di Agostino Spataro
La Sicilia è di nuovo alle prese con le trivelle delle ricerche petrolifere. C’è chi le teme come in Val di Noto e chi se le contende come sta accadendo in provincia di Agrigento dove è scoppiata una estemporanea querelle fra i comuni di Casteltermini e Cammarata per il petrolio che ancora non c’è. Insomma, una vicenda altalenante intorno ad un mito, quello del petrolio, che a metà degli anni ’50 produsse modesti risultati socio-economici e molti danni per la salute dell’uomo e dell’ambiente. Tuttavia, prima di litigare è meglio attendere di sapere come stanno le cose sottoterra e soprattutto tener conto dei rischi ambientali visto che le trivelle stanno perforando una pregiata zona montana contigua all’area dove sorgerà un potente inceneritori di rifiuti.La prudenza, inoltre, è consigliabile anche per evitare di deludere le attese infondate delle popolazioni interessate. Un po’ com’è successo nel mio paese, Joppolo Giancaxio, durante il biennio 1954-55, a seguito della notizia, precipitosamente accreditata, del rinvenimento sotto il monte Famoso di un importante giacimento petrolifero da parte degli americani della “Mediterranean Oil Company” del Delaware. (Leggi tutto)
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