Ad agosto quattro intimidazioni in pochi giorni. Intervengono Grasso e Lumia. Solidarietà della Diocesi
di Rino Giacalone
di Rino Giacalone
Quattro intimidazioni, tre firmate con il fuoco, sono un segnale preciso. La mafia c'entra negli attentati subiti dall'inizio di agosto, dalle fattorie oggi affidate ad associazioni e comunità, come la Casa dei Giovani di padre Salvatore Lo Bue, che si occupano delle aziende di Zangara e Latomie a Castelvetrano, o all'associazione San Vito di padre Francesco Fiorino che tra l'altro gestisce un terreno, uliveto ed agrumi, a Torre Cusa a Campobello di Mazara. «La reazione – dice il procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso – ci fa capire che la mafia è stata colpita e reagisce, vuol dire che l'analisi e l'azione condotta sono corrette. Certo è brutto vedere colpito il lavoro di tanti giovani, ma si tratta di donne e uomini, sacerdoti e volontari che hanno sempre risalito la china e che lo faranno ne sono sicuro ancora oggi». (Leggi tutto)
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