CAPACI (PALERMO) - Un incendio doloso ha danneggiato l'abitazione estiva di Pietro Puccio (Pd), ex sindaco di Capaci ed ex presidente della Provincia, attualmente assessore ai Lavori pubblici nel Comune alle porte di Palermo. Le fiamme hanno danneggiato l'interno dell'abitazione, che viene utilizzata come casa di campagna, in contrada "Casatroia", fra Capaci e Torretta. Sul posto sono state trovate tracce di liquido infiammabile; l'attentato è stato denunciato dall'esponente politico ai carabinieri. LEGGI TUTTO
domenica, novembre 30, 2008
Capaci, intimidazione all'ex presidente della Provincia Pietro Puccio (Pd)
Incendiata l'abitazione estiva di Pietro Puccio, attuale assessore comunale ai Lavori pubblici. Per il politico potrebbe trattarsi di un avvertimento preventivo in vista della definizione del Piano regolatore generale
SPORT - CALCIO. Miccoli e Amelia da sogno. Il Palermo dà la sveglia al Milan
Grandi l'attaccante e il portiere, che para un rigore a Ronaldinho. Ma i rosanero sono stati superiori in tutte le situazioni importanti. Le altre reti di Cavani e Simplicio e dello stesso brasiliano con un secondo penalty
PALERMO - Amelia e Miccoli straordinari, Carrozzieri e Cavani appena sotto. Un Palermo quasi perfetto strapazza il Milan che già era scricchiolato a Portsmouth. Ronaldinho ci mette tanto orgoglio ma gli ci vogliono due rigori per segnare un gol; l'altro, dubbio, glielo para alla grande il portierone rosanero. Finisce 3-1 con reti di Miccoli, Cavani, Simplicio e del brasiliano, appunto, tutte nella ripresa. LEGGI TUTTO
PALERMO - Amelia e Miccoli straordinari, Carrozzieri e Cavani appena sotto. Un Palermo quasi perfetto strapazza il Milan che già era scricchiolato a Portsmouth. Ronaldinho ci mette tanto orgoglio ma gli ci vogliono due rigori per segnare un gol; l'altro, dubbio, glielo para alla grande il portierone rosanero. Finisce 3-1 con reti di Miccoli, Cavani, Simplicio e del brasiliano, appunto, tutte nella ripresa. LEGGI TUTTO
Il libro di Sanfilippo. C'erano una volta in Sicilia i comunisti. E volevano cambiare il mondo...
C’era una volta, anche in Sicilia, il Partito Comunista Italiano. I suoi militanti erano contadini, operai, insegnanti, studenti, intellettuali che volevano «cambiare il mondo», per portarvi più libertà, più giustizia sociale, più democrazia. Era un sogno, ma un sogno grande. Animò per decenni i cuori di tanti giovani, di tanti adulti e di tanti anziani. Nella nostra Isola cominciò davvero dopo la caduta del fascismo, nel 1943. Fu allora che quei “sognatori” provarono ad aprire sezioni in ogni paese e in tutti i quartieri della città. Fu allora che cominciarono ad organizzare gli operai delle città e i contadini delle zone interne. Insieme al restante “universo” della sinistra, che vedeva ancora egemone il vecchio Partito Socialista, nato dall’esperienza dei Fasci di fine ‘800, dalle prime lotte nelle fabbriche palermitane agli inizi del ‘900, dal “biennio rosso” (1919-20), spazzato dall’avvento delle squadracce fasciste di Benito Mussolini. LEGGI TUTTO
sabato, novembre 29, 2008
Corleone. In municipio non conoscono... il latino
Al comune di Corleone non conoscono… il latino. Almeno così sembra, stando al madornale errore commesso nella convocazione della seduta del consiglio comunale di ieri sera (venerdì 28 novembre). Ma procediamo con ordine. Lunedì mattina (24 novembre) la presidenza del consiglio comunale ha consegnato al messo gli avvisi di convocazione, che in giornata venivano notificati ai 20 consiglieri. Il consiglio era stato convocato in sessione ordinaria per venerdì 28 novembre, per procedere, tra l’altro, all’approvazione delle variazioni e dell’assestamento di bilancio. Ma qui cascano gli asini… in latino. Infatti, in sessione ordinaria gli avvisi di convocazione devono pervenire ai consiglieri almeno 5 giorni prima della data stabilita per la seduta. Loro avranno contato: lunedì, martedì, mercoledì, giovedì e venerdì, non sono 5 giorni? No, abbiamo fatto sommessamente notare, non sono 5 giorni, perché – come già dicevano i latini oltre 2000 anni fa - non si deve contare il “dies a quo”. Oppure non va contato il “dies ad quem”. Risultato: ieri sera, il presidente Mario Lanza ha dovuto pubblicamente ammettere il clamoroso errore, sciogliendo frettolosamente la seduta (costata, per la cronaca, 28 euro di gettone per ogni consigliere presente, permessi retribuiti per i consiglieri lavoratori dipendenti, straordinario per gli impiegati in servizio, luce, etc.). Nel frattempo era già stata convocata un’altra seduta in sessione straordinaria ed urgente per domenica 30 novembre alle ore 17.00. Poche ore prima della mezzanotte, termine ultimo per l’approvazione delle variazioni e dell’assestamento. Come dire: il pericolo è il nostro mestiere… (d.p.)
Nella foto: il presidente del consiglio comunale Mario Lanza
Nella foto: il presidente del consiglio comunale Mario Lanza
Accade in America. Riunione di una famiglia siciliana a Melville (Louisiana)
di Sal Palmeri
Alla fine del 1957 mia madre ricevette una bellissima lettera dell’allora presidente degli Stati Uniti Dwight D. Eisenhower, il quale le annunciava che le era stata confermata la cittadinanza americana, dato che era nata in America, e che lei sarebbe potuta ritornare in qualsiasi momento lo avesse voluto. Beh, è ovvio dirlo, in seguito a questa comunicazione, i miei genitori hanno fatto tutti i preparativi per emigrare negli USA, ed il primo aprile del 1958 siam partiti con la Vulcania per New York.
Fin dai primi mesi in terra americana, mia mamma, Antonina Ancona, aveva espresso un suo desiderio di andare a Melville in Louisiana per vedere i luoghi dove era nata. Purtroppo, per tante svariate ragioni, lei non fece mai quel viaggio, però 50 anni dopo l’abbiamo fatto per lei, mio fratello Frank ed io, accompagnati da tre miei cugini (Pippo Bonanno, Michela e Rosa Roppolo) e mia zia Lillina Musso Ancona, venuti dalla Sicilia, mia cugina Concetta Ancona, che abita in Glendale Queens, e da Leonardo e Tanina Ancona, altri due miei cugini che abitano in Florida. LEGGI TUTTO
Alla fine del 1957 mia madre ricevette una bellissima lettera dell’allora presidente degli Stati Uniti Dwight D. Eisenhower, il quale le annunciava che le era stata confermata la cittadinanza americana, dato che era nata in America, e che lei sarebbe potuta ritornare in qualsiasi momento lo avesse voluto. Beh, è ovvio dirlo, in seguito a questa comunicazione, i miei genitori hanno fatto tutti i preparativi per emigrare negli USA, ed il primo aprile del 1958 siam partiti con la Vulcania per New York.
Fin dai primi mesi in terra americana, mia mamma, Antonina Ancona, aveva espresso un suo desiderio di andare a Melville in Louisiana per vedere i luoghi dove era nata. Purtroppo, per tante svariate ragioni, lei non fece mai quel viaggio, però 50 anni dopo l’abbiamo fatto per lei, mio fratello Frank ed io, accompagnati da tre miei cugini (Pippo Bonanno, Michela e Rosa Roppolo) e mia zia Lillina Musso Ancona, venuti dalla Sicilia, mia cugina Concetta Ancona, che abita in Glendale Queens, e da Leonardo e Tanina Ancona, altri due miei cugini che abitano in Florida. LEGGI TUTTO
Sicilia. Legge elettorale enti locali. Lettera aperta di Rita Borsellino contro la soglia del 5%
Palermo 29 novembre 2008. Rita Borsellino invia una lettera aperta al Presidente della Regione, Raffaele Lombardo – a cui ha chiesto un incontro personale che avverrà nei prossimi giorni – al presidente dell’ Ars Francesco Cascio e ai capigruppo dell’Assemblea regionale siciliana per sottoporre all’attenzione dell’Aula alcune considerazioni sul disegno di legge che modifica il sistema elettorale per le elezioni amministrative e riaprire il dibattito dopo la decisione unanime presa dalla Commissione Affari istituzionali sul ddl. Rita Borsellino sottolinea la tendenza della riforma elettorale “di restringere gli spazi di partecipazione dei cittadini alla politica, assegnando a pochi e privilegiati soggetti il compito di governare”, come già avvenuto con l’abolizione delle preferenze in occasione delle recenti elezioni nazionali. “Appare evidente – scrive Rita Borsellino - il tentativo di espropriare i cittadini dei loro destini, relegandoli ad un ruolo di semplici spettatori in cui le decisioni, gli atti di governo, appartengono, sempre di più, ad una ristretta oligarchia, ad una ristretta casta che mortifica, ogni giorno, la democrazia nel nostro paese, nella nostra regione, nelle nostre città”. “La decisione di prevedere un sbarramento del 5% per le amministrative per i comuni sopra i 10 mila abitanti e per le provincie regionali ci sembra che confermi – si legge nella lettera – questa tendenza che mortifica quel diritto di partecipazione democratica alla quale la politica dovrebbe guardare con estremo interesse invece di viverla come un fastidio”.
Francesco Musotto: "E' ingiusto accanirsi contro i consiglieri comunali come se fossero il male della politica"
Palermo, 28 novembre - "Il disegno di legge che la prossima settimana approderà all'esame dell'Assemblea Regionale contiene al proprio interno una norma ingiusta, sul piano culturale e pratico: quella che si accanisce contro i consiglieri comunali additandoli quasi come responsabili di tutti i mali della pubblica amministrazione e di tutti gli sprechi della classe politica. "Lo dichiara Francesco Musotto, presidente della Commissione UE dell'ARS, che preannuncia un emendamento sopprssivo della norma. "E' certo - prosegue l'esponente MPA - che il taglio dei costi della politica va posto all'ordine del giorno, ma se si vuole affrontare il tema in modo serio, si deve essere realisti e non demagogici. Indicare come panacea di tutti i mali il taglio del numero di Consiglieri è purtroppo soltanto demagogia. Sia perché comunque oggi i consigli comunali e provinciali agiscono come cardine fra le Istituzioni e la società civile e un loro indebolimento sarebbe un indebolimento di quel legame, sia perché il costo dei consigli è solo una parte, non maggioritaria, dei costi della pubblica amministrazione. "Se si vogliono davvero tagliare sprechi ed inefficienze - conclude Musotto - è altrove che si deve agire."
