“Candidatura Borsellino in sintonia con il meraviglioso percorso di cambiamento culturale in corso sull’isola”. Le firme: dallo scrittore Vincenzo Consolo al regista Pasquale Scimeca.
Palermo, 31 gennaio 2008. “La Sicilia ha bisogno di una svolta radicale. Le dimissioni del governatore Cuffaro lasciano intatto il sistema clientelare che conosciamo e che oggi grazie ai fermenti che la società siciliana sta vivendo, potrebbe finalmente essere scardinato”.
Comincia così il testo dell’appello lanciato al centrosinistra da alcuni intellettuali e artisti siciliani perché la coalizione si presenti unita alle prossime elezioni e con un candidato in grado di raccogliere la sfida che l’isola impone. Primo firmatario dell’appello, lo scrittore Vincenzo Consolo. Ma ad avere già sottoscritto il documento sono in tanti: dallo scrittore Roberto Alajmo al regista Roberto Andò, da Emma Dante a Catena Fiorello e Pasquale Scimeca.
“E’ necessario – prosegue l’appello - che la politica faccia un salto di qualità scegliendo come candidato alla presidenza dell’isola chi per storia e identità personale possa raccogliere e attrarre attorno a se le energie migliori della Sicilia al di là delle logiche di schieramento e di partito. Un candidato che sappia rivoluzionare i meccanismi e le logiche della politica, in sintonia con il meraviglioso percorso di cambiamento culturale in corso tra pezzi della società siciliana. Rita Borsellino ha queste caratteristiche. Se i partiti vogliono davvero voltare pagina, se il centrosinistra lo vuole – concludono i firmatari- allora sappia guardare con occhi attenti a cosa accade fuori dai palazzi e alla storia di questa terra”.
IL TESTO INTEGRALE DELL'APPELLO
giovedì, gennaio 31, 2008
Giornalista aggredito da figlio del boss
PARTINICO - Giuseppe Maniaci, direttore di una tv privata, preso a calci e pugni da un minorenne che avrebbe tentato anche di strangolarlo annodandogli la cravatta intorno al collo. "Una vendetta per un servizio", spiega il cronista. Oggi alle 18.30, a Partinico, manifestazione di solidarietà a Maniaci. LEGGI TUTTO
Cuffaro sospeso da Prodi. Provocazione o atto dovuto?
Il decreto del presidente del Consiglio è stato notificato all'Ars in applicazione di una legge che interrompe l'attività degli amministratori se condannati, anche in primo grado, per favoreggiamento. L'ex governatore: "Una provocazione politica, mi ero già dimesso". Palazzo Chigi: "Un atto dovuto". LEGGI TUTTO
Caso De Mauro ad una svolta?
Non è del boss della 'ndrangheta, Salvatore Belvedere, il cadavere sepolto nel cimitero di Confluenti. Accertamenti scientifici sui familiari del giornalista scomparso a Palermo nel 1970 per la comparazione della salma riesumata in Calabria. LEGGI TUTTO
Mafia, beni per 300 milioni di euro sequestrati al prestanome del boss Matteo Messina Denaro
Secondo la Dia, dietro all'imprenditore siciliano Giuseppe Grigoli, c'è l'ultimo padrino latitante di Cosa Nostra, Matteo Messina Denaro. Oltre a società e supermercati, sequestrati 133 terreni e 220 fabbricati
PALERMO - Beni per un valore di 300 milioni di euro sono stati sequestrati dalla Direzione investigativa antimafia all'imprenditore della grande distribuzione Giuseppe Grigoli, ritenuto un prestanome del boss trapanese Matteo Messina Denaro, ultimo capo storico di Cosa Nostra ancora latitante. Già il 20 dicembre scorso a Grigoli, 59 anni, erano stati sequestrati una società e decine di supermercati a marchio Despar in tutta la Sicilia. Ulteriori indagini hanno consentito di individuare adesso un'altra società oltre a un patrimonio immobiliare immenso, costituito da centinaia di terreni e di fabbricati in tutta la Sicilia. LEGGI TUTTO
sabato, gennaio 26, 2008
Giornalisti sotto assedio e minacciati: dedicato a loro il "Mario Francese". Il vincitore dell'edizione 2008 è Gianluigi De Stefano
Animata tavola rotonda a Bagheria sull'emergenza informazione in Sicilia.Villa Cattolica ha ospitato l'incontro conclusivo dell'iniziativa organizzata dall'Ordine di Sicilia per ricordare il cronista ucciso dalla mafia nel 1979. Il premio assegnato all'autore di un reportage televisivo su Gianfranco Siani del "Mattino" di Napoli, assassinato nel 1985. Targhe alle redazioni siciliane di Ansa e Rai, e ai giornalisti Lirio Abbate, Nino Amadore, Dino Paternostro, Federico Orlando e Francesco Massaro. Riconoscimenti anche a tre tesi di laurea. Inaugurata la mostra "una vita in cronaca" e intitolata a Francese una via di Aspra. LEGGI TUTTO
Sicilia. Si è dimesso il presidente della Regione Totò Cuffaro
Il Governatore ha annunciato la sua scelta "irrevocabile" in aula all'Ars: "Alle poltrone preferisco la via dell'umiltà". Il Presidente della Regione siciliana è stato condannato a 5 anni di reclusione per favoreggiamento semplice nel processo sulle talpe della Dda di Palermo. LEGGI TUTTO
giovedì, gennaio 24, 2008
Esplode a Mosca l'italiano-mania!
GIOVANNI PERRINO
Mosca, si sa, è una città un pò freeze ma è anche vero che la metropoli è diventata negli ultimi anni una delle città più cool d’Europa.
Con la crescita dell’economia, volano i consumi. I moscoviti, sepolta la tradizionale nordica riservatezza, adorano l’european way of life: dalle auto ai viaggi, al cibo, al vestiario, la città, man mano che diventa più curata ed elegante, assume un look decisamente internazionale.
Certo nessun moscovita è disposto a cedere di un millimetro sul valore della cultura e delle tradizioni di un Paese come la Russia che ne è ricchissimo, ma oggi queste vengono vissute non più in un contesto asfittico come nel passato, bensì in una rete di relazioni dialettiche dove la severità irrinunciabile dell’identità nazionale si incontra con il buon gusto e le raffinate selezioni tanto nei confronti dei beni di consumo quanto nelle scelte di vita. LEGGI TUTTO
Mosca, si sa, è una città un pò freeze ma è anche vero che la metropoli è diventata negli ultimi anni una delle città più cool d’Europa.
Con la crescita dell’economia, volano i consumi. I moscoviti, sepolta la tradizionale nordica riservatezza, adorano l’european way of life: dalle auto ai viaggi, al cibo, al vestiario, la città, man mano che diventa più curata ed elegante, assume un look decisamente internazionale.
Certo nessun moscovita è disposto a cedere di un millimetro sul valore della cultura e delle tradizioni di un Paese come la Russia che ne è ricchissimo, ma oggi queste vengono vissute non più in un contesto asfittico come nel passato, bensì in una rete di relazioni dialettiche dove la severità irrinunciabile dell’identità nazionale si incontra con il buon gusto e le raffinate selezioni tanto nei confronti dei beni di consumo quanto nelle scelte di vita. LEGGI TUTTO
LA LETTERA. Ci scrive ancora il Ten. Col. Milillo. Alcune foto storiche del generale...
Ten. Col. Dott. Giuseppe Fausto Milillo
Via Giotto 88 - 90145 Palermo
Palermo 21.01.2008
Gent.mo Dott. Paternostro,
ho notato con piacere che Cittànuove di Corleone, da Lei diretto, ha dimostrato un’interessante “apertura” nell’avere riportato la lettera inviataLe da mio fratello, Gen. Gianfranco Milillo, in merito all’ormai annosa questione riguardante l’argomento “Liggio – Milillo - Mangano”.
Evidenzio, però, che è stata pubblicata una fotografia di mio padre, tratta facilmente da internet, la quale purtroppo non si addice né al periodo di discussione (anno 1964) né allo specifico evento storico.
