"Chiediamo a Confindustria di allargare l'iniziativa coraggiosa presa in Sicilia contro quegli associati che colludono con la pratica del pizzo anche a quegli altri casi in cui gli imprenditori pagano tangenti e utilizzano strumentalmente i rapporti con la politica per fare affari". Lo afferma Leoluca Orlando, portavoce nazionale dell'Italia dei Valori. "Il libero mercato è pervertito in tutti e tre i casi: pizzo, tangenti e commistione di interessi - aggiunge - tra politica ed economia sono la nostra tara democratica ed economica. Credo che ogni protagonista della vita sociale debba fare la propria parte". "Come IdV siamo ostinati, purtroppo in solitudine, a pretendere che la politica - osserva - si doti di un ferreo codice etico, a Confindustria chiediamo se non sia il caso di proseguire ed estendere il cammino per la legalità, costringendo così la politica ad essere meno tentata di inquinare la libertà di impresa".
17 dicembre 2008
Preso pure il figlio del boss, Sandro Capizzi
Nella periferia di Palermo è stato fermato Sandro Capizzi, figlio del capomafia di Villagrazia, che era sfuggito alla cattura durante l'operazione Perseo. Nell'ambito della stessa inchiesta vi è una indagine che riguarda due deputati regionali, ai quali viene contestata l'accusa di voto di scambio
PALERMO - Gli agenti della Mobile di Palermo hanno fermato alla periferia del capoluogo siciliano il boss latitante Sandro Capizzi, figlio del capomafia di Villagrazia Benedetto, sfuggito alla cattura, ieri, durante il blitz dei carabinieri denominato 'Perseo'. Fermato anche un altro ricercato, Salvatore Freschi. Nell'inchiesta vi è una indagine che riguarda dei politici. I deputati regionali, Riccardo Savona (Udc) e Alessandro Aricò (Pdl), verranno interrogati dai pm della Direzione distrettuale antimafia di Palermo a gennaio perchè accusati di voto di scambio. L'indagine nei loro confronti scaturisce da intercettazioni ambientali da cui emerge che alcuni affiliati al mandamento mafioso di Porta Nuova gli avrebbero procurato voti durante la campagna elettorale per le elezioni regionali dello scorso aprile, in cambio di somme di denaro. A Savona e Aricò è già stato notificato l'avviso di garanzia in cui viene contestata l'accusa di scambio elettorale politico-mafioso, reato che viene applicato a chi ottiene la promessa di voti da persone affiliate alle cosche in cambio di somme di denaro. Ai due politici è stato nominato un difensore di ufficio.
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