Le false riforme del Governo Lombardo
di Agostino Spataro
In Sicilia sembra che tutto stia tornando indietro, ineluttabilmente. Quest’Isola lenta e sospettosa, battuta dal vento di scirocco che qui giunge carico dell’eco torrida dei deserti africani, pare chiudersi in se stessa, nel suo fatale enigma. Alla politica subentra la cabala, in base alla quale comanda chi al meglio sa interpretare il mistero.
Certo, sei mesi sono pochi per formulare un bilancio complessivo, definitivo dell’attuale presidenza della Regione, ma bastano per cominciare a cogliere segnali e tendenze di un certo stile politico, della direzione di marcia di un governo che potrebbe passare alla storia come quello che più ha annunciato e meno realizzato. LEGGI TUTTO
In Sicilia sembra che tutto stia tornando indietro, ineluttabilmente. Quest’Isola lenta e sospettosa, battuta dal vento di scirocco che qui giunge carico dell’eco torrida dei deserti africani, pare chiudersi in se stessa, nel suo fatale enigma. Alla politica subentra la cabala, in base alla quale comanda chi al meglio sa interpretare il mistero.
Certo, sei mesi sono pochi per formulare un bilancio complessivo, definitivo dell’attuale presidenza della Regione, ma bastano per cominciare a cogliere segnali e tendenze di un certo stile politico, della direzione di marcia di un governo che potrebbe passare alla storia come quello che più ha annunciato e meno realizzato. LEGGI TUTTO
giovedì, novembre 27, 2008
Alitalia, Siragusa, Russo (Pd): “Insoddisfacente la risposta del Governo su declassamento scalo Palermo”
“Siamo insoddisfatti della risposta del Governo sul declassamento dell’aeroporto di Palermo. Stiamo parlando di una vicenda su cui il Governo non può definirsi estraneo, perché a Cai è stato fatto un regalo, che agli italiani, e quindi anche ai siciliani, costerà più di 3 miliardi di euro e su cui Berlusconi deve attivarsi con tempestività”. Lo dichiarano Alessandra Siragusa e Tonino Russo deputati palermitani del Pd, in riferimento alla risposta del Governo in Aula alla interpellanza urgente sul ridimensionamento dello scalo palermitano di cui sono firmatari. “L’Aeroporto di Palermo – si legge in una nota congiunta dei parlamentari- non è secondario per importanza ai 6 scali individuati da Cai come strategici. Il suo declassamento comporterebbe quindi gravi danni in termini di sviluppo, occupazionali e di efficienza dei servizi. Per quel che riguarda la seconda questione sollevata nella nostra interpellanza ovvero quella relativa ad Alicos chiediamo anche qui una accelerazione per ottenere garanzie da Cai sull’affidamento al call center dei sui servizi. Stiamo parlando di lavoratori altamente specializzati che vivono un momento difficile perché del loro futuro occupazionale non si sa nulla. Esprimiamo soddisfazione – conclude la nota– perché con la nostra interpellanza abbiamo indotto il Governo ad occuparsi della vicenda e il sottosegretario Mantovani ad impegnarsi a seguirla con la necessaria attenzione”.
Palermo, 27 novembre 2008
Palermo, 27 novembre 2008
Mafia, clan Santapaola: 24 arresti nel catanese, anche un assessore di "Forza Italia"
Mafia, politica e imprenditoria. L’intreccio sommerso della Piovra siciliana è tornato ancora una volta galla, nella sua forma più tradizionale e pericolosa. Stavolta è emerso a Catania e nei paesi limitrofi, dove 200 militari, con tanto di elicotteri e unità cinofile, hanno eseguito 24 ordini di custodia cautelare. L’ordinanza, firmata dal gip Antonio Fallone, frutto di quasi tre anni di indagini e intercettazioni telefoniche e ambientali, ha duramente colpito la cupola di Cosa Nostra che comanda gli affari criminali nella Sicilia orientale. Nel mirino degli inquirenti sono finiti presunti affiliati alla cosca più potente del capoluogo eteneo, il clan Santapaola-Ercolano e le sue frange ramificate in alcune zone della provincia. LEGGI TUTTO
Io, che vivrò fino a 120 anni
di MASSIMO CALANDRI, MARCO CICALA e ALBERTO FIORILLO
Berlusconi lo ripete in continuazione: andiamo verso l'immortalità. Ma che cosa dice davvero la scienza? Che, sconfiggendo un nemico chiamato P66, ci si potrebbe quasi arrivare. Aprendo un'altra questione: che volto avrà una società in cui i vecchi saranno più numerosi dei giovani?
I vecchi non sono più quelli di una volta. Hanno generalmente meno acciacchi, tutti i neuroni al posto giusto, una regolare attività sessuale, spengono più candeline. La vita, a conti fatti, è sempre più abbondante e più sana, soprattutto quella degli italiani: tiriamo avanti, in media, fino a 80 anni 4 mesi e 26 giorni, tra i Paesi comunitari abbiamo il primato della longevità e una popolazione più attempata c'è solo in Giappone, Svizzera, Australia, Monaco e San Marino. LEGGI TUTTO
Berlusconi lo ripete in continuazione: andiamo verso l'immortalità. Ma che cosa dice davvero la scienza? Che, sconfiggendo un nemico chiamato P66, ci si potrebbe quasi arrivare. Aprendo un'altra questione: che volto avrà una società in cui i vecchi saranno più numerosi dei giovani?
I vecchi non sono più quelli di una volta. Hanno generalmente meno acciacchi, tutti i neuroni al posto giusto, una regolare attività sessuale, spengono più candeline. La vita, a conti fatti, è sempre più abbondante e più sana, soprattutto quella degli italiani: tiriamo avanti, in media, fino a 80 anni 4 mesi e 26 giorni, tra i Paesi comunitari abbiamo il primato della longevità e una popolazione più attempata c'è solo in Giappone, Svizzera, Australia, Monaco e San Marino. LEGGI TUTTO
No "morti bianche". Confindustria Sicilia vara nove progetti per la sicurezza sul lavoro
Enna, 27 novembre 2008 – “Confindustria Sicilia con l’Ance è l’unica organizzazione datoriale concretamente in prima linea, a fianco di Cgil, Cisl e Uil, per garantire la prevenzione e diffondere fra i dipendenti la cultura della sicurezza nei luoghi di lavoro. Perché di lavoro non si deve morire. In Sicilia vogliamo invertire l’attuale tendenza che ha visto nel 2008 l’Isola ai primi posti nel Paese per infortuni in luoghi di lavoro”. Lo ha detto oggi il presidente dei Giovani imprenditori di Confindustria Sicilia, Giorgio Cappello, intervenuto a Enna al seminario su “Sicurezza e prevenzione”, organizzato da Giuseppe Marzuolo, vicepresidente regionale dei Giovani con delega alla Sicurezza sul lavoro. Cappello ha spiegato che “il sistema formativo di Confindustria Sicilia, tramite il fondo paritetico aziende-sindacati Fondimpresa, ha attivato in un anno e mezzo nove progetti sulla sicurezza, per la formazione del personale dipendente di circa 200 aziende, e altri ne sta presentando a valere sul bando di Fondimpresa tuttora aperto”.
Cappello ha aggiunto: “Questi progetti, complessivamente, hanno attivato risorse per oltre due milioni di euro e stanno consentendo di formare circa 5 mila lavoratori. A questo dato va aggiunta la costante attività di Ance Sicilia e sindacati, impegnati a organizzare i corsi delle scuole edili paritetiche che nell’Isola svolgono un ruolo importantissimo nel campo della prevenzione degli infortuni nei cantieri regolari”. Il presidente dei Giovani imprenditori ha concluso: “Sulla scia delle ‘morti bianche’ a Mineo, il governo nazionale ha varato il testo unico sulla sicurezza sul lavoro che, se ha avuto il merito di sostenere la necessità della diffusione della cultura della sicurezza anche tra i lavoratori, di fatto ha reso più complesse le procedure a carico delle imprese. Non sarà la paura di sanzioni più severe a risolvere il problema. Confindustria Sicilia dimostra – ha osservato Giorgio Cappello – che la ricetta giusta è quella di puntare al sostegno delle imprese sane e trasparenti assegnando loro risorse per la formazione del personale, voce che in atto è a totale carico di imprenditori e dipendenti con i versamenti a Fondimpresa. Consentire a tali aziende di offrire al mercato senza costi aggiuntivi garanzie di sicurezza metterà a nudo la non convenienza di rivolgersi ad aziende irregolari che hanno fatto del lavoro nero e della mancanza di prevenzione le voci di risparmio per fare concorrenza sleale sulla pelle dei dipendenti e a scapito della qualità offerta ai clienti”.
FOTO. Giuditta Cotena, vedova di un morto sul lavoro
Cappello ha aggiunto: “Questi progetti, complessivamente, hanno attivato risorse per oltre due milioni di euro e stanno consentendo di formare circa 5 mila lavoratori. A questo dato va aggiunta la costante attività di Ance Sicilia e sindacati, impegnati a organizzare i corsi delle scuole edili paritetiche che nell’Isola svolgono un ruolo importantissimo nel campo della prevenzione degli infortuni nei cantieri regolari”. Il presidente dei Giovani imprenditori ha concluso: “Sulla scia delle ‘morti bianche’ a Mineo, il governo nazionale ha varato il testo unico sulla sicurezza sul lavoro che, se ha avuto il merito di sostenere la necessità della diffusione della cultura della sicurezza anche tra i lavoratori, di fatto ha reso più complesse le procedure a carico delle imprese. Non sarà la paura di sanzioni più severe a risolvere il problema. Confindustria Sicilia dimostra – ha osservato Giorgio Cappello – che la ricetta giusta è quella di puntare al sostegno delle imprese sane e trasparenti assegnando loro risorse per la formazione del personale, voce che in atto è a totale carico di imprenditori e dipendenti con i versamenti a Fondimpresa. Consentire a tali aziende di offrire al mercato senza costi aggiuntivi garanzie di sicurezza metterà a nudo la non convenienza di rivolgersi ad aziende irregolari che hanno fatto del lavoro nero e della mancanza di prevenzione le voci di risparmio per fare concorrenza sleale sulla pelle dei dipendenti e a scapito della qualità offerta ai clienti”.
