Da settimane ha iniziato a collaborare con i magistrati della Dda. I suoi familiari sono stati allontanati da Carini, dove l'uomo viveva
PALERMO - Si pente uno dei colonnelli di Salvatore Lo Piccolo: Gaspare Pulizzi, arrestato il 5 novembre a Giardinello, in provincia di Palermo assieme al capomafia Natale di Tommaso e al figlio, ha iniziato a collaborare con i magistrati antimafia. La notizia è stata confermata in ambienti giudiziari. Pulizzi è il terzo boss del gruppo Lo Piccolo a collaborare con la giustizia, dopo Francesco Franzese, che fece catturare i capimafia, e Antonino Nuccio. I familiari di Pulizzi sono stati allontanati via da Carini, paese in cui il pentito risiedeva. La polizia ha dovuto usare maniere decise per evitare che i parenti del boss, che si sono platealmente dissociati, impedissero agli agenti di prelevare la moglie e i bambini dell'uomo. Pulizzi è capomafia della famiglia di Carini. Da settimane il neo pentito riempie pagine di verbale davanti ai magistrati della Dda di Palermo. Sta svelando agli inquirenti retroscena e soprattutto omicidi: ha parlato, secondo quanto riferisce Sky Tg24, dell'omicidio del boss Nicola Ingarao, freddato il 13 giugno scorso dopo avere firmato il registro dei sorvegliati speciali al commissariato Zisa. A decidere e ad eseguire il delitto è stato Sandro Lo Piccolo, figlio di Salvatore, utilizzando due pistole, una per mano. Tra le sue rivelazioni anche i retroscena della sparizione del boss di Sferracavallo, Bartolomeo Spatola, scomparso con il metodo della lupara bianca. Prima della sua sparizione, i killer mandati da Lo Piccolo uccisero un uomo per sbaglio, un fruttivendolo incensurato, colpevole solo di somigliare al boss nel mirino. (La Repubblica, 22 gennaio 2008)
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