PALERMO - Con una lettera inviata alle aziende comparse nel libro mastro dei taglieggiati sequestrato ai boss Salvatore e Sandro Lo Piccolo, la Confesercenti invita i commercianti a ribellarsi al racket delle estorsioni e a confessare il pagamento del pizzo, se vero, per evitare di essere indagati per favoreggiamento e perdere l'attività."Non sta a me giudicare le motivazioni che possono avervi portato a cedere a un così vile ricatto - scrive il presidente della Confesercenti provinciale, Giovanni Felice -, ma il dato certo è che quelle ragioni oggi non hanno più ragione d'esistere". Per Felice "magistratura e forze dell'ordine sono in grado di arrestare e condannare gli estorsori, oggi lo stato è in grado di proteggervi. Spetta a voi l'intelligente scelta di dire no al racket". "Che senso avrebbe - prosegue Felice - proteggere chi vi ha spremuto, chi vi ha tolto la serenità, chi mette a repentaglio la vostra attività, il vostro lavoro, il vostro futuro? Che senso avrebbe oggi negare l'evidenza quando anche chi ci ha mangiato alla prima occasione s'è pentito e ha cominciato a collaborare con la giustizia?"."Capisco perfettamente il vostro stato d'animo, la solitudine nella quale vi trovate ed è per questa ragione - scrive Giovanni Felice - che metto a vostra disposizione l'organizzazione che presiedo, per accompagnarvi in un percorso che vi consenta di riscattare un errore del passato". Denunciare gli estortori, sottolinea Felice, significa "dare un contributo al vostro riscatto morale e al riscatto morale della nostra città". "Oggi avete l'occasione - conclude la lettera - di creare le condizioni per un futuro migliore per le nostre imprese, per noi, per i nostri figli. Sono certo che valuterete con attenzione l'ipotesi di affrontare insieme il percorso che ci aspetta, e mi permetto di insistere sulla parola insieme". Nei prossimi giorni la Confesercenti invierà la lettera anche a tutte i propri associati nella provincia di Palermo.
30/12/2007
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