di Giorgio Petta
Tempi duri e futuro incerto per Cosa Nostra. Soprattutto dopo la cattura di Salvatore Lo Piccolo, «Totò u baruni», il boss incaricato di perpetuare il «modello corleonese» di un'organizzazione omogenea, verticistica e obbediente agli ordini del capo dei capi. Una politica criminale abbozzata alla fine degli anni '60 da Luciano Liggio ed ulteriormente elaborata ed affinata da Salvatore Riina «Totò u curtu» dieci anni dopo. Con il risultato finale – al termine della più sanguinosa guerra di mafia che la storia ricordi – di avere portato i «corleonesi» nella stanza dei bottoni. Praticamente da un quarto di secolo all'interno di Cosa Nostra e nei rapporti tra i boss di tutta la Sicilia la regola è che «non si muove foglia che Riina non voglia». Chi non ha accettato questo diktat – come i ribelli «stiddari» – ha pagato con al vita il suo dissenso. LEGGI TUTTO
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