FOTO. Giuditta Cotena, vedova di un morto sul lavoro
mercoledì, novembre 26, 2008
Acquista il calendario "Libera Terra" 2009
Continua la campagna di sostegno a "Libera Palermo" per i lavori di ristrutturazione del bene confiscato a Piazza Politeama a Palermo dove verrà realizzata la "Bottega dei Sapori e dei Saperi della Legalità", la prima in Italia su un bene che apparteneva alla mafia. Come sai, lo stato attuale dell’immobile sequestrato dal 1994 e chiuso da circa 10 anni, ci obbliga a dover intervenire con urgenza per la sua ristrutturazione. In questi mesi in tanti ci hanno sostenuto ma moltissimo è ancora da fare. LEGGI TUTTO
Il "Pigna d'Argento" a Leo Criscione
Il prossimo 30 Novembre il dott. Leoluca Criscione, emigrato siciliano (corleonese) in Svizzera, sarà insignito a Palermo del Premio Internazionale di Sicilianità “Pigna d’Argento”. La Commissione Giudicatrice ha motivato la premiazione sia con l’attività di Scienziato Siciliano nel Mondo e sia con quella in favore della Comunità Siciliana Emigrata.Il premio “Pigna d’Argento” viene assegnato annualmente (quest’anno è la XXI edizione) a cittadini siciliani, che hanno tenuto alto il nome della Sicilia nei loro rispettivi campi di attività. La premiazione si terrà alle ore 20,30 del 30 Novembre, presso il Teatro Politeama Garibaldi di Palermo.
Auguri a Leo da parte di Città Nuove.
È uno dei padri del farmaco più venduto della Novartis (LEGGI)
Auguri a Leo da parte di Città Nuove.
È uno dei padri del farmaco più venduto della Novartis (LEGGI)
Ecco la "mancia" del Governo!
Sono state convulse queste ultime ore. La riunione a Palazzo Chigi, che si è tenuta ieri sera tra il governo e le parti sociali, ha lasciato fredda la Cgil. Il sindacato, confermando lo sciopero generale indetto per il 12 dicembre, ha stroncato le proposte del governo con le parole del segretario Guglielmo Epifani, “esposizione generica e insufficiente”. Le richieste della Cgil sono le stesse di questi ultimi giorni: sospendere la detassazione degli straordinari che, in un periodo di recessione, è considerata inutile e detassare, invece, le tredicesime con lo scopo di far ripartire i consumi.Insomma, il piano del governo non ha convinto. Il bonus per i più bisognosi, per il mese di dicembre, dovrebbe ammontare più o meno a 120 euro. Non c’è da stupirsi se le vignette e i titoli dei giornali di oggi abbiano utilizzato, più o meno tutti, la parola “mancia”, sinistro presagio del Natale che ci attende.Riusciamo a bloccare telefonicamente Agostino Megale, segretario confederale della Cgil, proprio sulla porta di “Porta a Porta”, per farci raccontare quali sono le impressioni che ha riportato dalla riunione di ieri. LEGGI L'INTERVISTA
martedì, novembre 25, 2008
Cittadinanza negata a Roberto Saviano, è polemica a Buccinasco, provincia di Milano
I magistrati dell’Antimafia in Sicilia, il Comune è la «Platì del nord»: la proposta del consigliere dei Verdi non è passata, la maggioranza di centrodestra ha abbandonato l'aula.
La proposta di Rino Pruiti, consigliere comunale dei Verdi nonché figlio di un poliziotto morto mentre prestava servizio, non poteva non scatenare un putiferio: nominare Roberto Saviano, l’autore di Gomorra, cittadino onorario di Buccinasco, nel Milanese. Sì, perché secondo i magistrati dell’Antimafia Buccinasco è la «Platì del Nord». Un posto dove «la presenza della ' ndrangheta è opprimente», ha detto il sostituto procuratore della Direzione nazionale antimafia, Enzo Macrì. LEGGI TUTTO
La proposta di Rino Pruiti, consigliere comunale dei Verdi nonché figlio di un poliziotto morto mentre prestava servizio, non poteva non scatenare un putiferio: nominare Roberto Saviano, l’autore di Gomorra, cittadino onorario di Buccinasco, nel Milanese. Sì, perché secondo i magistrati dell’Antimafia Buccinasco è la «Platì del Nord». Un posto dove «la presenza della ' ndrangheta è opprimente», ha detto il sostituto procuratore della Direzione nazionale antimafia, Enzo Macrì. LEGGI TUTTO
Il Vaticano: "Gramsci si convertì". Gli storici: "Non ci sono prove"
Monsignor De Magistris riapre il dibattito: "Accadde poco prima della morte". Beppe Vacca: "Non ve n'è traccia in alcun documento. Ma non sarebbe uno scandalo". Il Vaticano: "Gramsci si convertì". Gli storici: "Non ci sono prove". Andreotti: "Una vicenda già nota, di cui non c'è alcuna certezza".
ROMA - Antonio Gramsci trovò la fede in punto di morte e ricevette i sacramenti cristiani. Monsignor Luigi De Magistris, propenitenziere emerito del Vaticano e conterraneo del fondatore del Pci, riapre il dibattito nel corso di una conferenza stampa a Roma. E torna ad affrontare una questione già aperta e controversa. Quella, cioè, del riavvicinamento al cattolicesimo da parte di Gramsci, poco prima della morte, nel 1937. LEGGI TUTTO
ROMA - Antonio Gramsci trovò la fede in punto di morte e ricevette i sacramenti cristiani. Monsignor Luigi De Magistris, propenitenziere emerito del Vaticano e conterraneo del fondatore del Pci, riapre il dibattito nel corso di una conferenza stampa a Roma. E torna ad affrontare una questione già aperta e controversa. Quella, cioè, del riavvicinamento al cattolicesimo da parte di Gramsci, poco prima della morte, nel 1937. LEGGI TUTTO
Storia siciliana. Settanta anni di lotte con le bandiere del Partito Comunista Italiano
TANO GULLO
Si presenta oggi pomeriggio a Villa Igea (Palermo) il volume di Elio Sanfilippo che ripercorre battaglie, scontri, successi ed errori strategici del partito nell´Isola: da Portella alla Primavera di Orlando. Una sfilata di personaggi che comprende Girolamo Li Causi, Pio La Torre Pancrazio De Pasquale e Danilo Dolci. Un percorso sempre accidentato fatto di povertà sfruttamento e ingiustizie dentro una cornice di vittorie e sconfitte nelle urne.
Eroismi e viltà, slanci e tradimenti, generosità e grettezze, sfide a viso aperto e subdole faide, ombrosi untori e combattenti solari. Ma soprattutto tante belle passioni. Idee che si incuneano nella mente. Quelle che magari rosicchiano il cervello ma che ci fanno sognare (e talora illudere) che è possibile allargare il mondo; aiutare gli uomini a liberarsi dalle zavorre per volare oltre le barriere; fortificare la natura contro i barbari della globalizzazione; inseguire l´eterno mito di quell´eguaglianza tra gli umani in cima ai pensieri di Marx e Gandhi. Sullo sfondo un territorio, la Sicilia, in cui il confine del bene si confonde con quello del male; dove, come recita un proverbio, «le vie dell´inferno sono lastricate di buone intenzioni». LEGGI TUTTO
Si presenta oggi pomeriggio a Villa Igea (Palermo) il volume di Elio Sanfilippo che ripercorre battaglie, scontri, successi ed errori strategici del partito nell´Isola: da Portella alla Primavera di Orlando. Una sfilata di personaggi che comprende Girolamo Li Causi, Pio La Torre Pancrazio De Pasquale e Danilo Dolci. Un percorso sempre accidentato fatto di povertà sfruttamento e ingiustizie dentro una cornice di vittorie e sconfitte nelle urne.
Eroismi e viltà, slanci e tradimenti, generosità e grettezze, sfide a viso aperto e subdole faide, ombrosi untori e combattenti solari. Ma soprattutto tante belle passioni. Idee che si incuneano nella mente. Quelle che magari rosicchiano il cervello ma che ci fanno sognare (e talora illudere) che è possibile allargare il mondo; aiutare gli uomini a liberarsi dalle zavorre per volare oltre le barriere; fortificare la natura contro i barbari della globalizzazione; inseguire l´eterno mito di quell´eguaglianza tra gli umani in cima ai pensieri di Marx e Gandhi. Sullo sfondo un territorio, la Sicilia, in cui il confine del bene si confonde con quello del male; dove, come recita un proverbio, «le vie dell´inferno sono lastricate di buone intenzioni». LEGGI TUTTO
lunedì, novembre 24, 2008
Fascist Legacy - Un’eredità scomoda
Fascist Legacy ("L'eredità del fascismo") è un documentario della BBC sui crimini di guerra commessi dagli italiani durante la Seconda Guerra Mondiale. La RAI acquistò una copia del programma, che però non fu mai mostrato al pubblico. La7 ne ha trasmesso ampi stralci nel 2004. Il documentario, diretto da Ken Kirby, ricostruisce le terribili vicende che accaddero nel corso della guerra di conquista coloniale in Etiopia – e negli anni successivi – e delle ancora più terribili vicende durante l’occupazione nazifascista della Jugoslavia tra gli anni 1941 e 1943. Particolarmente crudele la repressione delle milizie fasciste italiane nella guerriglia antipartigiana in Montenegro ed in altre regioni dei Balcani. Tali azioni vengono mostrate con ottima, ed esclusiva, documentazione filmata di repertorio e con testimonianze registrate sui luoghi storici nella I puntata del film. Il documentario mostra anche i crimini fascisti in Libia e in Etiopia. Nella II puntata il documentario cerca di spiegare le ragioni per le quali i responsabili militari e politici fascisti -colpevoli dei crimini- non sono stati condannati ai sensi del codice del Tribunale Militare Internazionale di Norimberga, per crimini di guerra e crimini contro l’umanità. Conduttore del film è lo storico americano Michael Palumbo, autore del libro “L’olocausto rimosso”, edito -in Italia- da Rizzoli. Nel film vengono intervistati -fra gli altri- gli storici italiani Angelo Del Boca, Giorgio Rochat, Claudio Pavone e lo storico inglese David Ellwood.