Via Giotto 88 - 90145 Palermo
Palermo 21.01.2008
Gent.mo Dott. Paternostro,
ho notato con piacere che Cittànuove di Corleone, da Lei diretto, ha dimostrato un’interessante “apertura” nell’avere riportato la lettera inviataLe da mio fratello, Gen. Gianfranco Milillo, in merito all’ormai annosa questione riguardante l’argomento “Liggio – Milillo - Mangano”.
Evidenzio, però, che è stata pubblicata una fotografia di mio padre, tratta facilmente da internet, la quale purtroppo non si addice né al periodo di discussione (anno 1964) né allo specifico evento storico.
I CANNOLI DI TOTO'. Cuffaro dimettiti!
di Claudio Fava
Nel diluvio di dichiarazioni su Cuffaro e i suoi cannoli mi hanno stupito i sottilissimi distinguo di chi si è detto intimamente sollevato al pensiero che il governatore della Sicilia non sia mafioso ai sensi dell'art.7 di una legge del '91. Come se a provocare la nostra indignazione e la nostra umiliazione debbano essere i tecnicismi giudiziari con cui si interpretano i fatti, e non i fatti stessi. Io per esempio mi sento indignato e umiliato all'idea che Cuffaro continui a ricoprire la più alta carica istituzionale della Sicilia: e non mi offre alcun sollievo il fatto che un tribunale abbia scelto di negargli un'aggravante ai sensi del codice penale. LEGGI TUTTO
Nel diluvio di dichiarazioni su Cuffaro e i suoi cannoli mi hanno stupito i sottilissimi distinguo di chi si è detto intimamente sollevato al pensiero che il governatore della Sicilia non sia mafioso ai sensi dell'art.7 di una legge del '91. Come se a provocare la nostra indignazione e la nostra umiliazione debbano essere i tecnicismi giudiziari con cui si interpretano i fatti, e non i fatti stessi. Io per esempio mi sento indignato e umiliato all'idea che Cuffaro continui a ricoprire la più alta carica istituzionale della Sicilia: e non mi offre alcun sollievo il fatto che un tribunale abbia scelto di negargli un'aggravante ai sensi del codice penale. LEGGI TUTTO
DIETROFRONT. Messina Denaro a un passo dal blitz
di Francesco Viviano
Quel giorno, il 5 novembre scorso, quando la polizia fece irruzione nel covo dello Zucco arrestando i boss Salvatore e Sandro Lo Piccolo, bloccati insieme a Gaspare Pulizzi e Andrea Adamo, stava per giungere un altro boss eccellente per partecipare ad un summit di mafia. Quell´ospite era probabilmente il capomafia di Trapani Matteo Messina Denaro, giunto a poche centinaia di metri dal covo dello Zucco a bordo di una Fiat Panda guidata da un suo fedelissimo. Il retroscena è emerso dopo l´arresto dei due Lo Piccolo perché si è scoperto che quel giorno, in un´attività autonoma dei carabinieri del Ros di Trapani, i militari seguivano con molta discrezione quell´automobile partita dal capoluogo trapanese diretta a Palermo. Appena imboccata la strada per Montelepre che portava allo Zucco la Panda fece precipitosamente marcia indietro tornando verso Trapani facendo perdere le sue tracce. «È molto probabile - confida un investigatore - che su quell´automobile ci fosse Matteo Messina Denaro e che sia tornato indietro apprendendo dalla radio che la polizia aveva arrestato i boss Lo Piccolo». LEGGI TUTTO
Quel giorno, il 5 novembre scorso, quando la polizia fece irruzione nel covo dello Zucco arrestando i boss Salvatore e Sandro Lo Piccolo, bloccati insieme a Gaspare Pulizzi e Andrea Adamo, stava per giungere un altro boss eccellente per partecipare ad un summit di mafia. Quell´ospite era probabilmente il capomafia di Trapani Matteo Messina Denaro, giunto a poche centinaia di metri dal covo dello Zucco a bordo di una Fiat Panda guidata da un suo fedelissimo. Il retroscena è emerso dopo l´arresto dei due Lo Piccolo perché si è scoperto che quel giorno, in un´attività autonoma dei carabinieri del Ros di Trapani, i militari seguivano con molta discrezione quell´automobile partita dal capoluogo trapanese diretta a Palermo. Appena imboccata la strada per Montelepre che portava allo Zucco la Panda fece precipitosamente marcia indietro tornando verso Trapani facendo perdere le sue tracce. «È molto probabile - confida un investigatore - che su quell´automobile ci fosse Matteo Messina Denaro e che sia tornato indietro apprendendo dalla radio che la polizia aveva arrestato i boss Lo Piccolo». LEGGI TUTTO
Trento, muore in Chiesa, il parroco continua la messa
Il corpo lasciato fra i banchi. Padre Peron si giustifica: "l'ho fatto per commemorare la vittima". La polemica: "dovevano fermarsi"
di ANDREA SELVA
TRENTO - L'anziano fedele viene colto da infarto e muore sui banche della chiesa. Ma la Messa deve continuare. Accade a Trento, in una parrocchia di periferia dedicata alla Madonna Bianca, dove l'altra mattina un uomo di 86 anni, Pio Leita, si è accasciato sui banchi durante la Messa del mattino, vittima di un attacco di cuore fulminante che gli ha fatto perdere conoscenza, tra lo spavento dei presenti. Erano le 8 e 15 e subito è partita la chiamata al pronto soccorso, distante appena un paio di chilometri, ma il medico non ha potuto fare nulla per salvare la vita dell'anziano, da tempo sofferente di cuore: dopo quasi mezz'ora di tentativi disperati il rianimatore ha rimesso nella borsa gli attrezzi del mestiere e gli infermieri hanno fatto ritorno all'ambulanza, dopo aver coperto con un lenzuolo la salma dell'anziano che è rimasta ferma in mezzo alla navata. LEGGI TUTTO
di ANDREA SELVA
TRENTO - L'anziano fedele viene colto da infarto e muore sui banche della chiesa. Ma la Messa deve continuare. Accade a Trento, in una parrocchia di periferia dedicata alla Madonna Bianca, dove l'altra mattina un uomo di 86 anni, Pio Leita, si è accasciato sui banchi durante la Messa del mattino, vittima di un attacco di cuore fulminante che gli ha fatto perdere conoscenza, tra lo spavento dei presenti. Erano le 8 e 15 e subito è partita la chiamata al pronto soccorso, distante appena un paio di chilometri, ma il medico non ha potuto fare nulla per salvare la vita dell'anziano, da tempo sofferente di cuore: dopo quasi mezz'ora di tentativi disperati il rianimatore ha rimesso nella borsa gli attrezzi del mestiere e gli infermieri hanno fatto ritorno all'ambulanza, dopo aver coperto con un lenzuolo la salma dell'anziano che è rimasta ferma in mezzo alla navata. LEGGI TUTTO
mercoledì, gennaio 23, 2008
Ars, Pd sfiducia Cuffaro
Il Partito democratico ha presentato la mozione firmata da tutti i deputati del centrosinistra. Il segretario Genovese: "Con questo atto comincia la nostra campagna per arrivare alle dimissioni del presidente". Il Governatore: "Possono contare solo su 33 dei 46 voti necessari". Giovedì il dibattito in aula. LEGGI TUTTO
Mafia, si pente Gaspare Pulizzi, colonnello del boss palermitano Salvatore Lo Piccolo
Da settimane ha iniziato a collaborare con i magistrati della Dda. I suoi familiari sono stati allontanati da Carini, dove l'uomo viveva
