CATANIA - Se Ninetta Bagarella, moglie del capomafia Totò Riina, ha citato per danni gli autori della fiction di Mediaset Il capo dei capi per danno d'immagine, il marito Totò invece ha apprezzato, "gli occhi gli brillavano". Il commento viene dagli avvocati del boss, Luca Cianferoni e Riccardo Donzelli, ospiti di Terra!, il programma del Tg5, a cura di Toni Capuozzo e Sandro Provvisionato in onda domenica in seconda serata su Canale 5. L'intervista ai due legali è stata anticipata oggi. LEGGI TUTTO
FICTION "CAPO DEI CAPI": GUARDA IL VIDEO CON LE INTERVISTE DEGLI STUDENTI DI CORLEONE E CON L'INTERVISTA A DANIELE LIOTTI
venerdì, novembre 30, 2007
Corleone, alla presenza del procuratore Grasso, consegnata una palazzina confiscata alla mafia alla coop "Lavoro e non Solo"
CORLEONE – Ieri mattina, alla consegna della palazzina confiscata alla mafia ai giovani della coop “Lavoro e non Solo” c’era anche il Procuratore nazionale antimafia Piero Grasso. L’immobile, confiscato ai fratelli Grizzaffi, nipoti dell’ex “capo dei capi” di Cosa Nostra Totò Riina, si trova in via Crispi, a poche decine di metri in linea d’aria della villa confiscata anni fa al “padrino”. Ha tre elevazioni fuori terra di circa 150 metri quadrati ciascuna, per un totale di quasi 500 metri quadrati. Il Consorzio “Sviluppo e Legalità” ha voluto assegnarlo alla cooperativa che lavora sui terreni confiscati alla mafia, che lo destinerà a foresteria per i giovani toscani che ogni anno vengono a fare esperienza antimafia a Corleone. LEGGI TUTTO
''Riina voleva far uccidere Vito Ciancimino''
Lo rivela pentito Siino. Ex sindaco dc ''ne combinava troppe''
(ANSA) - FIRENZE, 30 NOV - Toto' Riina voleva far uccidere l'ex sindaco Dc di Palermo Vito Ciancimino: lo ha rivelato il pentito Angelo Siino in tribunale a Firenze. Il processo e' quello per la strage di viale Lazio a Palermo nel 1969. ''Ne combinava troppe'', ha spiegato Siino a proposito di Ciancimino. L'ex sindaco, secondo il pentito, non aveva buoni rapporti con Riina, mentre era vicino a Bernardo Provenzano.
2007-11-30 13:42
(ANSA) - FIRENZE, 30 NOV - Toto' Riina voleva far uccidere l'ex sindaco Dc di Palermo Vito Ciancimino: lo ha rivelato il pentito Angelo Siino in tribunale a Firenze. Il processo e' quello per la strage di viale Lazio a Palermo nel 1969. ''Ne combinava troppe'', ha spiegato Siino a proposito di Ciancimino. L'ex sindaco, secondo il pentito, non aveva buoni rapporti con Riina, mentre era vicino a Bernardo Provenzano.
2007-11-30 13:42
Claudio Fava "deputato europeo dell'anno"
Premiato per il lavoro svolto come relatore della commissione di inchiesta sulle carceri e i voli illegali della Cia e per «aver ottenuto l’appoggio trasversale nell’emiciclo al rapporto sulle attività illecite della Cia in Europa». Claudio Fava è soddisfatto e ne ha ben d’onde. Per l’inchiesta sui voli segreti della Cia, il deputato italiano del gruppo socialista al Parlamento Ue è stato eletto «deputato europeo dell’anno» dal settimanale «European Voice» del gruppo dell’Economist.
giovedì, novembre 29, 2007
La d.ssa Rosalia Mancuso è il commissario verificatore, nominato per controllare le schede elettorali a seguito del ricorso dell'on. Nicolosi
Con decreto del 29 Novembre, a firma del Dr. Rosolino Greco, dirigente generale del Dipartimento Famiglia e Autonomie Locali dell’ Assessorato Regionale alla Famiglia, è stato dato seguito alla sentenza – ordinanza della Sezione 3° del T.A.R., che ha disposto la verifica delle schede per la votazione di ballottaggio per l’elezione a Sindaco di Corleone.
E’ stato quindi nominato il commissario verificatore nella persona della Dott.ssa Rosalia Mancuso, dirigente dell’ufficio elettorale del predetto Assessorato.
La Dott.ssa Mancuso avrà 60 giorni di tempo (fino al 30 Gennaio 2008) per avviare e concludere, alla presenza delle parti, le operazioni di verifica disposte dal T.A.R. in accoglimento del ricorso proposto da Nicolò Nicolosi e da Arcangelo Ruffino ed altri, contro la proclamazione alla carica di Sindaco di Antonino Iannazzo.
E’ stato quindi nominato il commissario verificatore nella persona della Dott.ssa Rosalia Mancuso, dirigente dell’ufficio elettorale del predetto Assessorato.
La Dott.ssa Mancuso avrà 60 giorni di tempo (fino al 30 Gennaio 2008) per avviare e concludere, alla presenza delle parti, le operazioni di verifica disposte dal T.A.R. in accoglimento del ricorso proposto da Nicolò Nicolosi e da Arcangelo Ruffino ed altri, contro la proclamazione alla carica di Sindaco di Antonino Iannazzo.
Lo scrittore Andrea Camilleri: "Di Cosa nostra parlino le sentenze"
ROMA - Valide le osservazioni mosse dal ministro della giustizia Clemente Mastella al Capo dei Capi, la fiction su Totò Rina. Lo dice lo scrittore Andrea Camilleri, che, in prima pagina oggi su La Stampa, interviene sulla serie di Canale 5 di cui stasera va in onda l'ultimo episodio in contemporanea con lo show di Roberto Benigni su Raiuno. Seppure sceneggiata da autori come Claudio Fava "sulla cui netta posizione antimafia non c'è da discutere", osserva il papà di Montalbano, "il risultato finale rischia di ottenere l'effetto opposto di quello voluto".Questo, sottolinea, "capita sempre nei romanzi e nei film che si occupano di mafia". Camilleri cita il Giorno della Civetta di Sciascia "dove il boss don Mariano Arena, come positività e simpatia batte il capitano Bellodi" e Il Padrino, "dove la magica interpretazione di Brando ci fa dimenticare del tutto che egli è il mandante di stragi ed efferati omicidi". Personalmente, scrive, "ritengo che l'unica letteratura che tratti di mafia debba essere quella dei verbali di polizia e carabinieri e dei dispositivi di sentenze della magistratura. A parte i saggi degli studiosi". 29/11/2007
Grasso e Fava difendono la fiction di Canale 5 "Il capo dei capi"
PALERMO - Ancora discussioni sulla fiction di Canale 5 "Il capo dei capi". Con una lettera pubblicata stamani da due quotidiani la vedova del funzionario di polizia Giorgio Boris Giuliano, Ines Maria Leotta, punta il dito sulla figura che emerge del marito, "che non corrisponde alla realtà". "Pur apprezzando il risalto dato alla figura di mio marito - scrive - deploro che gli autori o gli sceneggiatori non abbiano pensato di rivolgersi alla famiglia o alle persone più vicine per delinearne meglio la personalità. Mio marito era infatti molto diverso sin dai caratteri esteriori. Emerge dalla fiction un personaggio che segue lo stereotipo del siciliano: scuro, con folti baffi neri, che parla in dialetto e che usa il turpiloquio, un uomo dal temperamento passivo". LEGGI TUTTO
Rivelazione di un pentito al processo per la strage di viale Lazio: "Volevo uccidere Riina"
FIRENZE - E' iniziata, nell'aula bunker di Santa Verdiana a Firenze, l'udienza a carico di Totò Riina e Bernardo Provenzano accusati di essere rispettivamente il mandante e uno degli esecutori materiali della strage di via Lazio, avvenuta a Palermo il 10 dicembre 1969. Quella strage è considerata uno degli episodi più cruenti della prima guerra di mafia che si scatenò negli anni 60 e che - a causa della morte del boss Michele Cavataio - portò a una ridefinizione delle sfere di competenza della varie famiglie mafiose. LEGGI TUTTO
In edicola col Giornale di Sicilia "Oltre il buio della mafia"
Sarà in edicola domani con il Giornale di Sicilia, a soli 2 euro, "Oltre il buio della mafia", il nuovo libro del giornalista Alfonso Bugea. Prefazione di Andrea Camilleri, con un riflessione del Vescovo di Agrigento Monsignor Carmelo Ferraro. Ecco, per gentile concessione dell'autore, un'anticipazione del libro che racconta la storia di Alfonso Falzone, un pentito di Cosa Nostra agrigentino. Nel brano che segue un'anteprima del libro, un dialogo tra il giornalista e il mafioso di Porto Empedocle che indica il pentimento come la "terza via" per uscire dalla mafia. LEGGI
APPUNTI. San Bernardo da Corleone aiutaci tu!
di SALVATORE SCALIA
San Bernardo da Corleone aiutaci tu a sradicare la convinzione che il tuo paese natale sia sinonimo di mafia. Fai il miracolo, fai che da ora in poi a rappresentare l’anima del luogo non siano le facce grifagne di Totò Riina e di Bernardo Provenzano ma i visi puliti e pieni di speranza di quei giovani che hanno sfilato contro la mafia per le vie di Corleone.
Fai soprattutto che quando si dice o si scrive i corleonesi non ci si riferisca solo alla famiglia mafiosa più brutale e sanguinaria ma ad una comunità tormentata che ha saputo esprimere anche la tua santità. Se hai letto le scritte sulle magliette di tutti quei giovani, avrai visto che rivendicano il diritto dei corleonesi a non essere considerati tutti uguali né tanto meno tutti mafiosi. San Bernardo sappiamo bene di chiederti un miracolo non da poco, che la strada è lunga e irta di difficoltà, ma si deve pur cominciare, e quei giovani sono un ottimo punto di partenza. Mentre ci sei, impegnati anche a estirpare dalle menti l’equazione Sicilia uguale mafia. I segni di buona volontà li puoi vedere: dai ragazzi del corteo a quelli di Addiopizzo, dalle persone di buona volontà agli imprenditori che si rifiutano di pagare il pizzo. San Bernardo da Corleone se tu t’impegni e noi resistiamo, possiamo vincere.
La Sicilia, 28 novembre 2007
San Bernardo da Corleone aiutaci tu a sradicare la convinzione che il tuo paese natale sia sinonimo di mafia. Fai il miracolo, fai che da ora in poi a rappresentare l’anima del luogo non siano le facce grifagne di Totò Riina e di Bernardo Provenzano ma i visi puliti e pieni di speranza di quei giovani che hanno sfilato contro la mafia per le vie di Corleone.
Fai soprattutto che quando si dice o si scrive i corleonesi non ci si riferisca solo alla famiglia mafiosa più brutale e sanguinaria ma ad una comunità tormentata che ha saputo esprimere anche la tua santità. Se hai letto le scritte sulle magliette di tutti quei giovani, avrai visto che rivendicano il diritto dei corleonesi a non essere considerati tutti uguali né tanto meno tutti mafiosi. San Bernardo sappiamo bene di chiederti un miracolo non da poco, che la strada è lunga e irta di difficoltà, ma si deve pur cominciare, e quei giovani sono un ottimo punto di partenza. Mentre ci sei, impegnati anche a estirpare dalle menti l’equazione Sicilia uguale mafia. I segni di buona volontà li puoi vedere: dai ragazzi del corteo a quelli di Addiopizzo, dalle persone di buona volontà agli imprenditori che si rifiutano di pagare il pizzo. San Bernardo da Corleone se tu t’impegni e noi resistiamo, possiamo vincere.
