"Ricordi il presidente del Consiglio e ricordino tutti i politici - scrive Salvatore Borsellino - che guidare l'Italia non è gestire un tesoretto, disquisire su scalini e scaloni, o azzuffarsi sugli interventi nelle missioni all'estero, e dimenticare che i veri problemi sono nel nostro stesso paese, in un Sud abbandonato alla mafia, alla camorra, alla ndrangheta"
PALERMO - "È ora di smettere di piangere per Paolo, è ora di finirla con le commemorazioni, fatte spesso da chi ha contribuito a farlo morire. È l'ora invece di dimenticare le lacrime, è l'ora di lottare per Paolo, lottare fino alla fine delle nostre forze, fino a che Paolo e i suoi ragazzi non saranno vendicati e gridare, gridare, gridare finché avremo voce per pretendere la verità, costringere a ricordare chi non ricorda". Lo dice Salvatore Borsellino, fratello del magistrato ucciso in via D'Amelio con gli agenti della scorta, in una una lettera aperta, la seconda dopo quella inviata alla vigilia delle manifestazioni per il quindicesimo anniversario della strage.
(CONTINUA)
PALERMO - "È ora di smettere di piangere per Paolo, è ora di finirla con le commemorazioni, fatte spesso da chi ha contribuito a farlo morire. È l'ora invece di dimenticare le lacrime, è l'ora di lottare per Paolo, lottare fino alla fine delle nostre forze, fino a che Paolo e i suoi ragazzi non saranno vendicati e gridare, gridare, gridare finché avremo voce per pretendere la verità, costringere a ricordare chi non ricorda". Lo dice Salvatore Borsellino, fratello del magistrato ucciso in via D'Amelio con gli agenti della scorta, in una una lettera aperta, la seconda dopo quella inviata alla vigilia delle manifestazioni per il quindicesimo anniversario della strage.
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1 commento:
"La lotta alla mafia è un movimento culturale che deve muovere le nuove generazioni ad amare il fresco profumo della vita e a disprezzare il lezzo del compromesso morale".
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