di Claudia Brunetto
La protesta contro la riforma Gelmini fa la prima "vittima" a Palermo: il preside di Scienze politiche, Antonello Miranda, ha annunciato le sue dimissioni dopo che la sua facoltà - la prima a Palermo - è stata occupata dagli studenti. E il grido contro i tagli alla scuola e all´istruzione previsti dal decreto del ministro della Pubblica istruzione si moltiplica in decine di iniziative promosse dalle scuole di ogni ordine e grado: manifestazioni, fiaccolate e lezioni in piazza. LEGGI TUTTO
martedì, ottobre 28, 2008
Gasparri e la Finocchiaro: scontro sulla scuola
Il capogruppo del Pdl apostrofa come "fascio-comunista" la protesta contro la riforma Gelmini e attacca alcuni esponenti del centrosinistra: "Mandano i loro figli in istituti privati". La replica: "Frequentiamo per tradizione quella pubblica"
ROMA - Per il capogruppo del Pdl al Senato Maurizio Gasparri, quella contro la riforma Gelmini è "una protesta fascio-comunista: quelli che protestano sono una minoranza manovrata dalla sinistra, mentre cresce il consenso degli studenti a favore della riforma, perchè con noi c'è la maggioranza del Paese"."Approveremo il decreto Gelmini - assicura Gasparri, a margine di un incontro dei gruppi parlamentari del Pdl con gli studenti di centrodestra - contro la malafede dei cretini, cretini che urlano 'Duce, Duce'. E noi siamo per la scuola pubblica, io ogni mattina porto i miei figli alla scuola pubblica, mentre Rutelli, Finocchiaro e Melandri mandano i loro figli alle scuole private".La replica della Finocchiaro. "Voglio informare il presidente Gasparri che io e la mia famiglia da più generazioni frequentiamo, per tradizione e per scelta, scuole e università pubbliche" risponde il presidente del gruppo del Pd al Senato."Così fanno le mie figlie - continua Anna Finocchiaro - una iscritta al terzo anno di giurisprudenza all'Università di Catania e l'altra che frequenta il secondo anno del liceo classico statale Mario Cutelli, sempre a Catania. Così ho fatto io, così hanno fatto mio marito, mia sorella, mio padre e mia madre".
28/10/2008
ROMA - Per il capogruppo del Pdl al Senato Maurizio Gasparri, quella contro la riforma Gelmini è "una protesta fascio-comunista: quelli che protestano sono una minoranza manovrata dalla sinistra, mentre cresce il consenso degli studenti a favore della riforma, perchè con noi c'è la maggioranza del Paese"."Approveremo il decreto Gelmini - assicura Gasparri, a margine di un incontro dei gruppi parlamentari del Pdl con gli studenti di centrodestra - contro la malafede dei cretini, cretini che urlano 'Duce, Duce'. E noi siamo per la scuola pubblica, io ogni mattina porto i miei figli alla scuola pubblica, mentre Rutelli, Finocchiaro e Melandri mandano i loro figli alle scuole private".La replica della Finocchiaro. "Voglio informare il presidente Gasparri che io e la mia famiglia da più generazioni frequentiamo, per tradizione e per scelta, scuole e università pubbliche" risponde il presidente del gruppo del Pd al Senato."Così fanno le mie figlie - continua Anna Finocchiaro - una iscritta al terzo anno di giurisprudenza all'Università di Catania e l'altra che frequenta il secondo anno del liceo classico statale Mario Cutelli, sempre a Catania. Così ho fatto io, così hanno fatto mio marito, mia sorella, mio padre e mia madre".
28/10/2008
La tappa pisana della Carovana Antimafia
Ieri si è svolta la tappa pisana della Carovana antimafia, che è stata molto intensa e radicata nel territorio. Infatti, dopo aver posizionato i nostri furgoni accanto al Comune di Pisa in modo da poter garantire la massima visibilità ci siamo organizzati in piccoli gruppi per animare una serie di plessi scolastici. Infatti in contemporanea la carovana era presente nelle scuole di Pisa, Volterra e Cascina. In questo contesto anche un fruttuoso incontro con una scuola media superiore occupata con la quale abbiamo concordato una visita futura. Dopodichè l'incontro istituzionale organizzato alla Camera di Commercio di Pisa con la presenza di tanti Comuni ben coordinati dalla Provincia. In questo contesto vi erano Sindaci con la fascia tricolore accompagnati dai loro gonfaloni. Le cooperative operanti nei terreni confiscate alle mafie sono state le protagoniste ben accompagnate da un caloroso intervento di Pippo Cipriani, già Sindaco di Corleone. Attraversando Corso italia siamo giunti puntuali all'aperitivo della legalità presso la bottega del mondo "Il Chicco di Senape". Qui abbiamo incontrato tanti giovani e molti dei volontari del Progetto Liberarci dalle Spine. Così nella sua informalità la carovana di fatto attivato un momento di riflessione con tanti universitari in questi giorni impegnati nella lotta per il "diritto al sapere pubblico." Dopo la cena della legalità presso il Circolo Arci l'Unità. Questa mattina il nostro viaggio continua verso l'Isola d'Elba. Dobbiamo arrivare alle 8,30 all'imbarco a Portoferraio! Il bollettino del mare dice: mare molto mosso!
Maurizio Pascucci
Esecutivo Arci Toscana
FOTO: L'incontro con le istituzioni pisane
Maurizio Pascucci
Esecutivo Arci Toscana
FOTO: L'incontro con le istituzioni pisane
lunedì, ottobre 27, 2008
Scuola, sale la tensione, proteste nelle piazze
ROMA - Si è aperta nelle scuole e nelle università una settimana con programma ancora denso di occupazioni, sit-in, agitazioni, in vista dell'approvazione al Senato (prevista mercoledì 29) del decreto Gelmini. "La mobilitazione percorre il paese come una grande “ola” e passerà per Roma nella più grande manifestazione per la scuola che la nostra memoria ricordi". La sintesi di quel che accadrà nei prossimi giorni è nelle parole del leader della Flc-Cgil, Mimmo Pantaleo. Una sola voce fra le mille che animano la protesta. E che si sono date appuntamento, a Roma, in occasione dello sciopero generale nazionale. LEGGI TUTTO
Anche "Famiglia Cristiana" critica il ministro dell'Istruzione, la cattolica M. Stella Gelmini
«Non chiamiamo riforma un semplice taglio di spesa». È questo il titolo dell'editoriale d'apertura di Famiglia cristiana di questa settimana, nel quale si affronta il tema della scuola e del decreto Gelmini. «Nel mirino c'è una legge approvata di corsa, in piena estate», si legge nell'articolo, che sottolinea come «nonostante la dicitura sia roboante, "riforma della scuola", più prosaicamente», si dovrebbe parlare di «contenimento della spesa a colpi di decreti, senza dibattito e un progetto pedagogico condiviso da alunni e docenti. Non si garantisce così il diritto allo studio: prima si decide e poi, travolti dalle proteste, s'abbozza una farsa di dialogo». LEGGI TUTTO
domenica, ottobre 26, 2008
Dino Paternostro, direttore di "Città Nuove" e segretario della Camera del lavoro di Corleone, alla Carovana antimafie in Toscana
Dino Paternostro, direttore di “Città Nuove” e segretario della Camera del lavoro di Corleone, è stato invitato a partecipare a due tappe della Carovana Antimafie, che ha già preso il via in Toscana. Ecco in dettaglio il calendario delle iniziative a cui parteciperà nei giorni 30 e 31 ottobre: (LEGGI TUTTO)
Zoomafia, Palermo: i Carabinieri scoprono corsa clandestina di cavalli e maneggi abusivi
Plauso della LAV che rivolge un appello al Procuratore Antimafia Piero Grasso: "Indagini specifiche contro la recrudescenza della zoomafia in Sicilia"
Nuovo intervento dell’Arma dei Carabinieri di Palermo contro le corse clandestine di cavalli: la Compagnia di Terrasini stamani, con l’ausilio anche di un mezzo del Nucleo Elicotteri di Bocca di Falco, ha interrotto una gara tra due cavalli dopati, denunciando quasi venti persone; le ipotesi di reato vanno dal maltrattamento di animali alle scommesse clandestine, alla violenza privata nei confronti dei soggetti a cui era stato interdetto il passaggio sulla pubblica via per non disturbare la “competizione”. LEGGI TUTTO
Nuovo intervento dell’Arma dei Carabinieri di Palermo contro le corse clandestine di cavalli: la Compagnia di Terrasini stamani, con l’ausilio anche di un mezzo del Nucleo Elicotteri di Bocca di Falco, ha interrotto una gara tra due cavalli dopati, denunciando quasi venti persone; le ipotesi di reato vanno dal maltrattamento di animali alle scommesse clandestine, alla violenza privata nei confronti dei soggetti a cui era stato interdetto il passaggio sulla pubblica via per non disturbare la “competizione”. LEGGI TUTTO
Il rettore e lo scandalo parentopoli: "All´ateneo serve un codice etico"
Palermo, nuovo regolamento contro i nepotismi in facoltà. Un figlio può seguire le orme del padre, ma non nella stessa struttura. Presto una norma per impedire ai parenti di primo grado di lavorare insieme
di EMANUELE LAURIA
PALERMO - Un codice etico per l´Università di Palermo. Investito dalle polemiche ancora prima di insediarsi, il nuovo rettore dice che c´è bisogno di regole nuove nell´ateneo delle cento famiglie. Nel capoluogo siciliano le proteste contro la riforma Gelmini si sono mescolate ieri ai commenti sull´ultima parentopoli accademica denunciata da Repubblica. E Roberto Lagalla, 53 anni, docente di diagnostica per immagini alla facoltà di Medicina ed ex assessore regionale della giunta Cuffaro, si impegna ad adottare un regolamento che impedisca almeno la presenza di parenti stretti in uno stesso dipartimento. LEGGI TUTTO
di EMANUELE LAURIA
PALERMO - Un codice etico per l´Università di Palermo. Investito dalle polemiche ancora prima di insediarsi, il nuovo rettore dice che c´è bisogno di regole nuove nell´ateneo delle cento famiglie. Nel capoluogo siciliano le proteste contro la riforma Gelmini si sono mescolate ieri ai commenti sull´ultima parentopoli accademica denunciata da Repubblica. E Roberto Lagalla, 53 anni, docente di diagnostica per immagini alla facoltà di Medicina ed ex assessore regionale della giunta Cuffaro, si impegna ad adottare un regolamento che impedisca almeno la presenza di parenti stretti in uno stesso dipartimento. LEGGI TUTTO
sabato, ottobre 25, 2008
Corleone, accordo fatto per gli operai delle pulizie. Adesso i passi concreti per attuarlo
Se lo scorso 16 ottobre il sindaco non ha voluto ricevere la Cgil senza una richiesta scritta, si è trattato solo di un gesto di stizza, dettato dal fastidio di vedere il suo “gabinetto” occupato dagli operai delle pulizie. Il primo cittadino, infatti, si era (improvvidamente) convinto che ad organizzare “l’invasione” pacifica del suo gabinetto fosse stato il sindacato. Ma sbagliare è umano. Da parte sua, l’assessore che aveva incontrato “amichevolmente” gli operai giura e spergiura di non avere mai chiesto a nessuno di cancellarsi dalla Cgil. Che, anzi, è l’unica organizzazione sindacale che a Corleone sta sui problemi ed è sempre pronta a difendere i lavoratori. Nessun pregiudizio nei confronti della Cgil, quindi, con la quale, anche nel recente passato, si sono affrontate e risolte alcune complesse vertenze (Ciclat insegna).