La Sicilia, 28 novembre 2007
mercoledì, novembre 28, 2007
CONTROVENTO. FERMATE IL MINISTRO!
di Claudio Fava
Clemente Mastella chiede la sospensione della messa in onda dell'ultima puntata del Capo dei capi. Non l'ha mai visto, spiega ai giornalisti, ma gli hanno detto che quella fiction va fermata. Proviamo a spiegare perchè chi va fermato è lui: il signor ministro. LEGGI TUTTO
Clemente Mastella chiede la sospensione della messa in onda dell'ultima puntata del Capo dei capi. Non l'ha mai visto, spiega ai giornalisti, ma gli hanno detto che quella fiction va fermata. Proviamo a spiegare perchè chi va fermato è lui: il signor ministro. LEGGI TUTTO
IL CURRICULUM. Il problema è il traffico
di Marco Travaglio
Onore al sindaco Walter Veltroni per aver licenziato in tronco il comandante dei vigili di Roma, che parcheggiava la fuoriserie in divieto di sosta usando un permesso per disabili altrui, per giunta scaduto. I piagnistei dell’interessato lasciano il tempo che trovano: quando viene meno il rapporto fiduciario tra l’azienda e il manager, questi se ne va su due piedi, e se qualche legge gli consente di restare o di tornare al suo posto va cambiata subito. Soprattutto per ruoli di enorme responsabilità come quello del capo della polizia urbana di una metropoli. Si spera che il caso di Roma diventi un precedente per tutta la Pubblica amministrazione, infestata di pregiudicati per concussione, corruzione, abuso, peculato, molestie, pedofilia, che non si riescono a cacciare perché il procedimento disciplinare è fatto apposta per garantire la prescrizione (per avviarlo bisogna attendere i 4-5 gradi di giudizio della giustizia ordinaria). LEGGI TUTTO
Onore al sindaco Walter Veltroni per aver licenziato in tronco il comandante dei vigili di Roma, che parcheggiava la fuoriserie in divieto di sosta usando un permesso per disabili altrui, per giunta scaduto. I piagnistei dell’interessato lasciano il tempo che trovano: quando viene meno il rapporto fiduciario tra l’azienda e il manager, questi se ne va su due piedi, e se qualche legge gli consente di restare o di tornare al suo posto va cambiata subito. Soprattutto per ruoli di enorme responsabilità come quello del capo della polizia urbana di una metropoli. Si spera che il caso di Roma diventi un precedente per tutta la Pubblica amministrazione, infestata di pregiudicati per concussione, corruzione, abuso, peculato, molestie, pedofilia, che non si riescono a cacciare perché il procedimento disciplinare è fatto apposta per garantire la prescrizione (per avviarlo bisogna attendere i 4-5 gradi di giudizio della giustizia ordinaria). LEGGI TUTTO
martedì, novembre 27, 2007
Spegnere la Tv non serve. Serve che la mafia e l'antimafia siano studiate a scuola
DINO PATERNOSTRO
«Spegnere la tv non serve. Mastella dia risposte più serie e intelligenti, ad esempio, inserendo nelle scuole materie che spieghino cos'è la mafia e chi sono gli eroi che l'hanno combattuta», ha detto ieri a Corleone l’attore Daniele Liotti, il Biagio Schirò della fiction “Il Capo dei Capi”. Anche noi avevamo scritto qualcosa di simile ieri. Quindi, come non essere d’accordo con lui? Qualcosa vorremmo aggiungere sul “bagno di folla” che l’attore della fiction Mediaset ha fatto a Corleone. Le ragazzine e i ragazzini urlanti erano in piazza Falcone e Borsellino per l’attore bravo, bello e famoso? Oppure per manifestare contro la mafia e dire che i corleonesi non sono tutti uguali? Probabilmente per l’attore, ma ciò non toglie che la manifestazione abbia avuto un impatto emotivo molto positivo sulle centinaia di giovani presenti in piazza. Daniele Liotti era pur sempre il Biagio Schirò, l’eroe positivo della fiction! In qualche modo, quindi, l’evento di piazza Falcone e Borsellino ha avuto il merito di riparare ai guasti delle prime 5 puntate de “Il Capo dei Capi”. Ma non bisogna fermarsi alle emozioni di un momento. Bisogna davvero – come ha detto Liotti – fare in modo che a scuola, in maniera continuativa, si studi la storia della mafia e dell’antimafia e degli eroi veri che hanno combattuto contro la Piovra. Sarebbe importante che, utilizzando l’autonomia scolastica, lo facessero da subito alcune scuola di Corleone e del circondario. Da parte nostra, ad iniziative simili daremmo tutto l’appoggio e il sostegno possibili…
26.11.2007
«Spegnere la tv non serve. Mastella dia risposte più serie e intelligenti, ad esempio, inserendo nelle scuole materie che spieghino cos'è la mafia e chi sono gli eroi che l'hanno combattuta», ha detto ieri a Corleone l’attore Daniele Liotti, il Biagio Schirò della fiction “Il Capo dei Capi”. Anche noi avevamo scritto qualcosa di simile ieri. Quindi, come non essere d’accordo con lui? Qualcosa vorremmo aggiungere sul “bagno di folla” che l’attore della fiction Mediaset ha fatto a Corleone. Le ragazzine e i ragazzini urlanti erano in piazza Falcone e Borsellino per l’attore bravo, bello e famoso? Oppure per manifestare contro la mafia e dire che i corleonesi non sono tutti uguali? Probabilmente per l’attore, ma ciò non toglie che la manifestazione abbia avuto un impatto emotivo molto positivo sulle centinaia di giovani presenti in piazza. Daniele Liotti era pur sempre il Biagio Schirò, l’eroe positivo della fiction! In qualche modo, quindi, l’evento di piazza Falcone e Borsellino ha avuto il merito di riparare ai guasti delle prime 5 puntate de “Il Capo dei Capi”. Ma non bisogna fermarsi alle emozioni di un momento. Bisogna davvero – come ha detto Liotti – fare in modo che a scuola, in maniera continuativa, si studi la storia della mafia e dell’antimafia e degli eroi veri che hanno combattuto contro la Piovra. Sarebbe importante che, utilizzando l’autonomia scolastica, lo facessero da subito alcune scuola di Corleone e del circondario. Da parte nostra, ad iniziative simili daremmo tutto l’appoggio e il sostegno possibili…
26.11.2007
I ragazzi di Corleone contro la mafia
CORLEONE (PALERMO) - "Riina o Schirò?" ha chiesto, da una panchina trasformata in un improvvisato palco, il sindaco di Corleone, Antonino Iannazzo. E le centinaia di studenti, scesi in strada questa mattina per dire che "i corleonesi non sono tutti uguali", non hanno avuto dubbi. In coro, più volte, hanno risposto: "Schirò", dimostrando che, tra la prepotenza e la violenza del capomafia, e il coraggio e l'onestà del poliziotto Biagio Schirò, personaggio positivo della fiction di Mediaset su Riina, 'Il capo dei capi', loro scelgono il bene. "Questa è la risposta che Corleone dà a chi dice che i giovani qui si riconoscono in Riina", commenta Iannazzo, che non nega, però, che la presenza di tanti adolescenti, nella piazza intitolata ai giudici Falcone e Borsellino, sia dovuta anche alla presenza di Daniele Liotti, l'attore che nella fiction interpreta appunto Schirò, unico personaggio inventato del telefilm. "Ciò non toglie nulla al successo della nostra manifestazione - spiega - I ragazzi hanno accolto Liotti con entusiasmo, dimostrando di avere ben chiara la positività del ruolo che interpreta. Se, anche in futuro, uniremo la forza della tv e il sentire comune dei corleonesi, davvero, arriveremo a grandi risultati". LEGGI TUTTO
Mafia, la Francia annuncia il ritorno degli "americani"
PARIGI - "Gli 'Americani' sono di ritorno a Torretta, in Sicilia". Scrive oggi Le Monde in prima pagina. Il quotidiano ha mandato un suo inviato nel borgo siciliano per indagare sul "ritorno" nell'isola dei "fuggitivi", anche detti "americani", ovvero i superstiti della "feroce guerra di mafia" degli anni Ottanta.All'epoca decine di "padrini", scrive Le Monde, erano partiti per gli Stati Uniti. "Vendicheranno nel sangue i loro morti, assassinati venti anni fa?", si chiede il quotidiano che ricorda le decine di omicidi che si sono consumati nell'isola negli ultimi mesi. Secondo il giornalista infatti "la pace mafiosa è intaccata, i segnali sono negativi"."Il ritorno trionfale degli antichi sconfitti faranno cambiare il fragile equilibrio di una Mafia indebolita dalle forze dell'ordine, in un momento in cui la successione dei padrini è di nuovo aperta?", si chiede ancora Le Monde."Alcuni nomi già circolano", precisa. Tutti testimoniano delle "connessioni americane". "Cacciate dal vento - si chiude così l'articolo - grosse nuvole nere formano altrettanti punti interrogativi nel cielo minaccioso di Palermo".
La Sicilia, 27/11/2007
"Corleone non sta con la mafia". Manifestazione in piazza Falcone e Borsellino con Daniele Liotti
CORLEONE (PALERMO) - Centinaia di studenti delle scuole di Corleone affollano piazza Falcone e Borsellino, dove si è fermato il corteo organizzato dall'Amministrazione comunale per testimoniare che "i giovani dicono no alla mafia". La manifestazione segue le polemiche nate dopo la fiction sul boss Riina "Il capo dei capi". Diversi ragazzini avevano avuto parole di apprezzamento per la figura televisiva del boss. "Per questo - dice il sindaco Antonino Iannazzo - oggi siamo qui. Vogliamo dire che Corleone non sta con la mafia". Decine di ragazzi indossano una maglietta con la scritta: "I corleonesi non sono tutti uguali. Io non sono mafioso". All'iniziativa partecipa anche l'attore Daniele Liotti, che impersona l'unico personaggio inventato della fiction, l'eroe positivo, il poliziotto Biagio Schirò. Ecco il suo pensiero sulla vicenda: "Al ministro Mastella voglio dire che spegnere la tv non serve. Dia risposte più serie e intelligenti, ad esempio, inserendo nelle scuole materie che spieghino cos'è la mafia e chi sono gli eroi che l'hanno combattuta.Mastella - aggiunge l'attore - la fiction non l'avrà nemmeno vista, altrimenti non avrebbe detto quelle cose. Il capo dei capi racconta la mafia dalla parte del male, approfondendo i personaggi negativi, ma il messaggio che lancia è netto: sconfiggiamo la mafia tutti insieme. È ridicolo - conclude - parlare di mafia attraverso le fiction. Parliamone nelle scuole e facciamo le leggi, solo così si vince la criminalità.
La Sicilia, 27/11/2007
La Sicilia, 27/11/2007
lunedì, novembre 26, 2007
Tv: Mastella, sospendere fiction "Capo dei Capi"
Il Sindaco Corleone: "Il Guardasigilli pensi all'indulto"
(ANSA) - GELA (CALTANISSETTA), 26 NOV '07 - La fiction 'Il Capo dei capi', in onda su Canale 5, 'andrebbe sospesa'. Lo ha detto a Gela il ministro Mastella. 'Manca -ha aggiunto- quell'aspetto educativo che rimanda ai valori di una societa' sana'. Duro commento del sindaco di Corleone Iannazzo: 'Il ministro dovrebbe occuparsi di fare funzionare i processi o degli effetti dell'indulto, piuttosto che pensare alle fiction'. Iannazzo ha organizzato per domani una marcia per dimostrare che Riina non e' un modello.
(ANSA) - GELA (CALTANISSETTA), 26 NOV '07 - La fiction 'Il Capo dei capi', in onda su Canale 5, 'andrebbe sospesa'. Lo ha detto a Gela il ministro Mastella. 'Manca -ha aggiunto- quell'aspetto educativo che rimanda ai valori di una societa' sana'. Duro commento del sindaco di Corleone Iannazzo: 'Il ministro dovrebbe occuparsi di fare funzionare i processi o degli effetti dell'indulto, piuttosto che pensare alle fiction'. Iannazzo ha organizzato per domani una marcia per dimostrare che Riina non e' un modello.
