di Giuseppina Carlotta
Appena una settimana fa, nella Chiesa Madre di Corleone, si celebrava il funerale di Maria Patti. Anzi: della Professoressa Patti, come tantissimi hanno continuato a chiamarla nel tempo. Tantissimi. Ex alunni e non. Molto di lei è stato detto in quell’occasione. Dalla mia postazione, a metà della navata, ho ascoltato con attenzione il ritratto che ne ha fatto Monsignor Catarinicchia, la vita e le opere ripercorse dalla voce della professoressa Natalia Scalisi, il breve ricordo del sindaco Antonino Iannazzo, le parole del nostro Decano don Vincenzo Pizzitola… ma io, da quella postazione, restavo muta testimone di un evento traumatico che non riusciva a manifestarsi all’esterno. La morte è corollario della vita. Si dice. Si. Ma non per questo non è un evento doloroso. Ed io qui – permettimi, lettore – in questo spazio che è giusto dedicare alla Professoressa di tanti, mi prendo l’occasione di parlare di lei con lei, chiamandola per nome e dandole del tu, come da anni ormai mi permetteva di fare. (SEGUE)
2 commenti:
Consentitemi di dire che, di tutti i commenti letti sulla professoressa Patti, questo mi sembra il migliore. Evidentemente, chi la scritto la conosceva bene. E soprattutto le voleva molto bene...
Rosanna
sono d'accordo!non la conoscevo ma dopo aver letto,è come se adesso conosco un pò di Lei!
Maria
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