Con queste premesse, l’incontro di venerdì mattina tra l’amministrazione comunale di Corleone (erano presenti il sindaco Antonino Iannazzo, gli assessori Giuseppe Giandalone e Ciro Schirò) e la delegazione della Cgil (Giuseppe Di Stefano e Pietro Granà della Filcams di Palermo e Dino Paternostro, segretario della Camera del lavoro di Corleone) è filato molto più liscio di come le polemiche dei giorni scorsi avrebbero potuto far pensare. Su richiesta della Cgil, infatti, il sindaco ha assunto l’impegno di utilizzare le somme del ribasso d’asta per chiedere servizi aggiuntivi alla Ditta Ecoservice e, di conseguenza, aumentare le ore lavorative settimanali ai lavoratori (sia quelli dei locali comunali che quelli del Tribunale). Una procedura da attivare al più presto, anche perché è umiliante un contratto di 1 ora di lavoro al giorno per 5 giorni. Allora tutto a posto? Tutto a posto no, perché bisogna che alle parole (anche se scritte in un verbale) seguano i fatti. E che i fatti arrivino presto, perché i lavoratori non ce la fanno più…
Con queste premesse, l’incontro di venerdì mattina tra l’amministrazione comunale di Corleone (erano presenti il sindaco Antonino Iannazzo, gli assessori Giuseppe Giandalone e Ciro Schirò) e la delegazione della Cgil (Giuseppe Di Stefano e Pietro Granà della Filcams di Palermo e Dino Paternostro, segretario della Camera del lavoro di Corleone) è filato molto più liscio di come le polemiche dei giorni scorsi avrebbero potuto far pensare. Su richiesta della Cgil, infatti, il sindaco ha assunto l’impegno di utilizzare le somme del ribasso d’asta per chiedere servizi aggiuntivi alla Ditta Ecoservice e, di conseguenza, aumentare le ore lavorative settimanali ai lavoratori (sia quelli dei locali comunali che quelli del Tribunale). Una procedura da attivare al più presto, anche perché è umiliante un contratto di 1 ora di lavoro al giorno per 5 giorni. Allora tutto a posto? Tutto a posto no, perché bisogna che alle parole (anche se scritte in un verbale) seguano i fatti. E che i fatti arrivino presto, perché i lavoratori non ce la fanno più…
Corleone, scuole superiori in autogestione: confrontarsi, creare, condividere
In questi giorni migliaia di studenti si sono mossi per far valere i propri diritti e tra questi c’è anche l’istituto “Don G. Colletto di Corleone”. La manifestazione è cominciata martedì 21 ottobre, con un’ assemblea organizzata dagli studenti per decidere se continuare il programma scolastico regolarmente oppure intraprendere l’autogestione, ideata nel pieno rispetto dei principi costituzionali di libera manifestazione ma anche di diritto allo studio, scegliendo una forma di protesta che ci permetta di esprimere le nostre idee non ricorrendo a forme di protesta estrema come l’ “occupazione” o gli scioperi. Il nostro programma prevede dei corsi costruttivi volti a stimolare lo spirito critico degli studenti che vi partecipano. Le giornate di autogestione sono state organizzate nei seguenti modi: nelle prime due ore gli studenti si sono riuniti in assemblee di classe per discutere i problemi che sta creando il decreto legge. Nella terza ora l’istituto si riunisce per confrontarsi, creare e condividere idee dei corsi costruttivi sopra citati. Nelle ore restanti i ragazzi si dividono nei vari laboratori di cineforum che prevede la visione di film costruttivi conclusi da un dibattito, la documentazione dell’autogestione dove i ragazzi si impegnano a documentare e rendere noto a tutti ciò che si sta svolgendo all’interno del “Don G. Colletto”. Un altro laboratorio consiste nel dibattito aperto tra i partecipanti che si confrontano su tematiche attuali quali la libertà di pensiero, bullismo e razzismo. Infine un altro gruppo di ragazzi si è impegnato nella preparazione di striscioni utili per la manifestazione che si svolgerà nei giorni avvenire evidenziando lo spirito di protesta.
Gli studenti dell'Istituto "Don Giovanni Colletto" di Corleone: "Futuro, quo vadis?
La protesta che vogliamo portare avanti non si presta a nessuna strumentalizzazione politica: il nostro diritto allo studio non sta né a destra né a sinistra. Chiediamo una politica che tenga conto dei problemi reali: l’istruzione della futura classe dirigente è così importante che non ci si può perdere in discorsi di parte, tanto meno la si può affrontare in termini prettamente economici. I tagli ai fondi per la scuola manifestano una chiara mancanza di denaro nelle casse dello stato. Allora perché non frenare le spese interne riducendo il numero di coloro che approvano in un Parlamento strapieno o vacante (fate voi) decreti e disegni di legge ridicoli, inapprovabili e soprattutto destinati a impoverire la vera ricchezza delle risorse dello stato? LEGGI TUTTO
Marino Pasquale, Matteini Francesco, Palmeri Giuseppe, Marcellino Marika, Cannucio Giusy
Marino Pasquale, Matteini Francesco, Palmeri Giuseppe, Marcellino Marika, Cannucio Giusy
Toscana, parte oggi la Carovana antimafia 2008
Tra poche ore la Carovana Antimafia 2008 partirà per il suo viaggio tra le comunità toscane. Dodici tappe con l'obiettivo di ascoltare, riflettere, denunciare, promuovere e valorizzare. Ieri giornata di gran lavoro. Insieme a Salvatore, giovane compagno Corleonese arrivato alle ore 12,14, a Libero Galligani dell'Arci di Pistoia e a Maurizio Fatarella e Beppe Corso dell'Arci di Lucca, abbiamo preparato i tre furgoni che di fatto saranno la nostra carovana. Un furgone messo a disposizone dalla Prociv Arci e gli altri due dalla Cgil e Fillea Cgil. Questa mattina insieme a me e Salvatore saliranno Elisa, Giulia,e ancora Elisa che di fatto faranno tutta la carovana. Nel pomeriggio arriverà Francesca e Riccardo che si alterneranno tra il loro lavoro e il nostro viaggio. Poi tantissimi volontari per ogni tappa! Veramente tanti, noi abbiamo 27 posti utili speriamo di far posto a tutti. Ma questa mattina insiemea Giancarlo Caselli arriva da Corleone Calogero Parisi, che oltre ad essere il Presidente della Cooperativa Lavoro e Non Solo è uno dei primi carovanieri che prese servizio alla sua nascita molti anni fa in Sicilia. Oggi Calogero rappresenterà questo : la memoria della Carovana Antimafia!!
Maurizio Pascucci
Maurizio Pascucci
Esecutivo ARCI Toscana
In viaggio per i diritti, la democrazia, la giustizia sociale. E' partita la Carovana antimafie 2008
In viaggio per i diritti, la democrazia, la giustizia sociale. La Carovana antimafie è una iniziativa organizzata da Libera, Arci e Avviso Pubblico, un lungo viaggio di oltre due mesi, circa 100 tappe che toccheranno tutte le Regioni d’Italia con appuntamenti itineranti, volti a sensibilizzare la cittadinanza sul tema della lotta alle mafie, sulla sicurezza sul lavoro e la lotta a qualsiasi forma di razzismo con modalità di coinvolgimento diverse: dal momento di riflessione ed incontri con magistrati e familiari di vittime di mafie a quello di gioco, dal convegno allo spettacolo, dalla proiezione di film all' animazione per i più piccoli.
I temi nazionali portati avanti dalla Carovana Antimafie saranno coniugati con le specificita' del territorio, in quello che vuole essere un momento collettivo di riflessione e proposta. Nata nel 1994 su iniziativa dell'ARCI, la Carovana si è arricchita di nuovi compagni di viaggio ogni anno e ha esteso nel corso di questi anni il suo raggio d'azione; dapprima, aumentando progressivamente il numero delle tappe e diventando nel 2002 carovana nazionale. La 12° Carovana Nazionale antimafia sarà dedicata al 60° anniversario della Costituzione e della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo.
La Carovana muove da due diverse aree geografiche del paese: Sud, Centro e Nord, per ricongiungersi a metà dicembre nella tappa finale a Comiso in provincia di Ragusa. Il manifesto appello della Carovana vuole riaffermare i valori della Costituzione e della Dichiarazione universale dei diritti umani e ricordare che la vera emergenza sicurezza in Italia sono mafie e corruzione e chiede in undici punti, pochi ma concreti, provvedimenti per un Italia più libera, più legale, più giusta. L’appello potrà essere sottoscritto dai cittadini durante le varie tappe. (Leggi l'appello)
Primi firmatari dell’appello: don Luigi Ciotti, Paolo Beni, Andrea Campinoti, Caparezza, Giancarlo Caselli, Ascanio Celestini, Massimo Cirri e Filippo Solibello, Emma Dante, Santo Della Volpe, Guglielmo Epifani, Niccolò Fabi, Francesco Forgione, Claudio Gioè, Flavio Lotti, Carlo Lucarelli, Roberto Morrione, Moni Ovadia, Ulderico Pesce, Andrea Satta e i Tetes de bois, Peppe Servillo, Daniele Silvestri.
Tappe del Lazio 14 - 19 ottobreTappe dell'Abruzzo 22 - 25 ottobreTappe delle Marche 22 - 25 ottobreTappe della Toscana 24 - 29 ottobreTappe dell'Umbria 21 ottobreTappe del Piemonte e della Valle d'Aosta 19 - 23 novembre
I temi nazionali portati avanti dalla Carovana Antimafie saranno coniugati con le specificita' del territorio, in quello che vuole essere un momento collettivo di riflessione e proposta. Nata nel 1994 su iniziativa dell'ARCI, la Carovana si è arricchita di nuovi compagni di viaggio ogni anno e ha esteso nel corso di questi anni il suo raggio d'azione; dapprima, aumentando progressivamente il numero delle tappe e diventando nel 2002 carovana nazionale. La 12° Carovana Nazionale antimafia sarà dedicata al 60° anniversario della Costituzione e della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo.
La Carovana muove da due diverse aree geografiche del paese: Sud, Centro e Nord, per ricongiungersi a metà dicembre nella tappa finale a Comiso in provincia di Ragusa. Il manifesto appello della Carovana vuole riaffermare i valori della Costituzione e della Dichiarazione universale dei diritti umani e ricordare che la vera emergenza sicurezza in Italia sono mafie e corruzione e chiede in undici punti, pochi ma concreti, provvedimenti per un Italia più libera, più legale, più giusta. L’appello potrà essere sottoscritto dai cittadini durante le varie tappe. (Leggi l'appello)
Primi firmatari dell’appello: don Luigi Ciotti, Paolo Beni, Andrea Campinoti, Caparezza, Giancarlo Caselli, Ascanio Celestini, Massimo Cirri e Filippo Solibello, Emma Dante, Santo Della Volpe, Guglielmo Epifani, Niccolò Fabi, Francesco Forgione, Claudio Gioè, Flavio Lotti, Carlo Lucarelli, Roberto Morrione, Moni Ovadia, Ulderico Pesce, Andrea Satta e i Tetes de bois, Peppe Servillo, Daniele Silvestri.