Fiction Tv "Capo dei Capi: Nè censura, nè marce, ma un progetto educativo per i giovani..."
Il ministro della giustizia Mastella e il sindaco di Corleone Iannazzo hanno perso due occasioni per tacere. Non si tratta né di sospendere la fiction, come ha chiesto il ministro, né di organizzare una “Marcia” per dimostrare che Riina non è un modello, come sta facendo il sindaco. Purtroppo, i sinistri influssi della fascinazione del boss, emersi dalle puntate finora trasmesse de “Il capo dei Capi”, e il suo assurgere ad “eroe negativo”, sono sotto gli occhi di tutti. A Corleone (ma anche in altri posti) lo hanno denunciano insegnanti e genitori, preoccupati per gli atteggiamenti di ragazzini, che (magari per gioco, mescolando fiction e realtà) si “annacano” e “sciusciano”, chiamandosi “Zu’ Totò” o “Zu’ Binnu”. Ma questi influssi negativi e questi atteggiamenti sbagliati non si contrastano né con la sospensione della fiction, che suonerebbe come un’anacronistica censura, e nemmeno con le estemporanee marce in maglietta-mediaset con la scritta «I corleonesi non sono tutti uguali. Io non voglio essere un mafioso», che appare una “exusatio non petita”. È necessario, invece, rilanciare un forte progetto di educazione civica nelle scuole, di educazione alla legalità, nell’ambito del quale far conoscere ai nostri ragazzi la storia dell’antimafia siciliana, che è antica quanto la mafia, di quell’antimafia sociale dei contadini, che a pugni nudi si battevano per la libertà, la democrazia e il lavoro, di quei piccoli-grandi uomini come Placido Rizzotto e Peppino Impastato, i quali - per “emergere” - scelsero di lottare per i diritti a fianco degli “ultimi”. Per un simile progetto siamo pronti a moltiplicare il nostro impegno. E, insieme a noi, sicuramente tanti altri corleonesi e siciliani onesti. (d.p.)
domenica, novembre 25, 2007
CORLEONE. Al via «Legalità è libertà», fondatrici le donne di An
Nascerà a Corleone la prima sede distaccata dell'associazione antiraket, antiusura e antimobbing «Legalità è libertà» i cui soci fondatori sono le donne di Alleanza nazionale, con il sostegno del presidente del gruppo parlamentare all'Ars Salvino Caputo. La proposta è stata resa nota dal sindaco di Corleone Nino Iannazzo, ieri mattina nel corso della presentazione ufficiale che si è tenuta presso la Sala Rossa del Palazzo dei Normanni, alla presenza di Pippo Scalia, segretario regionale di An, del deputato Nino Lo Presti, Giuseppe Di Trapani, dell'Osservatorio Sviluppo e Legalità di Partinico, Antonio Pullara, dell'associazione antiracket di Partinico e l'assessore alle Politiche per la legalità di Bagheria Gianfranco Licciardi. «Abbiamo scelto il nome «Legalità é libertà» perchè non c'è libertà senza legalità – ha spiegato Francesca Aiello, presidente dell'associazione –. L'idea di costituire un'associazione antiracket di stampo politico è nata dal capogruppo all'Ars Salvino Caputo durante una manifestazione sulla sicurezza e Francesca Aiello ad Antonella Coppolino, Francesca Fucaloro, Alina Granà e Fatima Scarfia hanno reso questa idea operativa. A sottoscrivere le prime le schede sono state proprio l'ex sindaco Cipriani e i deputati Caputo e Lo Presti.
Lisa Bruno
La Sicilia, 25 novembre 2007
Lisa Bruno
La Sicilia, 25 novembre 2007
Partito Democratico. Ninni Terminelli coordinatore di Palermo, Leonardo Passarello coordinatore della Provincia
Da segretario provinciale dell'ex Ds Ninni Terminelli diventa coordinatore cittadino del Pd. E' stato eletto ieri nel corso di una farraginosa votazione. Assieme a lui è stato eletto anche il coordinatore provinciale, di area ex Margherita. E' il vice sindaco di Bagheria Leonardo Passarello. Insomma i due partiti che hanno dato vita al Pd si sono equamente divisi le cariche. Resta fuori, perché con molta probabilità destinato ad altro incarico, Pino Toro che, prima della nascita del nuovo soggetto politico, era segretario cittadino della Margherita. LEGGI TUTTO
Come raccontare Cosa nostra senza celebrarla?
di Antonio Ingroia
Il dibattito, che si è recentemente riacceso anche su queste pagine a margine della fiction “Il capo dei capi”, può essere forse l’occasione per avviare una seria riflessione sul tema della rappresentazione della mafia attraverso i mass media. Non si tratta, ovviamente, di accodarsi all’antica, stupida e non del tutto disinteressata, posizione polemica che vorrebbe censurare ogni forma di rappresentazione della mafia accusata di fare cattiva pubblicità della Sicilia. Ma altrettanto sbagliata mi pare ogni sottovalutazione che ne trascuri l’impatto sulle chance di successo dell’antimafia. LEGGI TUTTO
Il dibattito, che si è recentemente riacceso anche su queste pagine a margine della fiction “Il capo dei capi”, può essere forse l’occasione per avviare una seria riflessione sul tema della rappresentazione della mafia attraverso i mass media. Non si tratta, ovviamente, di accodarsi all’antica, stupida e non del tutto disinteressata, posizione polemica che vorrebbe censurare ogni forma di rappresentazione della mafia accusata di fare cattiva pubblicità della Sicilia. Ma altrettanto sbagliata mi pare ogni sottovalutazione che ne trascuri l’impatto sulle chance di successo dell’antimafia. LEGGI TUTTO
POLITICA. La miscela esplosiva che incendia il Cavaliere
di EUGENIO SCALFARI
L'ACCUSA che da sempre e ora più che mai viene lanciata contro Silvio Berlusconi è di essere populista. Non dico che non corrisponda a verità, ma dico che è soltanto una parte della verità anche perché c'è populismo e populismo. Mazzini - in ben altro modo - era un populista. Anche Garibaldi. Anche Bakunin. Ma a nessuno verrebbe in mente di paragonare Berlusconi a queste figure del passato. LEGGI TUTTO
L'ACCUSA che da sempre e ora più che mai viene lanciata contro Silvio Berlusconi è di essere populista. Non dico che non corrisponda a verità, ma dico che è soltanto una parte della verità anche perché c'è populismo e populismo. Mazzini - in ben altro modo - era un populista. Anche Garibaldi. Anche Bakunin. Ma a nessuno verrebbe in mente di paragonare Berlusconi a queste figure del passato. LEGGI TUTTO
ALL’OMBRA DELLA BUROCRAZIA. Il tesoro dei boss dimenticato
di Alberto Custodero
Si può perdere la lotta alla mafia anche per burocrazia, inefficienza, inadeguatezza della macchina dello Stato. Succede da anni, e succede tutti i giorni, se si guarda ai patrimoni sequestrati ai boss mafiosi e mai entrati in possesso del Demanio. Sentenze dello Stato disattese, da un lato, rendite e benefici lasciati in possesso dei clan, dall´altro. Cioè soldi, finanziamenti e risorse di cui la mafia gode alla luce del sole. Anzi, all´ombra della burocrazia. LEGGI TUTTO
Si può perdere la lotta alla mafia anche per burocrazia, inefficienza, inadeguatezza della macchina dello Stato. Succede da anni, e succede tutti i giorni, se si guarda ai patrimoni sequestrati ai boss mafiosi e mai entrati in possesso del Demanio. Sentenze dello Stato disattese, da un lato, rendite e benefici lasciati in possesso dei clan, dall´altro. Cioè soldi, finanziamenti e risorse di cui la mafia gode alla luce del sole. Anzi, all´ombra della burocrazia. LEGGI TUTTO
sabato, novembre 24, 2007
MAFIA. Marcia a Corleone, ci sarà anche Daniele Liotti, uno dei protagonisti della fiction "Il Capo dei Capi"
(ANSA) - ROMA, 24 NOV - Studenti e cittadinanza scenderanno in piazza martedi' a Corleone per una marcia contro la mafia. E tra i partecipanti alla manifestazione, organizzata dal Comune siciliano, ci sarà anche Daniele Liotti, l'attore che indossa i panni del poliziotto Biagio Schirò ne “Il capo dei Capi”, la fiction di Canale 5 dedicata alla storia di Totò Riina. Il sindaco Antonino Iannazzo e i ragazzi presenti alla marcia indosseranno magliette con la scritta: ''I Corleonesi non sono tutti uguali. Io non voglio essere un mafioso''. La manifestazione, sottolineano da Mediaset, avrà luogo due giorni prima dell'ultima puntata della fiction di Canale 5 ''Il Capo dei Capi'', in onda giovedì 29 novembre, e rappresenta una risposta nei fatti alle polemiche sul presunto ''effetto emulazione'' generato dalla serie prodotta da Pietro Valsecchi per la regia di Alexis Sweet e Enzo Monteleone. Nell'ultima puntata della fiction si ripercorreranno pagine drammatiche della storia italiana, come gli attentati che costarono la vita ai giudici Falcone e Borsellino, ma si assisterà anche alla vittoria dello Stato con l'arresto di Totò Riina.
(ANSA).24-NOV-07 15:20
(ANSA).24-NOV-07 15:20
Il Comune di Corleone ha una convenzione con una ditta che paga il pizzo a Cosa Nostra?
Il sindaco di Corleone Nino Iannazzo ha proposto al consiglio comunale di modificare qualche articolo della convenzione per l’uso del mattatoio che nel gennaio 2006 il comune ha stipulato con la ditta “Alizoo” di contrada “Torre dei Fiori”. Come se si trattasse di ordinaria amministrazione. Dimenticando che la ditta “Alizoo” di Salvatore Romeo probabilmente pagava il pizzo alla Cosa Nostra di Bernardo Provenzano, come sembrerebbe emergere dalla lettura di alcuni “pizzini” trovati nel casolare di “Montagna dei cavalli” (“La Repubblica” 10-12 agosto 2006). E dimenticando che il Comune di Corleone si è dato un protocollo battezzato “Carlo Alberto Dalla Chiesa”, dove sta scritto che procederà alla rescissione immediata del contratto o della convenzione nei confronti di quelle ditte che pagano il “pizzo”.
E’ toccato al consigliere Dino Paternostro (Pd) ricordarglielo. «Le propongo di ritirare la trattazione di questo punto all’ordine del giorno, in attesa di accertare come stanno realmente le cose», ha detto venerdì sera in aula il consigliere del Pd, rilevando una certa “tiepidezza” da parte del primo cittadino nell’affrontare la vicenda. Ma l’accusa di “tiepidezza” ha fatto andare su tutte le furie Iannazzo, che intervenendo nuovamente ha annunciato: «Assumerò le necessarie informazioni presso la Prefettura e la Procura. Se risulterà che la ditta pagava il pizzo a Cosa Nostra, allora provvederò immediatamente alla rescissione della convenzione». Una posizione apprezzata da Paternostro e dall’intero consiglio comunale. «Se deciderà di portare avanti una linea di intransigente contrasto a Cosa Nostra e ai suoi complici, allora saremo al suo fianco», hanno detto i consiglieri.
