di Vincenzo Consolo
L’omerica immagine dell’olivo e dell’olivastro, del ceppo che nutre due rami diversi, è simbolo della civiltà che s’innesta, con gesto di coltura e cultura, di volontà e di sapienza, sul tronco dove insieme è cresciuto, spontaneo, selvatico, il ramo dell’olivastro; della civiltà che, se non è curata, difesa, può regredire e perdersi nel caos, nel disordine da cui proviene. È simbolo più che mai, quel ceppo dai due rami fittamente intrecciati, di questa «nostra terra bellissima e disgraziata», come l’ha definita Paolo Borsellino, della Sicilia della più antica, più ricca civiltà e insieme della barbarie più feroce e rovinosa. (SEGUE)
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