Tappe del Lazio 14 - 19 ottobreTappe dell'Abruzzo 22 - 25 ottobreTappe delle Marche 22 - 25 ottobreTappe della Toscana 24 - 29 ottobreTappe dell'Umbria 21 ottobreTappe del Piemonte e della Valle d'Aosta 19 - 23 novembre
venerdì, ottobre 24, 2008
SALVA L'ITALIA. "Sarà una manifestazione enorme". Il Pd scommette sul successo
Sul palco lo slogan sarà una frase di Vittorio Foa: «Pensare agli altri oltre che a se stessi, al futuro oltre che al presente»
Il Partito democratico non ha paura di sbilanciarsi: «Sarà una manifestazione enorme», dicono fonti dell´ufficio stampa. Evidentemente, a poche ore dai cortei di domani verso il Circo Massimo, la macchina organizzata del Pd sta ricevendo segnali incoraggianti. Achille Passoni, demiurgo della logistica, già uomo dei pullman per i tre milioni della Cgil nel 2002, ha dato il via libera all´ottimismo. Dunque le risposte sulle migliaia di bus, sui treni speciali e sulle navi (in arrivo dalla Sardegna) che arrivano dai territori sono positive. I cortei saranno due e partiranno alle 14: uno da piazza Esedra e l´altro da piazzale dei Partigiani, per congiungersi al Circo Massimo. Sul palco lo slogan sarà una frase di Vittorio Foa: «Pensare agli altri oltre che a se stessi, al futuro oltre che al presente». Il comizio di Walter Veltroni sarà preceduto, tra le 15 e le 16, da un concerto con Max Pezzali, l´Orchestra di Piazza Vittorio e Fabrizio Moro. Subito dopo interverranno dal palco alcuni esponenti della società civile. Quindi tocca a lui, al segretario, che dovrà dare il senso della giornata, indicare la rotta. Moltissime le adesioni, tra le altre quella dell´Anpi, l´associazione nazionale dei partigiani. Gruppi di volontariato avranno i loro stand al Circo Massimo, così come il Partito socialista, e vi saranno banchetti per la raccolta di adesioni a referendum (come quello sul lodo Alfano) e a leggi di iniziativa popolare. Dalla Campania partiranno 14 pullman di extracomunitari. Stand per L´Unità ed Europa. Youdem.tv è mobilitata per una lunghissima diretta.
(La Repubblica, 24 ottobre 2008)
Il Partito democratico non ha paura di sbilanciarsi: «Sarà una manifestazione enorme», dicono fonti dell´ufficio stampa. Evidentemente, a poche ore dai cortei di domani verso il Circo Massimo, la macchina organizzata del Pd sta ricevendo segnali incoraggianti. Achille Passoni, demiurgo della logistica, già uomo dei pullman per i tre milioni della Cgil nel 2002, ha dato il via libera all´ottimismo. Dunque le risposte sulle migliaia di bus, sui treni speciali e sulle navi (in arrivo dalla Sardegna) che arrivano dai territori sono positive. I cortei saranno due e partiranno alle 14: uno da piazza Esedra e l´altro da piazzale dei Partigiani, per congiungersi al Circo Massimo. Sul palco lo slogan sarà una frase di Vittorio Foa: «Pensare agli altri oltre che a se stessi, al futuro oltre che al presente». Il comizio di Walter Veltroni sarà preceduto, tra le 15 e le 16, da un concerto con Max Pezzali, l´Orchestra di Piazza Vittorio e Fabrizio Moro. Subito dopo interverranno dal palco alcuni esponenti della società civile. Quindi tocca a lui, al segretario, che dovrà dare il senso della giornata, indicare la rotta. Moltissime le adesioni, tra le altre quella dell´Anpi, l´associazione nazionale dei partigiani. Gruppi di volontariato avranno i loro stand al Circo Massimo, così come il Partito socialista, e vi saranno banchetti per la raccolta di adesioni a referendum (come quello sul lodo Alfano) e a leggi di iniziativa popolare. Dalla Campania partiranno 14 pullman di extracomunitari. Stand per L´Unità ed Europa. Youdem.tv è mobilitata per una lunghissima diretta.
(La Repubblica, 24 ottobre 2008)
PARENTI DOCENTI. Palermo, ecco le cento famiglie "in cattedra"...
di Attilio Bolzoni e Emanule Lauria
Una Cupola dotta si spartisce il sapere di Palermo. Sono cento le famiglie che hanno l´Università nelle loro mani, cento clan accademici fatti di figli che salgono in cattedra per diritto ereditario, fratelli e sorelle che succedono inevitabilmente ai loro padri e ai loro zii, nipoti e cugini immancabilmente primi al pubblico concorso. Regnano in ogni facoltà. Si riproducono nell´omertà. Docenti parenti. Cinquantotto a Medicina. Ventuno a Giurisprudenza. Ventitré su appena centoventinove professori ad Agraria, la roccaforte dei patti di sangue. LEGGI TUTTO
Una Cupola dotta si spartisce il sapere di Palermo. Sono cento le famiglie che hanno l´Università nelle loro mani, cento clan accademici fatti di figli che salgono in cattedra per diritto ereditario, fratelli e sorelle che succedono inevitabilmente ai loro padri e ai loro zii, nipoti e cugini immancabilmente primi al pubblico concorso. Regnano in ogni facoltà. Si riproducono nell´omertà. Docenti parenti. Cinquantotto a Medicina. Ventuno a Giurisprudenza. Ventitré su appena centoventinove professori ad Agraria, la roccaforte dei patti di sangue. LEGGI TUTTO
PAROLE DI PIOMBO. Il ritorno di Kossiga
L'incredibile intervista all'ex Presidente della Repubblica, oggi senatore a vita...
Presidente Cossiga, pensa che minacciando l`uso della forza pubblica contro gli studenti Berlusconi abbia esagerato?
«Dipende, se ritiene d`essere il presidente del Consiglio di uno Stato forte, no, ha fatto benissimo. Ma poiché l`Italia è uno Stato debole, e all`opposizione non c`è il granitico Pci ma l`evanescente Pd, temo che alle parole non seguiranno i fatti e che quindi Berlusconi farà una figuraccia».
Quali fatti dovrebbero seguire?
«Maroni dovrebbe fare quel che feci io quand`ero ministro dell`Interno».
Ossia?
«In primo luogo, lasciare perdere gli studenti dei licei, perché pensi a cosa succederebbe se un ragazzino rimanesse ucciso o gravemente ferito...».
Gli universitari, invece?
«Lasciarli fare. Ritirare le forze di polizia dalle strade e dalle università, infiltrare il movimento con agenti provocatori pronti a tutto, e lasciare che per una decina di giorni i manifestanti devastino i negozi, diano fuoco alle macchine e mettano a ferro e fuoco le città».
Dopo di che?
«Dopo di che, forti del consenso popolare, il suono delle sirene delle ambulanze dovrà sovrastare quello delle auto di polizia e carabinieri».
Nel senso che...
«Nel senso che le forze dell`ordine non dovrebbero avere pietà e mandarli tutti in ospedale. Non arrestarli, che tanto poi i magistrati li rimetterebbero subito in libertà, ma picchiarli e picchiare anche quei docenti che li fomentano».
Anche i docenti?
«Soprattutto i docenti».
Presidente, il suo è un paradosso, no?
«Non dico quelli anziani, certo, ma le maestre ragazzine sì. Si rende conto della gravità di quello che sta succedendo? Ci sono insegnanti che indottrinano i bambini e li portano in piazza: un atteggiamento criminale!».
E lei si rende conto di quel che direbbero in Europa dopo una cura del genere? «In Italia torna il fascismo», direbbero.
«Balle, questa è la ricetta democratica: spegnere la fiamma prima che divampi l`incendio».
Quale incendio?
«Non esagero, credo davvero che il terrorismo tornerà a insanguinare le strade di questo Paese. E non vorrei che ci si dimenticasse che le Brigate rosse non sono nate nelle fabbriche ma nelle università. E che gli slogan che usavano li avevano usati prima di loro il Movimento studentesco e la sinistra sindacale». (...)
Presidente Cossiga, pensa che minacciando l`uso della forza pubblica contro gli studenti Berlusconi abbia esagerato?
«Dipende, se ritiene d`essere il presidente del Consiglio di uno Stato forte, no, ha fatto benissimo. Ma poiché l`Italia è uno Stato debole, e all`opposizione non c`è il granitico Pci ma l`evanescente Pd, temo che alle parole non seguiranno i fatti e che quindi Berlusconi farà una figuraccia».
Quali fatti dovrebbero seguire?
«Maroni dovrebbe fare quel che feci io quand`ero ministro dell`Interno».
Ossia?
«In primo luogo, lasciare perdere gli studenti dei licei, perché pensi a cosa succederebbe se un ragazzino rimanesse ucciso o gravemente ferito...».
Gli universitari, invece?
«Lasciarli fare. Ritirare le forze di polizia dalle strade e dalle università, infiltrare il movimento con agenti provocatori pronti a tutto, e lasciare che per una decina di giorni i manifestanti devastino i negozi, diano fuoco alle macchine e mettano a ferro e fuoco le città».
Dopo di che?
«Dopo di che, forti del consenso popolare, il suono delle sirene delle ambulanze dovrà sovrastare quello delle auto di polizia e carabinieri».
Nel senso che...
«Nel senso che le forze dell`ordine non dovrebbero avere pietà e mandarli tutti in ospedale. Non arrestarli, che tanto poi i magistrati li rimetterebbero subito in libertà, ma picchiarli e picchiare anche quei docenti che li fomentano».
Anche i docenti?
«Soprattutto i docenti».
Presidente, il suo è un paradosso, no?
«Non dico quelli anziani, certo, ma le maestre ragazzine sì. Si rende conto della gravità di quello che sta succedendo? Ci sono insegnanti che indottrinano i bambini e li portano in piazza: un atteggiamento criminale!».
E lei si rende conto di quel che direbbero in Europa dopo una cura del genere? «In Italia torna il fascismo», direbbero.
«Balle, questa è la ricetta democratica: spegnere la fiamma prima che divampi l`incendio».
Quale incendio?
«Non esagero, credo davvero che il terrorismo tornerà a insanguinare le strade di questo Paese. E non vorrei che ci si dimenticasse che le Brigate rosse non sono nate nelle fabbriche ma nelle università. E che gli slogan che usavano li avevano usati prima di loro il Movimento studentesco e la sinistra sindacale». (...)