PALERMO - Si pente uno dei colonnelli di Salvatore Lo Piccolo: Gaspare Pulizzi, arrestato il 5 novembre a Giardinello, in provincia di Palermo assieme al capomafia Natale di Tommaso e al figlio, ha iniziato a collaborare con i magistrati antimafia. La notizia è stata confermata in ambienti giudiziari. Pulizzi è il terzo boss del gruppo Lo Piccolo a collaborare con la giustizia, dopo Francesco Franzese, che fece catturare i capimafia, e Antonino Nuccio. I familiari di Pulizzi sono stati allontanati via da Carini, paese in cui il pentito risiedeva. La polizia ha dovuto usare maniere decise per evitare che i parenti del boss, che si sono platealmente dissociati, impedissero agli agenti di prelevare la moglie e i bambini dell'uomo. Pulizzi è capomafia della famiglia di Carini. Da settimane il neo pentito riempie pagine di verbale davanti ai magistrati della Dda di Palermo. Sta svelando agli inquirenti retroscena e soprattutto omicidi: ha parlato, secondo quanto riferisce Sky Tg24, dell'omicidio del boss Nicola Ingarao, freddato il 13 giugno scorso dopo avere firmato il registro dei sorvegliati speciali al commissariato Zisa. A decidere e ad eseguire il delitto è stato Sandro Lo Piccolo, figlio di Salvatore, utilizzando due pistole, una per mano. Tra le sue rivelazioni anche i retroscena della sparizione del boss di Sferracavallo, Bartolomeo Spatola, scomparso con il metodo della lupara bianca. Prima della sua sparizione, i killer mandati da Lo Piccolo uccisero un uomo per sbaglio, un fruttivendolo incensurato, colpevole solo di somigliare al boss nel mirino. (La Repubblica, 22 gennaio 2008)
PALERMO - Si pente uno dei colonnelli di Salvatore Lo Piccolo: Gaspare Pulizzi, arrestato il 5 novembre a Giardinello, in provincia di Palermo assieme al capomafia Natale di Tommaso e al figlio, ha iniziato a collaborare con i magistrati antimafia. La notizia è stata confermata in ambienti giudiziari. Pulizzi è il terzo boss del gruppo Lo Piccolo a collaborare con la giustizia, dopo Francesco Franzese, che fece catturare i capimafia, e Antonino Nuccio. I familiari di Pulizzi sono stati allontanati via da Carini, paese in cui il pentito risiedeva. La polizia ha dovuto usare maniere decise per evitare che i parenti del boss, che si sono platealmente dissociati, impedissero agli agenti di prelevare la moglie e i bambini dell'uomo. Pulizzi è capomafia della famiglia di Carini. Da settimane il neo pentito riempie pagine di verbale davanti ai magistrati della Dda di Palermo. Sta svelando agli inquirenti retroscena e soprattutto omicidi: ha parlato, secondo quanto riferisce Sky Tg24, dell'omicidio del boss Nicola Ingarao, freddato il 13 giugno scorso dopo avere firmato il registro dei sorvegliati speciali al commissariato Zisa. A decidere e ad eseguire il delitto è stato Sandro Lo Piccolo, figlio di Salvatore, utilizzando due pistole, una per mano. Tra le sue rivelazioni anche i retroscena della sparizione del boss di Sferracavallo, Bartolomeo Spatola, scomparso con il metodo della lupara bianca. Prima della sua sparizione, i killer mandati da Lo Piccolo uccisero un uomo per sbaglio, un fruttivendolo incensurato, colpevole solo di somigliare al boss nel mirino. (La Repubblica, 22 gennaio 2008)
lunedì, gennaio 21, 2008
Andrea Camilleri: «Il Sud muore tra rifiuti e Cuffaro»
di Roberto Cotroneo
Dall’immondizia in Campania al caso Mastella, passando per la condanna del governatore della Sicilia. Ne discutiamo con Andrea Camilleri, siciliano appunto, uno degli scrittori più famosi del mondo. «È la questione meridionale, e che di volta in volta può assumere la forma di spazzatura, di Mastella, di Cuffaro, di camorra, di mafia, e tutto quello che vogliamo. Ma sempre una maniera di arrampicarsi per sopravvivere in un’Italia nettamente divisa in due». LEGGI TUTTO
Dall’immondizia in Campania al caso Mastella, passando per la condanna del governatore della Sicilia. Ne discutiamo con Andrea Camilleri, siciliano appunto, uno degli scrittori più famosi del mondo. «È la questione meridionale, e che di volta in volta può assumere la forma di spazzatura, di Mastella, di Cuffaro, di camorra, di mafia, e tutto quello che vogliamo. Ma sempre una maniera di arrampicarsi per sopravvivere in un’Italia nettamente divisa in due». LEGGI TUTTO
SICILIA. La Sinistra Arcobaleno presenterà una mozione di sfiducia contro Cuffaro
Palermo, 21 gennaio - "Il Sud, la cui distanza dal Nord del paese si accentua sempre più, come ha recentemente mostrato l'ultimo rapporto ISTAT sullo stato del Paese, è destinato alla sconfitta se la sua immagine rimarrà quella di Cuffaro che festeggia con cannoli e pasticcini una condanna a "soli" 5 anni per aver favorito "solo" singoli mafiosi e non tutta la mafia... Vedo con piacere che l'onorevole Miccichè sembra porsi qualche problema rispetto ai tanti festeggiamenti, ma oltre a scrivere brevi note per la stampa, da politico e da amministratore potrà, se vorrà, fare atti conseguenti", ha detto oggi Cesare Salvi, presidente della Commissione Giustizia del Senato, partecipando alla conferenza stampa della Sinistra Democratica sulla situazione della Giustizia e della Sicurezza in Sicilia. E Francesco Cantafia, che rappresenta la Sinistra Democratica e la Sinistra Arcobaleno all'ARS, ha preannunciato una mozione di sfiducia. "Mi auguro - ha detto - che sia una mozione unitaria di tutto il centrosinistra, ma anche se così non fosse sarà chiaro che su questo documento si valuterà chi è davvero a favore e chi è davvero contro la permanenza di Cuffaro; vedremo ad esempio se i presunti mal di pancia di alcuni esponenti del centrodestra sono davvero sussulti di etica o miseri tentativi di salvare la faccia davanti ad una opinione pubblica che, pure fra gli elettori del centrodestra, è disgustata dallo spettacolo di questi giorni." LEGGI TUTTO
MOBILITAZIONE "CUFFARO VATTENE". DA LUNEDÌ SIT-IN PIAZZA INDIPENDENZA
Ieri una straordinaria manifestazione spontanea con più di duemila persone si è mossa da piazza Politeama a piazza Indipendenza per chiedere le dimissioni di Cuffaro. Non vogliamo fermarci qui. La mobilitazione continua per coinvolgere i tanti che non hanno potuto partecipare alla manifestazione di ieri, per esigere le dimissioni di Cuffaro. Invitiamo a partecipare al presidio di lunedì 21 gennaio dalle 18.00 davanti la presidenza della regione a piazza indipendenza, per coordinare assieme tutte le prossime iniziative di lotta. Il presidio sarà mantenuto ogni giorno dalle 18.00. Invitiamo musicisti, artisti di strada, giocolieri a portare il loro contributo al presidio permanente. Organizziamo per Sabato 26 gennaio una GRANDE MANIFESTAZIONE cittadina contro la mafia e contro la giunta Cuffaro. Realizziamo striscioni e lenzuoli con la scritta "CUFFARO VATTENE" da appendere sui balconi delle case, sui ponti, nelle scuole e nelle università. Inoltra...
Caso Cuffaro. E se l'opposizione decidesse di abbandonare Sala d'Ercole?
Certo, favorire Cosa Nostra è un gravissimo reato penale (ed etico). E si comprende la soddisfazione del presidente Cuffaro per essere stato assolto da questo specifico (gravissimo) reato. Comunque, essere condannato per favoreggiamento di tre personaggi legati alla mafia non è cosa di poco conto, né dal punto di vista giuridico e nemmeno dal punto di vista etico. La legge, infatti, per questo specifico reato prevede cinque anni di carcere e l’interdizione perpetua dai pubblici uffici. In sostanza, anche la decadenza da presidente della Regione. Ma – incredibilmente - Cuffaro non vuole dimettersi. Aspetta il giudizio di secondo grado e poi la Cassazione… e poi il Giudizio Universale. C’è da stupirsi se i cittadini nostrano profonda sfiducia nelle istituzioni?
Ma il centro-sinistra siciliano cosa potrebbe fare? Presenti, come proposto da Rita Borsellino, una mozione di sfiducia contro Cuffaro. E, nel caso venisse respinta, decida di non mettere più piede in questo parlamento siciliano. (d.p.)
