Nei giorni dei corvi e delle spie, la storia di Massimo e Maria, milanesi sui 30 anni, non varrebbe la pena d’essere raccontata: banale, trasparente, acqua fresca. Inutile pedinare e registrare. Non eccita nessuna Betulla, più o meno in divisa. Briciole inutili di umanità. Un anno fa marito e moglie senza figli hanno deciso di adottare un bambino. Le procedure stanno finendo: lente ma è la lentezza della quale Maria e Massimo riconoscono l’opportunità.Da un colloquio all’altro il loro progetto cambia. Quando pensavano a un figlio, vedevano questo figlio come cosa propria; lentamente si sono resi conto che non doveva essere così. Lo volevano straniero e fra i bambini lontani preferivano un bambino dell’America Centrale perché - in modo diverso - marito e moglie sono legati a quella realtà. Piano, piano hanno capito che le porte andavano lasciate aperte: nessuna prevenzione se arrivava un piccolo latino, o africano o italiano.(SEGUE)
lunedì, luglio 09, 2007
Vi racconto la storia di un'adozione
di Maurizio Chierici
Nei giorni dei corvi e delle spie, la storia di Massimo e Maria, milanesi sui 30 anni, non varrebbe la pena d’essere raccontata: banale, trasparente, acqua fresca. Inutile pedinare e registrare. Non eccita nessuna Betulla, più o meno in divisa. Briciole inutili di umanità. Un anno fa marito e moglie senza figli hanno deciso di adottare un bambino. Le procedure stanno finendo: lente ma è la lentezza della quale Maria e Massimo riconoscono l’opportunità.Da un colloquio all’altro il loro progetto cambia. Quando pensavano a un figlio, vedevano questo figlio come cosa propria; lentamente si sono resi conto che non doveva essere così. Lo volevano straniero e fra i bambini lontani preferivano un bambino dell’America Centrale perché - in modo diverso - marito e moglie sono legati a quella realtà. Piano, piano hanno capito che le porte andavano lasciate aperte: nessuna prevenzione se arrivava un piccolo latino, o africano o italiano.(SEGUE)
Nei giorni dei corvi e delle spie, la storia di Massimo e Maria, milanesi sui 30 anni, non varrebbe la pena d’essere raccontata: banale, trasparente, acqua fresca. Inutile pedinare e registrare. Non eccita nessuna Betulla, più o meno in divisa. Briciole inutili di umanità. Un anno fa marito e moglie senza figli hanno deciso di adottare un bambino. Le procedure stanno finendo: lente ma è la lentezza della quale Maria e Massimo riconoscono l’opportunità.Da un colloquio all’altro il loro progetto cambia. Quando pensavano a un figlio, vedevano questo figlio come cosa propria; lentamente si sono resi conto che non doveva essere così. Lo volevano straniero e fra i bambini lontani preferivano un bambino dell’America Centrale perché - in modo diverso - marito e moglie sono legati a quella realtà. Piano, piano hanno capito che le porte andavano lasciate aperte: nessuna prevenzione se arrivava un piccolo latino, o africano o italiano.(SEGUE)
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