“La Regione deve favorire l’imprenditoria sana e i commercianti che si ribellano al racket. Per questo le imprese che negano di pagare il pizzo o che non denunciano devono essere escluse dalle gare d’appalto pubblico”. La proposta è del Partito Democratico che all’Ars ha presentato una mozione (primo firmatario il presidente del gruppo, Antonello Cracolici) con la quale si chiede di inserire le cosiddette ‘clausole sirena’ in tutti i bandi e capitolati per l’affidamento di lavori e per l’acquisto di beni e servizi. Sono chiamate ‘clausole sirena’ perché, come un ‘richiamo’, intendono orientare gli imprenditori e i commercianti verso il percorso della legalità e della denuncia.
“In questo modo – dice Cracolici – vogliamo offrire uno strumento in più per poter dire ‘no’ al pizzo: non denunciando, infatti, l’impresa non si vedrebbero affidato il lavoro o il contratto d’appalto sarebbe rescisso. In questo senso proprio in Sicilia abbiamo recenti esempi di imprese cooperative come ‘la Sicilia’ di Bagheria, che con coraggio ha denunciato i propri estortori collaborando con le istituzioni e le forze dell’ordine. La nostra iniziativa - conclude il presidente del gruppo PD - vuol fare in modo che esempi come questo siano sempre più numerosi”.
Tra i promotori della mozione, il vicepresidente dell’Ars Camillo Oddo: “Nei giorni scorsi – dice - il PD ha proposto un disegno di legge sulla gestione dei patrimoni confiscati. Con questa mozione intendiamo inserire nel complesso quadro degli appalti pubblici nuovi strumenti per contrastare la mafia e favorire l’imprenditoria sana. E rilanciare, al tempo stesso, il ruolo propositivo del parlamento regionale rispetto al contrasto alla criminalità organizzata”.
31 luglio 2008
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