida per il controllo del racket e degli appalti. La Dda di Palermo ha decapitato i mandamenti di Partinico e Borgetto: 16 arresti, dall'inchiesta sono emersi rapporti anche con le famiglie degli Stati Uniti. Nei nuovi equilibri all'interno di Cosa nostra, secondo gli inquirenti comandavano i boss Salvatore Corrao e Nicolò Salto.
PALERMO - La guerra fra cosche mafiose esplosa negli ultimi anni alle porte di Palermo ha portato i carabinieri del Gruppo di Monreale ad eseguire 16 ordini di custodia cautelare. I provvedimenti sono stati emessi dal gip del tribunale su richiesta della Direzione distrettuale antimafia e riguardano indagati accusati di essere affiliati a Cosa nostra.L'indagine di fatto azzera il mandamento mafioso di Partinico e Borgetto, due paesi alle porte del capoluogo siciliano, dove negli ultimi anni si è registrata una vera e propria faida tra "famiglie" rivali. LEGGI TUTTO
Il Presidente U.S.A. Obama: "Lotto per la pace"
Dopo il giuramento di ieri, Barack Obama, è già al lavoro alla Casa Bianca. Oggi in un colloquio telefonico con il presidente dell'Autorità palestinese, Abu Mazen, ha parlato del suo impegno per risolvere i conflitti del Medio Oriente
"L'ora della responsabilità".
GUARDA IL VIDEO DEL DISCORSO DI INSEDIAMENTO
"L'ora della responsabilità".
GUARDA IL VIDEO DEL DISCORSO DI INSEDIAMENTO
martedì, gennaio 20, 2009
Sicilia. Radiomafiopoli, disonorarli è una questione d'onore
di NORMA FERRARA
Seconda Tappa a Palermo in piazza contro il pizzo. La web radio che riparte da Radio Aut e si mette in cammino nel segno dell'ironia graffiante e dell'informazione
Lo dice chiaro il suo spot: "disonorarli è una questione d'onore". L'onore quello vero, s'intende. E una volta erano i Tano seduto (Badalamenti) i Buscetta, i Riina e i Provenzano che venivano da Corleone e oggi sono gli Aiello e Co., imprenditori, politici, portaborse, garanti di latitanze eccellenti. E' cambiata Cosa nostra ma alcune cose sono nel suo Dna e radiomafiopoli sembra pronta a colpire duro. La neoweb radio, si ispira trent'anni dopo all'esperienza di Radio Aut e rinasce sotto nuove spoglie per sbeffeggiare mafiosi e corrotti. Principali animatori saranno Pino Maniaci (Telejato), Giulio Cavalli (autore teatrale) e Salvo Vitale (ex radio aut). LEGGI TUTTO
Comune Palermo, Faraone: Cammarata revochi la delega alle Attività Sociali a Santoro
“Con la nomina dell’Assessore Santoro alle Attività Sociali, Cammarata è riuscito ad ottenere la quasi impossibile sintesi di mettere l’uomo sbagliato, al posto sbagliato, nel momento sbagliato..."
Sull’emergenza casa, si stà attuando una politica miope che mira soltanto alla risoluzione delle contingenze, giocando sulla pelle dei più deboli cercando soluzioni estemporanee ad un problema drammatico. Il muro contro muro non paga. E Santoro dopo mesi sembra che ancora non abbia capito che il problema casa va affrontato con la programmazione e non con l’improvvisazione.
Sui due temi sui quali è stato messo alla prova, da quando è assessore, cioè problema casa e abbonamenti AMAT per categorie protette, ha solo creato sfaceli dimostrando con i fatti di non essere all’altezza del ruolo. L’assessore Santoro con i suoi gessati impeccabili, la sua Jaguar ed il suo cavallo, sarebbe più adatto a dirigere settori meno impegnativi. Evidentemente non possiamo chiedergli sensibilità versò determinate categorie sociali che, forse a causa del retaggio culturale e del suo background politico, dimostra di non avere. Sarebbe opportuno che rassegnasse da sé le dimissioni o che il Sindaco gli revocasse al più presto la delega, onde evitare ulteriori pasticci. Indicando alle Attività sociali qualcuno esperto della materia. Le attività sociali sono un settore nevralgico dell’amministrazione, in particolar modo in un momento di vacche magre, in cui gli unici interventi operati in questo settore sono i tagli per gli indigenti”.