CABARET. La maestrina e il diavolo
di CLAUDIO FAVA
Dopo che il capo del governo si è accorto (oppure qualcuno glielo ha detto) che in Italia manifestare pacificamente è un diritto sancito dalla Costituzione, ecco un’altra trovata di Berlusconi da Pechino, degna battuta da cabaret o da bagaglino: hanno capito male i giornalisti, non ho mai pensato alla polizia negli atenei. Eppure il video della conferenza stampa di ieri a Palazzo Chigi è inequivocabile: sapranno giudicare gli italiani. Non è da meno il titolare del dicastero di Viale Trastevere: oggi dal Senato addirittura parla irresponsabilmente di campagne terroristiche che diffondono false informazioni. E’ forse una falsa informazione il fatto che il fondo per le Università italiane passa da oltre 7 miliardi euro del 2008 ai 6,8miliardi per il 2009, e che nel 2011 ci si fermerà a 6 miliardi di euro? E’ forse una falsa informazione il fatto che i fondi per il diritto allo studio, insomma i fondi per i meritevoli e bisognosi, saranno tagliati nel 2010 di oltre 43 milioni di euro? Sono dati desunti da atti ufficiali del governo: dove sta la manipolazione terroristica e mediatica della sinistra? Il punto vero è che all’attuale governo italiano - a differenza degli altri partner europei - non interessa nulla del futuro dei giovani e della ricerca. E’ per questo che fanno bene gli studenti, i docenti, i ricercatori del nostro Paese a protestare contro questa vergogna.
Dopo che il capo del governo si è accorto (oppure qualcuno glielo ha detto) che in Italia manifestare pacificamente è un diritto sancito dalla Costituzione, ecco un’altra trovata di Berlusconi da Pechino, degna battuta da cabaret o da bagaglino: hanno capito male i giornalisti, non ho mai pensato alla polizia negli atenei. Eppure il video della conferenza stampa di ieri a Palazzo Chigi è inequivocabile: sapranno giudicare gli italiani. Non è da meno il titolare del dicastero di Viale Trastevere: oggi dal Senato addirittura parla irresponsabilmente di campagne terroristiche che diffondono false informazioni. E’ forse una falsa informazione il fatto che il fondo per le Università italiane passa da oltre 7 miliardi euro del 2008 ai 6,8miliardi per il 2009, e che nel 2011 ci si fermerà a 6 miliardi di euro? E’ forse una falsa informazione il fatto che i fondi per il diritto allo studio, insomma i fondi per i meritevoli e bisognosi, saranno tagliati nel 2010 di oltre 43 milioni di euro? Sono dati desunti da atti ufficiali del governo: dove sta la manipolazione terroristica e mediatica della sinistra? Il punto vero è che all’attuale governo italiano - a differenza degli altri partner europei - non interessa nulla del futuro dei giovani e della ricerca. E’ per questo che fanno bene gli studenti, i docenti, i ricercatori del nostro Paese a protestare contro questa vergogna.
COMPITO IN CLASSE. Il ministro Mariastella Gelmini sotto assedio al Senato
di Carmelo Lo Papa
Il compitino lo stava leggendo con una certa convinzione, emozionata appena, comunque mettendocela tutta, tra quegli schiamazzi dai banchi alla sua sinistra e l´eco degli slogan che gli studenti urlavano nei megafoni lì fuori Palazzo Madama. La maestrina si era presentata in classe inappuntabile, tailleur grigio, consueti occhialini very intellectual. A rovinare tutto quello sbadato dello staff ministeriale, che le ha tirato il brutto scherzo di dimenticare di segnare pure gli accenti del discorso con cui la ministra Mariastella Gelmini avrebbe dovuto difendere la sua contestatissima riforma nell´aula del Senato, mentre per le strade stava divampando la protesta. LEGGI TUTTO
Il compitino lo stava leggendo con una certa convinzione, emozionata appena, comunque mettendocela tutta, tra quegli schiamazzi dai banchi alla sua sinistra e l´eco degli slogan che gli studenti urlavano nei megafoni lì fuori Palazzo Madama. La maestrina si era presentata in classe inappuntabile, tailleur grigio, consueti occhialini very intellectual. A rovinare tutto quello sbadato dello staff ministeriale, che le ha tirato il brutto scherzo di dimenticare di segnare pure gli accenti del discorso con cui la ministra Mariastella Gelmini avrebbe dovuto difendere la sua contestatissima riforma nell´aula del Senato, mentre per le strade stava divampando la protesta. LEGGI TUTTO
giovedì, ottobre 23, 2008
Corleone, il Cidma cerca il rilancio con una ricerca e un master universitario
CORLEONE – Presso il Centro Internazionale di Documentazione sulle Mafie e il Movimento Antimafia (Cidma), inizierà nelle prossime settimane un progetto di ricerca sulla controversa tematica del “concorso esterno in associazione mafiosa”. E, nello stesso periodo, prenderà il via un master in “Scienze criminologiche”, in collaborazione con l'Università “La Sapienza” e l'Università della Calabria. Due progetti importanti, che hanno l'obiettivo di rilanciare il Cidma, dopo un lungo e tribolato periodo segnato dalle polemiche tra l'ex presidente on. Nicolò Nicolosi e l'attuale sindaco Antonino Iannazzo. Adesso, il dott. Marcello Barbaro, nuovo presidente del Cidma, vorrebbe cancellare ogni scoria negativa, per puntare sulla qualità delle iniziative. LEGGI TUTTO
SICILIA, DOCUMENTO DELLA DIREZIONE REGIONALE DEL PARTITO DEMOCRATICO SULLA SANITA'
Dopo anni di sperperi, inefficienze, colpevoli sostegni al sistema affaristico e clientelare - ed a volte mafioso - i nodi sono venuti al pettine. La sanità siciliana va cambiata e non semplicemente tagliata. Le lacrime di coccodrillo di quanti hanno piegato gli interessi della salute dei cittadini alle proprie fortune sono l’ennesimo tentativo di una classe politica - che ha espresso il centrodestra in Sicilia - di confondere l’opinione pubblica cercando di sviluppare un copione in cui si recitano tutte le parti della commedia. LEGGI TUTTO
Corleone, cittadinanza onoraria a Calogero Parisi, a Maurizio Pascucci e ai volontari toscani
di COSMO DI CARLO
Corleone (*codi*) Mille cittadinanze onorarie sono state conferite ieri dal sindaco Nino Iannazzo ai giovani Toscani che negli ultimi quattro anni hanno lavorato nei campi di lavoro, sui terreni confiscati ai boss di cosa nostra. Terreni una volta appartenuti a Salvatore Riina, Bernardo Provenzano, Giovanni Brusca, a loro parenti e prestanome, sono diventati negli anni, grazie a questi giovani, vigneti e campi coltivati a frutta ed ortaggi che, attraverso una filiera solidale ed amica composta dalle associazioni antimafia che fanno capo a Libera, Arci, Cgil, Legacoop, fanno arrivare i frutti che hanno la vitamina “L” della Legalità in tutta Italia. LEGGI TUTTO
Corleone (*codi*) Mille cittadinanze onorarie sono state conferite ieri dal sindaco Nino Iannazzo ai giovani Toscani che negli ultimi quattro anni hanno lavorato nei campi di lavoro, sui terreni confiscati ai boss di cosa nostra. Terreni una volta appartenuti a Salvatore Riina, Bernardo Provenzano, Giovanni Brusca, a loro parenti e prestanome, sono diventati negli anni, grazie a questi giovani, vigneti e campi coltivati a frutta ed ortaggi che, attraverso una filiera solidale ed amica composta dalle associazioni antimafia che fanno capo a Libera, Arci, Cgil, Legacoop, fanno arrivare i frutti che hanno la vitamina “L” della Legalità in tutta Italia. LEGGI TUTTO
L'ex presidente della provincia di Palermo, Francesco Musotto (FI), aderisce al Mpa
Palermo, 23 ottobre - "Oggi si compie un percorso cominciato dieci anni fa, un percorso che è innanzitutto umano e di amicizia prima ancora che politico, un percorso che con Raffaele Lombardo abbiamo condiviso già dai tempi in cui all'Europarlamento ci ritrovavamo insieme in tante battaglie per la Sicilia."Lo ha detto oggi Francesco Musotto, annunciando la sua adesione al Movimento per l'Autonomia nel corso di una affollatissima conferenza stampa cui hanno partecipato anche il Presidente della Regione Raffaele Lombardo e i dirigenti regionali e palermitani del Movimento."Quella di oggi - ha proseguito il Presidente della Commissione parlamentare regionale per le questioni comunitarie - è una scelta che non è maturata "contro" qualcuno, che, soprattutto, non è una scelta contro Forza Italia.Quel partito ha intrapreso un suo percorso politico, che è quello del PdL, che è un percorso che è però oggi privo di identità, un percorso lento che mi sembra non riesca ad intrecciare i tempi della società, che non riesce a dare risposte rapide alle tante emergenze della nostra terra.""Con il Movimento per l'Autonomia e soprattutto attraverso l'impegno di questi primi mesi del Governo Lombardo si stanno cominciando a rompere delle incrostazioni, si stanno gettando le basi per rinnovare davvero dalle basi la Regione.E' un processo che richiede coraggio, che richiede la capacità di rispondere alle esigenze della collettività prima che a quelle di singoli gruppi, è un processo però che non si può rimandare oltre per affrontare il tema cardine della gestione dei fondi regionali e comunitari, della programmazione, dello sviluppo economico.
mercoledì, ottobre 22, 2008
Seggio all'Ars, un appello al presidente Cascio contro il parere della commissione
ANCHE CAMILLERI E CONSOLO FIRMANO APPELLO: “IL PARERE DELLA COMMISSIONE SUSCITA IN NOI INDIGNAZIONE E STUPORE“. IL SEGGIO VA ASSEGNATO A RITA BORSELLINO
Andrea Camilleri, Vincenzo Consolo, Catena Fiorello, Simona Mafai, Padre Gianni Notari, Roy Paci, Valeria Ajovalasit, Anna Bucca, Lucia Sardo, Vito Lo Monaco, Eugenia Bono, Gilberto Idonea e Carlo Lucarelli. Sono alcune delle firme in calce all’appello indirizzato al Presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Francesco Cascio e ai capigruppo dell’Ars contro il parere espresso dalla Commissione verifica poteri Ars sull’assegnazione al Pd del seggio vacante. “Il parere suscita in noi sentimenti di indignazione e stupore – si legge nell’appello -. Infatti, dopo che per mesi, il Parlamento Siciliano ha operato in palese difformità con il nostro Statuto, non provvedendo a sostituire l’onorevole Anna Finocchiaro perché dimessasi subito dopo l’insediamento della nuova Assemblea, la decisione assunta, nella giornata di ieri dalla Commissione di merito risulta offensiva e mortificante per i tanti siciliani che, già nelle elezioni per la Presidenza della Regione del 2006 e, ancora, in occasione delle più recenti elezioni del 2008, hanno manifestato uno straordinario consenso nei confronti dell’onorevole Rita Borsellino. Tale decisione, non solo tradisce e offende la volontà popolare ma rischia di ledere la credibilità della stessa Assemblea, da Lei presieduta, mortificando quello straordinario processo di partecipazione di tanti giovani, donne e uomini siciliani, che ha caratterizzato, in questi anni, l’impegno civile e politico di Rita Borsellino. Con questo nostro appello vogliamo richiamare la Sua attenzione e la responsabilità di ogni singolo parlamentare, affinché la decisione che il Parlamento andrà a prendere, nelle prossime settimane, possa essere nel contempo autorevole, ma anche capace di rispondere alla volontà popolare così chiaramente espressa, contribuendo a far sì che ogni cittadino possa tornare ad avere fiducia nelle istituzioni che lo rappresentano”. L’appello può essere sottoscritto sul sito ufficiale dell’associazione Un’altra Storia: www.unaltrastoria.org.
