di SALVATORE SCALIA
San Bernardo da Corleone aiutaci tu a sradicare la convinzione che il tuo paese natale sia sinonimo di mafia. Fai il miracolo, fai che da ora in poi a rappresentare l’anima del luogo non siano le facce grifagne di Totò Riina e di Bernardo Provenzano ma i visi puliti e pieni di speranza di quei giovani che hanno sfilato contro la mafia per le vie di Corleone.
Fai soprattutto che quando si dice o si scrive i corleonesi non ci si riferisca solo alla famiglia mafiosa più brutale e sanguinaria ma ad una comunità tormentata che ha saputo esprimere anche la tua santità. Se hai letto le scritte sulle magliette di tutti quei giovani, avrai visto che rivendicano il diritto dei corleonesi a non essere considerati tutti uguali né tanto meno tutti mafiosi. San Bernardo sappiamo bene di chiederti un miracolo non da poco, che la strada è lunga e irta di difficoltà, ma si deve pur cominciare, e quei giovani sono un ottimo punto di partenza. Mentre ci sei, impegnati anche a estirpare dalle menti l’equazione Sicilia uguale mafia. I segni di buona volontà li puoi vedere: dai ragazzi del corteo a quelli di Addiopizzo, dalle persone di buona volontà agli imprenditori che si rifiutano di pagare il pizzo. San Bernardo da Corleone se tu t’impegni e noi resistiamo, possiamo vincere.
La Sicilia, 28 novembre 2007
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