24 novembre 2007
E’ toccato al consigliere Dino Paternostro (Pd) ricordarglielo. «Le propongo di ritirare la trattazione di questo punto all’ordine del giorno, in attesa di accertare come stanno realmente le cose», ha detto venerdì sera in aula il consigliere del Pd, rilevando una certa “tiepidezza” da parte del primo cittadino nell’affrontare la vicenda. Ma l’accusa di “tiepidezza” ha fatto andare su tutte le furie Iannazzo, che intervenendo nuovamente ha annunciato: «Assumerò le necessarie informazioni presso la Prefettura e la Procura. Se risulterà che la ditta pagava il pizzo a Cosa Nostra, allora provvederò immediatamente alla rescissione della convenzione». Una posizione apprezzata da Paternostro e dall’intero consiglio comunale. «Se deciderà di portare avanti una linea di intransigente contrasto a Cosa Nostra e ai suoi complici, allora saremo al suo fianco», hanno detto i consiglieri.
24 novembre 2007
giovedì, novembre 22, 2007
Corleone. Straordinaria affermazione della Fp-Cgil all’Ausl e al Comune nelle elezioni delle RSU
CORLEONE – Per la prima volta nella storia, la Cgil è l’organizzazione sindacale più votata all’Ospedale e al Distretto sanitario di Corleone, nelle elezioni per la RSU. Infatti, ha ottenuto 83 voti di lista, a fronte dei 69 ottenuti dalla Cisl e dei 23 della Uil. Leo Cuppuleri (75 voti di preferenza) e Calogero Catania (61 voti di preferenza), segretari aziendali della Fp-Cgil, sono stati i candidati più votati e sicuramente andranno a far parte della RSU dell’Ausl 6 di Palermo.
Netta vittoria della Cgil anche al comune di Corleone, dove ha conquistato 3 dei 5 seggi in palio. La lista della Fp-Cgil ha ottenuto, infatti, 41 voti, eleggendo Pino Labbruzzo (14 preferenze), Enzo Cuppuleri (12 preferenze) e Girolamo Grizzaffi (9 preferenze). Gli altri due seggi sono andati alla Cisl, che ha ottenuto 30 voti, eleggendo Tommaso Ruggirello (14 voti) e Maurizio Giordano (6 voti). Un solo voto è andato alla lista della Uil. Al Comune di Corleone, anche nelle precedenti elezioni della RSU la Cgil aveva ottenuto la maggioranza assoluta in voti e in seggi.
«Si tratta di un risultato importante – scrivono in una nota congiunta le segreterie aziendali della Usl e del Comune della Fp-Cgil e la segreteria della Camera del lavoro di Corleone – che responsabilizza ancora di più la nostra organizzazione sindacale. Infatti, col loro consenso i lavoratori hanno riconosciuto la serietà e l’impegno con cui la Cgil ha portato avanti le iniziative e la lotta per la difesa e il rilancio dell’ospedale e per la tutela della dignità umana e professionale dei suoi operatori. E ci dicono di continuare a lottare, nell’interesse di una comunità che va oltre la stessa città di Corleone, per coinvolgere tutti i comuni del circondario».
22 novembre 2007
FOTO. Da sinistra: Calogero Catania e Leo Cuppuleri della Fp-Cgil, entrambi eletti nella RSU dell'Ausl 6 di Palermo.
Netta vittoria della Cgil anche al comune di Corleone, dove ha conquistato 3 dei 5 seggi in palio. La lista della Fp-Cgil ha ottenuto, infatti, 41 voti, eleggendo Pino Labbruzzo (14 preferenze), Enzo Cuppuleri (12 preferenze) e Girolamo Grizzaffi (9 preferenze). Gli altri due seggi sono andati alla Cisl, che ha ottenuto 30 voti, eleggendo Tommaso Ruggirello (14 voti) e Maurizio Giordano (6 voti). Un solo voto è andato alla lista della Uil. Al Comune di Corleone, anche nelle precedenti elezioni della RSU la Cgil aveva ottenuto la maggioranza assoluta in voti e in seggi.
«Si tratta di un risultato importante – scrivono in una nota congiunta le segreterie aziendali della Usl e del Comune della Fp-Cgil e la segreteria della Camera del lavoro di Corleone – che responsabilizza ancora di più la nostra organizzazione sindacale. Infatti, col loro consenso i lavoratori hanno riconosciuto la serietà e l’impegno con cui la Cgil ha portato avanti le iniziative e la lotta per la difesa e il rilancio dell’ospedale e per la tutela della dignità umana e professionale dei suoi operatori. E ci dicono di continuare a lottare, nell’interesse di una comunità che va oltre la stessa città di Corleone, per coinvolgere tutti i comuni del circondario».
22 novembre 2007
FOTO. Da sinistra: Calogero Catania e Leo Cuppuleri della Fp-Cgil, entrambi eletti nella RSU dell'Ausl 6 di Palermo.
mercoledì, novembre 21, 2007
Ecco il nuovo simbolo del Partito Democratico!
La "P" verde e la "D" bianca su uno sfondo rosso. Poi, sotto, la scritta "Partito democratico" in mezzo un ramoscello di ulivo. È questo il nuovo simbolo del Pd. «È la nostra carta di identità», ha detto Walter Veltroni alla presentazione. «Un simbolo racconta l'identità di un partito e di una comunità e io credo che - prosegue Veltroni - questo simbolo ci rappresenti bene. È un simbolo rivolto al futuro, di un partito che nasce per una Italia nuova ed assume su di se l'identità nazionale», aggiunge il leader del Pd riferendosi ai colori della bandiera italiana del nuovo simbolo. Ma Veltroni aggiunge che quei tre colori sono anche un riferimento alle «tre grandi tradizioni che stanno nel Pd», ovvero il verde dell'ambientalismo, il bianco dei cattolici democratici e quindi il rosso della sinistra e del mondo del lavoro. «È un simbolo rivolto al futuro - prosegue ancora Veltroni - e che raccoglie anche l'esperienza dell'Ulivo e la porta nel Pd». Il simbolo è stato realizzato da Nicola Storto, designer molisano di 25 anni.
A Corleone: "Voglio essere Totò Riina"
CORLEONE (PALERMO) - C'è il ragazzino delle medie che dice "Batman? Io sono Totò Riina". Chi invece, studente di liceo, è soddisfatto che di vedere che un pugno di corleonesi soprannominati "viddani" o "cafoni" hanno, seppur in un ambito negativo, battuto i palermitani "cittadini" nella corsa alla supremazia criminale. A Corleone, dopo altri centri siciliani, la fiction di canale 5 "Il capo dei capi" comincia a suscitare preoccupazione perché, soprattutto tra i più giovani, vengono notate emulazioni della figura di Totò Riina. Nel paese dei padrini che per oltre trent'anni hanno gestito il direttorio di Cosa nostra giovedì sembra ci sia il coprifuoco: tutta la gente è in casa incollata davanti alla televisione a vedere la storia dei concittadini che hanno reso tristemente noto il nome della cittadina. LEGGI TUTTO
Ma per il 55% dei siciliani Cosa nostra sarà sconfitta
PALERMO - Per il 55% dei siciliani Cosa nostra può essere sconfitta. E' questo uno dei dati che emerge dal sondaggio commissionato dal mensile "I love Sicilia" all'istituto Ekma di Luigi Crespi, i cui contenuti sono illustrati nel nuovo numero del magazine in uscita venerdì 23 novembre. A pochi giorni dalla cattura del boss Salvatore Lo Piccolo, il sondaggio fotografa la percezione del fenomeno mafioso da parte dei siciliani, offrendo un quadro in bilico fra ottimismo e realismo. Per il 76 per cento degli intervistati, il blitz di Giardinello ha inferto un duro colpo a Cosa nostra. LEGGI TUTTO
martedì, novembre 20, 2007
Corleone, il consiglio comunale approva una mozione per l'ammodernamento della strada Corleone-S.Cipirello-Partinico
Ieri sera, il consiglio comunale di Corleone ha impiegato più di due ore per approvare la mozione, proposta dai consiglieri Lillo Marino e Maurizio Bruno (“Liberi e Democratici”), che impegna la Provincia Regionale di Palermo ad ammodernare l’asse viario Corleone-S.Cipirello-Partinico. E non perché c’è stato dissenso nel merito della proposta, ma per l’importanza dell’argomento, rispetto al quale diversi consiglieri comunali hanno ritenuto opportuno intervenire. Alla fine, arricchita da un’integrazione proposta dal consigliere Paternostro, la mozione è stata approvata all’unanimità. Ovviamente, non basta avere approvato la mozione. Da oggi occorre sviluppare diverse iniziative per mobilitare gli enti locali, le organizzazioni sindacali e professionali e la popolazione della zona del Corleonese. Occorre far assumere impegni precisi alla Politica e all’Amministrazione Provinciale. Occorre verificare lo stato del progetto di ammodernamento della strada in questione, più volte annunciato dall’assessore Filippo Cancemi.
Si potrebbe partire con un’assemblea cittadina, alla quale invitare chi ha responsabilità operative in materia (la Provincia, la Regione, lo Stato, i Comuni).
Leggi il testo della mozione approvata
Si potrebbe partire con un’assemblea cittadina, alla quale invitare chi ha responsabilità operative in materia (la Provincia, la Regione, lo Stato, i Comuni).
Leggi il testo della mozione approvata
sabato, novembre 17, 2007
Corleone, un cippo per fra' Rosario Pirrello, missionario in terra brasiliana
Non gli sarà stato facile, all’età di 45 anni, lasciare la sua Corleone, la Sicilia, l’Italia, per recarsi in terra di missione, nel lontano Brasile. O forse gli è stato più facile di quanto si possa immaginare. Infatti, scelte simili si fanno solamente se si portano nel cuore una grande fede e un grande coraggio, capaci di far superare le paure e le angosce umane. A fra’ Rosario Pirrello, nativo di Corleone, non mancavano evidentemente né l’una né l’altro. In Brasile arrivò alla fine di novembre del ’47, «con l’ardente desiderio di fondare in quella terra lontana una Chiesa ed un Convento per il Terzo Ordine Regolare di San Francesco». LEGGI TUTTO
Corleone, il gusto del confronto democratico
DINO PATERNOSTRO
I cittadini di Corleone, ma anche quelli dei comuni del circondario, stanno riscoprendo il gusto del dibattito e del confronto democratico. A volte usano toni un po’ aspri, ma tutti, con grande passione, ci tengono ad esprimere un’opinione sui temi dai quali si sentono maggiormente coinvolti. A tenere banco in questi giorni sono il trasferimento di don Francesco Carlino e il tentativo di sfrattare il Cidma. LEGGI TUTTO
I cittadini di Corleone, ma anche quelli dei comuni del circondario, stanno riscoprendo il gusto del dibattito e del confronto democratico. A volte usano toni un po’ aspri, ma tutti, con grande passione, ci tengono ad esprimere un’opinione sui temi dai quali si sentono maggiormente coinvolti. A tenere banco in questi giorni sono il trasferimento di don Francesco Carlino e il tentativo di sfrattare il Cidma. LEGGI TUTTO
Gli sprechi del Cidma gestito da Nicolosi
Che per il Cidma ci sia in atto una bega politica è inutile negarlo. Che a volere la creazione del Cidma a Corleone per fare antimafia e per far conoscere la storia negativa della mafia a livello internazionale sono stati promotori Nicolosi e Iannazzo è evidente a tutti. Che però l'ex Sindaco Nicolosi ha trasformato il Cidma in un luogo di potere dovrebbe essere noto a tutti e in particolar modo al Direttore Dino Paternostro che adesso spreca tutte le sue energie per mettere in risalto positivamente l'operato dell'ex Sindaco. LEGGI TUTTO
Dopo l'arresto dei Lo Piccolo. Il pm Gaetano Paci al Sole 24Ore: “Lavoriamo per smantellare la rete dei collusi”
Novembre 14, 2007 - «Le cifre sull’ammontare delle estorsioni pubblicate dai giornali? Mi sembrano sovrastimate». È una lettura diversa dei fatti raccontati in questi giorni concitati quella che arriva da Gaetano Paci, uno dei tre magistrati (gli altri sono Domenico Gozzo e Francesco del Bene coordinati da Alfredo Morvillo) che ha lavorato alle indagini scaturite nell’arresto di Salvo e Sandro Lo Piccolo (latitanti dal 1983)e di altri due boss di primo piano. Paci, 42 anni, in magistratura dal 1991, dava la caccia a Lo Piccolo dal 1996. Sa di avere in mano elementi decisivi per capire le dinamiche della cosca di San Lorenzo e dell’intera Cosa nostra palermitana al cui vertice, dopo l’arresto di Bernardo Provenzano avvenuto il 12 aprile dell’anno scorso, si era insediato Lo Piccolo.