Ma il centro-sinistra siciliano cosa potrebbe fare? Presenti, come proposto da Rita Borsellino, una mozione di sfiducia contro Cuffaro. E, nel caso venisse respinta, decida di non mettere più piede in questo parlamento siciliano. (d.p.)
domenica, gennaio 20, 2008
Cuffaro: «I cannoli? Strumentalizzati»
Il governatore dopo la sentenza: «Mai festeggiato. Sono consapevole del peso della mia condanna. A qualcuno fa comodo servirsi anche dei gesti più normali della buona creanza». LEGGI TUTTO
Corleone. Trent'anni fa la mafia assassinava l'avvocato Ugo Triolo, una persona perbene
Era un freddo pomeriggio d’inverno. A Corleone, l’avvocato Ugo Triolo «aveva da qualche minuto comprato due pacchetti di sigarette nel centrale tabaccaio di piazza Garibaldi», avrebbe scritto un giornalista di razza come Mario Francese sul “Giornale di Sicilia” del giorno dopo. «Con al guinzaglio il suo affezionato barboncino nero – proseguiva l’articolo - il professionista, da circa quindici anni vicepretore onorario di Prizzi, ma nato e residente a Corleone, si era avviato lentamente per la via Roma, una strada in salita dove sono ubicati la pretura e il magistrale. Trecento metri percorsi spensieratamente fumando e giocando col suo Bull. Quindi, piazza San Domenico e poi il vicolo Triolo, coperto da un tetto ad arco che sbocca in via Cammarata. Proprio uscendo dal vicolo, al numero 49 di via Cammarata, è la casa dell’avvocato Triolo (…). Il professionista ha avuto il tempo di premere sul bottone del citofono. Ha risposto la moglie. Quindi, all’angolo della strada, a non più di due metri e mezzo, dove si apre la via Rua del Piano (in cui abita il luogotenente di Luciano Liggio, il latitante Totò Riina) qualcuno l’ha chiamato. “Ugo, Ugo…”. Il professionista si è voltato , avrà visto qualcuno dinnanzi a lui con una pistola in pugno. Ha avuto il tempo di alzare le mani, come per proteggersi il viso. In quel momento un lugubre rosario di colpi…». LEGGI TUTTO
sabato, gennaio 19, 2008
Grasso-Cuffaro, è polemica. Botta e risposta a distanza tra i due all'indomani della sentenza sulle talpe alla Dda
Il procuratore nazionale antimafia: "Favorì i singoli indagati per mafia". Il governatore: "Non ha letto la sentenza?"
PALERMO - Sulla sentenza del processo per le talpe alla Dda si registra uno scontro tra accusa e difesa sul capo di imputazione per il quale i giudici della terza sezione del tribunale hanno ritenuto colpevole il presidente della Regione, Salvatore Cuffaro, di favoreggiamento semplice e rivelazione di segreto d'ufficio, senza l'aggravante prevista dall'articolo 7 per avere avvantaggiato Cosa Nostra. Tutto ruota attorno all'aiuto che, secondo quanto sostenuto dal procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso e dal Procuratore di Palermo Francesco Messineo, Cuffaro avrebbe fornito a "singoli indagati per mafia" anche se non all'organizzazione Cosa Nostra nel suo complesso. Una tesi che viene invece confutata dai difensori di Cuffaro, per i quali non ci sarebbe alcun favoreggiamento a boss mafiosi. LEGGI TUTTO
di FRANCESCO LA LICATA
di ATTILIO BOLZONI
venerdì, gennaio 18, 2008
Mafia, Cuffaro condannato a 5 anni. "Riconosciuto che non sono colluso"
Processo talpe alla Dda, il presidente della Sicilia riconosciuto colpevole di favoreggiamento, ma non di aver avvantaggiato Cosa nostra. "Resto al mio posto"
PALERMO - Il presidente della Regione Siciliana, Salvatore Cuffaro, è stato condannato a 5 anni nel processo per le 'talpe' alla Direzione distrettuale antimafia di Palermo. La terza sezione penale del Tribunale, presieduta da Vittorio Alcamo, ha escluso l'aggravante di aver favorito la mafia. A Cuffaro è stata applicata anche la pena accessoria dell'interdizione dai pubblici uffici. LEGGI TUTTO
PALERMO - Il presidente della Regione Siciliana, Salvatore Cuffaro, è stato condannato a 5 anni nel processo per le 'talpe' alla Direzione distrettuale antimafia di Palermo. La terza sezione penale del Tribunale, presieduta da Vittorio Alcamo, ha escluso l'aggravante di aver favorito la mafia. A Cuffaro è stata applicata anche la pena accessoria dell'interdizione dai pubblici uffici. LEGGI TUTTO
Ci scrive il gen. Gianfranco Milillo: "Le rilascerò l'intervista"
Egregio Direttore,
ho letto il suo intervento del 4 gennaio us. ed ho gradito l’invito fattomi, che può considerare accettato, a rilasciarLe quanto prima l’intervista, limitatamente all’episodio concernente le indagini, da parte del personale dell’ARMA, che portarono alla cattura del Liggio.
Effettivamente fu una brillante operazione congiunta carabinieri-polizia agli ordini del Tenente Colonnello Ignazio MILILLO, Comandante del Gruppo Esterno Carabinieri di Palermo, così come riconosciuto con atto sottoscritto dallo stesso Dr.Angelo Mangano, presso il tribunale di Milano a seguito di querela presentata e poi rimessa da mio padre. LEGGI TUTTO
Effettivamente fu una brillante operazione congiunta carabinieri-polizia agli ordini del Tenente Colonnello Ignazio MILILLO, Comandante del Gruppo Esterno Carabinieri di Palermo, così come riconosciuto con atto sottoscritto dallo stesso Dr.Angelo Mangano, presso il tribunale di Milano a seguito di querela presentata e poi rimessa da mio padre. LEGGI TUTTO
Corleone. Un ‘opera d’arte ritrovata “San Francesco di Paola”
di FRANCESCO MARSALISI
E' stata presentata il 12 gennaio la statuta restaurata di San Francesco di Paola . La cerimonia di consegna alla città ed al culto dei devoti e avvenuta nella chiesa del Carmine Corleone, dov’era presente tra gli altri Mons. Salvatore Di Gristina, arcivescovo di Monreale. L’iniziativa del recupero dell’opera è partita dalla dott.ssa. Maria Billeri, presidente dell’associazione medici del Corleonese e a tutti coloro che con il proprio piccolo contributo hanno contribuito alla riuscita di questa nobile iniziativa. Il restauro di questa opera d’arte è un esempio di come, con una spesa contenuta, si può ridare vita ad un capolavoro come la statuta lignea di questo San Francesco che risale al XVII secolo ed è l’emblema di un‘arte semplice e popolare. LEGGI TUTTO
E' stata presentata il 12 gennaio la statuta restaurata di San Francesco di Paola . La cerimonia di consegna alla città ed al culto dei devoti e avvenuta nella chiesa del Carmine Corleone, dov’era presente tra gli altri Mons. Salvatore Di Gristina, arcivescovo di Monreale. L’iniziativa del recupero dell’opera è partita dalla dott.ssa. Maria Billeri, presidente dell’associazione medici del Corleonese e a tutti coloro che con il proprio piccolo contributo hanno contribuito alla riuscita di questa nobile iniziativa. Il restauro di questa opera d’arte è un esempio di come, con una spesa contenuta, si può ridare vita ad un capolavoro come la statuta lignea di questo San Francesco che risale al XVII secolo ed è l’emblema di un‘arte semplice e popolare. LEGGI TUTTO
Blitz "Addio pizzo", 39 arresti a Palermo
Centinaia i commercianti citati nel libro mastro del pizzo gestito da Salvatore e Sandro Lo Piccolo.Una squadra di esattori li terrorizzava. A chi si rifiutò di pagare fu bruciata l'attività. Trovato il dizionario del perfetto mafioso. Decifrati i 700 pizzini sequestrati a novembre agli eredi di Provenzano. Lo Piccolo jr scriveva le parole che deve pronunciare un vero boss. LEGGI TUTTO
Intimidazioni al giornalista Nino Amadore. Danneggiata la sua auto ad Agrigento
«Sono cose che ti fanno riflettere. Io sono abituato a parlare di una certa cosa quando ho la certezza di cosa sia. Ma rimane una situazione per nulla bella». Ecco le parole di Nino Amadore, giornalista del Sole 24 Ore Palermo, dopo l’intimidazione subita lo scorso weekend mentre si trovava ad Agrigento. LEGGI TUTTO
martedì, gennaio 15, 2008
IL GOLPE INGLESE / Nel 1976, dopo l'avanzata del Pci di Berlinguer, l'ipotesi fu presa in seria considerazione
I documenti degli archivi britannici, appena desecretati gettano una luce cruda sul backstage della Guerra Fredda Dalle carte segrete del Foreign Office l'idea di un colpo di Stato in Italia Repubblica ha trovato e può rendere noti testi elaborati nel 1976 in cui s'ipotizzava il "Coup d'Etat", poi scartato perché "irrealistico"
di FILIPPO CECCARELLI
A mali estremi, estremi rimedi. Anche questo fu la guerra fredda in Italia, là dove il male estremo, più che una generica idea di comunismo, era la concretissima possibilità che il Partito comunista italiano andasse al potere. Era il 1976, l'anno delle elezioni più drammatiche dopo quelle del 1948. Ebbene: dinanzi al male assoluto che un governo con il Pci avrebbe arrecato al sistema di sicurezza dell'Alleanza atlantica, nel novero degli estremi e possibili rimedi il fronte occidentale, le potenze alleate e in qualche misura la Nato presero in considerazione anche l'ipotesi di un colpo di Stato. Un "coup d'Etat", letteralmente: alla francese. Eventualità scartata in quanto "irrealistica" e temeraria. LEGGI TUTTO
A mali estremi, estremi rimedi. Anche questo fu la guerra fredda in Italia, là dove il male estremo, più che una generica idea di comunismo, era la concretissima possibilità che il Partito comunista italiano andasse al potere. Era il 1976, l'anno delle elezioni più drammatiche dopo quelle del 1948. Ebbene: dinanzi al male assoluto che un governo con il Pci avrebbe arrecato al sistema di sicurezza dell'Alleanza atlantica, nel novero degli estremi e possibili rimedi il fronte occidentale, le potenze alleate e in qualche misura la Nato presero in considerazione anche l'ipotesi di un colpo di Stato. Un "coup d'Etat", letteralmente: alla francese. Eventualità scartata in quanto "irrealistica" e temeraria. LEGGI TUTTO
Sondaggio-choc: per lavorare i giovani cercano una "buona" raccomandazione
Essere bravi a scuola non è un loro traguardo: quando arriverà il momento di lavorare, contano di cercarsi una buona raccomandazione. Al contrario, vestire bene ed essere apprezzati dai coetanei per l´aspetto fisico sono gli obiettivi più gratificanti. Disillusi, solitari, narcisisti, crescono davanti al computer: sono i ragazzi fra i 13 e i 19 anni analizzati dall´istituto di ricerca Demopolis, che ha condotto l´indagine su un campione di più di mille intervistati in tutta la Sicilia. LEGGI TUTTO
Belice, ricordi e lacrime nell quarantesimo anniversario del sisma che seminò distruzione e morte nelle province di Palermo, Agrigento e Trapani
Protezione civile nelle scuole per sensibilizzare gli studenti e distribuire materiale informativo sui comportamenti da adottare in caso di terremoto
“Uno spettacolo da bomba atomica, ho volato su un inferno". Bastano le parole di un aeronauta per descrivere lo scenario di distruzione e morte, scaturito dal terribile sisma che nella notte tra il 14 ed il 15 gennaio del 1968 devastò la Valle del Belice. Oltre 200 vittime (231 per l’esattezza), un migliaio di feriti, 70mila persone rimastws enza un tetto ed oltre di mille soccorrittori tra Vigili del fuoco, Croce Rossa ed Esercito.
Una ferita mai rimarginata, visto che alcune zone a distanza di quarant’anni non sono state del tutto ricostruite. Numerose le manifestazioni per commemorare il quarantesimo anniversario del terremoto e di quel sisma del nono grado della scala Mercalli che rase al suolo interi paesi, coinvolgendo i comuni di ben tre province (Palermo, Agrigento e Trapani). I reportage mostrarono al resto del paese la realtà di totale indigenza dei superstiti, costretti a vivere baraccati tra le macerie per decenni. Marce, digiuni e iniziative non violente di protesta furono organizzati dal sociologo Danilo Dolci a sostegno dei diritti delle popolazioni del Belice colpite dal sisma.
Tornando al presente, in attesa di una definitiva ricostruzione, si pensa a non dimenticare quella drammatica notte. Iniziative sono state organizzate a Gibellina, Salemi, Vita, Partanna, Poggioreale, Salaparuta, Santa Ninfa e Calatafimi-Segesta. Grande attenzione alle opere di sensibilizzazione e prevenzione con la Protezione civile nelle scuole per distribuire materiale informativo sui comportamenti da adottare in caso di terremoto. In tante piazze sono state montate le tende “alla memoria", mentre alle 12 in punto è stato osservato un minuto di silenzio in ricordo delle 231 vittime del terremoto.
Le celebrazioni proseguiranno a Salemi domenica alle 16.30 nella chiesa di S. Agostino, dov’è in programma un importante convegno nel corso del quale si discuterà delle trasformazioni culturali, sociali, religiose ed economiche dal terremoto ad oggi.
15/01/2008
Una ferita mai rimarginata, visto che alcune zone a distanza di quarant’anni non sono state del tutto ricostruite. Numerose le manifestazioni per commemorare il quarantesimo anniversario del terremoto e di quel sisma del nono grado della scala Mercalli che rase al suolo interi paesi, coinvolgendo i comuni di ben tre province (Palermo, Agrigento e Trapani). I reportage mostrarono al resto del paese la realtà di totale indigenza dei superstiti, costretti a vivere baraccati tra le macerie per decenni. Marce, digiuni e iniziative non violente di protesta furono organizzati dal sociologo Danilo Dolci a sostegno dei diritti delle popolazioni del Belice colpite dal sisma.
Tornando al presente, in attesa di una definitiva ricostruzione, si pensa a non dimenticare quella drammatica notte. Iniziative sono state organizzate a Gibellina, Salemi, Vita, Partanna, Poggioreale, Salaparuta, Santa Ninfa e Calatafimi-Segesta. Grande attenzione alle opere di sensibilizzazione e prevenzione con la Protezione civile nelle scuole per distribuire materiale informativo sui comportamenti da adottare in caso di terremoto. In tante piazze sono state montate le tende “alla memoria", mentre alle 12 in punto è stato osservato un minuto di silenzio in ricordo delle 231 vittime del terremoto.
Le celebrazioni proseguiranno a Salemi domenica alle 16.30 nella chiesa di S. Agostino, dov’è in programma un importante convegno nel corso del quale si discuterà delle trasformazioni culturali, sociali, religiose ed economiche dal terremoto ad oggi.
15/01/2008
MAFIA: SOLIDARIETA’ DI CONFINDUSTRIA SICILIA AI DUE GIORNALISTI MINACCIATI
Palermo, 15 gennaio 2008 – Il Direttivo regionale di Confindustria Sicilia, riunitosi oggi a Palermo, presieduto da Ivan Lo Bello, ha espresso solidarietà al direttore del Sole 24 Ore, Ferruccio De Bortoli, e a Nino Amadore, redattore del Sole 24 Ore Sud, per le gravi minacce mafiose subite in questi giorni.
Gli industriali siciliani, proprio nel giorno in cui diversi altri imprenditori dell’Isola hanno subito atti intimidatori, confermano che nella lotta al racket e alla mafia non si deve tornare indietro e, nel condannare il tentativo dei boss mafiosi di scoraggiare l’impegno civile di De Bortoli e di Amadore e il loro esercizio di cronaca teso a smascherare gli interessi illeciti di tutte le mafie, ribadiscono l’invito a tutti gli imprenditori a denunciare gli estortori e a stringersi attorno a quanti, operatori economici, giornalisti ed esponenti della società civile, subiscono la violenta aggressione della mafia.
15 gennaio 2008
Gli industriali siciliani, proprio nel giorno in cui diversi altri imprenditori dell’Isola hanno subito atti intimidatori, confermano che nella lotta al racket e alla mafia non si deve tornare indietro e, nel condannare il tentativo dei boss mafiosi di scoraggiare l’impegno civile di De Bortoli e di Amadore e il loro esercizio di cronaca teso a smascherare gli interessi illeciti di tutte le mafie, ribadiscono l’invito a tutti gli imprenditori a denunciare gli estortori e a stringersi attorno a quanti, operatori economici, giornalisti ed esponenti della società civile, subiscono la violenta aggressione della mafia.
15 gennaio 2008
Ci scrive Bonavota: "Nella corrispondenza con Bernardo Provenzano niente di illecito"
GENTILISSIMO DR. DINO PATERNOSTRO, SONO MICHELE BONAVOTA DA VIBO VALENTIA, VI SCRIVO AVENDO AVUTO MODO DI LEGGERE IL VOSTRO ARTICOLO SU PROVENZANO BERNARDO, IN QUANTO GLI HANNO AGGRAVATO IL CARCERE DURO, PER AVER AVUTO INQUIETENTI RAPPORTI EPISOLARI CON IL SOTTOSCRITTO.
LEGGI TUTTO
Chi è Michele Bonavota?
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Chi è Michele Bonavota?
domenica, gennaio 13, 2008
Il boss Bernardo Provenzano: "Mi sento abbandonato"
NOVARA - È stato aggravato il carcere duro per il capomafia Bernardo Provenzano, arrestato l'11 aprile del 2006 dopo una latitanza record (43 anni).Il provvedimento con il quale viene applicato il 14 bis, che si somma al 41 bis dell'ordinamento penitenziario è stato decretato dal Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria su proposta della Direzione generale dei detenuti. Questo duro regime carcerario, secondo quanto si legge nel provvedimento, ha come scopo "quello di impedire le comunicazioni con l'esterno". LEGGI TUTTO
Corleone 1978: il giornalista Pippo Fava, allora inviato de "La Sicilia", al "Circolo dei Buoni Amici"
di DINO PATERNOSTRO
Era l’inverno del 1978, quando a Corleone arrivò un giornalista. Nessuna novità. Anche trent’anni fa ne arrivavano tanti. Tutti curiosi, tutti a fare domande, tutti a chiedere di Liggio, della mafia e dei morti ammazzati. E i corleonesi zitti - impauriti o complici - a negare tutto, persino l’evidenza. Quel giornalista, però, era un tipo particolare, uno che non si arrendeva mai, uno con la battuta pronta, Pippo Fava. «La penultima volta ch’eravamo passati da Corleone, lungo la nazionale, a duecento metri dalla periferia del paese, c’era il cadavere di un giovane col petto sfondato dalla lupara», avrebbe scritto nel reportage pubblicato su “La Sicilia” e ripubblicato nel 1980, insieme ad altri “pezzi”, nel volume “I Siciliani” (Cappelli, Bologna).
Era l’inverno del 1978, quando a Corleone arrivò un giornalista. Nessuna novità. Anche trent’anni fa ne arrivavano tanti. Tutti curiosi, tutti a fare domande, tutti a chiedere di Liggio, della mafia e dei morti ammazzati. E i corleonesi zitti - impauriti o complici - a negare tutto, persino l’evidenza. Quel giornalista, però, era un tipo particolare, uno che non si arrendeva mai, uno con la battuta pronta, Pippo Fava. «La penultima volta ch’eravamo passati da Corleone, lungo la nazionale, a duecento metri dalla periferia del paese, c’era il cadavere di un giovane col petto sfondato dalla lupara», avrebbe scritto nel reportage pubblicato su “La Sicilia” e ripubblicato nel 1980, insieme ad altri “pezzi”, nel volume “I Siciliani” (Cappelli, Bologna).
sabato, gennaio 12, 2008
Sciacca, don Luigi Ciotti ha ricordato Accursio Miraglia, assassinato dalla mafia nel 1947
SCIACCA – E’ morto in piedi Accursio Miraglia, perché non voleva vivere in ginocchio. E’ morto per i suoi contadini di Sciacca, che nel secondo dopoguerra, con la cooperativa “La Madre Terra”, rivendicavano la concessione delle terre incolte o malcoltivate degli agrari. La mafia, gli agrari (e forse i neofascisti e i servizi segreti americani) gli hanno sparato la sera del 4 gennaio 1947, mentre stava rincasando. Era segretario della Camera del lavoro e della sezione del Partito Comunista Italiano. Giovedì 10 gennaio, a 61 anni dalla morte, è stato ricordato nella sua città, con una manifestazione organizzata dalla “Fondazione Miraglia”, presieduta da Nico, figlio di Accursio.
La manifestazione è iniziata con la proiezione della docu-fiction di Carlo Lucarelli e Giuliana Catamo, realizzato per la trasmissione di Raitre “Blu notte”, dedicata ad Accursio Miraglia”. Subito dopo, hanno preso la parola i consiglieri provinciali di Agrigento Di Paola e Lazzano, il senatore Montalbano, il vicesindaco di Sciacca Segreto e il segretario della Cgil di Corleone Dino Paternostro. Ma l’ospite d’onore della mattinata era don Luigi Ciotti, presidente di Libera. «Oggi ricordiamo Miraglia, un uomo che onora la terra di Sicilia. Ma questa è una terra fatta di uomini e di donne, che hanno pagato con la vita il coraggio di lottare per la libertà. Noi dobbiamo ricordarli tutti e per questo il 21 Marzo, primo giorno di Primavera, Libera li ricorda tutti», ha detto don Luigi. «Dobbiamo sconfiggere la malattia più grave che vedo in questo paese – ha aggiunto - e cioè la rassegnazione e l’indifferenza. Per questo dico che il problema siamo noi. Certo lo Stato deve fare il suo dovere, ma noi dobbiamo fare la nostra parte. E’ possibile che milioni di uomini siano sotto ricatto di poche migliaia di mafiosi? Usura, pizzo, caporalato non rendono liberi. Bisogna liberare la libertà. Ma anche noi dobbiamo fare la nostra parte, dobbiamo rispettare le regole e si deve iniziare dalle piccole cose».
La manifestazione è iniziata con la proiezione della docu-fiction di Carlo Lucarelli e Giuliana Catamo, realizzato per la trasmissione di Raitre “Blu notte”, dedicata ad Accursio Miraglia”. Subito dopo, hanno preso la parola i consiglieri provinciali di Agrigento Di Paola e Lazzano, il senatore Montalbano, il vicesindaco di Sciacca Segreto e il segretario della Cgil di Corleone Dino Paternostro. Ma l’ospite d’onore della mattinata era don Luigi Ciotti, presidente di Libera. «Oggi ricordiamo Miraglia, un uomo che onora la terra di Sicilia. Ma questa è una terra fatta di uomini e di donne, che hanno pagato con la vita il coraggio di lottare per la libertà. Noi dobbiamo ricordarli tutti e per questo il 21 Marzo, primo giorno di Primavera, Libera li ricorda tutti», ha detto don Luigi. «Dobbiamo sconfiggere la malattia più grave che vedo in questo paese – ha aggiunto - e cioè la rassegnazione e l’indifferenza. Per questo dico che il problema siamo noi. Certo lo Stato deve fare il suo dovere, ma noi dobbiamo fare la nostra parte. E’ possibile che milioni di uomini siano sotto ricatto di poche migliaia di mafiosi? Usura, pizzo, caporalato non rendono liberi. Bisogna liberare la libertà. Ma anche noi dobbiamo fare la nostra parte, dobbiamo rispettare le regole e si deve iniziare dalle piccole cose».
