
Lo storico siciliano Francesco Renda racconta la strage di Portella
Quel Primo Maggio del 1893 a Corleone...
Un agriturismo sui terreni confiscati alla famiglia Bontade. Sorgerà nel quartiere di Villagrazia. Per arrivare a questo risultato, nel corso dell'ultimo anno, si sono mobilitati
leone zingales
la sicilia, 26 aprile 2008
PALERMO - Manifesti con le fotografie di Falcone e Borsellino e la scritta "Nel vostro ricordo per arrestare tutti i latitanti", sono stati affissi nel centro di Palermo.
Alcuni sono stati messi anche sul murales che ritraeva il volto del boss mafioso latitante, Matteo Messina Denaro, realizzato su un muro alle spalle della cattedrale.
Il manifesto è firmato dall'associazione "Mafia contro" di cui è portavoce Renato Campisi. Nel manifesto vi sono tre fotografie dei magistrati assassinati nelle stragi del '92.
Analoga iniziativa è stata organizzata a Firenze, con una serie di fotografie che "raccontano" lo scempio di via Georgofili dopo l'autobomba che la mafia collocò a Firenze nel 1993. È questo il murale proposto dall'Associazione tra i parenti delle vittime di via dei Georgofili proposto per Matteo Messina Denaro, il boss di Cosa nostra latitante da anni e per il quale a Palermo ed a Castelvetrano sono spuntati murales.
"L'Associazione tra i familiari delle vittime della strage di via dei Georgofili - scrive Giovanna Maggiani Chelli - diffonde il proprio murale da affiggere simbolicamente per le vie di Palermo e Castelvetrano".
27/04/2008
Non pensavamo che Walter Veltroni potesse vincere le elezioni. Nemmeno, però, che le potesse perdere con uno stacco di oltre nove punti. E non pensavamo che Anna Finocchiaro potesse diventare governatrice della Sicilia, ma nemmeno che fosse "doppiata" dal suo avversario. Non pensavamo, infine, che la sinistra potesse scomparire dal parlamento, eppure è accaduto. Per questo bisogna ammettere con molta franchezza che per il Pd e la sinistra i risultati elettorali delle politiche e delle regionali in Sicilia sono stati un grandissimo disastro. E non vale prendersela con gli avversari. Meno che mai con gli elettori. Bisogna capire, invece, qual è il male "oscuro" che consuma Pd e sinistra e porvi un argine. Capire non è facile, ma bisogna provarci. Tanti, troppi dirigenti manifestano un alto tasso di litigiosità e una forte mancanza di radicamento sociale. Di conseguenza non hanno la capacità di dare radicamento sociale al partito che dirigono. Senza radicamento sociale non si capiscono i problemi della gente, anzi aumenta il distacco tra governanti e governati. Invertire questa tendenza significa ripartire dalla strada, dalla piazza, dai luoghi di lavoro, dai quartieri. Significa parlare con la gente, comprenderne i problemi ed organizzarla per risolverli. Significa anche tante altre cose. Vogliamo parlarne tutti insieme?
d.p.
17 aprile 2008
Antonio Padellaro
L’Unità , 12.04.08
Il successo del tour elettorale. La scelta finale degli indecisi. La proposta di tagli alla politica per un miliardo. Il leader del Pd punta sulla vittoria. Colloquio con Walter Veltroni
A poche ore dal voto il candidato Walter Veltroni, leader del Partito democratico, è sereno, tranquillo, rilassato. Come sta? "Benissimo. Godo di una forma fisica inspiegabile". Eppure ha completato il tour delle cento province, ha preso parte a riunioni su riunioni, ha inseguito Silvio Berlusconi per un match televisivo che il capo del Pdl non aveva nessuna voglia di fare: insomma, avrebbe il diritto di essere esausto. Oltretutto, i sondaggi danno una situazione statica delle preferenze degli italiani. Se il Pd avesse davvero finito la benzina, si andrebbe verso una soluzione elettorale scontata. Un esito fisiologico, prevedibile, previsto, senza sorprese. Solo che Veltroni non ci crede. Veltroni è fiducioso. Anche in questi ultimissimi giorni di campagna, Veltroni è andato diritto per la sua strada, senza prestare orecchio a cassandre e annunci funebri. Perché è convinto che si possa ricostituire un rapporto con la politica. Nel nome della razionalizzazione della spesa pubblica, di costi politici dal volto umano. LEGGI TUTTO
PALERMO - L'ex assessore al comune di Palermo Mimmo Miceli dell'Udc, condannato in primo grado a 8 anni per concorso in associazione mafiosa, è "socialmente pericoloso". Il giudizio è stato espresso dai magistrati della sezione misure di prevenzione del tribunale che hanno applicato all'ex politico la misura della sorveglianza speciale.