Dottore, avete in mano il libro mastro della cosca Lo Piccolo. Cosa emerge? Ci sono i nomi dei colletti bianchi, dei professionisti di cui si parla?
Questo non lo possiamo dire. Posso dire che ci sono tantissimi nomi e tanti elementi che riguardano gli imprenditori collusi e i favoreggiatori del boss. Cresce il materiale sul reticolo di interessi di Lo Piccolo e si aggiunge al materiale già acquisito in altre operazioni giudiziarie più o meno recenti. LEGGI TUTTO
Dottore, avete in mano il libro mastro della cosca Lo Piccolo. Cosa emerge? Ci sono i nomi dei colletti bianchi, dei professionisti di cui si parla?
Questo non lo possiamo dire. Posso dire che ci sono tantissimi nomi e tanti elementi che riguardano gli imprenditori collusi e i favoreggiatori del boss. Cresce il materiale sul reticolo di interessi di Lo Piccolo e si aggiunge al materiale già acquisito in altre operazioni giudiziarie più o meno recenti. LEGGI TUTTO
Don Leo Pasqua: "Voglio esprimere il mio disappunto per l'atteggiamento poco maturo sul trasferimento di don Francesco..."
Ciao cari amici, sono don Leo Pasqua, corleonese doc, immamorato della mia parrocchia di origine S. Rosalia, dove sono stato educato nella fede e dove ho ricevuto i sacramenti dell'iniziazione cristiana.Incardinato nella Diocesi di Palermo, attualmente svolgo il servizio di Vice Rettore nel seminario Arcivescovile, rimanendo comunque legato a Corleone dove spesso mi ritrovo a celebrare L'Eucaristia. Volevo esprimere il mio disappunto per l'atteggiamento poco maturo, che si sta assumendo a proposito del trasferimento di don Francesco Carlino al quale mi lega una profonda e fraterna amicizia. LEGGI TUTTO
Salvatore Borsellino: Appello per sostenere il mensile Casablanca di Riccardo Orioles
Ho ricevuto in questi giorni diversi mail e sms di giovani sinceramente disperati perche' Casablanca, un giornale che e' la continuazione ideale dei "Siciliani" di Pippo Fava, un giornale che faticosamente combatte a Catania contro l'indifferenza dei tanti e contro l'impero dei Ciancio, un giornale che combatte in trincea e non come noi dalle retrovie, sta per essere ucciso.
Ve ne riporto solo alcuni.
Il primo è un sms di una amica, appartenete a un gruppo di uomini, donne e ragazzi che non si arrenderanno mai, che ho avuto la fortuna di incontrare sulla rete nella mia incessante ricerca di persone che vogliano combattere al mio fianco la mia ultima battaglia e che, dopo di me, possano continuare a combatterla.
Mi scrive : "Amico, sono abbattuta stasera. Casablanca è in agonia. Se chiude... Pippo Fava viene ucciso di nuovo. Mi sento impotente, cosa posso fare? Dammi un consiglio perché ho solo voglia di piangere..." LEGGI TUTTO
Ve ne riporto solo alcuni.
Il primo è un sms di una amica, appartenete a un gruppo di uomini, donne e ragazzi che non si arrenderanno mai, che ho avuto la fortuna di incontrare sulla rete nella mia incessante ricerca di persone che vogliano combattere al mio fianco la mia ultima battaglia e che, dopo di me, possano continuare a combatterla.
Mi scrive : "Amico, sono abbattuta stasera. Casablanca è in agonia. Se chiude... Pippo Fava viene ucciso di nuovo. Mi sento impotente, cosa posso fare? Dammi un consiglio perché ho solo voglia di piangere..." LEGGI TUTTO
Milano, 4 Novembre 2007
La Confindustria: "La posizione della CEI di condanna del racket delle estorsioni aiuta la nostra battaglia"
Palermo, 16 novembre 2007 - “La presa di posizione assunta dalla Conferenza Episcopale Siciliana, presieduta da Monsignor Paolo Romeo, contro il racket delle estorsioni, definito dalla stessa CEI “un malcostume che infanga la vita e la onesta convivenza del popolo siciliano”, è un grande segnale di attenzione e di forte sostegno alla mobilitazione delle coscienze degli operatori economici siciliani che stanno conducendo una battaglia per l’affermazione della legalità e del diritto alla libertà d’impresa in Sicilia“. Lo dichiara Ivan Lo Bello, Presidente di Confindustria Sicilia, che nell’accostare la decisione assunta dal vertice della Chiesa siciliana al grido di Giovanni Paolo II contro la mafia di tanti anni fa ad Agrigento, sente di ringraziare vivamente la CEI per la solidarietà espressa alle famiglie ed alle Associazioni imprenditoriali. Lo Bello ritiene che il ruolo della Chiesa é determinante per la mobilitazione delle coscienze, attraverso tutti i suoi organismi ecclesiali e le parroccchie, fortemente radicate nel territorio. “Confido – conclude Lo Bello – che anche coloro che oggi sono scettici sull’efficacia delle azioni di quanti sono impegnati per scuotere le coscienze intorpidite, dopo la presa di posizione della Chiesa, si convincano che si è aperta una fase storica per la Sicilia, che non è il sussulto di una stagione”.
giovedì, novembre 15, 2007
Sul trasferimento di Don Francesco Carlino, Parroco della parrocchia di Santa Rosalia in Corleone
MARIO DI GIORGIO
E’ mortificante oggi, apprendere dell’ennesimo atto relativo al tentativo di chiusura della Parrocchia di Santa Rosalia.
L’ultima trovata da parte della Diocesi di Monreale, per il tramite della massima carica Sua Ecc. Mons. Di Cristina, viene giustificata con la “ necessità di dotare la Comunità cattolica di Prizzi di un prete giovane, considerata l’età dei preti già presenti presso la predetta Comunità “.
Premesso che, da quanto appreso detta giustificazione è spudoratamente non veritiera, in quanto a Prizzi è presente tale Padre Massimo, sicuramente tutt’altro che “ vecchio “, vale la pena di dover ricordare come già in passato, si sia tentato di chiudere la Parrocchia di Santa Rosalia. LEGGI TUTTO
Corleone, sfrattare il Cidma e fare il "Laboratorio della legalità"?
Che il Comune si impegni a recuperare denaro per poi usufruirne tutti i cittadini è veramente un fatto da premiare. Che il Comune, quindi Iannazzo con la sua giunta, si interessi soltanto a fare guerra contro Nicolosi è un fatto che sconvolge il Popolo Corleonese perchè a pagarne le conseguenze siamo proprio noi Corleonesi. Da altri giornali ho appreso che Iannazzo vuole creare "Il Laboratorio della Legalità" e quindi usufruire di nuovi locali. Siccome a Corleone esiste già il CIDMA creato con Cipriani e poi portato avanti da Nicolosi e credo anche con successo, non vedo il motivo perchè se ne debba creare un'altro. Infatti, anzicchè usare i locali nuovi per "Il laboratorio della legalità " che già c'è ed è una realtà esistente, proporrei se naturalmente lo scopo di Iannazzo e la sua giunta è quello di risparmiare per il bene dei cittadini ,di trasferirci l'Ufficio tecnico. Quello che mi ha fatto un pò riflettere è stato il discorso che sempre Iannazzo e la sua Giunta vorrebbe trasferire i beni del CIDMA nella sala "Cataldo Naro" e in una saletta adiacente. Ma scusate Iannazzo e la sua Giunta sono mai andati a visitare il CIDMA? Hanno l'idea di quello che c'è all'interno di essi, o pensano che tutto il lavoro di questi dieci anni venga ammassato come spazzatura? Spesso sento parlare di Legalità, ma queste persone sanno cosa vuol dire? dove sta il rispetto verso gli altri? Ammesso e concesso che Nicolosi ,come ho appreso da questo giornale da alcuni commenti, abbia coltivato all'interno del CIDMA, il suo orticello, dobbiamo dire pure che è riuscito a far conoscere in tutto il mondo la nuova Corleone. Infatti, non dimentichiamo che ogni anno veniva organizzata una settimana di spettacoli, incontri ed eventi importantissimi, tra i quali; il musicol "la storia di Filippo Latino". C'era moltissima gente : corleonesi e non. Si notava in tutti noi l'entusiasmo di tale apprezzamento. Anche questo vuol dire legalità cioè confrontarsi con gli altri e cercare di migliorare sempre. Quest'anno di tutto questo non si è visto niente o meglio c'è stata una serata dove i giovani hanno organizzato la "Sangria-Party" e l'artista era un certo Iannazzo. Spero proprio che non si trattava del nostro sindaco perchè sarebbe proprio, come dire calpestare quello che con sacrifici si è costruito. I giovani non vogliono questo.
Serena
15 novembre 2007
15 novembre 2007
mercoledì, novembre 14, 2007
Corleone, il trasferimento di don Francesco. Ancora lettere...
Consapevoli che le nostre parole non cambieranno la situazione, vogliamo mettere in evidenza, anche se solo per sfogo, che siamo davvero stanchi di episodi come questo... (Rosalia 68)
Cara Rosalia 68 penso che il motivo per cui Padre Francesco venga trasferito a Prizzi non è proprio quello che la Curia ci ha riferito bensì un'altro. (Giusy)
LEGGI TUTTO
Cara Rosalia 68 penso che il motivo per cui Padre Francesco venga trasferito a Prizzi non è proprio quello che la Curia ci ha riferito bensì un'altro. (Giusy)
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Corleone, Comune "sfratta" il Centro antimafia
CORLEONE (PALERMO) - Al Comune di Corleone servono i locali per evitare di pagare altri affitti e per questo motivo, con una delibera, sfratta il Centro internazionale di documentazione sulla mafia, inaugurato il 12 dicembre 2000 dall'allora capo dello Stato Ciampi. Al suo interno vi sono anche conservati, tra l'altro, i faldoni dei maxi-processi a Cosa nostra. La notizia per i cittadini di Corleone non è nuova. Ma è stata rilanciata ieri dai giornali, che hanno appreso del ricorso al TAR contro lo sfratto. LEGGI TUTTO
Corleone, Ruffino e gli altri ricorrenti esprimono soddisfazione per la decisione del TAR
Soddisfazione per la decisione del T.A.R. è stata espressa dai ricorrenti avverso la proclamazione di Antonino Iannazzo a Sindaco di Corleone, che era risultato vincitore per soli tre voti di differenza.Arcangelo Ruffino, primo firmatario, Dino Streva, Mario Lanza, Salvatore Schillaci, Salvatore Sorisi, Lea Savona ed Angelo Labbruzzo, che hanno proposto una azione popolare per la verifica delle schede del ballottaggio del 27 e 28 maggio per la elezione del Sindaco di Corleone, ritenendo gli esiti di quello scrutinio non aderenti alla reale volontà espressa dal corpo elettorale, attendono adesso fiduciosi l'attività di controllo delle modalità del voto e dell'attribuzione delle schede, convinti della necessità di acquisire con certezza i dati finali dello spoglio e lavorare quindi per la ricomposizione delle spaccature tra i cittadini di Corleone, superando i contrasti e i veleni che hanno caratterizzato la fase elettorale e i mesi successivi.