20/01/2009
Sull’emergenza casa, si stà attuando una politica miope che mira soltanto alla risoluzione delle contingenze, giocando sulla pelle dei più deboli cercando soluzioni estemporanee ad un problema drammatico. Il muro contro muro non paga. E Santoro dopo mesi sembra che ancora non abbia capito che il problema casa va affrontato con la programmazione e non con l’improvvisazione.
Sui due temi sui quali è stato messo alla prova, da quando è assessore, cioè problema casa e abbonamenti AMAT per categorie protette, ha solo creato sfaceli dimostrando con i fatti di non essere all’altezza del ruolo. L’assessore Santoro con i suoi gessati impeccabili, la sua Jaguar ed il suo cavallo, sarebbe più adatto a dirigere settori meno impegnativi. Evidentemente non possiamo chiedergli sensibilità versò determinate categorie sociali che, forse a causa del retaggio culturale e del suo background politico, dimostra di non avere. Sarebbe opportuno che rassegnasse da sé le dimissioni o che il Sindaco gli revocasse al più presto la delega, onde evitare ulteriori pasticci. Indicando alle Attività sociali qualcuno esperto della materia. Le attività sociali sono un settore nevralgico dell’amministrazione, in particolar modo in un momento di vacche magre, in cui gli unici interventi operati in questo settore sono i tagli per gli indigenti”.
20/01/2009
Frecce rotte in Sicilia? "Da Palermo a Trapani il treno va a 30 all’ora", denuncia l'on. Oddo
“Di ‘freccia rotta’, in Sicilia, ce n’è più di una: basta dire che per percorrere i 126 chilometri di strada ferrata che separano Trapani dalla stazione centrale di Palermo occorrono, nella corsa più ‘veloce’, 139 minuti alla media oraria di 54 Km/h. Se invece si prende la corsa che parte da Trapani alle 16, serviranno ben quattro ore per raggiungere Palermo, alla media di 30 km/h!”. Lo dice Camillo Oddo, vicepresidente dell’Ars.
“A proposito degli anacronistici collegamenti ferroviari fra Palermo e Catania che recentemente sono stati citati come esempio della mancanza di infrastrutture nel nostro territorio – prosegue Oddo – sarebbe ‘ingiusto’ non citare la situazione disastrosa dei servizi ferroviari nella provincia di Trapani. Sia il governo nazionale, che non utilizza le risorse del FAS sinora impiegate più per ripianare i debiti di qualche comune che per creare infrastrutture, sia il governo Lombardo che tiene chiusi nei cassetti i sette miliardi di euro del POR 2007-2013, sembrano disinteressarsi al problema. Non resta, dunque, che pensare a come tentare di razionalizzare l’attuale servizio: nelle more che venga elettrificata la linea, realizzato il raddoppio della ferrovia, o che vengano impiegati treni a più efficienti, basterebbe sopprimere gran parte delle 13 fermate che il treno incontra attualmente lungo il suo percorso per diminuire drasticamente il tempo di percorrenza”.
“A proposito degli anacronistici collegamenti ferroviari fra Palermo e Catania che recentemente sono stati citati come esempio della mancanza di infrastrutture nel nostro territorio – prosegue Oddo – sarebbe ‘ingiusto’ non citare la situazione disastrosa dei servizi ferroviari nella provincia di Trapani. Sia il governo nazionale, che non utilizza le risorse del FAS sinora impiegate più per ripianare i debiti di qualche comune che per creare infrastrutture, sia il governo Lombardo che tiene chiusi nei cassetti i sette miliardi di euro del POR 2007-2013, sembrano disinteressarsi al problema. Non resta, dunque, che pensare a come tentare di razionalizzare l’attuale servizio: nelle more che venga elettrificata la linea, realizzato il raddoppio della ferrovia, o che vengano impiegati treni a più efficienti, basterebbe sopprimere gran parte delle 13 fermate che il treno incontra attualmente lungo il suo percorso per diminuire drasticamente il tempo di percorrenza”.
