mercoledì, dicembre 17, 2008
Mafia, dopo il maxi-blitz. Boss suicida in cella
PALERMO - Il presunto boss di Porta Nuova, Gaetano Lo Presti, 52 anni, arrestato nell'operazione Perseo si è suicidato ieri sera nel carcere palermitano di Pagliarelli. L'uomo racconta, come si legge nelle intercettazioni, molti retroscena che riguardano la creazione della nuova commissione di Cosa Nostra e inconsapevolmente rivela agli investigatori i nomi degli altri boss coinvolti e le strategie che stavano portando avanti. Il mafioso aveva vantato con altri boss di avere l'appoggio di Giuseppe Salvatore Riina - figlio del boss Totò - nella scelta che avrebbe dovuto fare per indicare il nuovo capo della Commissione provinciale di Cosa nostra. Il presunto capomafia di Porta Nuova, che si opponeva a Benedetto Capizzi, è stato però smentito da un altro boss, Nino Spera, anche lui fermato ieri mattina, sostenendo che il piccolo Riina, sottoposto a sorveglianza speciale a Corleone, "era fuori da tutto", e per volere della madre "non doveva impicciarsi". Proprio per mantenersi lontano dai guai, il rampollo del "capo dei capi", lo scorso mese aveva chiesto al tribunale di andare in provincia di Milano. È possibile che Lo Presti, una volta lette in cella tutte le intercettazioni contenute nel provvedimento che gli è stato notificato, abbia compreso di aver sbagliato con Totò Riina e la sua famiglia, decidendo così di togliersi la vita. La Procura della Repubblica di Palermo ha disposto l'autopsia sul corpo del boss.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento