“Uno spettacolo da bomba atomica, ho volato su un inferno". Bastano le parole di un aeronauta per descrivere lo scenario di distruzione e morte, scaturito dal terribile sisma che nella notte tra il 14 ed il 15 gennaio del 1968 devastò la Valle del Belice. Oltre 200 vittime (231 per l’esattezza), un migliaio di feriti, 70mila persone rimastws enza un tetto ed oltre di mille soccorrittori tra Vigili del fuoco, Croce Rossa ed Esercito.
Una ferita mai rimarginata, visto che alcune zone a distanza di quarant’anni non sono state del tutto ricostruite. Numerose le manifestazioni per commemorare il quarantesimo anniversario del terremoto e di quel sisma del nono grado della scala Mercalli che rase al suolo interi paesi, coinvolgendo i comuni di ben tre province (Palermo, Agrigento e Trapani). I reportage mostrarono al resto del paese la realtà di totale indigenza dei superstiti, costretti a vivere baraccati tra le macerie per decenni. Marce, digiuni e iniziative non violente di protesta furono organizzati dal sociologo Danilo Dolci a sostegno dei diritti delle popolazioni del Belice colpite dal sisma.
Tornando al presente, in attesa di una definitiva ricostruzione, si pensa a non dimenticare quella drammatica notte. Iniziative sono state organizzate a Gibellina, Salemi, Vita, Partanna, Poggioreale, Salaparuta, Santa Ninfa e Calatafimi-Segesta. Grande attenzione alle opere di sensibilizzazione e prevenzione con la Protezione civile nelle scuole per distribuire materiale informativo sui comportamenti da adottare in caso di terremoto. In tante piazze sono state montate le tende “alla memoria", mentre alle 12 in punto è stato osservato un minuto di silenzio in ricordo delle 231 vittime del terremoto.
Le celebrazioni proseguiranno a Salemi domenica alle 16.30 nella chiesa di S. Agostino, dov’è in programma un importante convegno nel corso del quale si discuterà delle trasformazioni culturali, sociali, religiose ed economiche dal terremoto ad oggi.
15/01/2008
Una ferita mai rimarginata, visto che alcune zone a distanza di quarant’anni non sono state del tutto ricostruite. Numerose le manifestazioni per commemorare il quarantesimo anniversario del terremoto e di quel sisma del nono grado della scala Mercalli che rase al suolo interi paesi, coinvolgendo i comuni di ben tre province (Palermo, Agrigento e Trapani). I reportage mostrarono al resto del paese la realtà di totale indigenza dei superstiti, costretti a vivere baraccati tra le macerie per decenni. Marce, digiuni e iniziative non violente di protesta furono organizzati dal sociologo Danilo Dolci a sostegno dei diritti delle popolazioni del Belice colpite dal sisma.
Tornando al presente, in attesa di una definitiva ricostruzione, si pensa a non dimenticare quella drammatica notte. Iniziative sono state organizzate a Gibellina, Salemi, Vita, Partanna, Poggioreale, Salaparuta, Santa Ninfa e Calatafimi-Segesta. Grande attenzione alle opere di sensibilizzazione e prevenzione con la Protezione civile nelle scuole per distribuire materiale informativo sui comportamenti da adottare in caso di terremoto. In tante piazze sono state montate le tende “alla memoria", mentre alle 12 in punto è stato osservato un minuto di silenzio in ricordo delle 231 vittime del terremoto.
Le celebrazioni proseguiranno a Salemi domenica alle 16.30 nella chiesa di S. Agostino, dov’è in programma un importante convegno nel corso del quale si discuterà delle trasformazioni culturali, sociali, religiose ed economiche dal terremoto ad oggi.
15/01/2008
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