15 Novembre 2007
15 Novembre 2007
Tre giorni di festa per Banca Etica a Palermo
Dal 15 al 17 novembre Banca Etica riunisce le reti della società civile siciliana per rilanciare un percorso comune nel segno della legalità e della responsabilità.
Palermo, 13 novembre 2007. Finanza etica, rete con la società civile siciliana, cultura della legalità, costruzione di un percorso partecipato e condiviso, forti valori etici ai quali ancorare attività imprenditoriali, associative e di cittadinanza responsabile. Queste le parole chiave dell'attività di Banca Etica in Sicilia, che ricorreranno spesso dal 15 al 17 novembre nel corso dell'inaugurazione ufficiale, presentata oggi in una conferenza stampa. LEGGI TUTTO
Perchè il vescovo di Monreale ha trasferito padre Francesco da Corleone a Prizzi?
Ieri sera con un consiglio straordinario indetto urgentemente dal vescovo di Monreale, si è deciso (ha deciso il vescovo) che Padre Francesco dovrà lasciare la parrocchia di Santa Rosalia e andare a Prizzi. Padre Francesco è stato per molti un caro amico, ha saputo comprendere i problemi della gente, è stato vicino a tutti coloro che si sono trovati in difficoltà e per la sua determinazione e per il suo modo di rivolgersi a Dio ha creato una bellissima comunità fatta di gioie, amore e spititualità. Ora mi chiedo: perchè a Corleone quando si sta per creare qualcosa di bello, viene distrutto? Io forse la risposta ce l'ho ma vorrei sentirla da voi.
Giusy - Corleone
14 novembre 2007
In merito al trasferimento di don Francesco Carlino dalla parrocchia “Santa Rosalia” di Corleone a Prizzi, abbiamo sentito monsignor Antonino Dolce, vicario di Monreale, che ha spiegato le ragioni della Curia. «Non c’è nessun mistero e nessuna ragione inconfessabile nel trasferimento – dice monsignor Dolce – ma semplici ragioni organizzative. Abbiamo pochi sacerdoti e dobbiamo distribuirli al meglio in tutta la diocesi. A Prizzi vi sono un sacerdote di 96 anni e un altro sacerdote di 80 anni, che evidentemente non sono in condizioni di svolgere al meglio l’attività. Il trasferimento a Prizzi di don Carlino, quindi, è necessario per assicurare a quella comunità ecclesiale l’attività di un sacerdote giovane e pieno di entusiasmo. A Corleone, dove sono in servizio 9 sacerdoti, la parrocchia di Santa Rosalia è stata temporaneamente affidata al decano, don Vincenzo Pizzitola. Le manifestazioni di affetto verso don Carlino da parte dei fedeli di Corleone sono apprezzabili, perchè servono a sottolineare che il sacerdote ha ben operato…». (d.p.)
Giusy - Corleone
14 novembre 2007
In merito al trasferimento di don Francesco Carlino dalla parrocchia “Santa Rosalia” di Corleone a Prizzi, abbiamo sentito monsignor Antonino Dolce, vicario di Monreale, che ha spiegato le ragioni della Curia. «Non c’è nessun mistero e nessuna ragione inconfessabile nel trasferimento – dice monsignor Dolce – ma semplici ragioni organizzative. Abbiamo pochi sacerdoti e dobbiamo distribuirli al meglio in tutta la diocesi. A Prizzi vi sono un sacerdote di 96 anni e un altro sacerdote di 80 anni, che evidentemente non sono in condizioni di svolgere al meglio l’attività. Il trasferimento a Prizzi di don Carlino, quindi, è necessario per assicurare a quella comunità ecclesiale l’attività di un sacerdote giovane e pieno di entusiasmo. A Corleone, dove sono in servizio 9 sacerdoti, la parrocchia di Santa Rosalia è stata temporaneamente affidata al decano, don Vincenzo Pizzitola. Le manifestazioni di affetto verso don Carlino da parte dei fedeli di Corleone sono apprezzabili, perchè servono a sottolineare che il sacerdote ha ben operato…». (d.p.)
lunedì, novembre 12, 2007
Il Consorzio "Sviluppo e Legalità" scrive alla Procura per avere notizie sulle imprese che pagano il "pizzo"
Importante iniziativa del Consorzio "Sviluppo e Legalità", che amministra per conto dello Stato e dei Comuni tanti beni confiscati alla mafia. Lo scorso 7 novembre, l'avv. Lucio Guarino, direttore del Consorzio, ha scritto alla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Palermo per avere notizie sulle imprese che pagano il "pizzo", iscritte nel libro "mastro" trovato nella villetta dove è stato arrestato il boss Salvatore Lo Piccolo. "Siamo interessati a sapere - dice Guarino - se le imprese con cui abbiamo contratti in corso siano inseriti in quegli elenchi, perchè una clausola contrattuale prescrive la rescissione del rapporto...". LEGGI LA LETTERA
Signor Sindaco, almeno faccia stampare manifesti 100 x 70!!
di DINO PATERNOSTRO
La decisione del TAR Sicilia di accogliere il ricorso presentato dall’on. Nicolò Nicolosi e di disporre la verifica delle schede elettorali contestate sembra non aver turbato più di tanto il sindaco in carica, l’esponente di An Nino Iannazzo. In una dichiarazione al “Giornale di Sicilia” di domenica 11 novembre, il primo cittadino ha dichiarato – spavaldo – di essere sicuro che continuerà a fare il sindaco di Corleone per tutti e cinque anni. Concetti analoghi ha espresso nell’intervista a Telejato del 10 novembre, dove però ha anche criticato il TAR, “reo” di aver ammesso un ricorso inammissibile.
Se ha ragione o no di essere ottimista, ce lo diranno i risultati della verifica, che dovrà essere completata entro il 20 marzo 2008. In tempi abbastanza celeri, come si vede. In attesa del 20 marzo, buon senso vorrebbe che si abbassassero i toni e si pensasse ad amministrare la città con spirito di servizio e con grande tolleranza. LEGGI TUTTO
La decisione del TAR Sicilia di accogliere il ricorso presentato dall’on. Nicolò Nicolosi e di disporre la verifica delle schede elettorali contestate sembra non aver turbato più di tanto il sindaco in carica, l’esponente di An Nino Iannazzo. In una dichiarazione al “Giornale di Sicilia” di domenica 11 novembre, il primo cittadino ha dichiarato – spavaldo – di essere sicuro che continuerà a fare il sindaco di Corleone per tutti e cinque anni. Concetti analoghi ha espresso nell’intervista a Telejato del 10 novembre, dove però ha anche criticato il TAR, “reo” di aver ammesso un ricorso inammissibile.
Se ha ragione o no di essere ottimista, ce lo diranno i risultati della verifica, che dovrà essere completata entro il 20 marzo 2008. In tempi abbastanza celeri, come si vede. In attesa del 20 marzo, buon senso vorrebbe che si abbassassero i toni e si pensasse ad amministrare la città con spirito di servizio e con grande tolleranza. LEGGI TUTTO
Considerazioni sulla decisione del T.A.R. del 9 novembre 2007
di Nicolò Nicolosi
La decisione della terza sezione del T.A.R. di Palermo, presieduta da un magistrato esperto e di grande prestigio professionale, che ha disposto la verifica delle schede anomale attribuite nel corso del ballottaggio del 27 e 28 maggio u.s., credo debba essere salutata da tutti, soggetti in causa e partigiani dell’uno e dell’altro schieramento, con serenità ed equilibrio. LEGGI TUTTO
La decisione della terza sezione del T.A.R. di Palermo, presieduta da un magistrato esperto e di grande prestigio professionale, che ha disposto la verifica delle schede anomale attribuite nel corso del ballottaggio del 27 e 28 maggio u.s., credo debba essere salutata da tutti, soggetti in causa e partigiani dell’uno e dell’altro schieramento, con serenità ed equilibrio. LEGGI TUTTO
Partito Democratico siciliano: Genovese segretario, Lumia presidente
Ieri a Palermo la Costituente regionale del Partito Democratico PALERMO - Francantonio Genovese è stato acclamato dall'assemblea costituente segretario regionale del Partito democratico. Tonino Russo, suo vice. E non poteva essere altrimenti, considerato che il duo, frutto dell'accordo tra i vertici di Ds e Margherita alle primarie dello scorso 14 ottobre, aveva ottenuto circa l'85% dei voti. Analogo accordo, però, non ha funzionato per l'elezione del presidente dell'assemblea del Pd. Ruolo in cambio della quale il diessino Beppe Lumia, vice presidente della commissione Antimafia, aveva ritirato la propria candidatura alla segreteria regionale. La carica Lumia l'ha ottenuto ugualmente, ma con sofferenza: ha avuto, infatti, 167 voti contro i 152 di Mariolina Bono. LEGGI TUTTO
MAFIA. E' sempre Totò Riina a scegliere il nuovo capo
di Giorgio Petta
Tempi duri e futuro incerto per Cosa Nostra. Soprattutto dopo la cattura di Salvatore Lo Piccolo, «Totò u baruni», il boss incaricato di perpetuare il «modello corleonese» di un'organizzazione omogenea, verticistica e obbediente agli ordini del capo dei capi. Una politica criminale abbozzata alla fine degli anni '60 da Luciano Liggio ed ulteriormente elaborata ed affinata da Salvatore Riina «Totò u curtu» dieci anni dopo. Con il risultato finale – al termine della più sanguinosa guerra di mafia che la storia ricordi – di avere portato i «corleonesi» nella stanza dei bottoni. Praticamente da un quarto di secolo all'interno di Cosa Nostra e nei rapporti tra i boss di tutta la Sicilia la regola è che «non si muove foglia che Riina non voglia». Chi non ha accettato questo diktat – come i ribelli «stiddari» – ha pagato con al vita il suo dissenso. LEGGI TUTTO
Tempi duri e futuro incerto per Cosa Nostra. Soprattutto dopo la cattura di Salvatore Lo Piccolo, «Totò u baruni», il boss incaricato di perpetuare il «modello corleonese» di un'organizzazione omogenea, verticistica e obbediente agli ordini del capo dei capi. Una politica criminale abbozzata alla fine degli anni '60 da Luciano Liggio ed ulteriormente elaborata ed affinata da Salvatore Riina «Totò u curtu» dieci anni dopo. Con il risultato finale – al termine della più sanguinosa guerra di mafia che la storia ricordi – di avere portato i «corleonesi» nella stanza dei bottoni. Praticamente da un quarto di secolo all'interno di Cosa Nostra e nei rapporti tra i boss di tutta la Sicilia la regola è che «non si muove foglia che Riina non voglia». Chi non ha accettato questo diktat – come i ribelli «stiddari» – ha pagato con al vita il suo dissenso. LEGGI TUTTO
domenica, novembre 11, 2007
Sedici anni dopo l'omicidio di Libero Grassi, a Palermo si respira un'aria diversa
Così la città muta e complice ha deciso di rialzare la testa. Se non c'è più estorsione non c'è controllo del territorio, non c'è più la mafia
di ATTILIO BOLZONI
SONO passati tre anni ma è come se ne fossero passati trenta o trecento. È stata la prima volta di Palermo. È vero che "sta cambiando solo l'aria". E' vero che in questi giorni hanno trovato altri cinquecento nomi di commercianti nel libro mastro del boss Salvatore Lo Piccolo e neanche uno di loro ha ancora confessato in questura o in procura che era costretto a pagare. Ma a Palermo "l'aria" conta più che in ogni altro luogo d'Italia. Prima, i signori del pizzo controllavano anche quella. (LEGGI TUTTO)
sabato, novembre 10, 2007
"Libero futuro - associazione antiracket Libero Grassi": Palermo finalmente ci crede!