GUARDA LE CINQUE PUNTATE DEL DOCUMENTARIO DELLA BBC SUI CRIMINI DI GUERRA ITALIANI DURANTE LA II GUERRA MONDIALE
GUARDA LE CINQUE PUNTATE DEL DOCUMENTARIO DELLA BBC SUI CRIMINI DI GUERRA ITALIANI DURANTE LA II GUERRA MONDIALE
Giuseppe Lumia: "Riina Jr. diventi collaboratore di giustizia, se vuole rompere con la mafia"
Di Gianluca Ricupati
Intervista con il sen. Lumia. L’ex presidente della Commissione Antimafia, tuona contro le intenzioni del figlio del capo dei capi di trasferirsi al nord dove una ditta gli ha già offerto un lavoro. "Riina jr. sta seguendo la tradizione mafiosa nel tentativo di fare affari nel milanese, proprio come fece il corleonese Luciano Liggio", dice il parlamentare del Pd.
Sen. Lumia, da giorni in risalto la notizia della richiesta di trasferimento al nord per lavoro di Giuseppe Salvatore Riina, terzogenito del Capo dei Capi: secondo lei, quale azienda potrebbe pensare di assumerlo? LEGGI TUTTO
Intervista con il sen. Lumia. L’ex presidente della Commissione Antimafia, tuona contro le intenzioni del figlio del capo dei capi di trasferirsi al nord dove una ditta gli ha già offerto un lavoro. "Riina jr. sta seguendo la tradizione mafiosa nel tentativo di fare affari nel milanese, proprio come fece il corleonese Luciano Liggio", dice il parlamentare del Pd.
Sen. Lumia, da giorni in risalto la notizia della richiesta di trasferimento al nord per lavoro di Giuseppe Salvatore Riina, terzogenito del Capo dei Capi: secondo lei, quale azienda potrebbe pensare di assumerlo? LEGGI TUTTO
In cella con Provenzano tra santini e preghiere
Accanto, sempre sullo scrittoio, ci sono due santini della Madonna, dei fogli di carta bianca, e un paio di buste. Il padrino di Cosa Nostra sorride solo con la bocca, tra il timido e il beffardo; gli occhi restano immobili a scrutare l´ospite. Il fisico asciutto, leggermente smagrito, gli occhiali a montatura grossa. Indossa una tuta grigio chiaro e, - siccome «sono freddoloso» - un giaccone verde con tasche e cerniera. Parla a voce bassa: «Lo vede come si sta qui dentro? Io sento arrivare l´inverno prima degli altri». Indica il finestrone in alto nel muro, ci ha appeso l´accappatoio. Parla degli spifferi. «Lo tengo sempre chiuso, altrimenti si fa corrente». La cella dove è detenuto "zu Binu" è la numero 4, l´ultima nell´ "area riservata" del reparto 41 bis del carcere di Novara. LEGGI TUTTO
Corleone. Si correrà il 6 e 7 dicembre il 28°Rally Conca d’Oro, unica gara su terra di tutto il sud
Già iscritte la Peugeot 207 S2000 del veneto Pesavento, primo nel 2006, le Mitsubishi di Pierangioli, Di Miceli, Vintaloro, Cutrera, Parisi e Mogavero e le Subaru di Lunardi e Di Sclafani. Partenza da Ficuzza ed arrivo a Corleone: 14 le Prove Speciali in programma. Lunedì 1 dicembre lo stop alle iscrizioni.
Corleone (Palermo), 24 novembre 2008 – Torna a disputarsi a dicembre, come in altre due edizioni del passato, il classicisimo Rally Conca d’Oro, giunto alla 28° edizione ed unica gara su sterrato di tutto il Sud. La gara, inizialmente in calendario per settembre, presenta diverse novità: innanzitutto lo svolgimento come “Rally Internazionale” e quindi su due frazioni con l’obiettivo di ottenere l’inserimento nei campionati CSAI 2009, e poi la partenza da Ficuzza dinanzi la residenza Reale. LEGGI TUTTO
Corleone (Palermo), 24 novembre 2008 – Torna a disputarsi a dicembre, come in altre due edizioni del passato, il classicisimo Rally Conca d’Oro, giunto alla 28° edizione ed unica gara su sterrato di tutto il Sud. La gara, inizialmente in calendario per settembre, presenta diverse novità: innanzitutto lo svolgimento come “Rally Internazionale” e quindi su due frazioni con l’obiettivo di ottenere l’inserimento nei campionati CSAI 2009, e poi la partenza da Ficuzza dinanzi la residenza Reale. LEGGI TUTTO
domenica, novembre 23, 2008
Palermo, scoperto un bunker della mafia
Individuato un rifugio segreto nel quartiere Zen, a Palermo: trovati munizioni, droga ed un poligono di tiro sotterraneo. Il covo sarebbe stato utilizzato da boss e latitanti per sfuggire ai controlli delle forze dell'ordine
PALERMO - La polizia ha scoperto un bunker sotterraneo all'interno del quale era stata realizzato un poligono di tiro: nel locale sono state trovate munizioni e diverse dosi di cocaina pronte per la vendita. Secondo gli inquirenti, attraverso la complessa rete di cunicoli che porta all'ambiente, boss latitanti potrebbero essere riusciti a sfuggire alla cattura.Il covo sotterraneo si trova nel quartiere Zen, ex feudo dei capimafia di S. Lorenzo Salvatore e Sandro Lo Piccolo. Al rifugio gli agenti del Commissariato San Lorenzo sono giunti seguendo le tracce di un pregiudicato: Antonino Grimaldi, 29 anni. LEGGI TUTTO
San Cipirello. Le «Cariatidi» non si spostano più. Il sindaco emetterà una ordinanza per evitare altri trasferimenti San Cipirello
Le Cariatidi ed i reperti archeologici di maggiore pregio, rimarranno nel Museo Jatino. E' quanto è stato concordato, a termine della seduta straordinaria del consiglio comunale, di venerdi' scorso, convocato per aprire un dibattito tra cittadini e istituzioni sulla decisione della Sovrintendenza ai beni culturali di trasferire questo patrimonio culturale nelle Case D'Alia fuori da centro abitato. Il presidente del consiglio comunale Vincenzo Geruso ha proposto al sindaco Antonino Giambalva di emettere immediatamente una ordinanza, che vieta di spostare in altri siti questi reperti archeologici. All'incontro non hanno preso parte i rappresentanti della Sovrintendenza ai Beni culturali e l'assessore ai Beni Culturali Antonello Antinoro, il quale aveva comunicato che nei prossimi giorni avrebbe organizzato con i suoi uffici una conferenza di servizio per cercare di risolvere il problema insieme all'amministrazione comunale. L'iniziativa voluta anche dal sindaco Antonino Giambalva, infatti è stata finalizzata a convincere le istituzioni competenti a desistere dalla decisione di trasferire i pezzi piu' importanti del nuovo museo , in quanto la comunità di San Cipirrello verrebbe privata di uno dei suoi riferimenti culturali di maggiore richiamo turistico e culturale. «Comprendo la buona fede della Sovrintendenza ai Beni Culturali – ha dichiarato Geluso – ma lo stesso obiettivo di realizzare un altro museo nelle Case D'Alia puo' essere raggiunto tirando fuori dai magazzini della Sovrintendenza, importanti e inediti reperti archeologici provenienti dalla città antica di Monte Jato che da soli possono costituire l'allestimento di un intero museo». Alla manifestazione, sono intervenuti, fra gli altri il sindaco di San Giuseppe Jato che ha proposto l'istituzione di un tavolo tecnico ed il vicesindaco di San Cipirello Vito Cannella che ha fatto un escursus storico sulla Valle dello Jato.
Ina Modica
La Sicilia, 23.11.2008
PIETRO MILAZZO. Lettera aperta al Signor QUESTORE di PALERMO, MARANGONI
Caro Signor Questore,
non ho avuto, ancora il piacere di conoscerLa personalmente, e Lei, non ha avuto modo di conoscermi e conoscere la mia storia, se non attraverso le fredde carte e documentazioni che qualcuno Le ha predisposto. Le indirizzo questa lettera aperta, non per polemica e per un segno di indisponibilità al dialogo da parte mia, ma perché comunque essendosi iniziata, in forma, non proprio piacevole, una relazione fra noi, ciò credo mi autorizzi ad usare questa forma comunicativa, con la speranza d’ottenere una risposta non formale. Lei mi ha fatto notificare, per il tramite dei suoi funzionari del Commissariato Libertà, in data 26 settembre scorso, un avviso orale ai sensi dell’art 4 della legge 27.12.1956, n. 1423, quella che regola le misure di prevenzione, avvertendomi che a mio carico esisterebbero sospetti di appartenenza ad una delle categorie di persone descritte dall’art.1 della medesima legge: si tratta di persone dedite a traffici delittuosi, che vivono dei proventi di essi, o che attentano, gravemente, all’ordine, alla sicurezza, alla salute pubblica. LEGGI TUTTO
DOMANI LA CERIMONIA LAICA IN CAMPIDOGLIO. ADDIO SANDRO CURZI, STORICO DIRETTORE DEL TG3
ROMA - E' morto a Roma, dopo una lunga malattia, Sandro Curzi. Aveva 78 anni, essendo nato a Roma il 4 marzo 1930. Militante del Partito Comunista, poi di Rifondazione Comunista con Fausto Bertinotti, Curzi è stato storico direttore del Tg3 alla fine degli anni '80, poi direttore del quotidiano di Rifondazione Comunista ''Liberazione". Attualmente era consigliere d'amministrazione della Rai. Alessandro Curzi, detto Sandro, era dal 2005 consigliere Rai, di cui per tre mesi - in attesa della nomina del presidente da parte della Commissione di Vigilanza - e' stato anche presidente, in quanto consigliere anziano. Curzi aveva diretto dal 1987 al 1993 il Tg3.