Andrea Camilleri, Vincenzo Consolo, Catena Fiorello, Simona Mafai, Padre Gianni Notari, Roy Paci, Valeria Ajovalasit, Anna Bucca, Lucia Sardo, Vito Lo Monaco, Eugenia Bono, Gilberto Idonea e Carlo Lucarelli. Sono alcune delle firme in calce all’appello indirizzato al Presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Francesco Cascio e ai capigruppo dell’Ars contro il parere espresso dalla Commissione verifica poteri Ars sull’assegnazione al Pd del seggio vacante. “Il parere suscita in noi sentimenti di indignazione e stupore – si legge nell’appello -. Infatti, dopo che per mesi, il Parlamento Siciliano ha operato in palese difformità con il nostro Statuto, non provvedendo a sostituire l’onorevole Anna Finocchiaro perché dimessasi subito dopo l’insediamento della nuova Assemblea, la decisione assunta, nella giornata di ieri dalla Commissione di merito risulta offensiva e mortificante per i tanti siciliani che, già nelle elezioni per la Presidenza della Regione del 2006 e, ancora, in occasione delle più recenti elezioni del 2008, hanno manifestato uno straordinario consenso nei confronti dell’onorevole Rita Borsellino. Tale decisione, non solo tradisce e offende la volontà popolare ma rischia di ledere la credibilità della stessa Assemblea, da Lei presieduta, mortificando quello straordinario processo di partecipazione di tanti giovani, donne e uomini siciliani, che ha caratterizzato, in questi anni, l’impegno civile e politico di Rita Borsellino. Con questo nostro appello vogliamo richiamare la Sua attenzione e la responsabilità di ogni singolo parlamentare, affinché la decisione che il Parlamento andrà a prendere, nelle prossime settimane, possa essere nel contempo autorevole, ma anche capace di rispondere alla volontà popolare così chiaramente espressa, contribuendo a far sì che ogni cittadino possa tornare ad avere fiducia nelle istituzioni che lo rappresentano”. L’appello può essere sottoscritto sul sito ufficiale dell’associazione Un’altra Storia: www.unaltrastoria.org.
Walter Veltroni, segretario del Pd: «Sabato in piazza contro il governo della paura»
Intervista di Concita De Gregorio
Dietro al palco, alla manifestazione di sabato, ci sarà un grande pannello con una frase di Vittorio Foa. «Pensare agli altri oltre che a se stessi, al futuro oltre che al presente». Perché Vittorio, dice il segretario del Partito democratico Walter Veltroni, «aveva voglia di modernità e paura del passato: il contrario di una certa classe dirigente di questo paese. Era agli antipodi di coloro a cui il Pd dà fastidio e sperano e lavorano perché si frantumi. Io sono molto ottimista, invece, come Vittorio lo era. Sento crescere il fastidio verso un governo neopopulista che baratta la libertà con la capacità di decidere, che alimenta e si alimenta dell'insicurezza sociale e delle paure individuali». LEGGI TUTTO
Dietro al palco, alla manifestazione di sabato, ci sarà un grande pannello con una frase di Vittorio Foa. «Pensare agli altri oltre che a se stessi, al futuro oltre che al presente». Perché Vittorio, dice il segretario del Partito democratico Walter Veltroni, «aveva voglia di modernità e paura del passato: il contrario di una certa classe dirigente di questo paese. Era agli antipodi di coloro a cui il Pd dà fastidio e sperano e lavorano perché si frantumi. Io sono molto ottimista, invece, come Vittorio lo era. Sento crescere il fastidio verso un governo neopopulista che baratta la libertà con la capacità di decidere, che alimenta e si alimenta dell'insicurezza sociale e delle paure individuali». LEGGI TUTTO
Assolto dal reato di concorso in associazione mafiosa l'ex ministro Calogero Mannino
PALERMO - La Corte d'appello di Palermo ha assolto il senatore Calogero Mannino dall'accusa di concorso in associazione mafiosa. Confermando la sentenza di primo grado, i giudici hanno condannato la parte civile al risarcimento di tutte le spese processuali. La Corte è rimasta in Camera di consiglio quattro ore e mezzo. L'accusa aveva chiesto per Mannino la condanna a otto anni di reclusione."Giustizia è fatta. Ho atteso con pazienza e fiducia questa sentenza che ha confermato il verdetto di pimo grado". Lo ha detto il senatore dell'Udc Calogero Mannino, assolto dalla corte d'appello di Palermo dall'accusa di concorso in associazione mafiosa.
martedì, ottobre 21, 2008
Nasce "Libera Terra Mediterraneo"
LIBERA TERRA MEDITERRANEO è un nuovo soggetto imprenditoriale partecipato dalle cooperative di Libera Terra, nate grazie all'impegno di Libera, associazioni, nomi e numeri contro le mafie, e da altri soggetti nato per realizzare processi di collaborazione, nella direzione e coordinamento delle attività. E' stato costituito tra aziende che gravitano intorno al progetto Libera Terra e contribuiscono al suo sviluppo, diffusione e crescita con un ulteriore obiettivo: aprirsi a nuove collaborazioni verso gli agricoltori del territorio che condividano una idea di qualità fondata su produzioni che siano buone, pulite e giuste.
Per permettere a tutti i nostri compagni di viaggio di salutare la nascita di LIBERA TERRA MEDITERRANEO vogliamo invitarvi al seguente evento:
Corleone 29 ottobre 2008 ore 16:00, presso il C.I.D.M.A, presentazione dei responsabili delle cooperative che operano sulle terre confiscate alla mafia e fanno parte del consorzio con interventi di Humberto Oliveira, ministro dell'agricoltura familiare brasiliano, Lucio Cavazzoni, presidente "Libera Terra Mediterraneo", Piero Sardo, Fondazione Slow Food per la Biodiversità, Vincenzo Di Girolamo, Presidente Consorzio Sviluppo e Legalità e dei produttori del territorio vicini a Libera Terra. Modera: Giuseppe Gullo, Presidente Legacoop Agroalimentare Sicilia
Questa è la nostra solidarietà a Saviano
Anche oggi Marco ha preso il motorino, è uscito di casa e se n'è andato in cerca di notizie. Ha lavorato tutto il giorno e poi le ha mandate in internet a quelli che conosce. Fa anche un giornaletto (Catania Possibile) di cui finalmente anche i lettori hanno potuto vedere un numero (il primo solo i poliziotti incaricati di sequestrarlo in edicola) con relative inchieste. Non ci guadagna una lira e fa questo tipo di cose da una decina d'anni. Ha perso, per farle, la collaborazione all'Ansa, la possibilità di uno stipendio qualunque e persino di una paga precaria come scaricatore: anche qui, difatti, l'hanno licenziato in quanto "giornalista pacifista". Marco non ha paura (nè della fame sicura nè dei killer eventuali) ed è contento di quel che fa. (LEGGI TUTTO)
Riccardo Orioles
La Catena di San Libero n. 37322
Ottobre 2008
Riccardo Orioles
La Catena di San Libero n. 37322
Ottobre 2008
LORO E NOI
I giovani come li vogliono loro
Livorno, circondano in quindici un mendicante e lo riempiono di botte. Canicattì, aggrediscono in cinque un rumeno e lo mandano all'ospedale. Varese, aspettano in piazza una marocchina che non gli aveva ceduto il posto in autobus e le spaccano la faccia. Bergamo, in sette picchiano a sangue un quindicenne. Roma, rapinano in sei un transessuale e lo lasciano tramortito per terra.
I giovani come li vogliamo noi
Scuole e università occupate dagli studenti che cercano di evitare la privatizzazione di queste (all'università solo chi ha i soldi) e la razzializzazione di quelle (a scuola solo chi è bianco). Commenti ufficiali: "Aizzati dai communisti", "Non durerà", "Non serve a niente". Intanto son passati quarant'anni e ancora 'sta voglia di ribellarsi, al ragazzo italiano, non sono riusciti a levargliela di dosso (sarà il troppo italiano che s'insegna a scuola).
Riccardo Orioles
La Catena di San Libero n. 37322
Ottobre 2008
Livorno, circondano in quindici un mendicante e lo riempiono di botte. Canicattì, aggrediscono in cinque un rumeno e lo mandano all'ospedale. Varese, aspettano in piazza una marocchina che non gli aveva ceduto il posto in autobus e le spaccano la faccia. Bergamo, in sette picchiano a sangue un quindicenne. Roma, rapinano in sei un transessuale e lo lasciano tramortito per terra.
I giovani come li vogliamo noi
Scuole e università occupate dagli studenti che cercano di evitare la privatizzazione di queste (all'università solo chi ha i soldi) e la razzializzazione di quelle (a scuola solo chi è bianco). Commenti ufficiali: "Aizzati dai communisti", "Non durerà", "Non serve a niente". Intanto son passati quarant'anni e ancora 'sta voglia di ribellarsi, al ragazzo italiano, non sono riusciti a levargliela di dosso (sarà il troppo italiano che s'insegna a scuola).
Riccardo Orioles
La Catena di San Libero n. 37322
Ottobre 2008
Addio a Vittorio Foa, uno dei padri della sinistra
E' morto Vittorio Foa. A darne notizia, d'intesa con la famiglia, il segretario del Partito democratico Walter Veltroni. Foa era nato a Torino il 18 settembre del 1910. Si laureò in Giurisprudenza nel 1931 all'Università di Torino. Nel 1933 entrò in Giustizia e Libertà, movimento politico antifascista. Il 15 maggio 1935, all'età di 25 anni, venne arrestato a Torino in seguito alla segnalazione di un confidente dell'Ovra, quindi denunciato al Tribunale Speciale Fascista, che lo condannò a 15 anni di reclusione (nel 1936) per attività antifascista. Condivise la stessa cella con il musicista Massimo Mila.
