MESSINA - A cento anni dal terremoto che il 28 dicembre 1908 distrusse Messina e Reggio Calabria, nella città dello Stretto migliaia di persone, soprattutto povera gente, vivono in baracche di mattoni rossi, cartongesso, legno, lamiera e tetti in eternit, materiale composto anche da amianto che provoca il cancro, su un'area di 54 mila metri quadrati.Nelle casupole quando piove l'acqua e il fango entrano dentro, i topi passeggiano indisturbati, l'acqua sale dal terreno. Una donna dice che "lotta per non fare entrare i ratti in casa" mentre un'altra mostra i servizi che ben poco hanno di igienico con le prese eletriche fissate sui muri mangiati dall'umidità."Qui - dice - non c'è nulla di civile. Non è possibile che nel 2008 le persone siano senza una casa". Qualcuno nei decenni è andato via e le baracche sono state occupate da gente che ha bisogno di un tetto e che preferisce il rischio eternit al rimanere senza casa. LEGGI TUTTO
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