A seguito del provvedimento del collegio, l'ex esponente Udc non potrà lasciare il capoluogo siciliano né uscire di casa dalle 21 alle 7 di mattina e dovrà anche firmare in commissariato tre volte alla settimana.
Secondo i giudici esiste "una grave e persistente pericolosità sociale" legata a un'ancora attuale capacità di interferenza di Miceli. In particolare, secondo il collegio, "il prevenuto (che è medico n.d.r.) rimane inserito stabilmente nel sistema della sanità, essendo stato riammesso subito dopo la scarcerazione".
"Si tratta di un settore pubblico - continua il provvedimento - ampiamente inquinato da interferenze deteriori, nel quale l'intreccio tra potere mafioso e gestione politico-clientelare dei pubblici incarichi ha manifestato la massima capacità di espressione". I legali dell'ex assessore avevano obiettato che l'uscita di scena dalla vita politica del loro assistito, di fatto, gli impedirebbe di porre in essere comportamenti analoghi a quelli per cui è stato condannato.
12/04/2008
«Caro giudice, noi alunni della scuola elementare di Corleone ti ringraziamo per avere fatto arrestare il mafioso Bernardo Provenzano, dopo 43 anni di latitanza», gli hanno detto i bambini, leggendo alcune delle tante lettere preparate per lui. E Michele Prestipino, da qualche mese cittadino onorario di Corleone, si è commosso, perché tra tutti i «grazie» quello dei bambini di Corleone è stato sicuramente il più prezioso e il più significativo.
«La mafia la batteremo definitivamente – ha detto il magistrato, rispondendo alle domande degli alunni – quando la società civile le negherà il consenso, come state facendo voi».
6 aprile 2008
Ma, «fatta la legge, gabbato lo santo», avranno pensato l'on. Antonello Antinoro e suoi supporter corleonesi (quelli della festa della ricotta, per capirci…). Infatti, hanno affittato una motoape, le hanno piazzato sopra due maxi manifesti di "mister 30 mila voti di preferenza", ma poi l'hanno posteggiata ormai da giorni in piazza Falcone e Borsellino, trasformandola sostanzialmente in «propaganda elettorale luminosa o figurativa, a carattere fisso in luogo pubblico», quella vietata dalla legge. Una turbata degradante per un parlamentare uscente e per i suoi supporter corleonesi, che pure rivestono importanti incarichi istituzionali. Possibile che nessun vigile urbano, nessun poliziotto e nessun carabiniere veda niente? Possibile che non si siano accorti nemmeno che la motoape, a prescindere dal suo "carico", è parcheggiata in divieto di sosta? (d.p.)
Una giornata storica per coniugare legalita e sviluppo
di DINO PATERNOSTRO
Il dato diffuso da Legacoop durante una presidenza straordinaria a Corleone, nella masseria sequestrata a Riina.
“Siamo molto soddisfatti per questa crescente fiducia” -spiega il presidente nazionale di Legacoop Giuliano Poletti- “soprattutto in quanto conseguenza di un nostro impegno concreto a favore dello sviluppo e della legalità, contro il ricatto della mafia e della criminalità organizzata. Da anni, infatti, Legacoop sostiene Libera Terra e le iniziative che hanno come oggetto la gestione dei beni confiscati alla mafia, in particolare da parte di cooperative di giovani. Una testimonianza di come sia davvero possibile anche in Sicilia uno sviluppo diverso, libero dalla mafia e dai suoi condizionamenti”.
02/04/2008