di Paolo Biondani e Marco Damilano
Modificare la Costituzione. Limitare i poteri dei pm. Aumentare il controllo sul Csm. Regolare le intercettazioni. Così Berlusconi vuole chiudere la partita con la giustizia e l'informazione
Accomodati sulle poltroncine bianche hanno dialogato per due ore alla luce del sole, come amano dire, anzi dei riflettori: quelli di 'Porta a Porta'. Da una parte, il ministro della Giustizia del governo Berlusconi, Angelino Alfano il giovane, sicuro che lo scontro tra i giudici di Salerno e quelli di Catanzaro abbia gettato "un'onta di scarsa credibilità sulla magistratura", rendendo "inevitabile" la riforma della giustizia. Dall'altra parte, l'ex presidente della Camera Luciano Violante, d'accordo con il ministro: "I poteri dei pm sono eccessivi, vanno riportati nella norma". Violante non ha nessun incarico formale nel partito di Walter Veltroni, non compare neppure tra i 120 nomi della direzione. Eppure sulla giustizia è lui a dare la linea nel Pd. È lui l'interlocutore invocato dall'avvocato Niccolò Ghedini, l'uomo chiave del Pdl, per una riforma della Costituzione da votare insieme con l'opposizione per chiudere definitivamente i conti con magistratura e informazione, i contropoteri in uno Stato democratico. LEGGI TUTTO
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