Obama è Presidente, il mondo cambia pagina
Il presidente Barack Obama ha teso la mano al mondo islamico non radicale nel discorso dell'insediamento. Rivolgendosi a «quei leader islamici nel mondo che cercano di seminare zizzania o che danno all'Occidente la colpa dei mali delle loro societa», Obama ha detto che «tenderemo loro la mano se sono disposti ad aprire il pugno». Mano tesa contro ai leader ma linea dura contro i terroristi. "Il nostro spirito è più forte e non può essere vinto" ha detto Obama. E ha aggiunto: "Vi batteremo"Le sfide che l’America ha davanti sono "reali, sono gravi e sono molte" ha proseguito Obama. "Non le supereremo facilmente o in un breve arco di tempo. Ma sappi questo, America, le supereremo". Obama ha detto che la sua elezione significa che l'America ha preferito "la speranza alla paura, l'unità di obiettivi al conflitto e alla discordia". Barack Obama ha ringraziato poi George W. Bush «per aver servito il Paese». LEGGI TUTTO
La sintesi del primo discorso di Barack Obama
IL PAESE DEL SOGNO...
di CONCITA DE CREGORIO
La sintesi del primo discorso di Barack Obama
IL PAESE DEL SOGNO...
di CONCITA DE CREGORIO
Rete ferroviaria italiana. Al Nord la "Freccia Rossa", in Sicilia la "Freccia rotta"
"È come fare un tuffo nel passato. Mentre il mondo corre, in Sicilia il tempo sembra essersi fermato: per andare in treno da Catania a Palermo ci vogliono cinque ore, mentre le due città potrebbero, dovrebbero essere collegate in una sola ora di treno. È una vergogna contro cui bisogna battersi, al di fuori di ogni schieramento politico". Lo ha affermato il senatore del Pd Enzo Bianco, che stamani ha assistito alla partenza in treno da Catania, diretta a Palermo, di una delegazione guidata dal presidente della Provincia Giuseppe Castiglione che nel pomeriggio incontrerà il presidente dell'Ars Francesco Cascio. L'iniziativa, denominata "Freccia rotta", intende svolgere un'opera di sensibilizzazione sull'inadeguatezza della rete ferroviaria. "Negli anni - aggiunge Bianco - sia il centrodestra sia il centrosinistra hanno dimenticato il Mezzogiorno. Di fronte a situazioni come questa dobbiamo battere i pugni sul tavolo tutti insieme, anche con iniziative clamorose come questa, per reclamare il diritto di essere una regione moderna che può guardare con fiducia al suo sviluppo. Ecco perché oggi ho voluto esserci".
U.S.A., una giornata storica. Alla Casa Bianca arriva il nuovo presidente Barack Obama
(ANSA) - ROMA, 20 GEN - Un milione di persone assisteranno oggi a Washington al giuramento come presidente degli Stati Uniti di Barack Obama. E il primo afroamericano a salire alla massima carica del paese. Un evento storico, in un paese dove fino a 40 anni vigeva la segregazione razziale. Ottomila addetti alla sicurezza vigileranno sull'Inauguration Day. La cerimonia comincera' alle 16 ora italiana; Obama giurera' intorno alle 18 sulla Bibbia di Abramo Lincoln.
Palermo. Lucchetti di un'autosalone bloccati da attack in corso Tuckory
Anas. Appaltati lavori sistemazione strade nel Palermitano e nell'Agrigentino
PALERMO - L'Anas ha aggiudicato in via definitiva l'appalto per l'esecuzione di lavori di innalzamento degli standard di qualità di alcune strade statali in provincia di Palermo e Agrigento all'impresa Santalucia Antonio, con sede a Salerno. Gli interventi riguarderanno i lavori di sistemazione di barriere bordo rilevato tra i km 18,000 ed il km 80,000 della strada statale 624 "Palermo-Sciacca" e di sistemazione dei giunti di dilatazione nei viadotti Tumarrano al km 22,450, Mechinesi al km 29,300, Acquaviva 2 al km 29,400 della strada statale 189 "della valle dei Platani" e nei viadotti Fiumefreddo al km 194,750, S. Maria 1 al km 208,400 della strada statale 121 "Catanese". L'importo complessivo dell'appalto è di oltre 2,2 milioni di euro.
19/01/2009
19/01/2009
Misilmeri. Intimidazione al deputato regionale del Pd Gaspare Vitrano
MISILMERI (PALERMO) - Intimidazione nei confronti del deputato regionale del Pd, Gaspare Vitrano. Abbattute ottanta piantine di ulivo in un terreno di sua proprietà in contrada Don Cola, a Misilmeri. È stato lo stesso parlamentare a denunciare, stamane, l'episodio ai carabinieri. Gli alberelli, piantati il mese scorso, secondo quanto accertato dai militari, sarebbero stati tagliati con le cesoie. “Esprimo la solidarietà mia personale e del gruppo PD all’Ars a Gaspare Vitrano”, ha detto Antonello Cracolici, presidente del gruppo del Partito Democratico all’Ars, dopo che sabato notte ignoti hanno reciso diverse decine di alberi di ulivo nella campagna di proprietà del deputato regionale del PD, a Misilmeri (Pa). “Siamo di fronte ad un episodio che inquieta – aggiunge Cracolici – e sul quale mi auguro si faccia presto piena luce”. “Il vile atto intimidatorio del quale è stato vittima non fermerà l’impegno politico di Gaspare Vitrano”, ha detto il presidente della commissione regionale antimafia Calogero Speziale. “Esprimo la mia personale solidarietà a Vitrano – ha sottolineato – e spero che le forze dell’ordine facciano luce sul grave episodio nel più breve tempo possibile”.
3° Premio "Rocco Chinnici - Città di Misilmeri" al regista bagherese Giuseppe Tornatore
di SEBASTIANO CORSO
Erano presenti le maggiori cariche istituzionali dell´isola
Si è svolta stamane, presso il Cinema King, la terza edizione del Premio “Rocco Chinnici - Città di Misilmeri - La cultura per la legalità”, assegnato quest’anno al regista bagherese Giuseppe Tornatore. La manifestazione, introdotta da Antonio Rametta, presidente della “Fondazione Rocco Chinnici”, e moderata dal giornalista Rai Rino Cascio, si è aperta con il saluto del sindaco di Misilmeri Salvatore Badami, che, nel ringraziare tutte le autorità presenti, ha espresso la sua solidarietà all’onorevole Vitrano destinatario, nelle ultime ore, di un vile atto intimidatorio. «Chiudo il mio intervento - ha concluso Badami – sperando di poter riaprire il quarto premio Rocco Chinnici con l’annuncio di un film sulla vita del magistrato nostro concittadino, magari proprio diretto dal grande Peppuccio Tornatore». A seguire l’intervento del presidente della Regione Siciliana, Raffaele Lombardo. «Anch’io voglio accodarmi ai pensieri di solidarietà nei confronti dell’onorevole Vitrano - ha detto Lombardo – e voglio incoraggiarlo ad andare avanti nel perseguimento della legalità proprio come il misilmerese Chinnici». LEGGI TUTTO
Erano presenti le maggiori cariche istituzionali dell´isola
Si è svolta stamane, presso il Cinema King, la terza edizione del Premio “Rocco Chinnici - Città di Misilmeri - La cultura per la legalità”, assegnato quest’anno al regista bagherese Giuseppe Tornatore. La manifestazione, introdotta da Antonio Rametta, presidente della “Fondazione Rocco Chinnici”, e moderata dal giornalista Rai Rino Cascio, si è aperta con il saluto del sindaco di Misilmeri Salvatore Badami, che, nel ringraziare tutte le autorità presenti, ha espresso la sua solidarietà all’onorevole Vitrano destinatario, nelle ultime ore, di un vile atto intimidatorio. «Chiudo il mio intervento - ha concluso Badami – sperando di poter riaprire il quarto premio Rocco Chinnici con l’annuncio di un film sulla vita del magistrato nostro concittadino, magari proprio diretto dal grande Peppuccio Tornatore». A seguire l’intervento del presidente della Regione Siciliana, Raffaele Lombardo. «Anch’io voglio accodarmi ai pensieri di solidarietà nei confronti dell’onorevole Vitrano - ha detto Lombardo – e voglio incoraggiarlo ad andare avanti nel perseguimento della legalità proprio come il misilmerese Chinnici». LEGGI TUTTO
domenica, gennaio 18, 2009
È tregua a Gaza. Israele inizia il ritiro
Olmert: «Via il prima possibile». Dopo che il premier israeliano ha annunciato il cessate il fuoco unilaterale nella Striscia di Gaza, anche Hamas ha annunciato la tregua. Nella serata di domenica le truppe israeliane hanno iniziato il ritiro. In giornata alcuni razzi avevano colpito il sud di Israele, che aveva risposto con un raid aereo. A Sharm un vertice convocato da Mubarak ma senza palestinesi. Berlusconi: «Carabinieri ai valichi di Gaza».