PALERMO - Un teatro Biondo gremito di gente ha accolto a Palermo la nascita di "Libero futuro - associazione antiracket Libero Grassi", la prima associazione antiracket del capoluogo siciliano composta da commercianti e imprenditori impegnati nella lotta contro le estorsioni. Il 21 gennaio 2005 Confindustria e Associazione nazionale magistrati organizzarono un convegno per parlare del fenomeno del racket, ma nessun commerciante di Palermo partecipò e la sala rimase vuota. Dopo quasi tre anni il comitato Addiopizzo è riuscito nell'intento di riempire il teatro con esponenti delle istituzioni, dell'imprenditoria della società civile. (Leggi tutto)
Banca Etica è a Palermo: inaugurazione ufficiale il 15, il 16 e il 17 novembre 2007
In soli due mesi di attività lo sportello siciliano dell’istituto di credito ispirato ai principi della finanza etica presenta un incremento del 6% del numero dei soci e dei conti correnti, una convenzione con Addio Pizzo, un aumento del 10% dei finanziamenti. Solo l’inizio di un percorso di sviluppo dell’istituto di credito al servizio delle realtà e dei cittadini che credono nella legalità e nella difesa del bene comune. (Leggi tutto)
COS'E' LA BANCA POPOLARE ETICA?
L’ISTITUTO DI CREDITO FINANZIA L’ECONOMIA SOLIDALE E LE PRATICHE SOSTENIBILI
La storia, i valori
L’idea di Banca Etica nasce dall'esperienza maturata nel corso degli anni Ottanta dalle Mag, quelle piccolissime cooperative finanziarie che avevano scelto di finanziare soggetti diversi rispetto a quelli ritenuti bancabili dal sistema finanziario tradizionale. Per volontà di 22 organizzazioni del Terzo Settore e con il sostegno di migliaia di persone che hanno creduto nel progetto, nel 1999 ha iniziato ad operare l’unico istituto italiano che ispira tutta la sua attività secondo i principi della finanza etica.
Le banche sono in genere luoghi dove il denaro, depositato dai risparmiatori, transita velocemente, senza fermarsi. Banca Etica non vuole essere soltanto un luogo di passaggio ma di relazioni: il percorso del denaro, la sua provenienza e il suo utilizzo, l’identità dei risparmiatori e dei beneficiari sono un aspetto fondamentale, e in questo consiste gran parte della sua diversità. Ai risparmiatori, viene spiegato come un uso consapevole delle proprie risorse finanziarie possa diventare uno strumento per cambiare e migliorare il mondo, promuovendo uno sviluppo umano ed economico sostenibili dal punto di vista sociale e ambientale. (Leggi tutto)
La storia, i valori
L’idea di Banca Etica nasce dall'esperienza maturata nel corso degli anni Ottanta dalle Mag, quelle piccolissime cooperative finanziarie che avevano scelto di finanziare soggetti diversi rispetto a quelli ritenuti bancabili dal sistema finanziario tradizionale. Per volontà di 22 organizzazioni del Terzo Settore e con il sostegno di migliaia di persone che hanno creduto nel progetto, nel 1999 ha iniziato ad operare l’unico istituto italiano che ispira tutta la sua attività secondo i principi della finanza etica.
Le banche sono in genere luoghi dove il denaro, depositato dai risparmiatori, transita velocemente, senza fermarsi. Banca Etica non vuole essere soltanto un luogo di passaggio ma di relazioni: il percorso del denaro, la sua provenienza e il suo utilizzo, l’identità dei risparmiatori e dei beneficiari sono un aspetto fondamentale, e in questo consiste gran parte della sua diversità. Ai risparmiatori, viene spiegato come un uso consapevole delle proprie risorse finanziarie possa diventare uno strumento per cambiare e migliorare il mondo, promuovendo uno sviluppo umano ed economico sostenibili dal punto di vista sociale e ambientale. (Leggi tutto)
IL VITTIMISMO: NUOVO MANIFESTO POLITICO DELLA CDL SICILIANA
di Agostino Spataro
Il vittimismo piagnone sembra sia diventato il nuovo manifesto politico del centrodestra dominante in Sicilia. L’ultima dimostrazione di questa bizzarra concezione della politica si è avuta l’altro ieri a Roma con la manifestazione, organizzata dal Movimento per l’Autonomia dell’on. Lombardo con la copertura (non unanime) dell’Unione delle province siciliane presieduta dallo stesso Lombardo, per chiedere al governo centrale l’emanazione dei decreti di assegnazione dei finanziamenti di strade secondarie in Sicilia e in Calabria. (Leggi tutto)
Il vittimismo piagnone sembra sia diventato il nuovo manifesto politico del centrodestra dominante in Sicilia. L’ultima dimostrazione di questa bizzarra concezione della politica si è avuta l’altro ieri a Roma con la manifestazione, organizzata dal Movimento per l’Autonomia dell’on. Lombardo con la copertura (non unanime) dell’Unione delle province siciliane presieduta dallo stesso Lombardo, per chiedere al governo centrale l’emanazione dei decreti di assegnazione dei finanziamenti di strade secondarie in Sicilia e in Calabria. (Leggi tutto)
Pippo Russo: Ancora sui risultati del sondaggio su Cuffaro
Mi è capitato di visionare i risultati del sondaggio, lanciato da "Repubblica Palermo online", ancora in corso, basato sulla domanda se Cuffaro, sotto processo perché accusato di avere favorito la mafia con la rivelazione di notizie riservate, deve dimettersi subito senza attendere l'esito della vicenda giudiziaria, oppure solo in caso di condanna in primo grado, oppure ancora in nessun caso. Ebbene, leggo che circa il 9,30 per cento di coloro che hanno espresso un voto, quasi trecento, scelgono la terza indicazione, cioè secondo questi siciliani Cuffaro non deve dimettersi in nessun caso, nemmeno di fronte a una condanna per avere favorito la mafia.
Ora è chiaro che ognuno può esprimere la propria opinione in tutta libertà. Però nessuno mi può impedire di avere una forte curiosità, quella di conoscere uno per uno tutti coloro cui è totalmente indifferente se a rappresentarli in Sicilia, in Italia e nel mondo sia una persona per bene, come mi auguro possa riuscire a dimostrare Cuffaro, o un favoreggiatore della mafia. Voglio capire che tipo di persone sono, che valori di riferimento hanno per sé e per i propri figli, che Sicilia hanno nel cuore e nella mente.
Escludendo che siano dei mafiosi appassionati di sondaggi, chi sono? Se sono degli amici di Cuffaro gli stanno facendo un pessimo servizio e, peraltro, vanno contro la stessa volontà del governatore che, responsabilmente, ha dichiarato che si dimetterà in caso di condanna anche in primo grado (io mi sarei dimesso da un pezzo, ma è un altro discorso). Se sono dei comuni cittadini c'è di che preoccuparsi seriamente. Perché vuol dire che rappresentano una schiera ben più numerosa di elettori che hanno una concezione della politica e del governo della cosa pubblica incentrata sulla clientela e sull'appartenenza, sganciata da qualunque parametro etico di visione complessiva del bene comune e di legalità.
È vero che, qui in Sicilia, può succedere di tutto senza che accada nulla. Ma questa volta invito società civile, associazioni, partiti, mezzi d'informazione, lo stesso Cuffaro a domandarsi com'è possibile, al di là della vicenda specifica ormai affidata ai giudici, che ci siano dei cittadini che non avrebbero difficoltà a eleggere nelle istituzioni chiunque, purché ciò sia utile e conveniente per loro e per i loro amici. Forse c'è una responsabilità diffusa, forse in modo trasversale pezzi del mondo politico, dell'economia, dell'amministrazione pubblica, delle professioni, del sindacato, della cultura hanno lanciato in questi anni o da sempre messaggi ambigui o addirittura negativi lasciando intendere che, alla fine, ogni mezzo per raggiungere lo scopo può essere lecito e non importa, per semplificare, chi saluto, chi bacio, chi incontro. Invece occorre dire con forza, e dimostrare con le scelte concrete, che non è così, che non è la stessa cosa e che non tutti siamo la stessa cosa.
Pippo Russo - Palermo
SABATO, 10 NOVEMBRE 2007
Ora è chiaro che ognuno può esprimere la propria opinione in tutta libertà. Però nessuno mi può impedire di avere una forte curiosità, quella di conoscere uno per uno tutti coloro cui è totalmente indifferente se a rappresentarli in Sicilia, in Italia e nel mondo sia una persona per bene, come mi auguro possa riuscire a dimostrare Cuffaro, o un favoreggiatore della mafia. Voglio capire che tipo di persone sono, che valori di riferimento hanno per sé e per i propri figli, che Sicilia hanno nel cuore e nella mente.
Escludendo che siano dei mafiosi appassionati di sondaggi, chi sono? Se sono degli amici di Cuffaro gli stanno facendo un pessimo servizio e, peraltro, vanno contro la stessa volontà del governatore che, responsabilmente, ha dichiarato che si dimetterà in caso di condanna anche in primo grado (io mi sarei dimesso da un pezzo, ma è un altro discorso). Se sono dei comuni cittadini c'è di che preoccuparsi seriamente. Perché vuol dire che rappresentano una schiera ben più numerosa di elettori che hanno una concezione della politica e del governo della cosa pubblica incentrata sulla clientela e sull'appartenenza, sganciata da qualunque parametro etico di visione complessiva del bene comune e di legalità.
È vero che, qui in Sicilia, può succedere di tutto senza che accada nulla. Ma questa volta invito società civile, associazioni, partiti, mezzi d'informazione, lo stesso Cuffaro a domandarsi com'è possibile, al di là della vicenda specifica ormai affidata ai giudici, che ci siano dei cittadini che non avrebbero difficoltà a eleggere nelle istituzioni chiunque, purché ciò sia utile e conveniente per loro e per i loro amici. Forse c'è una responsabilità diffusa, forse in modo trasversale pezzi del mondo politico, dell'economia, dell'amministrazione pubblica, delle professioni, del sindacato, della cultura hanno lanciato in questi anni o da sempre messaggi ambigui o addirittura negativi lasciando intendere che, alla fine, ogni mezzo per raggiungere lo scopo può essere lecito e non importa, per semplificare, chi saluto, chi bacio, chi incontro. Invece occorre dire con forza, e dimostrare con le scelte concrete, che non è così, che non è la stessa cosa e che non tutti siamo la stessa cosa.
Pippo Russo - Palermo
SABATO, 10 NOVEMBRE 2007
venerdì, novembre 09, 2007
Il Tar Sicilia ordina il riconteggio delle schede elettorali del turno di ballottaggio di Corleone
Una prima decisione favorevole all'ex sindaco. Entro il prossimo 20 marzo si saprà se sindaco di Corleone sarà ancora Nino Iannazzo, oppure se tornerà Nicolò Nicolosi. Delusione tra i sostenitori del sindaco in carica, che puntavano sull'inammissibilità del ricorso...
