E' di quattro pagine fitte di dolore, rabbia e verità, la lettera che Adolfo Parmaliana ha scritto prima di suicidarsi lo scorso 2 ottobre. Dopo aver denunciato mafiosi e politici, il prof Parmaliana parla di un altro clan di fronte al quale ha voluto, fino in fondo, rivendicare le sue scelte di uomo libero. A seguire la lettera pubblicata da L'Espresso:
La Magistratura barcellonese/messinese vorrebbe mettermi alla gogna vorrebbe umiliarmi, delegittimarmi, mi sta dando la caccia perché ho osato fare il mio dovere di cittadino denunciando il malaffare, la mafia, le connivenze, le coperture e le complicità di rappresentanti dello Stato corrotti e deviati. Non posso consentire a questi soggetti di offendere la mia dignità di uomo, di padre, di marito, di servitore dello Stato e docente universitario.Non posso consentire a questi soggetti di farsi gioco di me e di sporcare la mia immagine, non posso consentire che il mio nome appaia sul giornale alla stessa stregua di quello di un delinquente. Hanno deciso di schiacciarmi, di annientarmi. LEGGI TUTTO
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