Tangenti inceneritori: Woodcock indaga in Sicilia
FRANCESCO VIVIANO
Intercettazioni svelano contatti tra politici e imprenditori.Tra gli indagati l´imprenditore della Ecopadana, Celestino Zuccotti, il politico campano dell´Udeur, Gerardo De Rosa e l´ex generale dei carabinieri, Gianfranco Milillo, palermitano, che sarebbe stato il "raccordo" tra gli imprenditori e gli esponenti politici agrigentini
Il Pm di Potenza, l´anglo-napoletano, Henry John Woodcock, è sbarcato anche in Sicilia dove ha preso a indagare sulla progettazione e la realizzazione di termovalorizzatori a Sambuca di Sicilia e a Porto Empedocle. Dietro il business gli investigatori ipotizzano un giro di tangenti a politici comunali e regionali, il 2 per cento in un investimento di 60 milioni di euro. Un affare nel quale, allo stato, sono indagati l´imprenditore della Ecopadana, Celestino Zuccotti, il politico campano dell´Udeur, Gerardo DeRosa e l´ex generale dei carabinieri, Gianfranco Milillo, palermitano, che sarebbe stato il "raccordo" tra gli imprenditori e gli esponenti politici agrigentini. LEGGI TUTTO
Intercettazioni svelano contatti tra politici e imprenditori.Tra gli indagati l´imprenditore della Ecopadana, Celestino Zuccotti, il politico campano dell´Udeur, Gerardo De Rosa e l´ex generale dei carabinieri, Gianfranco Milillo, palermitano, che sarebbe stato il "raccordo" tra gli imprenditori e gli esponenti politici agrigentini
Il Pm di Potenza, l´anglo-napoletano, Henry John Woodcock, è sbarcato anche in Sicilia dove ha preso a indagare sulla progettazione e la realizzazione di termovalorizzatori a Sambuca di Sicilia e a Porto Empedocle. Dietro il business gli investigatori ipotizzano un giro di tangenti a politici comunali e regionali, il 2 per cento in un investimento di 60 milioni di euro. Un affare nel quale, allo stato, sono indagati l´imprenditore della Ecopadana, Celestino Zuccotti, il politico campano dell´Udeur, Gerardo DeRosa e l´ex generale dei carabinieri, Gianfranco Milillo, palermitano, che sarebbe stato il "raccordo" tra gli imprenditori e gli esponenti politici agrigentini. LEGGI TUTTO
Il pensiero debole dei cattolici siciliani
ROSARIO GIUÈ
Dunque, è dal superamento dello scontro tra cattolici e laici, dal loro mettersi insieme in vista del bene comune, che può sorgere in Italia una robusta «religione civile». In questa prospettiva, suggerisce il teologoVito Mancuso, i cattolici italiani dovrebbero mettere la propria fede a servizio del Paese pensandosi, nello spirito di due parabole evangeliche, «come seme che marcisce nel campo o come lievito che scompare nella pasta» senza curarsi tanto di una identità da difendere dal nemico laico o laicista. Fin qui Mancuso.E in Sicilia? In Sicilia più che la parabola del seme che marcisce nel campo o del lievito che si perde nella pasta della società, sul piano teologico si potrebbe richiamare un´altra parabola: quella del sale che perde il suo sapore. Se il sale (i cattolici) perde il suo sapore non serve ad altro che a essere gettato via e ad essere ritenuto inutile dagli uomini (società). Sì, anche in Sicilia non è nata una «religione civile». LEGGI TUTTO
Bolognetta, tragica fine di due fidanzati
BOLOGNETTA (PALERMO) - I carabinieri hanno trovato morti due giovani in una casa di campagna nel Palermitano. La coppia di ragazzi, fidanzati da tempo, si era appartata in un'abitazione in contrada Rocce Catalano, a Bolognetta, paese ad una trentina di chilometri dal capoluogo. I corpi sono stati trovati poco prima della mezzanotte da alcuni amici e familiari che si erano preoccupati della loro assenza. Le vittime sono Antonino Marrone, 27 anni, muratore, originario di Carini e la fidanzata, Vita D'Amico, di 26, messinese di S. Marco d'Alunzio, universitaria a Palermo.La coppia aveva scelto di trascorrere una serata in una casa di campagna di proprietà della famiglia di Marrone. Per via delle basse temperature, i fidanzati hanno acceso una stufa a gas, alla quale potrebbe essere attribuita la causa della morte. Ma su questo punto gli investigatori sono cauti e per questo motivo i magistrati hanno disposto ulteriori accertamenti.Il corpo di Vita D'Amico è stato trovato a letto, mentre quello di Antonino Marrone era riverso sul pavimento, vicino ad una finestra. Si potrebbe ipotizzare che il giovane muratore abbia tentato di aprire le imposte prima di perdere completamente i sensi e morire. Sulla vicenda indaga la Procura di Termine Imerese.A dare l'allarme sono stati alcuni familiari e amici della coppia che non vedendoli rincasare hanno iniziato le ricerche fino a spingersi nella vecchia casa situata nelle campagne di Bolognetta. La coppia, secondo quanto hanno detto alcuni amici agli investigatori, stava pensando di sposarsi.