APERTA CAMERA ARDENTE, TRA I PRIMI NAPOLITANO E LETTA - Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta, sono stati tra i primi ad arrivare alla camera ardente di Sandro Curzi, allestita nella sala della Protomoteca in Campidoglio. Ad accoglierli, il sindaco di Roma, Gianni Alemanno. Sul feretro, spicca una foto di Curzi sorridente, panama bianco e pipa, accanto a lui la moglie Bianca, la figlia Candida con il marito e le figlie e numerosi amici e colleghi. Tra gli altri, sono già arrivati a rendere omaggio a Curzi il direttore generale della Rai, Claudio Cappon, il responsabile delle Relazioni esterne, Guido Paglia, e ancora Gennaro Malgieri, Piero Sansonetti, Carlo Freccero. All'ingresso della sala della Protomoteca, le corone di fiori di Walter Veltroni, Achille Occhetto e del Teatro di Roma. In sala, anche quelle del sindaco, del presidente della regione Lazio, Piero Marrazzo e della provincia di Roma, Nicola Zingaretti.
La camera ardente è stata aperta domenica dalle 10 alle 18 e sarà ancora aperta lunedì alle 9. Alle 11:30 si terrà la cerimonia laica.
sabato, novembre 22, 2008
Corleone. Buona partecipazione alle primarie dei giovani del Partito Democratico
Sono stati ben 182 i ragazzi tra i 14 e i 29 anni che hanno partecipato, ieri a Corleone, alle primarie per eleggere i segretari regionale e nazionale e i componenti dei consigli regionale e nazionale del Partito Democratico. La candidata più votata per il consiglio regionale è stata la corleonese Enza Cannella, con 174 voti, seguita da Francesco Canzoneri di Prizzi con 170 voti. Per l’assemblea nazionale, invece, Laura Maggiore ha ottenuto 168 voti, Salvatore Costanza 136 e Giovanni Zarbo 27. Tra i candidati alla carica di segretario nazionale, il siciliano Gaetano Raciti ha ottenuto 159 voti, Bruno 7 voti e Innocenzi 2 voti.
«Esprimo grande soddisfazione e compiacimento – dice Salvatore Schillaci, capogruppo del Pd al consiglio comunale di Corleone - per la grande partecipazione di giovani alle elezioni, nonostante le molte difficoltà. Il risultato appare ancora più importante se si paragona alle passate primarie per eleggere il segretario nazionale del Pd, alle quali hanno partecipato poco più di 230 cittadini. Ora bisogna impegnarsi per trovare il modo di coinvolgere ancora di più i giovani nella politica corleonese,dando loro strumenti e momenti di aggregazione che li rendano di fatto protagonisti».
«Il risultato di partecipazione al voto di ieri – sostiene Salvatore Di Miceli, segretario cittadino del Pd – dimostra che anche tra i giovani di Corleone c’è voglia di impegno e di partecipazione, sull’onda dei movimenti giovanili che un po’ ovunque si battono per una scuola e una società autenticamente libere e democratiche. Adesso si tratta di consolidare questo risultato, dando ai giovani gli strumenti per sviluppare in autonomia il loro protagonismo».
FOTO. Il seggio elettorale in villa comunale.
«Esprimo grande soddisfazione e compiacimento – dice Salvatore Schillaci, capogruppo del Pd al consiglio comunale di Corleone - per la grande partecipazione di giovani alle elezioni, nonostante le molte difficoltà. Il risultato appare ancora più importante se si paragona alle passate primarie per eleggere il segretario nazionale del Pd, alle quali hanno partecipato poco più di 230 cittadini. Ora bisogna impegnarsi per trovare il modo di coinvolgere ancora di più i giovani nella politica corleonese,dando loro strumenti e momenti di aggregazione che li rendano di fatto protagonisti».
«Il risultato di partecipazione al voto di ieri – sostiene Salvatore Di Miceli, segretario cittadino del Pd – dimostra che anche tra i giovani di Corleone c’è voglia di impegno e di partecipazione, sull’onda dei movimenti giovanili che un po’ ovunque si battono per una scuola e una società autenticamente libere e democratiche. Adesso si tratta di consolidare questo risultato, dando ai giovani gli strumenti per sviluppare in autonomia il loro protagonismo».
FOTO. Il seggio elettorale in villa comunale.
Scritta shock a Palermo: "Liberate Riina!"
PALERMO - "Liberate Riina" è quanto è stato scritto la notte scorsa con vernice rossa sul muro di una palazzina in via Antonio di Rudini a Palermo, nei pressi della stazione centrale. Il messaggio, che si trova tra le vetrate di un bar della zona, è a caratteri cubitali. Un altro messaggio, scritto sempre con vernice, riguarda, invece, l'eliminazione del 41 bis, anche se la prima parte del messaggio in qualche modo è stata cancellata sempre dalla stessa mano e con la stessa vernice rossa.
LE REAZIONI DEL MONDO POLITICO
LE REAZIONI DEL MONDO POLITICO
Il figlio di Totò Riina chiede di lasciare Corleone. Il legale: "Vuole andare a lavorare al nord"
Il sorvegliato speciale Giuseppe Salvatore Riina, il più piccolo dei figli di Totò Riina, sottoposto ad obbligo di firma in commissariato perché ritenuto "socialmente pericoloso", ha chiesto ai giudici del tribunale di Palermo di lasciare Corleone per trasferirsi al Nord. La scelta del terzogenito del capo di Cosa nostra, come scrive il 'Corriere della Sera', è legata al fatto che ha trovato lavoro a Cernusco sul Naviglio, a 20 chilometri da Milano, dove un'impresa gli ha offerto un posto di quarto livello con la qualifica di assistente tecnico di cantiere. "E' un segnale chiaro - dice l'avvocato Luca Cianferoni - che Riina vuole dare ai giudici e cioé di volersene stare tranquillo andando a lavorare in una città del Nord". Giuseppe Salvatore Riina è stato scarcerato nei mesi scorsi in attesa della Cassazione che deve decidere sul procedimento in cui è stato condannato per associazione mafiosa ad otto anni e dieci mesi, in gran parte della quale scontata in cella. Nelle scorse settimane Riina jr è stato assolto dai giudici della corte d'appello per i minorenni dall'accusa di un duplice omicidio commesso a Corleone commesso quando l'ultimo dei tre figli del capo dei capi era minorenne.
21 novembre 2008
21 novembre 2008
giovedì, novembre 20, 2008
Lotta alla mafia. Spunta un nuovo indagato per l'attentato all'Addaura contro il giudice Falcone
La Procura di Caltanissetta ha aperto una nuova inchiesta sul fallito attentato al giudice Falcone, sventato quasi per caso il 21 giugno del 1989. Le rivelazioni di un pentito coinvolgono un altro presunto appartenente a Cosa Nostra.
CALTANISSETTA - La Procura della Repubblica di Caltanissetta ha aperto una nuova inchiesta sul fallito attentato al giudice, Giovanni Falcone, sventato il 21 giugno 1989 nella villa a mare dell'Addaura, a Palermo. I magistrati hanno iscritto una persona nel registro degli indagati. Si tratterebbe di un mafioso di Palermo accusato di essere fra gli esecutori materiali e che fino adesso non è stato mai sfiorato dalle indagini. Il nuovo retroscena è stato raccontato ai pm nisseni dal collaboratore di giustizia, Angelo Fontana, un sicario delle cosche di Palermo condannato all'ergastolo. LEGGI TUTTO
Sicilia. La Confindustria al Governo regionale: "Tagliare le spese improduttive per fare ripartire l'economia"
Nell'audizione della Commissione Bilancio dell'Ars, la Confindustria Sicilia ha avanzato proposte per l'elaborazione del bilancio della Regione 2009. “Tagliare le spese improduttive ha un ‘costo politico’ - dicono gli industriali - ma bisogna mettere in circolo più risorse possibili per finanziare la domanda e fare ripartire l’economia evitando l’aggravarsi della crisi”
Palermo, 20 novembre 2008 – Si è svolta oggi a Palazzo dei Normanni l’audizione di Confindustria Sicilia da parte della commissione legislativa Bilancio e Finanza dell’Ars, sui disegni di legge riguardanti il bilancio di previsione 2009 e triennale della Regione e la Finanziaria 2009.
Confindustria Sicilia ha espresso preoccupazione per la situazione congiunturale di fronte alle non confortanti previsioni per l’anno prossimo e, riguardo alla situazione finanziaria della Regione, per la mancanza di notizie sulla copertura del deficit di 2 miliardi di euro che emerge dalla lettura dei documenti contabili. Gli industriali siciliani hanno, in sintesi, lanciato tre proposte: accelerare l’iter di approvazione della norma a sostegno dei consorzi fidi e delle misure di agevolazione di accesso al credito da parte delle imprese; definire un percorso che, attraverso la certificazione dei crediti vantati dalle imprese nei confronti delle pubbliche amministrazioni che pagano in ritardo, consenta di tradurre tali crediti in anticipazioni bancarie; sbloccare la spesa delle ingenti risorse finanziarie comunitarie, statali e regionali per le infrastrutture e tagliare le spese improduttive a vantaggio del finanziamento della domanda interna, al fine di fare ripartire l’economia evitando l’aggravarsi della crisi.
Palermo, 20 novembre 2008 – Si è svolta oggi a Palazzo dei Normanni l’audizione di Confindustria Sicilia da parte della commissione legislativa Bilancio e Finanza dell’Ars, sui disegni di legge riguardanti il bilancio di previsione 2009 e triennale della Regione e la Finanziaria 2009.
Confindustria Sicilia ha espresso preoccupazione per la situazione congiunturale di fronte alle non confortanti previsioni per l’anno prossimo e, riguardo alla situazione finanziaria della Regione, per la mancanza di notizie sulla copertura del deficit di 2 miliardi di euro che emerge dalla lettura dei documenti contabili. Gli industriali siciliani hanno, in sintesi, lanciato tre proposte: accelerare l’iter di approvazione della norma a sostegno dei consorzi fidi e delle misure di agevolazione di accesso al credito da parte delle imprese; definire un percorso che, attraverso la certificazione dei crediti vantati dalle imprese nei confronti delle pubbliche amministrazioni che pagano in ritardo, consenta di tradurre tali crediti in anticipazioni bancarie; sbloccare la spesa delle ingenti risorse finanziarie comunitarie, statali e regionali per le infrastrutture e tagliare le spese improduttive a vantaggio del finanziamento della domanda interna, al fine di fare ripartire l’economia evitando l’aggravarsi della crisi.
