venerdì, gennaio 17, 2025

L’ultimo partigiano messinese, Fortunato Gennaro


Avrebbe compiuto 100 anni a ottobre: ieri ci ha lasciato Fortunato Gennaro, partigiano messinese. Una delegazione dell’Anpi di Messina è andata immediatamente a rendergli l’ultimo saluto e tornerà, stavolta al cimitero di Spadafora, al momento della tumulazione. “È il minimo che possiamo fare – ha detto il presidente dell’Associazione partigiani, Giuseppe Martino – per esprimere la nostra gratitudine a chi ha contribuito a lasciarci libertà e democrazia”.

Gli anni giovanili Fortunato Gennaro li ha spesi nella lotta di Liberazione dal nazi-fascismo; una Resistenza “semplice”, la sua, quella di un ragazzo nato al “Ponte Americano” di Messina e cresciuto a Bisconte, poi passato in Umbria con tutta la sua famiglia. E proprio in Umbria è stato componente della “Brigata Gramsci” fra il 1943 e il 1944, portandosi dietro la sua idea di giustizia sociale maturata in riva allo Stretto.

CARABINIERI: SEQUESTRO BENI PER CIRCA 1,5 MILIONI DI EURO


I Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Palermo hanno dato esecuzione a un decreto di sequestro emesso dal Tribunale di Palermo – Sezione Misure di Prevenzione, con il quale sono stati sequestrati beni riconducibili a URSO Giuseppe, 65enne, uomo d’onore della famiglia mafiosa di Palermo Santa Maria di Gesù.

URSO Giuseppe ha riportato due condanne irrevocabili per il reato di associazione di stampo mafioso, rispettivamente nel luglio del 2003 e nel novembre del 2022, ed in virtù del riconoscimento del vincolo della continuazione tra le due condanne, gli veniva inflitta la pena complessiva di anni 19 e mesi 6 di reclusione.

L’invito di don Ciotti ai vescovi: «Più incisivi contro la mafia»


Il presidente della Cesi Raspanti: «L’impegno è costante»

Giovanni Azzara

Palermo - Ecumenismo, antimafia, dialogo interreligioso, vocazioni. Sono questi i principali temi trattati dai vescovi siciliani in occasione della recente seduta invernale della Cesi, guidata dal presidente monsignor Antonino Raspanti, vescovo di Acireale. Tra i momenti più significativi, è stato accolto don Luigi Ciotti, presidente di Libera, che ha sottolineato l’importanza della «Giornata della Memoria e dell’Impegno» che quest’anno sarà celebrata a Trapani il 21 marzo. Sarà dunque un’occasione per ricordare le vittime delle mafie e per sostenere le loro famiglie. La celebrazione sarà anticipata da una Veglia di preghiera, prevista per il 20 marzo, come momento di riflessione e spiritualità in preparazione all’importante giornata.

Una proposta di riforma da cestinare?


di Giuseppe Savagnone 

Il significato e i limiti di una proposta

L’intervista in cui il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha presentato il suo progetto di riforma della scuola, nella fascia dai 3 a 14 anni, ha suscitato vivaci reazioni di segno opposto.

Prima di entrare nel merito è il caso, però di chiarire quello che in molti interventi giornalistici non è stato rilevato, dando luogo, come spesso purtroppo accade, a un’informazione confusa e distorta.

Molti titoli parlano di «nuovi programmi», che dovrebbero entrare in vigore a partire dall’anno scolastico 2026-2027. In realtà, in base al principio dell’autonomia, i programmi dovranno farli le scuole.

🟥 Sanità: Mannino ( Cgil Sicilia), “Faraoni nomina con qualche ombra, la sua azione ora e quella dell’intero governo alla prova dei fatti. Urge un cambio di rotta e di passo nella gestione della sanità”

Alfio Mannino

Palermo, 17 gennaio - “Speriamo adesso in  una svolta, anche se è d’obbligo la cautela. Dirigendo l’Asp di Palermo, Daniela Faraoni ha  
infatti mostrato parecchie inadeguatezze e una incomprensibile e fuori da ogni logica gestione dei precari. Ci saremmo aspettati dunque una nomina di più alto profilo. 