LEGGI L'ARTICOLO DI GIORGIO BOCCA
LEGGI L'ARTICOLO DI GIORGIO BOCCA
Corleone, nasce il “Comitato per il Restauro della Chiesa di Sant’Antonio Abate”
Lo scorso sabato pomeriggio, presso i locali della chiesa di Santa Maria di Corleone, è stato costituito il “Comitato per il Restauro della Chiesa di Sant’Antonio Abate”. L’iniziativa, promossa dall’arch. Salvatore Saporito e dal dott. Elio Musacchia, è volta a sollecitare il finanziamento dei lavori di restauro della chiesa, ed a salvare, prima che sia troppo tardi, un pezzo di storia della città. Durante l’incontro è stato presentato il progetto di restauro della Chiesa, che ad oggi si trova presso l’Assessorato ai Beni Culturali della Regione Sicilia, in attesa di finanziamento. Il Comitato si sta già attivando per organizzare un importante convegno pubblico, fra circa un mese, per la presentazione dell’iniziativa. A tale appuntamento saranno invitati, oltre ai cittadini che hanno sicuramente a cuore la Chiesa di Sant’Antonio, anche gli organi istituzionali, regionali, provinciali e comunali, affinché possano impegnarsi da subito attraverso i finanziamenti regionali o i fondi europei di Agenda 2007-2013 a sostenere tale iniziativa.
lunedì, ottobre 20, 2008
Gli studenti universitari contro il ministro dell'Istruzione Maria Stella Gelmini
PALERMO - Giornata di mobilitazione negli atenei italiani, in agitazione per esprimere la contrarietà rispetto alla legge 133 che "mira a stravolgere il sistema universitario e il suo carattere pubblico". È quanto afferma l'Unione degli studenti universitari, spiegando che iniziative sono in corso, o previste per le prossime ore, a Palermo, Pavia, Ancona e Ferrara. Alcune migliaia di studenti universitari (15 mila secondo gli organizzatori) hanno sfilato a Palermo contro la riforma del ministro della Pubblica istruzione, Maria Stella Gelmini. Il corteo è partito dalla facoltà di Lettere e filosofia, all'interno della cittadella universitaria, in viale delle Scienze. "Non saremo noi a pagare per la vostra crisi" è lo striscione che apre il corteo, al quale partecipano anche docenti e dipendenti dell'Università. Alcuni studenti portano in spalla una bara di cartone con la scritta "Università", simulando il funerale dell'ateneo. Poche le bandiere, nessuna di partiti e di sindacati. "Questa è una manifestazione auto organizzata - gridano gli studenti con i megafoni - non permetteremo al ministro Germini di ammazzare l'università con la legge 133". La polizia, in tenuta antisommossa, ha respinto il tentativo degli studenti di forzare il cancello d'ingresso del palazzo del rettorato. Un gruppo di manifestanti ha cercato di superare il blocco di poliziotti e carabinieri che sono schierati proprio davanti al cancello. Per allentare la tensione, il rettore Giuseppe Silvestri ha accettato di scendere dal palazzo e di parlare con gli studenti, rifiutando la proposta fatta da una delegazione di aprire le porte del rettorato per consentire ai manifestanti di entrare nel piazzale. Poi ha fatto entrare gli agenti di polizia ed i carabinieri all'interno del palazzo. Il rettore, con un megafono, ha parlato agli studenti sostenendo la propria contrarietà alle misure previste dalla riforma Gelmini ed in particolare "alla trasformazione delle Università statali in fondazioni". Studenti di Scienze politiche dell'Università di Catania hanno occupato l'aula magna della facoltà, rimanendovi in assemblea permanente, per "protestare contro la legge Gelmini, contro i tagli di oltre un miliardo e mezzo di euro previsti a danno degli ateneì". I promotori dell'iniziativa annunciano che "la mobilitazione è l'inizio di un percorso di lotta che da domani coinvolgerà altre facoltà dell'Università di Catania".
AVANTI POPOLO. No, non si può dire solo no
di Alessandro Robecchi
Le solenni parole presidenziali a proposito della riforma della scuola del ministro Tremonti (mandante) e della ministra Gelmini (esecutrice materiale) suonano in questo modo: «Non si può dire solo no». Ha ragione. Davanti alla proposta che per migliorare l'unica scuola che funziona degnamente (le elementari) bisogna cacciare 87 mila maestre e ridurre le ore di insegnamento, non si può dire solo no. Si può anche dire: «No, siete dei banditi!». Concordo che dire solo no non basta. Conosco precari che nella scuola non entreranno mai, i quali dicono addirittura: «No, manco morti!». E so di persone moderate e responsabili che di fronte alla proposta delle classi di concentramento per bambini stranieri hanno addirittura sbottato: «No, vaffanculo!». Ma poi, preso da un brivido, sono andato a controllare tutte le volte che si è detto sempre no, o solo no, insomma che si è detto di no. Il lodo Alfano, per esempio. Il no è suonato talmente alto e vigoroso che il lodo Alfano è legge, e tanti saluti al processo per corruzione del solito noto. Sulla truffa Alitalia (i debiti a noi e gli affari agli amichetti), il no ha tanto rimbombato che persino il capo dell'opposizione si è vantato di aver detto sì. Sarò smemorato, ma non riesco a farmi venire in mente quando e come si è detto no l'ultima volta. Ci penso da due giorni, sta diventando un'ossessione: cazzo, abbiamo detto no? Ma quando? Su cosa? Sulla base di Vicenza? Sull'esercito nelle strade? Sulle cretine ordinanze in materia di sicurezza? Sull'espulsione e sulla galera per i clandestini ha detto no l'Europa, sempre sia lodata se ha fatto girare i maroni a Maroni. Ma altri no alle porcate di questi sei mesi non ne ho sentiti. Ieri l'altro erano in piazza in mezzo milione. Non dicevano solo no. Dicevano: «No, e mo' basta!». Un brivido antico, che è bene riprovare.
Le solenni parole presidenziali a proposito della riforma della scuola del ministro Tremonti (mandante) e della ministra Gelmini (esecutrice materiale) suonano in questo modo: «Non si può dire solo no». Ha ragione. Davanti alla proposta che per migliorare l'unica scuola che funziona degnamente (le elementari) bisogna cacciare 87 mila maestre e ridurre le ore di insegnamento, non si può dire solo no. Si può anche dire: «No, siete dei banditi!». Concordo che dire solo no non basta. Conosco precari che nella scuola non entreranno mai, i quali dicono addirittura: «No, manco morti!». E so di persone moderate e responsabili che di fronte alla proposta delle classi di concentramento per bambini stranieri hanno addirittura sbottato: «No, vaffanculo!». Ma poi, preso da un brivido, sono andato a controllare tutte le volte che si è detto sempre no, o solo no, insomma che si è detto di no. Il lodo Alfano, per esempio. Il no è suonato talmente alto e vigoroso che il lodo Alfano è legge, e tanti saluti al processo per corruzione del solito noto. Sulla truffa Alitalia (i debiti a noi e gli affari agli amichetti), il no ha tanto rimbombato che persino il capo dell'opposizione si è vantato di aver detto sì. Sarò smemorato, ma non riesco a farmi venire in mente quando e come si è detto no l'ultima volta. Ci penso da due giorni, sta diventando un'ossessione: cazzo, abbiamo detto no? Ma quando? Su cosa? Sulla base di Vicenza? Sull'esercito nelle strade? Sulle cretine ordinanze in materia di sicurezza? Sull'espulsione e sulla galera per i clandestini ha detto no l'Europa, sempre sia lodata se ha fatto girare i maroni a Maroni. Ma altri no alle porcate di questi sei mesi non ne ho sentiti. Ieri l'altro erano in piazza in mezzo milione. Non dicevano solo no. Dicevano: «No, e mo' basta!». Un brivido antico, che è bene riprovare.
PAROLE E SILENZI. Quando i gesti sono simboli
di Domenico Valter Rizzo
Un magistrato, una donna, Anna Canepa, che torna in Sicilia dopo anni trascorsi al nord, avendo lasciato l’Isola a seguito di un attentato ai suoi danni ordito da Cosa nostra; un Papa che si reca in pellegrinaggio in terra di camorra, ma di camorra sceglie di non parlare. Due scelte compiute a poche ore di distanza in luoghi diversi e dettate da motivazioni assolutamente indipendenti. Entrambe le scelte hanno però un tratto comune ed è quello del loro valore simbolico. LEGGI TUTTO
Un magistrato, una donna, Anna Canepa, che torna in Sicilia dopo anni trascorsi al nord, avendo lasciato l’Isola a seguito di un attentato ai suoi danni ordito da Cosa nostra; un Papa che si reca in pellegrinaggio in terra di camorra, ma di camorra sceglie di non parlare. Due scelte compiute a poche ore di distanza in luoghi diversi e dettate da motivazioni assolutamente indipendenti. Entrambe le scelte hanno però un tratto comune ed è quello del loro valore simbolico. LEGGI TUTTO
domenica, ottobre 19, 2008
Vi racconto una fiaba…
C’era una volta in un paese interno della Sicilia (non era Corleone, per carità!) un sindaco (nessun riferimento all’attuale sindaco Antonino Iannazzo, esponente di punta di Alleanza Nazionale, sia chiaro!) che si credeva di destra e… di sinistra, di maggioranza e… di opposizione, antimafioso e… non solo. Questo sindaco, dopo aver assunto in maniera clientelare (con i suoi amici) decine di operai dai quali pretendeva regolarmente i voti anche… per il consiglio di amministrazione del condominio, un giorno decise di sbarazzarsene, riducendo il loro orario di lavoro ad una sola ora al giorno. Un gesto di disprezzo nei confronti di persone considerate poco più di cose. Ma queste persone tirarono fuori l’orgoglio, si iscrissero al sindacato ed una mattina, esasperati, entrarono senza preavviso nel gabinetto del sindaco. D’altra parte, ricordavano ancora che in campagna elettorale proprio questo sindaco aveva detto e ripetuto che il municipio era la casa di tutti i cittadini! Ma la campagna elettorale era finita da un pezzo e ormai il municipio era … cosa loro. Portineria con filtri rigorosissimi a piano terra, telefonata ai carabinieri e ai vigili urbani per chiedere lo sgombero (forzato e immediato) del gabinetto invaso dagli scalmanati operai! E, come se non bastasse, minaccia di denuncia per occupazione di locali pubblici e rifiuto di incontrare una delegazione sindacale, senza una preventiva richiesta scritta.
Questo sindaco si sentiva un “furbetto” di quattro cotte, perché il “lavoro sporco” lo faceva fare agli altri. Infatti, incaricò un suo “intelligentissimo” assessore di tenere subito una riunione “amichevole” con gli operai ribelli. «Cancellatevi dal sindacato, altrimenti vi finirà male!», disse loro. Minacce? Assolutamente no. Semplici e amorevoli consigli. Infatti, il sindacato a cui si erano iscritti gli operai di questo paese dell’interno era diretto da un energumeno, un pericoloso “estremista”, uno che sa solo fare danno agli operai. Cancellarsi da questo sindacato era loro interesse, altro che! Non a caso, il sindaco di destra e di sinistra, di governo e di opposizione, antimafioso e non solo, per il troppo amore nei confronti degli operai, telefonò persino al segretario generale del sindacato (che nemmeno conosceva) per invitarlo (spassionatamente) a “liberarsi” di quel segretario locale, troppo pericoloso e troppo “estremista”, capace solo di fare danno. Se questa non è filantropia…
(I puntata – continua)
20 ottobre 2008
Questo sindaco si sentiva un “furbetto” di quattro cotte, perché il “lavoro sporco” lo faceva fare agli altri. Infatti, incaricò un suo “intelligentissimo” assessore di tenere subito una riunione “amichevole” con gli operai ribelli. «Cancellatevi dal sindacato, altrimenti vi finirà male!», disse loro. Minacce? Assolutamente no. Semplici e amorevoli consigli. Infatti, il sindacato a cui si erano iscritti gli operai di questo paese dell’interno era diretto da un energumeno, un pericoloso “estremista”, uno che sa solo fare danno agli operai. Cancellarsi da questo sindacato era loro interesse, altro che! Non a caso, il sindaco di destra e di sinistra, di governo e di opposizione, antimafioso e non solo, per il troppo amore nei confronti degli operai, telefonò persino al segretario generale del sindacato (che nemmeno conosceva) per invitarlo (spassionatamente) a “liberarsi” di quel segretario locale, troppo pericoloso e troppo “estremista”, capace solo di fare danno. Se questa non è filantropia…
(I puntata – continua)
20 ottobre 2008
Antimafia. Il Cidma non paga l'affitto, il Comune di Palermo lo sfratta
(ANSA) - PALERMO, 18 OTT - Il Centro internazionale di documentazione sulle mafie e del movimento antimafia (Cidma) e' stato sfrattato dal comune di Palermo per non avere mai pagato l'affitto. In totale, il Centro deve al comune 4.306,12 euro, l'equivalente di sei mensilita' (615,16 euro al mese) relative al periodo marzo-settembre 2008.Il Cidma, la cui sede principale e' a Corleone, aveva avuto in custodia dal settore immobiliare del comune lo scorso marzo due appartamenti all'interno di Palazzo Palagonia, edificio storico in via Alloro, di cui c'e' traccia in documenti del XVI secolo. Il centro avrebbe dovuto utilizzare i locali per attivita' antimafia, contro il terrorismo e a favore dell'integrazione degli immigrati. LEGGI TUTTO
Corleone, Scuola agraria e Coop "Lavoro e non solo" insieme per coltivare un terreno confiscato
Ieri è accaduto un fatto nuovo. La Cooperativa “Lavoro e Non Solo” ha condiviso con l'Istituto Agrario di Corleone l'aratura del terreno assegnato da molti anni alla scuola, ma ancora non utilizzato. Quindi, alla presenza degli studenti e di alcuni insegnanti, i nostri trattori hanno arato quella terra, confiscata alla famiglia Grizzaffi, per renderla utilizzabile in qualità di "laboratorio per la coltivazione". Un fatto molto importante , che segna un nuovo percorso scolastico. Per noi? La felicità di renderci utili alla comunità corleonese, di far conoscere agli studenti del territorio l'impegno dell'antimafia sociale non mediatico o convegnistico ma reale e concreto del paese. Dopo tanti anni di miopia e dimenticanza quel terreno è tornato a vivere!! Ora saranno gli studenti del corleonese a farsene carico, a renderlo utile e produttivo. Vi posso garantire che tutto questo non è poco lì!!