martedì, gennaio 08, 2008
CAMPANIA & RIFIUTI. Imprese, politici e camorra: ecco i colpevoli della peste
J'accuse dell'autore di Gomorra: la tragedia è che Napoli si sta rassegnando all'avvelenamento. Gli ultimi dati dell'Oms parlano di un aumento vertiginoso, oltre la media nazionale, dei casi di tumore a pancreas e polmoni
di ROBERTO SAVIANO
È UN territorio che non esce dalla notte. E che non troverà soluzione. Quello che sta accadendo è grave, perché divengono straordinari i diritti più semplici: avere una strada accessibile, respirare aria non marcia, vivere con speranze di vita nella media di un paese europeo. Vivere senza dovere avere l'ossessione di emigrare o di arruolarsi. E' una notte cupa quella che cala su queste terre, perché morire divorati dal cancro diviene qualcosa che somiglia ad un destino condiviso e inevitabile come il nascere e il morire, perché chi amministra continua a parlare di cultura e democrazia elettorale, comete più vane delle discussioni bizantine e chi è all'opposizione sembra divorato dal terrore di non partecipare agli affari piuttosto che interessato a modificarne i meccanismi. LEGGI TUTTO
È UN territorio che non esce dalla notte. E che non troverà soluzione. Quello che sta accadendo è grave, perché divengono straordinari i diritti più semplici: avere una strada accessibile, respirare aria non marcia, vivere con speranze di vita nella media di un paese europeo. Vivere senza dovere avere l'ossessione di emigrare o di arruolarsi. E' una notte cupa quella che cala su queste terre, perché morire divorati dal cancro diviene qualcosa che somiglia ad un destino condiviso e inevitabile come il nascere e il morire, perché chi amministra continua a parlare di cultura e democrazia elettorale, comete più vane delle discussioni bizantine e chi è all'opposizione sembra divorato dal terrore di non partecipare agli affari piuttosto che interessato a modificarne i meccanismi. LEGGI TUTTO
Rifiuti, nessuno può scagliare la prima pietra. Ora tutti dobbiamo lavorare per trovare soluzioni immediate e a lungo termine
La Campania da 25 è diventata la discarica delle grandi aziende di tutta Italia. Per la contentezza della camorra e l'inadeguatezza delle classi dirigenti
di Fulvia Bandoli*
Tanti giornalisti hanno scritto dell'origine e della causa, Saviano ha scritto un libro, Gomorra, che ha venduto migliaia di copie.Eppure per cercare le soluzioni non si parte mai da quell’ origine e dagli enormi guasti civili, sanitari, ambientali e democratici che ha generato.Da oltre venticinque anni enormi quantità di rifiuti tossici e nocivi vengono "conferite" dalle imprese del nord e del centro Italia direttamente nelle mani della Camorra che li rovescia nei torrenti, li sversa nei fiumi, li seppellisce in centinaia di discariche abusive. Questo avvelenamento ha ucciso il territorio, inquinando falde acquifere e terreni, e ha fatto ammalare e morire tante donne e tante uomini, così tanti che, in alcune zone, non c’è famiglia che non sia stata mutilata nei suoi affetti, una o più di una volta. LEGGI TUTTO
Tanti giornalisti hanno scritto dell'origine e della causa, Saviano ha scritto un libro, Gomorra, che ha venduto migliaia di copie.Eppure per cercare le soluzioni non si parte mai da quell’ origine e dagli enormi guasti civili, sanitari, ambientali e democratici che ha generato.Da oltre venticinque anni enormi quantità di rifiuti tossici e nocivi vengono "conferite" dalle imprese del nord e del centro Italia direttamente nelle mani della Camorra che li rovescia nei torrenti, li sversa nei fiumi, li seppellisce in centinaia di discariche abusive. Questo avvelenamento ha ucciso il territorio, inquinando falde acquifere e terreni, e ha fatto ammalare e morire tante donne e tante uomini, così tanti che, in alcune zone, non c’è famiglia che non sia stata mutilata nei suoi affetti, una o più di una volta. LEGGI TUTTO
lunedì, gennaio 07, 2008
I cittadini votano i politici: Raffaele Lombardo piace, Totò Cuffaro meno
CATANIA - Perde consensi il governatore siciliano Salvatore Cuffaro, in calo il presidente della Provincia di Palermo Francesco Musotto e il sindaco di Catania Umberto Scapagnini. Cresce, seppur di un solo punto percentuale, il gradimento del primo cittadino palermitano Diego Cammarata; mentre è in flessione il presidente della Provincia etnea Raffaele Lombardo che, però, strappa il secondo posto nella classifica nazionale. LEGGI TUTTO
Anna Finocchiaro, capogruppo del Pd al Senato: "Attenti, così si va al referendum..."
di Ninni Andriolo
«Attenzione, senza un accordo sulla legge elettorale il referendum diventa inevitabile...».
C’è qualcuno che vuole il referendum negando di volerlo presidente Finocchiaro?«Le riforme, anche quella elettorale naturalmente, si fanno in Parlamento, perché è lì che si può trovare un punto di mediazione alto. Al Senato il lavoro è andato avanti intorno a un testo base: la bozza Bianco, perfettamente aderente alle decisioni assunte il 2 dicembre...». LEGGI TUTTO
«Attenzione, senza un accordo sulla legge elettorale il referendum diventa inevitabile...».
C’è qualcuno che vuole il referendum negando di volerlo presidente Finocchiaro?«Le riforme, anche quella elettorale naturalmente, si fanno in Parlamento, perché è lì che si può trovare un punto di mediazione alto. Al Senato il lavoro è andato avanti intorno a un testo base: la bozza Bianco, perfettamente aderente alle decisioni assunte il 2 dicembre...». LEGGI TUTTO
sabato, gennaio 05, 2008
A Prizzi un convegno-dibattito sui giovani e la ribellione
Peppino Impastato: ricordare per continuare
( Dal Film : I Cento Passi: “dobbiamo ribellarci prima di non accorgerci più di niente”)
( Dal Film : I Cento Passi: “dobbiamo ribellarci prima di non accorgerci più di niente”)
Venerdi 21 dicembre 2007 la sede associata dell’I.T.C.G.I. di Prizzi, nell’ambito del progetto “Educare alla Legalità”, ha proiettato il film: “ I cento Passi”, seguito da dibattito cui hanno preso parte: il Sociologo Umberto Santino, L’Assessore alle Politiche giovanili Dott. Antonino Greco, il Professore Giuseppe Castelli (Consigliere Comunale di minoranza) e responsabile di Sede, il Professore Angelo Campagna (Consigliere Comunale di Maggioranza). Ha coordinato i lavori l’Assessore alla P.I e alla legalità Prof.ssa Rosa Faragi. LEGGI TUTTO
Ancora bufera sui costi della politica
CATANIA - La Camera dei deputati potrebbe fare dietrofront rispetto allo sbandierato taglio agli aumenti di stipendio dei deputati. Il trucchetto è nascosto nelle pieghe della Finanziaria approvata alla fine di dicembre, che ha deciso di bloccare gli aumenti degli emolumenti di Camera e Senato per tutta la legislatura "in ossequio alla richiesta di sobrietà di tutte le istituzioni". Poichè i senatori si sono opposti al congelamento degli scatti automatici, a differenza dei deputati, tra i due stipendi si è creato 'un dislivello' che è ammissibile dal punto di vista giuridico. È dunque possibile ipotizzare che alla fine di gennaio i 630 deputati potrebbero trovarsi una busta paga di 5.613,59 euro: ben 127 euro netti in più rispetto allo scorso anno. Adesso la parola spetterà al presidente della Camera dei Deputati, Fausto Bertinotti, che ha 'tre alternative'. La prima, lasciare il disallineamento esponendosi a una molteplicità di ricorsi. Se la differenza tra le buste paga delle due Camere rimanesse tale, infatti, nulla vieterebbe ai deputati di fare ricorso (e di vincerlo) contro il vitalizio decurtato. LEGGI TUTTO
LA LETTERA. "Il dott. Angelo Mangano è stato un grande poliziotto"
Gentilissimo direttore,
lei mi conosce bene, abbiamo parlato anche la stessa sera che ho letto quanto scritto dal figlio di Milillo, però mi permetta di rimanere nell’anonimato per ovvie ragioni. Faccia lo sforzo di pensare che io sia il figlio del Questore della Polizia di Stato Dr. Angelo MANGANO, il figlio che non ha mai avuto, spendendo la sua vita interamente al servizio dello Stato, come il Dr. Giovanni FALCONE e tanti altri che hanno fatto questa dolorosa scelta. Il Dottor MANGANO ha diretto, durante gli anni in cui Corleone era definita la Tombstone di Sicilia, il Commissariato PS Corleone, arrestando decine e decine di mafiosi, tra i quali Totò RIINA e Luciano LIGGIO , la famosa sera del 14.05.1964. Lei conosce bene, caro direttore, la vicenda della cattura di LIGGIO com’è avvenuta realmente, perché gli è stata raccontata da uno dei Poliziotti protagonisti della vicenda tuttora vivente ed in buona salute. LEGGI TUTTO
Va bene il confronto, ma nel rispetto reciproco...
di DINO PATERNOSTRO
di DINO PATERNOSTRO
venerdì, gennaio 04, 2008
LA LETTERA. Il gen. G. Milillo: "Mangano non è l'eroe apparso nella fiction su Totò Riina..."