Palermo. Una valanga di nuovi disabili tutti in macchina con il pass. In dieci mesi 1.200 certificati. Toccata quota 21 mila
di SARA SCARAFIA
Milleduecento nuovi pass per invalidi rilasciati dall´inizio dell´anno. Tanti sono i cittadini che nel 2008 hanno ottenuto un tagliando per la macchina dall´ufficio H del Comune. Un vero e proprio boom legato molto probabilmente all´avvio delle Ztl, più tardi annullate, e al nuovo piano traffico che bloccherà la circolazione nelle ore di punta all´ottanta per cento delle auto. A Palermo una macchina ogni venti porta appiccicato sul parabrezza il tagliando arancione che permette di parcheggiare gratis sulle strisce blu, di utilizzare le corsie preferenziali, di ottenere su richiesta un posto auto davanti al portone e soprattutto di circolare in barba a qualunque ordinanza di limitazione del traffico. I permessi rilasciati dall´ufficio H sono 21 mila: moltissimi se si pensa che solo nel 2003 erano appena diecimila. Un pass, quello "H", che dovrebbe essere riservato solo a quegli automobilisti che hanno un handicap limitante. Veri disabili che per primi chiedono a gran voce controlli rigidi contro i finti invalidi. Ma come si fa a ottenere un permesso? LEGGI TUTTO
mercoledì, novembre 19, 2008
Niente giornali locali per i mafiosi in regime di 41 bis. Potrebbero "controllare" il territorio...
D'ora in poi i boss mafiosi detenuti in regime di carcere duro potranno leggere solo quotidiani nazionali: l'obiettivo è di impedire il controllo del territorio anche dalla galera. Molti padrini sono abbonati
PALERMO - Attraverso i giornali i boss mafiosi detenuti avrebbero appreso notizie e controllato l'attività investigativa nel territorio, per questo motivo la lettura dei quotidiani locali è stata vietata in carcere a chi è sottoposto al 41 bis. Il divieto è inserito in una circolare del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria emessa nei mesi scorsi, voluta in seguito a indagini scaturite dalle minacce rivolte da boss detenuti a giornalisti o imprenditori, alcuni dei quali sono adesso sotto scorta.mMolti mafiosi risultano abbonati a giornali della propria città che ricevevano ogni giorno in cella prima che entrasse in vigore il divieto. Ai detenuti è ancora però concesso leggere i quotidiani nazionali. Il provvedimento è stato impugnato da un boss palermitano, Filippo Guttadauro, al 41 bis da luglio 2006, condannato a 18 anni di reclusione, indicato come favoreggiatore di Bernardo Provenzano, e cognato del boss latitante di Trapani, Matteo Messina Denaro. Il magistrato di sorveglianza di Cuneo, competente perchè Guttadauro è detenuto nel carcere piemontese, ha respinto il ricorso del boss, disponendo il divieto di ricevere e acquistare quotidiani locali dell'area geografica di appartenenza. Il provvedimento del giudice vale fino al 22 aprile 2009.
PALERMO - Attraverso i giornali i boss mafiosi detenuti avrebbero appreso notizie e controllato l'attività investigativa nel territorio, per questo motivo la lettura dei quotidiani locali è stata vietata in carcere a chi è sottoposto al 41 bis. Il divieto è inserito in una circolare del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria emessa nei mesi scorsi, voluta in seguito a indagini scaturite dalle minacce rivolte da boss detenuti a giornalisti o imprenditori, alcuni dei quali sono adesso sotto scorta.mMolti mafiosi risultano abbonati a giornali della propria città che ricevevano ogni giorno in cella prima che entrasse in vigore il divieto. Ai detenuti è ancora però concesso leggere i quotidiani nazionali. Il provvedimento è stato impugnato da un boss palermitano, Filippo Guttadauro, al 41 bis da luglio 2006, condannato a 18 anni di reclusione, indicato come favoreggiatore di Bernardo Provenzano, e cognato del boss latitante di Trapani, Matteo Messina Denaro. Il magistrato di sorveglianza di Cuneo, competente perchè Guttadauro è detenuto nel carcere piemontese, ha respinto il ricorso del boss, disponendo il divieto di ricevere e acquistare quotidiani locali dell'area geografica di appartenenza. Il provvedimento del giudice vale fino al 22 aprile 2009.
Lega Siciliana Autonomie: "Il taglio del 12% agli enti locali espone i comuni al rischio-crack"
La Lega Siciliana delle Autonomie Locali attraverso il suo segretario regionale on. Vittorio Gambino questa mattina all’Ars in sede di audizione presso la commissione Bilancio, ha espresso un giudizio fortemente negativo sull’articolo 3 del disegno di legge 250 (finanziaria regionale) attraverso il quale il governo regionale propone il taglio del 12% dei trasferimenti finanziari agli enti locali. “Questa decisione – dice Gambino – espone al possibile crack-finanziario la stragrande maggioranza dei comuni siciliani, che potranno essere ‘costretti’ ad aumentare le imposte locali. E, fatto ancora più grave, questa scelta avviene al di fuori di ogni valutazione e confronto con la Conferenza regione-autonomie locali che l’assessore agli Enti Locali non ha ancora insediato e convocato.
Sicilia, il futuro incerto dei giovani studenti e senza lavoro nella cappa del clientelismo
di SALVATORE BUTERA
Bisogna riconoscere che nelle proteste contro i provvedimenti su scuola e università di Mariastella Gelmini la Sicilia ha fatto la sua parte. I cortei si continuano e la protesta appare civile e contenuta rispetto ad alcuni episodi di violenza verificatisi nelle grandi città. Qui da noi questi cortei giovanili (lo si può dire con tranquillità) sono apparsi scevri da strumentalizzazioni politiche e addirittura venati di una sorta di avversione alla politica qualunque essa sia, di destra o di sinistra. Di fronte a queste masse di giovani che hanno sfilato nelle vie di Palermo e di Catania mi sono posto alcune domande forse ingenue. Chi sono questi ragazzi rispetto alle parti politiche dominanti nella nostra regione? LEGGI TUTTO
Bisogna riconoscere che nelle proteste contro i provvedimenti su scuola e università di Mariastella Gelmini la Sicilia ha fatto la sua parte. I cortei si continuano e la protesta appare civile e contenuta rispetto ad alcuni episodi di violenza verificatisi nelle grandi città. Qui da noi questi cortei giovanili (lo si può dire con tranquillità) sono apparsi scevri da strumentalizzazioni politiche e addirittura venati di una sorta di avversione alla politica qualunque essa sia, di destra o di sinistra. Di fronte a queste masse di giovani che hanno sfilato nelle vie di Palermo e di Catania mi sono posto alcune domande forse ingenue. Chi sono questi ragazzi rispetto alle parti politiche dominanti nella nostra regione? LEGGI TUTTO
In Sicilia tremila posti snobbati. Ecco i mestieri che nell'isola nessuno vuole fare
di EMANUELE LAURIA
Il lavoro che esiste. Alle prese con la crisi dei subprime, con la sindrome da Lehman Brothers, con le ultime stime di Eurostat che registrano un tasso di disoccupazione giovanile al 42,9 per cento, i siciliani riaprono gli occhi davanti al dato più sorprendente: nell´Isola ci sono quasi tremila posti di lavoro scoperti. Sgraditi. Snobbati. Rifiutati, nella terra dove l´impiego rimane un miraggio. È l´esito di una ricerca condotta su scala nazionale da Confartigianato che ha messo a confronto le assunzioni previste dalle imprese artigiane nel 2008 (sono 14.620) e la percentuale di posti definiti dagli stessi datori di lavoro "di difficile reperimento". Percentuale che, nell´Isola, è pari al 19,6 per cento. Più bassa rispetto a quella del resto del Paese (34,6 per cento) e anche rispetto alle altre regioni del Sud (è la Sardegna con il 20,1 per cento ad avvicinarsi di più), ma sempre rilevante: in Sicilia ci sono 2.870 occasioni di lavoro che non vengono sfruttate. Soprattutto nel settore delle costruzioni (1.160 posti), manifatturiero (1.030) e dei servizi (680). LEGGI TUTTO
Il lavoro che esiste. Alle prese con la crisi dei subprime, con la sindrome da Lehman Brothers, con le ultime stime di Eurostat che registrano un tasso di disoccupazione giovanile al 42,9 per cento, i siciliani riaprono gli occhi davanti al dato più sorprendente: nell´Isola ci sono quasi tremila posti di lavoro scoperti. Sgraditi. Snobbati. Rifiutati, nella terra dove l´impiego rimane un miraggio. È l´esito di una ricerca condotta su scala nazionale da Confartigianato che ha messo a confronto le assunzioni previste dalle imprese artigiane nel 2008 (sono 14.620) e la percentuale di posti definiti dagli stessi datori di lavoro "di difficile reperimento". Percentuale che, nell´Isola, è pari al 19,6 per cento. Più bassa rispetto a quella del resto del Paese (34,6 per cento) e anche rispetto alle altre regioni del Sud (è la Sardegna con il 20,1 per cento ad avvicinarsi di più), ma sempre rilevante: in Sicilia ci sono 2.870 occasioni di lavoro che non vengono sfruttate. Soprattutto nel settore delle costruzioni (1.160 posti), manifatturiero (1.030) e dei servizi (680). LEGGI TUTTO
martedì, novembre 18, 2008
Roccamena. Va in fiamme un escavatore della "Maranfusa" srl nell'area archeologica
Roccamena (*codi*) Dato alle fiamme la scorsa notte un escavatore in contrada Montagna di Maranfusa. Ignoti hanno cosparso di liquido infiammabile la cabina del pesante mezzo che operava nel cantiere e vi hanno appiccato il fuoco. Le fiamme hanno danneggiato la cabina, le parti in plastica ed i tubi idraulici del veicolo di proprietà della ditta “Maranfusa s.r.l.”, un’associazione temporanea di imprese, che ha come capofila la ditta Di Caro di Gela. I responsabili della società, rilevato il danno all’apertura dei lavori, hanno subito sporto denuncia contro ignoti alla stazione carabinieri di Roccamena. LEGGI TUTTO
Contessa Entellina. Cinque tombaroli arrestati la notte scorsa dai Carabinieri in flagranza di reato
Contessa Entellina (*codi*) Avevano messo in atto un vero e proprio piano di scavi, con interventi mirati a recuperare anfore, monete, ed oggetti preziosi nella necropoli del sito archeologico di Entella. Con l’utilizzo di un sofisticato metal detector di ultima generazione, la scorsa notte i cinque tombaroli tutti di Paternò, sono stati arrestati in flagranza di reato dai carabinieri delle stazioni di Contessa Entellina e Roccamena che hanno agito in collaborazione con il Nucleo Radiomobile della compagnia carabinieri di Corleone comandata dal capitano Antonio Merola. L’operazione ha visto impegnati decine di militari dell’arma e numerose autoradio, cha hanno assicurato un capillare controllo del territorio dei comuni di Contessa Entellina, Roccamena, Campofiorito, Corleone, Bisacquino, Chiusa Sclafani, Giuliana . LEGGI TUTTO
Da tempo la zona archeologica di Entella nel mirino di tombaroli del catanese
(*codi*) Le ricche zone archeologiche di Entella, che sorge a pochi chilometri da Contessa Entellina, sulla montagna detta “Petraru”, e di Schera, l’antica Corleone, posta sui contrafforti a sud della Rocca Busambra, nel corleonese, sono nel mirino dei tombaroli di Paternò e del catanese. Lo si deduce leggendo la cronaca degli ultimi anni. Nel 2005, infatti, gli agenti del commissariato di Corleone avevano sorpreso e denunciato due individui sulla Montagna Vecchia, dove sorgeva la città di Schera: anche in quel caso si trattava di catanesi, forniti di un potente metal-detector ed attrezzi da scavo. Allora, furono recuperati diversi reperti archeologici. Nello stesso luogo, nel novembre del 2007, quattro tombaroli di Paternò furono fermati e denunciati all’autorità giudiziaria: M.E. di 53 anni, agente di commercio, D.M.C. di anni 60, G.F. di 33, e M.G. di 40, questi ultimi tre braccianti agricoli. Ingenui, più che sfortunati, i quattro tombaroli avevano imprudentemente pensato di scandagliare la zona archeologica che si estende a poche centinaia di metri in linea d’aria dalla masseria - covo dove l’11 aprile del 2006 fu catturato il boss Bernardo Provenzano. La brillante operazione dei carabinieri della notte scorsa evidenzia una “preferenza” di ladri specialisti provenienti da Paternò. Le indagini dei carabinieri cercheranno di individuare gli eventuali basisti dei malviventi di Paternò, arrestati ieri che, pare potrebbero avere particolari agganci in un territorio definito “sensibile” dalle forze dell’ordine e sotto lo stretto controllo delle cosche mafiose del Belice.