Tra pochi giorni prenderà avvio in Toscana la carovana antimafie, molte saranno le scuole che incontreremo; proporremo a tutte di pensare ad un gemellaggio con l'Istituto Agrario di Corleone? Ce la faremo? Intanto lunedi prossimo sarà un giorno di arrivo: 52 studenti dell'Istituto d'Arte di Siena e 14 volontari del CEIS di Viareggio.In questo momento vi sono 4 ragazze volontarie di Firenze, Montecatini e Capannori!! In molti mi chiedono: ma quando si conclude questo progetto? La risposta rischia di essere "credo che vi siano delle incertezze nel prevedere una sua conclusione!"
Maurizio Pascucci
Esecutivo Arci Toscana
Coordinatore Progetto Liberarci dalle Spine
FOTO. Il trattore della coop "Lavoro e non solo" ara il terreno assegnato alla Scuola Agraria
Tra pochi giorni prenderà avvio in Toscana la carovana antimafie, molte saranno le scuole che incontreremo; proporremo a tutte di pensare ad un gemellaggio con l'Istituto Agrario di Corleone? Ce la faremo? Intanto lunedi prossimo sarà un giorno di arrivo: 52 studenti dell'Istituto d'Arte di Siena e 14 volontari del CEIS di Viareggio.In questo momento vi sono 4 ragazze volontarie di Firenze, Montecatini e Capannori!! In molti mi chiedono: ma quando si conclude questo progetto? La risposta rischia di essere "credo che vi siano delle incertezze nel prevedere una sua conclusione!"
Maurizio Pascucci
Esecutivo Arci Toscana
Coordinatore Progetto Liberarci dalle Spine
FOTO. Il trattore della coop "Lavoro e non solo" ara il terreno assegnato alla Scuola Agraria
Corleone, il diario degli studenti amercani della Syracuse University, dopo il lavoro sui terreni confiscati alla mafia
di Weston Scott
Lo scorso fine settimana gli studenti della Syracuse University di Firenze hanno viaggiato verso la Sicilia per visitare luoghi storici, in relazione a ciascuna delle nostre diverse classi, e per lavorare nei campi che erano stati occupati dalla mafia. Siamo rimasti due notti e una mezza giornata a Corleone, lavorando nei campi di pomodori...
***
This last weekend students from the University of Syracuse traveled to Sicily to visit historical sites relating to each of our different classes, and to work in the fields that were once occupied by the mafia. We spent two nights in Corleone and half of a day working the tomato fields... (LEGGI TUTTO - Versione italiana e versione inglese)
Lo scorso fine settimana gli studenti della Syracuse University di Firenze hanno viaggiato verso la Sicilia per visitare luoghi storici, in relazione a ciascuna delle nostre diverse classi, e per lavorare nei campi che erano stati occupati dalla mafia. Siamo rimasti due notti e una mezza giornata a Corleone, lavorando nei campi di pomodori...
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This last weekend students from the University of Syracuse traveled to Sicily to visit historical sites relating to each of our different classes, and to work in the fields that were once occupied by the mafia. We spent two nights in Corleone and half of a day working the tomato fields... (LEGGI TUTTO - Versione italiana e versione inglese)
sabato, ottobre 18, 2008
Senzatetto, braccio di ferro sull´ospizio occupato
I senzatetto vogliono ristrutturarlo. L´Unitalsi: "Lo avevano promesso a noi"
di Sara Scarafia
Hanno già speso 1.200 euro per cercare di rimettere a nuovo l´ex centro per anziani che occupano da quasi una settimana. Ma presto potrebbero trovarsi costretti a lasciarlo: la struttura di via Valverde, che i senzatetto hanno occupato dopo aver abbandonato la cattedrale, è già assegnata a un´altra associazione.Si tratta della Unitalsi, quella che organizza i viaggi a Lourdes, e che adesso la rivuole indietro. «La Regione ce l´ha assegnata un anno fa - dice il presidente, Giuseppe Andriolo - abbiamo pagato una cauzione e mesi di affitto anticipato. Non ci siamo ancora andati perché doveva essere risistemata, e i lavori erano già partiti a settembre. Siamo sotto sfratto e abbiamo bisogno di una sede. Sono umanamente vicino ai senzatetto, ma quella struttura è stata assegnata a noi». LEGGI TUTTO
di Sara Scarafia
Hanno già speso 1.200 euro per cercare di rimettere a nuovo l´ex centro per anziani che occupano da quasi una settimana. Ma presto potrebbero trovarsi costretti a lasciarlo: la struttura di via Valverde, che i senzatetto hanno occupato dopo aver abbandonato la cattedrale, è già assegnata a un´altra associazione.Si tratta della Unitalsi, quella che organizza i viaggi a Lourdes, e che adesso la rivuole indietro. «La Regione ce l´ha assegnata un anno fa - dice il presidente, Giuseppe Andriolo - abbiamo pagato una cauzione e mesi di affitto anticipato. Non ci siamo ancora andati perché doveva essere risistemata, e i lavori erano già partiti a settembre. Siamo sotto sfratto e abbiamo bisogno di una sede. Sono umanamente vicino ai senzatetto, ma quella struttura è stata assegnata a noi». LEGGI TUTTO
L’ultima lettera di Adolfo Parmaliana
E' di quattro pagine fitte di dolore, rabbia e verità, la lettera che Adolfo Parmaliana ha scritto prima di suicidarsi lo scorso 2 ottobre. Dopo aver denunciato mafiosi e politici, il prof Parmaliana parla di un altro clan di fronte al quale ha voluto, fino in fondo, rivendicare le sue scelte di uomo libero. A seguire la lettera pubblicata da L'Espresso:
La Magistratura barcellonese/messinese vorrebbe mettermi alla gogna vorrebbe umiliarmi, delegittimarmi, mi sta dando la caccia perché ho osato fare il mio dovere di cittadino denunciando il malaffare, la mafia, le connivenze, le coperture e le complicità di rappresentanti dello Stato corrotti e deviati. Non posso consentire a questi soggetti di offendere la mia dignità di uomo, di padre, di marito, di servitore dello Stato e docente universitario.Non posso consentire a questi soggetti di farsi gioco di me e di sporcare la mia immagine, non posso consentire che il mio nome appaia sul giornale alla stessa stregua di quello di un delinquente. Hanno deciso di schiacciarmi, di annientarmi. LEGGI TUTTO
La Magistratura barcellonese/messinese vorrebbe mettermi alla gogna vorrebbe umiliarmi, delegittimarmi, mi sta dando la caccia perché ho osato fare il mio dovere di cittadino denunciando il malaffare, la mafia, le connivenze, le coperture e le complicità di rappresentanti dello Stato corrotti e deviati. Non posso consentire a questi soggetti di offendere la mia dignità di uomo, di padre, di marito, di servitore dello Stato e docente universitario.Non posso consentire a questi soggetti di farsi gioco di me e di sporcare la mia immagine, non posso consentire che il mio nome appaia sul giornale alla stessa stregua di quello di un delinquente. Hanno deciso di schiacciarmi, di annientarmi. LEGGI TUTTO
NEL CONTINENTE NERO. Totò e Mirello alla scoperta dell' Africa
di Alfio Sciacca
“La fatica pià grossa? Baciare. Da quelle parti non è come in Sicilia. Ad ogni bacio loro rispondono con altri tre e dunque era tutto moltiplicato. Non si finiva mai”. Totò “vasa-vasa” torna fiaccato dopo dieci giorni di campagna elettorale in Africa, per la precisione in Congo. Nel continente nero l'ex governatore siciliano è andato a sostenere “l'amico” Eugene Diomi Ndongata, leader della Démocratie chretienne congolaise (la Dc locale, attualmente all'opposizione) e lo ha fatto come sa fare lui. Baci e abbracci a non finire che “hanno messo a dura prova la mia resistenza fisica”. Una missione per conto del partito. LEGGI TUTTO
“La fatica pià grossa? Baciare. Da quelle parti non è come in Sicilia. Ad ogni bacio loro rispondono con altri tre e dunque era tutto moltiplicato. Non si finiva mai”. Totò “vasa-vasa” torna fiaccato dopo dieci giorni di campagna elettorale in Africa, per la precisione in Congo. Nel continente nero l'ex governatore siciliano è andato a sostenere “l'amico” Eugene Diomi Ndongata, leader della Démocratie chretienne congolaise (la Dc locale, attualmente all'opposizione) e lo ha fatto come sa fare lui. Baci e abbracci a non finire che “hanno messo a dura prova la mia resistenza fisica”. Una missione per conto del partito. LEGGI TUTTO
Centrodestra in Sicilia: molti voti e poche idee
di AGOSTINO SPATARO
A diversi mesi dal suo insediamento, il governo di Raffaele Lombardo non riesce ad uscire dal suo faticoso rodaggio. Appare, infatti, imbrigliato in una situazione politica incerta, segnata da dissensi e scontri clamorosi su materie delicate e qualificanti come l’energia, la spesa sanitaria, il riordino dell’amministrazione e della pletora di enti e società attorno a cui ruotano interessi forti, elettorali ed affaristici. Non a caso, su taluni di questi problemi la giunta di governo è arrivata a spaccarsi esattamente a metà, con serie ripercussioni sulla coesione della stessa maggioranza all’Assemblea regionale. LEGGI TUTTO
A diversi mesi dal suo insediamento, il governo di Raffaele Lombardo non riesce ad uscire dal suo faticoso rodaggio. Appare, infatti, imbrigliato in una situazione politica incerta, segnata da dissensi e scontri clamorosi su materie delicate e qualificanti come l’energia, la spesa sanitaria, il riordino dell’amministrazione e della pletora di enti e società attorno a cui ruotano interessi forti, elettorali ed affaristici. Non a caso, su taluni di questi problemi la giunta di governo è arrivata a spaccarsi esattamente a metà, con serie ripercussioni sulla coesione della stessa maggioranza all’Assemblea regionale. LEGGI TUTTO
Cosentino, il sottosegretario in quota Casalesi
di Enrico Fierro