PALERMO – Lo scorso 27-28 maggio, il ballottaggio per l’elezione del sindaco di Corleone era stato vinto da Nino Iannazzo, sostenuto dal Polo, con uno scarto di appena tre voti sul sindaco uscente Nicolò Nicolosi. Un risultato risicatissimo, contro il quale l’ex sindaco ed alcuni suoi sostenitori hanno presentato ricorso al TAR Sicilia, per chiedere il riconteggio delle schede. (Leggi tutto)
PALERMO – Lo scorso 27-28 maggio, il ballottaggio per l’elezione del sindaco di Corleone era stato vinto da Nino Iannazzo, sostenuto dal Polo, con uno scarto di appena tre voti sul sindaco uscente Nicolò Nicolosi. Un risultato risicatissimo, contro il quale l’ex sindaco ed alcuni suoi sostenitori hanno presentato ricorso al TAR Sicilia, per chiedere il riconteggio delle schede. (Leggi tutto)
giovedì, novembre 08, 2007
Dalla Sicilia. Album di famiglia (mafiosa)
PALERMO - Un album con una trentina di fotografie a colori con le immagini di Salvatore e Sandro Lo Piccolo ritratti con l'intera famiglia sullo sfondo di un giardino fiorito, è stato sequestrato dagli inquirenti durante il blitz che lunedì scorso ha portato all'arresto dei boss di San Lorenzo in una villetta di Giardinello (Palermo). Le immagini, a quanto pare, risalirebbero a non più di 2 anni fa. (Leggi tutto)
martedì, novembre 06, 2007
Mafia. Individuato il covo dei Lo Piccolo. Adesso è cominciata l'analisi dei "pizzini"
PALERMO - È durata tutta la notte la catalogazione dei pizzini e dei documenti trovati ieri nella villetta di Giardinello in cui sono stati arrestati i quattro latitanti mafiosi Salvatore e Sandro Lo Piccolo, Andrea Adamo e Gaspare Pulizzi. I boss sono stati ieri sera rinchiusi in quattro istituti di pena differenti, che si trovano fuori dalla Sicilia e che non sono stati resi noti. Per Salvatore Lo Piccolo, ricercato da 25 anni, è stata dunque la prima notte trascorsa in cella. Il boss negli ultimi mesi, dopo l'arresto di Provenzano, era diventato il suo erede naturale alla guida di Cosa nostra a Palermo, e aveva iniziato a imporre il pizzo a commercianti e imprenditori. (Leggi tutto)
Mafia, partita ancora aperta
Cosa Nostra non è invincibile. Se ci appare ciclicamente inattaccabile nel nucleo centrale del proprio sstema di potere e del network di relazioni che la protegge, lo si deve soltanto alla ciclica debolezza dello Stato e della società siciliana
di GIUSEPPE D'AVANZO
(Leggi)
di GIUSEPPE D'AVANZO
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Il boss che sfidò i corleonesi
Lo Piccolo fino a ieri si è liberato degli avversari grazie agli arresti della polizia
di GIOVANNI BIANCONI
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di GIOVANNI BIANCONI
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Il Presidente della Repubblica, Napolitano: "Con Enzo Biagi scompare una grande voce di libertà"
«Egli ha rappresentato uno straordinario punto di riferimento ideale e morale nel complesso mondo del giornalismo e della televisione - ha dichiarato il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano - presidiandone e garantendone l’autonomia e il pluralismo. Il suo profondo attaccamento, sempre orgogliosamente rivendicato, alla tradizione dell’antifascismo e della Resistenza lo aveva condotto a schierarsi in ogni momento in difesa dei principi e dei valori della Costituzione repubblicana. L’amore per l’Italia e la conoscenza della storia nazionale avevano ispirato la sua opera di scrittore e le sue indagini nel vivo della realtà italiana». «A Enzo Biagi - scrive ancora Napolitano - uomo di genuina ispirazione socialista e cristiana rendo riconoscente omaggio a nome del Paese, esprimendo con commosso ricordo personale la più affettuosa vicinanza e solidarietà ai suoi familiari in questo momento di dolore e di rimpianto».
Corleone, inaugurato il nuovo plesso dell'ospedale dei Bianchi. Un cippo in memoria di Dalla Chiesa
CORLEONE – E’ stato inaugurato ieri mattina il nuovo plesso dell’ospedale “dei Bianchi” di Corleone, che da oggi ospiterà le divisioni di Medicina generale, di Ostetricia e ginecologia e di Psichiatria, per complessivi 44 posti letto. A tagliare il tradizionale nastro sono stati il dott. Salvatore Iacolino, direttore generale dell’Ausl 6, e monsignor Salvatore Di Cristina, arcivescovo di Monreale, alla presenza del prof. Roberto la Galla, assessore regionale alla sanità, del sindaco di Corleone, Nino Iannazzo, dei sindaci dei comuni del circondario e di tanti operatori sanitari. «Il nuovo complesso – ha sottolineato il dott. Iacolino – è dotato di una sala operatoria con annessa sala parto, è stato adeguato ai più elevati standard di qualità europei, ha stanze, tutte a due o tre posti letto, dotate di bagno in camera e di nuovi arredi, in maniera tale da assicurare all’utenza un’assistenza di qualità e un adeguato confort alberghiero». (Leggi tutto)
Ma Palazzo Adriano e gli operai della Sicula Ciclat guastano la "festa"...
Il clima di festa per l'inaugurazione dell'ospedale è stato guastato dalla protesta dell'amministrazione comunale e di un gruppo di cittadini di Palazzo Adriano, che hanno esposto uno striscione con la scritta: "Giù le mani dal nostro ospedale". Il riferimento era al P.O. "Regina Margherita" di Palazzo Adriano, che l'Ausl 6, d'intesa con l'Assessorato regionale alla sanità, ha chiuso, nonostante le manifestazioni, le proteste e le... promesse politiche.
"Noi - dicevano i manifestanti - la nostra lotta per avere un ospedale funzionante la continueremo".
Fuori dall'area sanitaria, lungo via don Giovanni Colletto, a protestare c'erano gli operai della Sicula Ciclat, la ditta che gestisce la raccolta dei rifiuti solidi urbani a Corleone. Ancora non hanno ricevuto i salari di settembre, non sanno se riceveranno quello di ottobre e c'è la più assoluta incertezza su novembre, dicembre e 13° mensilità. "Una situazione drammatica, che tiene in angoscia le nostre famiglie", diceva Giovanni Mercatante, delegato aziendale della Cgil.
"Noi - dicevano i manifestanti - la nostra lotta per avere un ospedale funzionante la continueremo".
Fuori dall'area sanitaria, lungo via don Giovanni Colletto, a protestare c'erano gli operai della Sicula Ciclat, la ditta che gestisce la raccolta dei rifiuti solidi urbani a Corleone. Ancora non hanno ricevuto i salari di settembre, non sanno se riceveranno quello di ottobre e c'è la più assoluta incertezza su novembre, dicembre e 13° mensilità. "Una situazione drammatica, che tiene in angoscia le nostre famiglie", diceva Giovanni Mercatante, delegato aziendale della Cgil.
lunedì, novembre 05, 2007
MAFIA, ARRESTATI BOSS SALVATORE E SANDRO LO PICCOLO
PALERMO - I boss latitanti Salvatore e Sandro Lo Piccolo sono stati arrestati a Carini.Insieme ai boss Sandro e Salvatore Lo Piccolo sono stati arrestati dalla Squadra mobile di Palermo, anche altri due latitanti, Andrea Adamo e Gaspare Pulizzi. Il primo è reggente di Brancaccio il secondo di Carini. Tutti inseriti fra i 30 maggiori ricercati d'Italia. I quattro sono stati arrestati in una casa di campagna a Giardinello, vicino a Carini. Erano impegnati in una riunione fra boss.
Ansa, 2007-11-05 10:15
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Ansa, 2007-11-05 10:15
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domenica, novembre 04, 2007
Corleone, stamattina sarà inaugurata la nuova ala dell'ospedale
Dopo vent'anni dalla posa della prima pietra, oggi finalmente una delle due nuove ale dell'ospedale di Corleone verrà inaugurata. Un risultato importante, per il raggiungimento del quale da anni si sono impegnati gli operatori sanitari del presidio, le organizzazioni sindacali e i vertici dell'Ausl 6 di Palermo.
Oggi è una giornata di festa. Da domani, però, occorrerà un impegno straordinario per far funzionare al meglio il nuovo plesso, dotandolo del personale necessario.
Oggi è una giornata di festa. Da domani, però, occorrerà un impegno straordinario per far funzionare al meglio il nuovo plesso, dotandolo del personale necessario.
La politica del "posto" non è quella che porterà Corleone fuori dal torpore socio-culturale-etico-economico-politico-amministrativo
Gentile "Giovane Laureata-o",
il mio augurio è di poterci incontrare e conoscere prima a Corleone (magari nel Suo futuro ufficio, azienda o altro, per la produzione o la promozione di prodotti `Corleone.DOC´) e poi di averLa come ospite a Basilea per la presentazione e la vendita di tali prodotti (dove non tralasceremo, comunque, di andare a comprare il giornale alla SBB e di fare una passeggiata sul LungoReno. Questo è uno scenario al quale in pochi crediamo (ancora), ma che sarebbe la logica conseguenza della proposta da me fatta sia ai tempi di Pippo Cipriani e più recentemente in occasione delle ultime elezioni amministrative: `´I Corleonesi nel mondo una risorsa per Corleone´´. E proprio la Sua lettera mi ha indotto a ripresentarla e pregherei il Direttore (a cui la faro´ pervenire) di metterla sul sito. Si tratta della stessa presentazione da me fatta il 6 Maggio a Corleone in occasione delle elezioni amministrative. La proposta richiede la collaborazione di molti e la coordinazione a livello amministrativo. Non vorrei dilungarmi più di tanto, mi preme, comunque, sottolineare che . Nel lontano 1965, quando fui io costretto ad emigrare, c´era forse più fame di adesso, ma meno scoramento, meno inerzia, meno depressioni, soprattutto tra i giovani (laureati e non). C´era anche un po´ più di etica e morale. Condivido la Sua analisi e comprendo benissimo il Suo stato d´animo e quello di tanti altri giovani e meno giovani. Anche a `voler fare qualcosa´ , mi rendo conto, che a Corleone (ma non solo) sia diventato molto difficile! Ma, Le posso assicurare, che in terra di emigrazione non è meno difficile (tutt´altro!). Per `poter riuscire´ siamio passati da una amarezza all´altra, da una delusione all´altra, da un sacrificio all´altro, da un´offesa all´altra, da un dispetto all´altro! In terra di emigrazione per ottenere `1´ bisogna dare per `2´!Ci risentiamo dopo la lettura e la visone della mia proposta.
CORdiaLEONESEMENTE
Leoluca Criscione
il mio augurio è di poterci incontrare e conoscere prima a Corleone (magari nel Suo futuro ufficio, azienda o altro, per la produzione o la promozione di prodotti `Corleone.DOC´) e poi di averLa come ospite a Basilea per la presentazione e la vendita di tali prodotti (dove non tralasceremo, comunque, di andare a comprare il giornale alla SBB e di fare una passeggiata sul LungoReno. Questo è uno scenario al quale in pochi crediamo (ancora), ma che sarebbe la logica conseguenza della proposta da me fatta sia ai tempi di Pippo Cipriani e più recentemente in occasione delle ultime elezioni amministrative: `´I Corleonesi nel mondo una risorsa per Corleone´´. E proprio la Sua lettera mi ha indotto a ripresentarla e pregherei il Direttore (a cui la faro´ pervenire) di metterla sul sito. Si tratta della stessa presentazione da me fatta il 6 Maggio a Corleone in occasione delle elezioni amministrative. La proposta richiede la collaborazione di molti e la coordinazione a livello amministrativo. Non vorrei dilungarmi più di tanto, mi preme, comunque, sottolineare che . Nel lontano 1965, quando fui io costretto ad emigrare, c´era forse più fame di adesso, ma meno scoramento, meno inerzia, meno depressioni, soprattutto tra i giovani (laureati e non). C´era anche un po´ più di etica e morale. Condivido la Sua analisi e comprendo benissimo il Suo stato d´animo e quello di tanti altri giovani e meno giovani. Anche a `voler fare qualcosa´ , mi rendo conto, che a Corleone (ma non solo) sia diventato molto difficile! Ma, Le posso assicurare, che in terra di emigrazione non è meno difficile (tutt´altro!). Per `poter riuscire´ siamio passati da una amarezza all´altra, da una delusione all´altra, da un sacrificio all´altro, da un´offesa all´altra, da un dispetto all´altro! In terra di emigrazione per ottenere `1´ bisogna dare per `2´!Ci risentiamo dopo la lettura e la visone della mia proposta.
CORdiaLEONESEMENTE
Leoluca Criscione
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