Egregio Direttore
leggendo l’articolo “ il vero Biagio che arrestò Riina “ pubblicato sul quotidiano La Sicilia di Domenica 16 dicembre 2007, Lei insiste nell’ attribuire in modo più o meno palese (vds foto) la cattura di Luciano Liggio al “super poliziotto” (millantatore) Angelo Mangano che non fu mai titolare del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Corleone, che non decimò le cosche mafiose, che non arrestò né la prima né la seconda volta il LIGGIO e che, sia i Palazzi di Giustizia che la stampa nonché le Commissioni Antimafia dell’epoca, ce lo descrivono come un personaggio sostanzialmente diverso da come Ella, Bolzoni e D’Avanzo lo volete rappresentare. LEGGI TUTTO
PATERNOSTRO: "Se il generale Milillo vuole, può raccontarci in dettaglio la sua versione"
leggendo l’articolo “ il vero Biagio che arrestò Riina “ pubblicato sul quotidiano La Sicilia di Domenica 16 dicembre 2007, Lei insiste nell’ attribuire in modo più o meno palese (vds foto) la cattura di Luciano Liggio al “super poliziotto” (millantatore) Angelo Mangano che non fu mai titolare del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Corleone, che non decimò le cosche mafiose, che non arrestò né la prima né la seconda volta il LIGGIO e che, sia i Palazzi di Giustizia che la stampa nonché le Commissioni Antimafia dell’epoca, ce lo descrivono come un personaggio sostanzialmente diverso da come Ella, Bolzoni e D’Avanzo lo volete rappresentare. LEGGI TUTTO
PATERNOSTRO: "Se il generale Milillo vuole, può raccontarci in dettaglio la sua versione"
giovedì, gennaio 03, 2008
Corleone, la prematura scomparsa dell'imprenditore del vino Pippo Pollara
Ha fondato insieme al padre e ai fratelli l’Azienda “Principe di Corleone”, uno dei marchi dell’enologia di qualità siciliana
Non c’è persona a Corleone che non conosca Giuseppe Pollara. E’ stato lui, insieme ai fratelli Vincenzo e Lea, a fondare l’omonima azienda agricola che produce il vino “Principe di Corleone”, negli ultimi anni diventato noto in tutto il mondo. Giuseppe Pollara, per tutti Pippo, è morto in seguito a un male incurabile che lo ha stroncato a 53 anni. LEGGI TUTTO
Non c’è persona a Corleone che non conosca Giuseppe Pollara. E’ stato lui, insieme ai fratelli Vincenzo e Lea, a fondare l’omonima azienda agricola che produce il vino “Principe di Corleone”, negli ultimi anni diventato noto in tutto il mondo. Giuseppe Pollara, per tutti Pippo, è morto in seguito a un male incurabile che lo ha stroncato a 53 anni. LEGGI TUTTO
mercoledì, gennaio 02, 2008
Corleone, i retroscena della convenzione col mattatoio "Alizoo" di Torre dei Fiori
Non si può dire che l’amministrazione comunale abbia affrontato in maniera lineare la vicenda “Alizoo”, l’azienda che gestisce il mattatoio di contrada “Torre dei Fiori”, il cui titolare Salvatore Romeo – stando ai “pizzini” trovati nel covo di “Montagna dei Cavalli” - pagava il pizzo alla Cosa Nostra di Bernardo Provenzano. Quando il caso scoppiò – nell’estate del 2006 - l’allora amministrazione del sindaco Nicolosi continuò a tenere in vita la convenzione con l’Azienda “Alizoo”, che garantiva ai macellai di Corleone un risparmio del 60% sui costi di macellazione, che veniva pagato dal comune. E, a metà giugno di quest’anno, uno dei primi atti dell’attuale amministrazione Iannazzo è stato quello di prorogare per tre mesi la convenzione scaduta (da luglio a settembre 2007). E poi per altri tre mesi ancora (da ottobre a dicembre 2007). LEGGI TUTTO
martedì, gennaio 01, 2008
Napolitano: "L'Italia non è in declino, ma deve esigere di più da se stessa"
Il discorso del Capo dello Stato tutto rivolto alla gente. Fiducia nell'avvenire se "sapremo puntare su innovazione e merito". I temi: tutela del lavoro, costo della vita, sicurezza, rifiuti in Campania. Ai partiti: "Avanti col confronto". Dialogo "schietto e misurato" tra Chiesa e Stato. Ecco il testo completo del discorso del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, per il Capodanno 2007/2008. LEGGI TUTTO
Per il decennale della morte di Danilo Dolci
Il suo motto era: “Vivi in modo che in qualunque momento muori o t’ammazzano, muori contento”
di GIUSEPPE CASARRUBEA
E’ stato definito in vari modi: albero a foglie caduche, con rami diversi; sognatore, seguace di Gandhi, rivoluzionario, sociologo, intellettuale disorganico, poeta, mistico. Tutti con una parte di verità, ma inadeguati per un uomo che ha legato il suo nome a una terra lontana che amava. LEGGI TUTTO
di GIUSEPPE CASARRUBEA
E’ stato definito in vari modi: albero a foglie caduche, con rami diversi; sognatore, seguace di Gandhi, rivoluzionario, sociologo, intellettuale disorganico, poeta, mistico. Tutti con una parte di verità, ma inadeguati per un uomo che ha legato il suo nome a una terra lontana che amava. LEGGI TUTTO
Intervista a Don Luigi Ciotti: "Un sogno per Natale e per il 2008"
Una maratona antimafia sulle reti Tv nazionali, perché la memoria ha un costo
“E’ stato un grande evento ed un impegno: le trasmissioni del documentario ‘La Memoria ha un costo’ su La7 ed MTV dimostra che si può parlare per due ore di come testimoniare la lotta alla Mafia, come far parlare i protagonisti delle cooperative sulle terre confiscate ai mafiosi,come dar voce alle famiglie delle vittime ,con dignità, serietà e senza problemi di Auditel. Due ore di filmato,replicato 4 volte sulle due reti, per dire che le mafie si possono combattere e sconfiggere,dimostrano che questo messaggio può diventare approfondimento giornalistico, uno sceneggiato della realtà,avvincente come una fiction,ma reale ,con veri protagonisti dei dolori subìti e dei riscatti realizzati: senza annoiare, senza essere pesantemente pedagogici come qualcuno all’inizio aveva paura accadesse”. LEGGI TUTTO
POVERA PATRIA! (Guarda il Video)
“E’ stato un grande evento ed un impegno: le trasmissioni del documentario ‘La Memoria ha un costo’ su La7 ed MTV dimostra che si può parlare per due ore di come testimoniare la lotta alla Mafia, come far parlare i protagonisti delle cooperative sulle terre confiscate ai mafiosi,come dar voce alle famiglie delle vittime ,con dignità, serietà e senza problemi di Auditel. Due ore di filmato,replicato 4 volte sulle due reti, per dire che le mafie si possono combattere e sconfiggere,dimostrano che questo messaggio può diventare approfondimento giornalistico, uno sceneggiato della realtà,avvincente come una fiction,ma reale ,con veri protagonisti dei dolori subìti e dei riscatti realizzati: senza annoiare, senza essere pesantemente pedagogici come qualcuno all’inizio aveva paura accadesse”. LEGGI TUTTO
POVERA PATRIA! (Guarda il Video)
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