mercoledì, giugno 27, 2007
Carovane per l´acqua: «È un bene pubblico»
Partiranno dai quattro angoli d´Italia domenica 24 giugno per congiungersi a Roma il 1° luglio per un happening a Trastevere le "Carovane per l´acqua" organizzate dal comitato "Acqua pubblica, ci metto una firma". Una rete di soggetti che coinvolge 80 realtà nazionali (dai sindacati alle diocesi fino alle organizzazioni ambientaliste, altermondiste e del terzo settore), 1000 più piccole legate al territorio e più di 150 comuni ed enti locali che hanno già deliberato a favore della proposta di legge di iniziativa popolare elaborata in questi sei mesi di mobilitazione. Il 10 luglio il comitato consegnerà al presidente della Camera Fausto Bertinotti le 300mila firme raccolte e il testo che si spera avrà in Parlamento una corsia preferenziale per una rapida approvazione, entro ottobre o novembre.
Nella proposta sono contenuti tutti i cavalli di battaglia della mobilitazione. Innanzitutto si vuole ottenere il riconoscimento dell´acqua come diritto umano fondamentale, cioè come bene senza rilevanza economica, sottratto alle logiche di mercato. I 50 litri al giorno, quantità minima vitale, devono essere assicurati dalla fiscalità generale. Proprietà e gestione di questa risorsa collettiva devono restare affidati ad enti totalmente pubblici, superando il concetto di società per azioni private (o anche partecipate dagli enti locali). Infine una ripianificazione dei distretti idrici più organica, che incorpori il concetto non più rinunciabile di governo partecipato e dal basso del bene comune. Una battaglia contro il tempo, prima che le società multiutility di regioni e grandi città – che spesso gestiscono l´acqua insieme a energia, rifiuti, ecc. – si aggreghino proponendo soluzioni "pericolose" di compartecipazione e cessione della gestione. La società più grosso, nata dall´ aggregazione dei giganti AEM di Milano e ASM di Brescia potrebbe imboccare questa strada. Nel nordest è già attiva Iride, Pubbliacque in Toscana ha una struttura ormai molto grande mentre si ventilano fusioni tra Acea di Roma e l´ Era che opera in Emilia.
Intanto il comitato tiene d´occhio la situazione parlamentare, in vista del passaggio al Senato del disegno di legge Bersani sulle liberalizzazioni, già approvato alla Camera il 13 giugno. Al suo interno infatti era stato inserito un emendamento che stabilisce una moratoria degli affidamenti a soggetti privati della proprietà e gestione dell´acqua. Uno stop temporaneo (se viene approvato nella stessa forma anche a palazzo Madama) che servirà a prendere tempo per la definizione di una nuova legge. Quella precedente, la legge Galli del ´94, aveva sì razionalizzato la gestione, aprendo la strada tuttavia alle prime privatizzazioni dei servizi. Gli esempi sono molteplici, anche incredibili. L´ultimo risale al 17 giugno, quando il presidente della provincia di Palermo, Musetto, ha deliberato per l´affidamento dell´Ato 1 (della zona di Palermo) ad un´azienda privata. Ma questo è l´ultimo atto di una tradizione non soltanto siciliana, che attraverso la gestione clientelare dei servizi pubblici e diffusi (l´acqua, ma anche la sanità, i rifiuti e quant´ altro) crea un sistema di ricatto sociale.
Ciascuna delle 4 carovane servirà a riannodare i fili della mobilitazione. Quella che partirà da Palermo toccherà anche la Calabria e la Campania, altra regione in cui è aperta una grave vertenza sull´acqua. Una seconda invece partirà da Potenza, il capoluogo lucano dove da poco la Coca Cola ha concluso l´acquisto di una sorgente. Il serpentone si snoderà in Abruzzo e Molise senza dimenticare la Puglia delle polemiche sull´Acquedotto pugliese e il riassetto misto proposto dalla giunta Vendola. La carovana del nord-est partirà da Trento incrociando i comitati No dal Molin a Vicenza mentre quella del nord-ovest muoverà i suoi passi da Aosta.
La discussione si dispiegherà a tutto campo: dibattiti pubblici, consigli comunali aperti, campagne informative. I promotori ringraziano Beppe Grillo e i centinaia di artisti che hanno messo a disposizione i loro spettacoli e le loro conoscenze per animare una discussione che deve portare ad una nuova consapevolezza. Per esempio bisogna rifiutare le stime future che parlano di un incremento dei consumi di acqua del 20% nei prossimi 10 anni. Dietro c´è la diffusione di una visione consumistica (con un aumento delle tariffe) e prettamente occidentale del suo utilizzo. Non considerando che nei prossimi 20 anni ci potrebbero essere ondate da 200 milioni di profughi che fuggono dalla sete o dalle guerre per il controllo delle risorse idriche. Nella serata di Trastevere poi saranno proiettati il doc "L´acqua invisibile" di Palladino e Lima e poi il film "Il Rabdomante" di Francesco Cattani, che racconta una storia di intreccio tra affari della malavita e commercio dell´acqua tra Puglia e Basilicata.
Pasquale Colizzi
pasquale.colizzi@fastwebnet. it
Da L’Unità
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