Silvio Berlusconi lo ha rassicurato. «Nicola vai avanti». Ma lui, Nicola, non è affatto tranquillo. Stiamo parlando dell’onorevole Nicola Cosentino, potentissimo sottosegretario all’Economia. La sua faccia occupa tutta intera la copertina de l’Espresso in edicola, gli articoli raccontano l’ultima (?) puntata di una storia di camorra e politica, casalesi e voti, affari e soldi del clan più potente e feroce della Campania. Parlano i pentiti, arrivati a cinque e sgranano il rosario dei legami dell’onorevole e della sua famiglia con Francesco Schiavone, Sandokan, Michele Zagaria, Francesco Bidognetti, Cicciotto ’e Mezzanotte. L’onorevole, dicevamo, non si sente affatto tranquillizzato dalle parole di Berlusconi o dalla solidarietà di maniera del ministro Gianfranco Rotondi, che paragona la sua vicenda a quella di Giulio Andreotti e del bacio con Riina. L’inchiesta c’è, i riscontri incrociati delle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia pure e l’onorevole sottosegretario è indagato dalla procura antimafia di Napoli. LEGGI TUTTO
Silvio Berlusconi lo ha rassicurato. «Nicola vai avanti». Ma lui, Nicola, non è affatto tranquillo. Stiamo parlando dell’onorevole Nicola Cosentino, potentissimo sottosegretario all’Economia. La sua faccia occupa tutta intera la copertina de l’Espresso in edicola, gli articoli raccontano l’ultima (?) puntata di una storia di camorra e politica, casalesi e voti, affari e soldi del clan più potente e feroce della Campania. Parlano i pentiti, arrivati a cinque e sgranano il rosario dei legami dell’onorevole e della sua famiglia con Francesco Schiavone, Sandokan, Michele Zagaria, Francesco Bidognetti, Cicciotto ’e Mezzanotte. L’onorevole, dicevamo, non si sente affatto tranquillizzato dalle parole di Berlusconi o dalla solidarietà di maniera del ministro Gianfranco Rotondi, che paragona la sua vicenda a quella di Giulio Andreotti e del bacio con Riina. L’inchiesta c’è, i riscontri incrociati delle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia pure e l’onorevole sottosegretario è indagato dalla procura antimafia di Napoli. LEGGI TUTTO
L'Authority ai telegiornali: "Troppo spazio al governo di Silvio Berlusconi"
Superato il tetto del 33%. Nel mirino Mediaset e Tg2
di ALDO FONTANAROSA
ROMA - E' il governo a dominare la scena nell'informazione dei nostri telegiornali. Il predominio è più evidente nei notiziari Mediaset (incluso il Tg5 di Mimun). Ma anche il Tg2 non scherza. L'Autorità per le Comunicazioni chiede ora alle reti pubbliche e private di riequilibrare. L'Autorità scatta una fotografia che va da aprile a settembre 2008. E' un'istantanea rilevante perché descrive la situazione dalla nascita del nuovo esecutivo fino quasi ad oggi. Segnali di squilibrio si notano intanto nelle trasmissioni di approfondimento. Ma sono i telegiornali - scrive l'Autorità - a commettere i peccati più gravi. La disparità è doppia: il governo parla più delle opposizioni; alcune forze politiche (di maggioranza) parlano più, molto più di ogni altra. Per questo i telegiornali sono adesso invitati a un effettivo pluralismo. L'Autorità ammette che non siamo certo in periodo elettorale, quando le regole sulle "pari opportunità" sono rigide, severe. Ma la legge vuole che le redazioni rispettino i principi di "correttezza e parità di trattamento" in qualsiasi momento dell'anno, ogni giorno, ad ogni edizione di Tg. LEGGI TUTTO
di ALDO FONTANAROSA
ROMA - E' il governo a dominare la scena nell'informazione dei nostri telegiornali. Il predominio è più evidente nei notiziari Mediaset (incluso il Tg5 di Mimun). Ma anche il Tg2 non scherza. L'Autorità per le Comunicazioni chiede ora alle reti pubbliche e private di riequilibrare. L'Autorità scatta una fotografia che va da aprile a settembre 2008. E' un'istantanea rilevante perché descrive la situazione dalla nascita del nuovo esecutivo fino quasi ad oggi. Segnali di squilibrio si notano intanto nelle trasmissioni di approfondimento. Ma sono i telegiornali - scrive l'Autorità - a commettere i peccati più gravi. La disparità è doppia: il governo parla più delle opposizioni; alcune forze politiche (di maggioranza) parlano più, molto più di ogni altra. Per questo i telegiornali sono adesso invitati a un effettivo pluralismo. L'Autorità ammette che non siamo certo in periodo elettorale, quando le regole sulle "pari opportunità" sono rigide, severe. Ma la legge vuole che le redazioni rispettino i principi di "correttezza e parità di trattamento" in qualsiasi momento dell'anno, ogni giorno, ad ogni edizione di Tg. LEGGI TUTTO
giovedì, ottobre 16, 2008
Corleone, la vertenza degli operai delle pulizie. Vi racconto… la democraticissima amministrazione comunale di Corleone
È normale che possa esplodere la rabbia degli operai della pulizia del Comune, se fino a ieri avevano un (povero) contratto di lavoro di 2 ore e mezza al giorno, che adesso è stato ridotto ad un (miserabile) contratto di lavoro di appena un’ora giornaliera. E che questa rabbia possa manifestarsi attraverso una simbolica occupazione del gabinetto del sindaco, sicuramente colpevole di avere ridotto da 150 mila a 75 mila euro l’anno lo stanziamento per l’espletamento del servizio, appare abbastanza comprensibile. Anche perché non chiedono che di avere nuovamente un contratto di 2 ore e mezza al giorno. Molto meno comprensibile è stata la reazione improntata ad un autoritarismo fuori luogo da parte del sindaco (l’esponente di An, Antonino Iannazzo), che ieri mattina ha chiamato polizia, carabinieri e vigili urbani, intimando loro di cacciare via gli operai. LEGGI TUTTO
Ciancimino jr deve al fisco 42 milioni
Palermo. Stangata record della Finanza sui redditi del patrimonio occulto del padre. Applicata la norma Bersani per tassare retroattivamente i proventi di reati
di GABRIELE ISMAN
Una maxi evasione fiscale da oltre 42 milioni di euro: 42.504.137,02 per chiama l´esattezza dei numeri. E l´evasore è davvero eccellente: MassimoCiancimino, figlio di don Vito, l´ex sindaco di Palermo. Ad accertarla èstato il comando provinciale della Guardia di finanza, guidato dal generaleCarlo Ricozzi, attraverso il gruppo Entrate. Secondo i finanzieri,Ciancimino jr avrebbe occultato redditi derivanti da proventi illeciti trail 2002 e il 2004, conseguiti per effetto della gestione e del riciclaggioda parte di prestanome, degli ingenti capitali riconducibili al cosiddetto"patrimonio occulto", accumulato dal padre. LEGGI TUTTO
CENTRODESTRA IN SICILIA, MOLTI VOTI E POCHE IDEE
di AGOSTINO SPATARO
A diversi mesi dal suo insediamento, il governo di Raffaele Lombardo non riesce ad uscire dal suo faticoso rodaggio. Appare, infatti, imbrigliato in una situazione politica incerta, segnata da dissensi e scontri clamorosi su materie delicate e qualificanti come l’energia, la spesa sanitaria, il riordino dell’amministrazione e della pletora di enti e società attorno a cui ruotano interessi forti, elettorali ed affaristici. Non a caso, su taluni di questi problemi la giunta di governo è arrivata a spaccarsi esattamente a metà, con serie ripercussioni sulla coesione della stessa maggioranza all’Assemblea regionale. LEGGI TUTTO
A diversi mesi dal suo insediamento, il governo di Raffaele Lombardo non riesce ad uscire dal suo faticoso rodaggio. Appare, infatti, imbrigliato in una situazione politica incerta, segnata da dissensi e scontri clamorosi su materie delicate e qualificanti come l’energia, la spesa sanitaria, il riordino dell’amministrazione e della pletora di enti e società attorno a cui ruotano interessi forti, elettorali ed affaristici. Non a caso, su taluni di questi problemi la giunta di governo è arrivata a spaccarsi esattamente a metà, con serie ripercussioni sulla coesione della stessa maggioranza all’Assemblea regionale. LEGGI TUTTO
mercoledì, ottobre 15, 2008
L´analisi. Lasciamo alle coop i beni confiscati
di GIOVANNI ABBAGNATO
Il dibattito regionale sugli strumenti istituzionali per il contrasto alla mafia aveva fatto emergere la necessità che, dopo le esperienze non entusiasmanti in altre legislature, la nuova Commissione regionale antimafia dovesse essere ispirata a una cultura politica diversa dal solito consociativismo dell´Ars: una cultura che ne esaltasse il rigore etico e l´efficacia nell´intervento. La recente composizione della commissione aveva lasciato qualche perplessità, che i primi atti confermano. A partire, per esempio, dall´assenza di qualsiasi commento per la presenza nella Commissione di un parlamentare come il deputato Salvino Caputo, già rinviato a giudizio per falsa testimonianza aggravata in un processo per fatti di mafia, e per il quale sono stati chiesti cinque anni di carcere e l´interdizione perpetua dai pubblici uffici. LEGGI TUTTO
A Palermo e Piana degli Albanesi, ricordando Giovanni Orcel e ragionando sul futuro
La Sicilia (e l’Italia) oggi sarebbero sicuramente più sviluppate se la “questione agraria”, che si era posta con forza alla fine del 1800 e subito dopo le due guerre mondiali, fosse stata affrontata e risolta dal punto di vista del movimento contadino. Invece, il presidente del consiglio Francesco Crispi all’epoca dei Fasci (1892-94), i governi liberali durante il “biennio rosso” (1919-20) e i governi a guida Dc nel secondo dopoguerra (1948-50) preferirono stare dalla parte degli agrari assenteisti, che affidavano i loro feudi ai gabelloti mafiosi, tollerando (e a volte “promuovendo”) la sistematica repressione del movimento contadino e operaio meridionale, sfociata spesso in delitti e stragi. Un delitto particolare fu quello consumato a Palermo la sera del 14 ottobre 1920. A cadere sotto i colpi di pugnale di un killer fu Giovanni Orcel, capo degli operai metallurgici, ma anche leader dell’ala intransigente del Partito socialista. LEGGI TUTTO
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