Palermo, la "telenovela" del difensore civico
Non sembra finire mai questa telenovela sul difensore civico, Antonino Tito. L'opposizione lo contesta sin dal suo insediamento e un giorno sì e l'altro pure ne chiede le dimissioni. L'ultimo siluro è contenuto in una mozione di sfiducia presentata nei suoi confronti dal capogruppo del Pd Davide Faraone che il Consiglio comunale deve ancora discutere. L'irriducibile rivale di Tito, l'avvocato Lino Buscemi, aspetta l'esito del ricorso al Cga. Insomma, grane a questo contestato difensore civico non ne mancano, anche se l'interessato continua imperterrito per la sua strada, incurante delle critiche e del significativo agnosticismo della maggioranza, tant'è che Tito a fine estate scorsa si è pure concesso una missione di servizio e di studio a Buenos Aires. Lo stesso non lesina qualche querela agli organi di stampa. Ne sa qualcosa il censore della «casta» Gian Antonio Stella, che è stato appunto querelato per un velenoso articolo apparso tempo fa, a sua firma, sul Corriere della Sera. L'esito della querela? L'archiviazione. Nell'ordinanza del giudice Silvana Petromer del Tribunale di Milano si legge, tra l'altro, che «L'articolo in contestazione ha riportato notizie vere; infatti Tito Antonino era stato candidato alle elezioni regionali del 2001 e quindi sussisteva causa di ineleggibilità alla carica di difensore civico del Comune di Palermo, tant'è che solo successivamente alla pubblicazione (aprile 2006) dell'articolo, il Tar Sicilia ha disposto l'annullamento del bando nella parte ove era prevista detta causa di ineleggibilità; Borzachelli Antonio era candidato nella stessa lista di Tito Antonino e gravato da procedimento penale; sussisteva – si legge ancora nell'ordinanza – un interesse pubblico alla conoscenza dei fatti, considerata la rilevanza della carica di difensore civico».
Michele Russotto
La Sicilia, 18 gennaio 2009
Michele Russotto
La Sicilia, 18 gennaio 2009
La Casa del Popolo di Serravalle Pistoiese con "Liberarci dalle spine"
Mi piace inviare alcune foto che rappresentano l'impegno volontario organizzato dall'Arci di Pistoia nella Casa del Popolo di Serravalle Pistoiese. Molti sono state le ragazze e i ragazzi che hanno contribuito: volontari del progetto Liberarci dalle Spine e anche nuove leve, tra l'altro già pronte a venire in questa estate a Corleone.
Maurizio Pascucci
coordinatore progetto "Liberarci dalle spine"
coordinatore progetto "Liberarci dalle spine"
sabato, gennaio 17, 2009
Israele ha deciso il cessate il fuoco. Olmert: "Centrati obiettivi"
Israele ha deciso il cessate il fuoco unilaterale nella Striscia di Gaza. Il premier israeliano, Ehud Olmert, ha giustificato stasera il cessate il fuoco a Gaza con i risultati ottenuti contro Hamas, affermando che il movimento islamico e' stato colpito ''in modo pesante''. Il cessate il fuoco dalle 2, l'una in Italia. Il premier Ehud Olmert ha detto che Israele ha pienamente realizzato e perfino superato gli obiettivi che si era prefissato nel lanciare l'operazione Piombo Fuso contro Hamas nella Striscia di Gaza.
HAMAS: TREGUA UNILATERALE NON FERMA 'RESISTENZA'
GAZA - Il gruppo integralista palestinese Hamas ha commentato stasera che la dichiarazione unilaterale di cessate il fuoco da parte di Israele nella Striscia di Gaza non fara' fermare la ''resistenza'' dell'organizzazione.
