Libero Grassi è ancora abbastanza famoso, ma la fama che raggiunse una ventina d' anni fa è forse pari a quella di pochi altri personaggi. Come molti altri personaggi di cui ho parlato in precedenza, è stata una figura che ha tentato, per certi versi invano, di opporsi alle estorsioni mafiose.
Nato a Catania il 19 Luglio 1924, Grassi nacque da una famiglia antifascista, al punto che venne chiamato Libero in onore dell' omicidio di Giacomo Matteotti. Trasferitosi con la famiglia a Palermo all' età di otto anni, Grassi crebbe con sentimenti cintrari ad ogni forma di segregazione ed oppressione. Studiò Scienze Politiche a Roma durante la seconda guerra mondiale, entrando in seminario per non essere mandato al fronte. Intrapresa la carriera di commerciante (come il padre), andò a vivere a Gallarate, dove fece fortuna e tornò nella sua regione per aprire una fabbrica tessile. Dopo una breve carriera politica, cominciò ad avere problemi con la mafia, che aveva preso di mira la sua attività, pretendendo il pagamento del pizzo. Grassi fece una cosa che pochi avevano avuto il coraggio di fare; si rifiutò di pagare. Secondo alcune stime, sotto ricatto erano il 50% dei commercianti palermitani. Nonostante fosse stato aiutato dai suoi dipendenti, Cosa Nostra non poteva accettare una cosa del genere e decisero di porre fine alla sua vita, cosa che fecero il 29 Agosto 1991. I mandanti dell' omicidio, Totò Riina, Pietro Aglieri e Bernardo Provenzano (anche se probabilmente non ne sono responsabili solo loro), sono stati condannati all' ergastolo solo nel 2004. Gli esecutori, Francesco e Salvino Madonia, sono stati processati e condannati ad Ottobre del 2006. Grassi è morto perchè aveva ragione, ma la cosa mgliore è stata che dopo l' arresto di Provenzano, un centinaio di commercianti di Palermo, assieme alla vedova di Grassi e ai suoi figli, hanno dichiarato di essere stanchi di pagare senza ragione e hanno smesso di sborsare i soldi per il pizzo. Un centinaio sono pochi, ma si spera che sia un primo focolaio di un futuro positivo per la Sicilia.
"Non sono un pazzo, sono un imprenditore e non mi piace pagare. Non condivido le mie scelte con i mafiosi, faccio l’imprenditore da tanti anni e voglio rimanere libero", disse Libero Grassi a Samarcanda, Rai 3.
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