Co.Di.
Co.Di.
L'antica Entella, una misteriosa città èlima
L'antica Entella era una delle città siciliane tradizionalmente attribuite agli Elimi (popolazione che probabilmente derivava dalla mescolanza di genti autoctone con popolazione di tipo egeo e, forse, gruppi liguri. Sembra certa la loro origine non greca e questo spiegherebbe la perenne rivalità con Selinunte). Entella sorgeva sulla Rocca d'Entella, lungo il corso del fiume Belice sinistro. Le città principali fondate dagli Elimi sono Erice, che ospitava il centro religioso, Entella, situata nell'entroterra palermitano, Iaitias, posta su uno promontorio che domina l’odierna San Giuseppe Iato e Segesta, la città dalla storia più rilevante e tumultuosa. LEGGI TUTTO
Sicurezza, Famiglia Cristiana, il settimanale delle paoline, accusa: «Misure indegne»
Nuova, durissima critica di Famiglia Cristiana alle politiche del governo in tema di sicurezza e immigrazione. Mentre al Senato slitta a dopo la Finanziaria il voto sul cosiddetto pacchetto sicurezza, il nuovo editoriale del giornale dei paolini, a firma di Beppe Colle, condanna il contenuto del disegno di legge proposto dal ministro dell'Interno Maroni. Un provvedimento «indegno di uno stato di diritto», lo giudica il settimanale cattolico: caratterizzato da misure «inutili» rispetto «ai fini a cui sono rivolte» ed estremamente difficili «da metterle in pratica da parte di uno Stato la cui giustizia e la cui burocrazia già faticano a tenere il passo delle normali incombenze». Inoltre, aggiunge Famiglia Cristiana, «esse scontano le conseguenze di un'esagerata descrizione della realtà, come ha dimostrato il caso suscitato dalla decisione, presa nel giugno scorso da Maroni, sul rilevamento delle impronte digitali ai bambini rom». LEGGI TUTTO
A Palermo i preti vanno a lezione di mafia e antimafia. Don Stabile: "La mafia attacca la fede"
Quaranta seminaristi a lezione di mafia e antimafia a Palermo. L'iniziativa, la prima del genere nella città dove nel 1993 è stato ucciso il prete don Pino Puglisi, è stata promossa dalla diocesi guidata dall'arcivescovo Paolo Romeo. Agli aspiranti sacerdoti sociologi, esperti dei fenomeni criminali e parroci spiegano l'organizzazione di Cosa nostra, quale l'atteggiamento ha assunto la Chiesa negli anni, l'impatto della mafia nel territorio e sui giovani soprattutto nelle zone ritenute più a rischio. LEGGI TUTTO
Corleone. Vi raccontiamo di un "monello" e dell'aperturismo finto di Iannazzo & Soci
Contrordine, consiglieri di centrodestra! Il revisore dei conti all’opposizione non si da più, non si può dare più, non lo merita. O, meglio, lo potrebbe (forse) meritare se non avesse tra le sue fila un consigliere… “monello” (adesso si dice così? - ndr), direttore di un giornalino on-line (Città Nuove – ndr), che ha offeso la maggioranza, raccontando in un articolo dei 12 novembre di “promesse” e “minacce”. Il revisore si potrebbe ancora “concedere”, a condizione però che il “monello” ammetta di avere sbagliato e chieda scusa. O, in alternativa, che gli altri 6 consiglieri di opposizione prendano le distanze da lui, dicano netto e chiaro che condannano i contenuti dell’articolo, insomma: lo isolino! Ma i 6 consiglieri di opposizione non hanno preso nessuna distanza, non hanno condannato, anzi hanno – correttamente – difeso a schiena dritta il diritto alla libertà di pensiero e di parola (scritta o parlata) di tutti e di ciascuno. E allora niente “caramellina”, pardòn, revisore dei conti! Nel segreto dell’urna, i 12 consiglieri di maggioranza hanno votato per la d.ssa Patrizia Cannella, che così è diventata il terzo revisore dei conti del comune di Corleone.
Ovviamente, l’articolo di giornale è stato tutto un pretesto. La settimana scorsa il sindaco Nino Iannazzo & Soci avevano giocato a fare gli “aperturisti” col malcelato (molto malcelato!) intento di far passare per designazione dell’opposizione un nominativo della maggioranza (o di una parte di essa). Non ci sono riusciti. E’ stato eletto un galantuomo che risponde al nome del dott. Cernigliaro, che, pur avendo titoli e curriculum di grande rispetto, non era iscritto all’albo dei dottori commercialisti. In sostanza, poteva fare il presidente, ma non il componente. Si è dimesso ed è stato riconvocato subito il consiglio comunale per sostituirlo. Ma questo “impertinente” che scrive aveva raccontato tutti i retroscena del finto aperturismo di Iannazzo & Soci. Quindi, ieri sera non c’era più ragione di fingere. Avanti tutta col terzo componente di destra, allora. Comunque, almeno si è fatta chiarezza. (d.p.)
Ovviamente, l’articolo di giornale è stato tutto un pretesto. La settimana scorsa il sindaco Nino Iannazzo & Soci avevano giocato a fare gli “aperturisti” col malcelato (molto malcelato!) intento di far passare per designazione dell’opposizione un nominativo della maggioranza (o di una parte di essa). Non ci sono riusciti. E’ stato eletto un galantuomo che risponde al nome del dott. Cernigliaro, che, pur avendo titoli e curriculum di grande rispetto, non era iscritto all’albo dei dottori commercialisti. In sostanza, poteva fare il presidente, ma non il componente. Si è dimesso ed è stato riconvocato subito il consiglio comunale per sostituirlo. Ma questo “impertinente” che scrive aveva raccontato tutti i retroscena del finto aperturismo di Iannazzo & Soci. Quindi, ieri sera non c’era più ragione di fingere. Avanti tutta col terzo componente di destra, allora. Comunque, almeno si è fatta chiarezza. (d.p.)
lunedì, novembre 17, 2008
Castelvetrano: assegnato alla coop "Il Girasole" un terreno confiscato alla mafia
CASTELVETRANO (TRAPANI) - Un terreno di 64.556 metri quadrati, con annessi fabbricati, confiscato in contrada Canalotto al boss Francesco Madonia e alla moglie Emanuela Gelardi, oggi è stato consegnato dal Comune di Castelvetrano alla cooperativa sociale "Il girasole" di Palermo.Questa mattina, in municipio, il presidente della cooperativa, Vincenzo Tura, ha firmato un protocollo d'intesa predisposto dal Comune. La cessione è stata formalmente effettuata dal sindaco Gianni Pompeo per un periodo di venti anni. La coop si occupa del reinserimento di persone con problemi di salute mentale e lo scorso 28 aprile aveva avuto affidato dal Comune un altro bene confiscato a Triscina al boss Vincenzo Piazza.
