Che elettoralmente il centrodestra sia stra-forte anche a Corleone, nessuno lo contesta. Specie dopo “l’unificazione” a tappe forzate dei sostenitori del sindaco Iannazzo e di tanta parte dei sostenitori dell’ex sindaco Nicolosi, i numeri sono chiarissimi: 13 consiglieri di maggioranza e solo 7 di minoranza. Questi numeri, però, hanno dato alla testa al giovane sindaco, tanto da fargli ritenere possibile anche modificare il logo del comune. Non ci credete? E allora guardate il logo del comune di Roma, sotto vi leggerete “Città di Roma”; guardate quello del comune di Palermo, sotto vi leggerete “Città di Palermo”. E, fino a poco tempo fa, sotto il leone rampante col cuore in mano, che rappresenta il logo del comune di Corleone, vi si poteva leggere “Città di Corleone”. Da qualche giorno non è più così. Da qualche giorno, sotto il logo c’è scritto: “Il Sindaco A. Iannazzo”. Almeno così abbiamo letto nel manifesto di Arci-Dialogos, che pubblicizza la festa di sabato prossimo. «Ma non sarebbe stato più normale sotto il logo scrivere “Città di Corleone”?», abbiamo chiesto ai dirigenti del circolo. «Volevamo fare così, ma l’amministrazione ci ha imposto di scrivere il nome del sindaco…». È vero che un’imposizione produce effetti se c’è qualcuno disposto a subirla, ma questo nulla toglie alla “modestia” del sindaco e alla sua riconosciuta sensibilità democratica…
d.p.
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