«La situazione finanziaria del comune di Corleone non è delle più felici…», ha dovuto ammettere il sindaco Iannazzo, che ha comunicato anche la sospensione (dallo scorso maggio) del pagamento delle indennità di carica agli amministratori. Ma per i consiglieri del Pd, Paternostro e Schillaci, che sull’argomento hanno presentato un’interrogazione, se non si adottano correttivi strutturali, si rischia da un momento all’altro il dissesto finanziario. Il bilancio comunale, infatti, presenta un “buco” di almeno 2 milioni e 700 mila euro, che va crescendo sempre di più. In sostanza, il comune ha centinaia di creditori che non riesce a pagare perché non ha liquidità di cassa. E non ha liquidità perché non riesce a trasformare in entrate effettive alcune entrate “teoriche” previste in bilancio: principalmente i canoni per gli affitti degli alloggi popolari di S. Marco, i canoni acqua e i rimborsi da parte del ministero della giustizia per la sezione staccata del tribunale. Di fronte ai consiglieri del Pd che l’incalzavano, Iannazzo è stato costretto ad ammettere: «Si, è vero, se i nostri creditori decidessero di notificarci decreti ingiuntivi, allora andremmo in dissesto». Siamo nelle mani dei creditori, quindi. Anche perché, nelle risposte di Iannazzo non si è minimamente accennato a come trasformare in entrate effettive le entrate teoriche.
Ma ecco, anno per anno, l’ammontare dei debiti del comune (fonte: ufficio di ragioneria): anno 2005 € 543.377,67; anno 2006 € 140.303,44; anno 2007 €747.609,30; anno 2008 (fino a settembre) € 1.257.080,53; totalr € 2.688.469,45. Un piccolo suggerimento al sindaco e agli assessori: al posto di “giocare” con i computer in municipio fino a tarda notte, perché qualcuno di voi non va a Palermo a battere cassa alla Regione? Perché qualche altro non prende un aereo per provare a battere cassa a Roma?
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