domenica, novembre 16, 2008
Sicilia. Un baglio passa dalla proprietà dei boss mafiosi Brusca alla guida Michelin
L'ultimo in ordine di tempo era del capomafia Totò Riina: un immobile confiscato dai giudici e assegnato dallo Stato al Comune di Corleone che l'ha affidato al Consorzio Sviluppo e Legalità. Ora è un agriturismo: lunedì scorso è stato inaugurato dal ministro dell'Interno. Ma la lista degli immobili appartenuti alle cosche e trasformati in esempi di produttività dal Consorzio - che riunisce 8 Comuni del palermitano ad altissima densità mafiosa - è lunga. Un baglio antico di proprietà della famiglia Brusca, ristrutturato e adibito a piccolo agriturismo, il Portella della Ginestra, è finito addirittura nell'edizione francese della Guida Michelin. In incognito due redattori del prestigioso vademecum per turisti hanno fatto visita alla struttura, che si trova a Monreale, che ha incassato una valutazione molto positiva. Il cuoco è di Frascati, ha scelto di trasferirsi in Sicilia per lavorare: curioso esempio di emigrazione al contrario. LEGGI TUTTO
Si allarga fino a Corleone l’inchiesta di Campagnatico (Toscana): 12 avvisi di garanzia
Dall’urbanistica agli appalti dei lavori pubblici
di ALBERTO CELATA
NON SI FERMA più l’inchiesta della Guardia di Finanza al Comune di Campagnatico, coordinata dal pubblico ministero Stefano Pizza. Mentre sembrerebbe ormai imminente la chiusura delle indagini sulle irregolarità commesse dall’Amministrazione comunale nel settore dell’ Urbanistica, e che vede coinvolti in primo luogo l’ex sindaco Elismo Pesucci, e l’assessore competente Luca Grisanti, ora l’indagine delle Fiamme Gialle si allarga anche al settore dei Lavori pubblici. Gli uomini del comandante Mariani la scorsa settimana avrebbero infatti notificato una dozzina di avvisi di garanzia ad amministratori, dipendenti pubblici e imprenditori e non solo a Campagnatico, ma anche a Grosseto e in Sicilia, in particolare a Corleone, il paese che ha dato i natali a «padrini» storici della mafia come Luciano Liggio, Totò Riina e Bernardo Provenzano. LEGGI TUTTO
di ALBERTO CELATA
NON SI FERMA più l’inchiesta della Guardia di Finanza al Comune di Campagnatico, coordinata dal pubblico ministero Stefano Pizza. Mentre sembrerebbe ormai imminente la chiusura delle indagini sulle irregolarità commesse dall’Amministrazione comunale nel settore dell’ Urbanistica, e che vede coinvolti in primo luogo l’ex sindaco Elismo Pesucci, e l’assessore competente Luca Grisanti, ora l’indagine delle Fiamme Gialle si allarga anche al settore dei Lavori pubblici. Gli uomini del comandante Mariani la scorsa settimana avrebbero infatti notificato una dozzina di avvisi di garanzia ad amministratori, dipendenti pubblici e imprenditori e non solo a Campagnatico, ma anche a Grosseto e in Sicilia, in particolare a Corleone, il paese che ha dato i natali a «padrini» storici della mafia come Luciano Liggio, Totò Riina e Bernardo Provenzano. LEGGI TUTTO
Indagine della Finanza: mutua pagata anche ai morti. Cinquantamila casi in Sicilia
Danno da 14 milioni di euro. Nessuna denuncia. Alcuni medici prescrivevano ricette anche ai morti
di SALVO PALAZZOLO
Alcuni pazienti sono morti da 32 anni, altri da 25, altri ancora da tre mesi. Ma per tutti, le Ausl siciliane hanno continuato a pagare le quote di assistenza ai rispettivi medici di famiglia. Un vero paradosso in tempi di lotta agli sprechi. A svelarlo sono state le indagini della Guardia di finanza, che negli ultimi mesi hanno stretto i controlli. Il bilancio che adesso fornisce il generale Domenico Achille, comandante regionale delle Fiamme gialle, ha dell´incredibile: sono ben 51.287 i morti che continuavano ad avere l´assistenza sanitaria. Con un danno all´erario di circa 14 milioni di euro. E l´indagine non è conclusa. Anche perché adesso ci sono da accertare le responsabilità. I magistrati delle Procure siciliane stanno esaminando i dossier inviati dai comandi provinciali della Finanza: non sempre le Ausl siciliane si sono dimostrate attente a verificare gli elenchi degli assistiti. LEGGI TUTTO
di SALVO PALAZZOLO
Alcuni pazienti sono morti da 32 anni, altri da 25, altri ancora da tre mesi. Ma per tutti, le Ausl siciliane hanno continuato a pagare le quote di assistenza ai rispettivi medici di famiglia. Un vero paradosso in tempi di lotta agli sprechi. A svelarlo sono state le indagini della Guardia di finanza, che negli ultimi mesi hanno stretto i controlli. Il bilancio che adesso fornisce il generale Domenico Achille, comandante regionale delle Fiamme gialle, ha dell´incredibile: sono ben 51.287 i morti che continuavano ad avere l´assistenza sanitaria. Con un danno all´erario di circa 14 milioni di euro. E l´indagine non è conclusa. Anche perché adesso ci sono da accertare le responsabilità. I magistrati delle Procure siciliane stanno esaminando i dossier inviati dai comandi provinciali della Finanza: non sempre le Ausl siciliane si sono dimostrate attente a verificare gli elenchi degli assistiti. LEGGI TUTTO
Agrigento: l´eterna sete della città dei Templi
di ATTILIO BOLZONI
È la rete idrica più disastrata d´Italia, con il flusso che arriva nelle case solo due o tre volte al mese E da 20 anni nessuno trova più la mappa delle condotte. Tra furti d´acqua, dispersioni e ricatti politici. L´ultimo paradosso: la bolletta più cara del Paese, 4 volte quella di Milano
Cosa c´è sotto Agrigento lo sanno tutti e non lo sa nessuno. È un segreto grande protetto da tanti piccoli segreti. Ogni agrigentino conosce solo i suoi tubi, il suo allaccio, il suo prolungamento, le sue cisterne, il suo acquedotto personale. Una rete idrica tutta privata che si attorciglia abusiva nelle viscere della Valle dei Templi. È fatta in casa, a uso familiare. Passa lì in fondo il mistero di Agrigento, l´ultima città italiana senz´acqua. C´è e non c´è, come sempre è stato da questi parti. Diceva con una punta di orgoglio una ventina di anni fa Salvatore Sciangula, un agrigentino di Porto Empedocle che era diventato il potente assessore ai Lavori Pubblici della Regione siciliana: «Qui l´acqua deve togliere la fame, ma mai la sete». LEGGI TUTTO
È la rete idrica più disastrata d´Italia, con il flusso che arriva nelle case solo due o tre volte al mese E da 20 anni nessuno trova più la mappa delle condotte. Tra furti d´acqua, dispersioni e ricatti politici. L´ultimo paradosso: la bolletta più cara del Paese, 4 volte quella di Milano
Cosa c´è sotto Agrigento lo sanno tutti e non lo sa nessuno. È un segreto grande protetto da tanti piccoli segreti. Ogni agrigentino conosce solo i suoi tubi, il suo allaccio, il suo prolungamento, le sue cisterne, il suo acquedotto personale. Una rete idrica tutta privata che si attorciglia abusiva nelle viscere della Valle dei Templi. È fatta in casa, a uso familiare. Passa lì in fondo il mistero di Agrigento, l´ultima città italiana senz´acqua. C´è e non c´è, come sempre è stato da questi parti. Diceva con una punta di orgoglio una ventina di anni fa Salvatore Sciangula, un agrigentino di Porto Empedocle che era diventato il potente assessore ai Lavori Pubblici della Regione siciliana: «Qui l´acqua deve togliere la fame, ma mai la sete». LEGGI TUTTO
Lo scandalo dei costi della politica. L'assegno di Obama sarà inferiore a quello di deputati e consiglieri regionali
L’emolumento annuale del Presidente degli Stati Uniti d’America ammonta a 400.000 dollari più i benefits. Lo Stato della California, che vanta un prodotto interno lordo fra i più alti del mondo (settimo posto), concede al governatore, Arnold Schwarzenegger, 162.598 euro lordi l’anno, un poco più della metà gli altri governatori statunitensi (88 mila euro circa). I consiglieri delle assemblee legislative italiane superano abbondantemente queste cifre. In Sicilia, per esempio, le istituzioni sono molto più generose sia nei confronti dei deputati regionali, quanto verso i Presidente dell’Assemblea e della Regione. E’ folto il numero di manager pubblici e burocrati che nell’Isola superano l’emolumento del Presidente degli Stati Uniti. I vertici burocratici del Senato, Camera e Assemblea regionale possono vantare un reddito superiore a George W. Bush. LEGGI TUTTO
Barbe più famose della storia: vince Karl Marx, Gesù Cristo solamente al quarto posto
La singolare classifica del Times prende spunto dall'esposizione della barba di Darwin. Al secondo posto Rasputin, poi l'attore Brian Blessed. Cristo fuori dal "podio"
DAL nostro corrispondente ENRICO FRANCESCHINI
LONDRA - Che barba! L'espressione, in questo caso, va presa alla lettera, non come sinonimo di noia: a guadagnarsi il punto esclamativo, infatti, è la folta peluria che si sprigiona dalle guance e dal mento di Karl Marx. Una singolare classifica pubblicata sul sito del quotidiano britannico Times la elegge "barba più famosa della storia". Il giudizio, ovviamente, è opinabile, e qualcuno magari dirà che il padre del comunismo è stato favorito dal Times perché è sepolto in questa città, nel cimitero di Highgate. Ma se il metodo è scherzoso, l'occasione che ha spinto a redigere una simile graduatoria è serissima: l'esposizione della barba di Charles Darwin, a una mostra al National History Museum di Londra, in celebrazione del bicentenario della nascita del grande naturalista. LEGGI TUTTO
DAL nostro corrispondente ENRICO FRANCESCHINI
LONDRA - Che barba! L'espressione, in questo caso, va presa alla lettera, non come sinonimo di noia: a guadagnarsi il punto esclamativo, infatti, è la folta peluria che si sprigiona dalle guance e dal mento di Karl Marx. Una singolare classifica pubblicata sul sito del quotidiano britannico Times la elegge "barba più famosa della storia". Il giudizio, ovviamente, è opinabile, e qualcuno magari dirà che il padre del comunismo è stato favorito dal Times perché è sepolto in questa città, nel cimitero di Highgate. Ma se il metodo è scherzoso, l'occasione che ha spinto a redigere una simile graduatoria è serissima: l'esposizione della barba di Charles Darwin, a una mostra al National History Museum di Londra, in celebrazione del bicentenario della nascita del grande naturalista. LEGGI TUTTO
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