ABU MAZEN: ORA RITIRO TRUPPE ISRAELE
RAMALLAH (CISGIORDANIA), 17 GEN - Un portavoce del presidente palestinese Abu Mazen (Mahmud Abbas) ha dichiarato che la decisione di Israele di un cessate il fuoco unilaterale nella Striscia di Gaza deve essere seguita da un accordo di pace formale e dal ritiro completo dei soldati israeliani.
BARAK, NO A RITIRO PERCHE' HAMAS NON ACCETTA TREGUA
TEL AVIV - Le forze israeliane non si ritireranno per ora da Gaza, e restano pronte ''a ogni sviluppo'', poiche' Hamas ha fatto sapere di non accettare il cessate il fuoco. Lo ha detto il ministro della Difesa, Ehud Barak, riconoscendo che la tregua per ora non e' consolidata e senza precisare quanto a lungo questa situazione potra' durare.
ANSA, 2009-01-17 22:27
HAMAS: TREGUA UNILATERALE NON FERMA 'RESISTENZA'
GAZA - Il gruppo integralista palestinese Hamas ha commentato stasera che la dichiarazione unilaterale di cessate il fuoco da parte di Israele nella Striscia di Gaza non fara' fermare la ''resistenza'' dell'organizzazione.
ABU MAZEN: ORA RITIRO TRUPPE ISRAELE
RAMALLAH (CISGIORDANIA), 17 GEN - Un portavoce del presidente palestinese Abu Mazen (Mahmud Abbas) ha dichiarato che la decisione di Israele di un cessate il fuoco unilaterale nella Striscia di Gaza deve essere seguita da un accordo di pace formale e dal ritiro completo dei soldati israeliani.
BARAK, NO A RITIRO PERCHE' HAMAS NON ACCETTA TREGUA
TEL AVIV - Le forze israeliane non si ritireranno per ora da Gaza, e restano pronte ''a ogni sviluppo'', poiche' Hamas ha fatto sapere di non accettare il cessate il fuoco. Lo ha detto il ministro della Difesa, Ehud Barak, riconoscendo che la tregua per ora non e' consolidata e senza precisare quanto a lungo questa situazione potra' durare.
ANSA, 2009-01-17 22:27
Belice: alla riscoperta del terremoto di 41 anni fa
di Mario Pintagro
Spira un vento gelido fra le colline e le valli del disastro. Ogni tanto, qualche macchina si avvicina al luogo delle rovine. C´è chi scende dall´auto, passeggia per quello che una volta era il corso e ora è solo un accenno di strada divorato da incuria ed erbe infestanti. C´è chi cammina fra alberi di ailanto e cespugli di artemisia e si ferma a guardare ciò che rimane della madrice, dei palazzi baronali, delle case.Quelle Case umili e fragili travolte dal terremoto del 1968. È un copione che si ripete identico in tutti i paesi del Belìce. A Santa Ninfa, in via Roma, ci sono due portali a tutto sesto di un palazzo padronale ancora in piedi. Tutto intorno i muri sono crollati. L´area è recintata da una lamiera ed è contigua alle nuove case. A Gibellina vecchia il nuovo paese non si vede nemmeno. Bisogna andare al di là di una cresta di colline, in pianura, per vedere l´utopia possibile immaginata e realizzata negli anni Settanta da urbanisti e architetti di vaglia con il mecenatismo di Ludovico Corrao. LEGGI TUTTO
FOTO: rovine di Poggioreale
Spira un vento gelido fra le colline e le valli del disastro. Ogni tanto, qualche macchina si avvicina al luogo delle rovine. C´è chi scende dall´auto, passeggia per quello che una volta era il corso e ora è solo un accenno di strada divorato da incuria ed erbe infestanti. C´è chi cammina fra alberi di ailanto e cespugli di artemisia e si ferma a guardare ciò che rimane della madrice, dei palazzi baronali, delle case.Quelle Case umili e fragili travolte dal terremoto del 1968. È un copione che si ripete identico in tutti i paesi del Belìce. A Santa Ninfa, in via Roma, ci sono due portali a tutto sesto di un palazzo padronale ancora in piedi. Tutto intorno i muri sono crollati. L´area è recintata da una lamiera ed è contigua alle nuove case. A Gibellina vecchia il nuovo paese non si vede nemmeno. Bisogna andare al di là di una cresta di colline, in pianura, per vedere l´utopia possibile immaginata e realizzata negli anni Settanta da urbanisti e architetti di vaglia con il mecenatismo di Ludovico Corrao. LEGGI TUTTO
FOTO: rovine di Poggioreale
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