Attendiamo comunque il nuovo vertice dell’assessorato alla prova dei fatti, che riveleranno se c’è un cambio di direzione e di passo del governo regionale e del  suo Presidente sulla politica per la sanità”.  Lo dice il segretario generale della Cgil Sicilia, Alfio Mannino, a proposito dell’avvicendamento alla guida dell’assessorato regionale alla Salute, dopo le dimissioni di Giovanna Volo.

mercoledì, gennaio 15, 2025

A Lercara si presenta il libro di Serafina Ignoto “L’isola ribelle”


Serafina Ignoto presenta “L'isola ribelle”. Lercara Friddi, venerdì 17 gennaio 2025, ore 17,30 - Palazzo Sartorio

Pippo Furnari


Circa centotrenta anni fa, tra il 1892 e il 1894, nelle campagne e nelle città della Sicilia si è sviluppato il movimento dei Fasci dei lavoratori, al quale aderirono contadini, minatori, operai, artigiani e intellettuali, con l’obiettivo di migliorare le condizioni di vita e di lavoro delle classi subalterne, di opporsi a viso aperto all’aristocrazia agraria, alla mafia dei gabelloti e dei campieri. Il loro era un sogno di giustizia sociale e di libertà, che aveva l’obiettivo di costruire una nuova società. Fra gli aderenti al movimento dei Fasci, un ruolo di primo piano ebbero le donne, che tentarono per la prima volta nella storia dell’Isola di organizzarsi per emanciparsi e rivendicare lavoro e diritti.

BUFERA SULLA MANIFESTAZIONE. Agrigento Capitale delle polemiche. Gli organizzatori: “No ai commissari”


di Concetto Vecchio

ROMA. Il sindaco Francesco Micciché confessa la sua emozione, ma non ha l’aria di festa, anzi il suo sguardo tradisce malinconia. Non appena aveva messo piede nella prestigiosa sede della Stampa estera a palazzo Grazioli, l’antica dimora di Berlusconi, perché Agrigento vuol parlare al mondo, tutti gli avevano chiesto di una sola cosa: della pioggia che penetra nel teatro che dovrà accogliere Sergio Mattarella. 

«C’è stato un nubifragio, ma io non c’ero, ero a Pesaro, comunque da due settimane c’è un cantiere aperto sul tetto, sarà stato quello, ma da qui a sabato sarà tutto sistemato… » . E i cartelloni sgrammaticati, che hanno fatto dire al più ascoltato intellettuale della destra, Pietrangelo Buttafuoco, che Agrigento andava commissariata? Qui Micciché si fa piccolo piccolo. « Per me Buttafuoco è la migliore penna italiana » . Ed è della vostra area culturale, gli ribattiamo. «Eh, lo so. L’ho chiamato, è stato gentile, persona splendida, cordiale, abbiamo chiarito, forse non sapeva quello che stavamo facendo…». 

martedì, gennaio 14, 2025

INSALACO, IL RIBELLE NELLA CITTA’ MARCIA


Bianca Stancanelli
L'ORA/ Le pagine della memoria. Trentasei anni fa a Palermo l’omicidio del politico democristiano che fu sindaco per 101 giorni. Riproponiamo il nostro ricordo e le pagine del giornale su un delitto inquietante

di BIANCA STANCANELLI 

Il 12 gennaio 1988, in un agguato tra i più sgangherati che storia di mafia ricordi, venne ucciso a Palermo il democristiano Giuseppe Insalaco, sindaco per 101 giorni nei tumultuosi anni Ottanta. Unico sindaco di Palermo assassinato nel Novecento, ancora oggi, 35 anni dopo, resta una vittima cui è stata resa parziale e reticente giustizia. Una vittima, si direbbe, che Palermo non ama ricordare, benché la sua sia la storia di un uomo che ha provato a riscattarsi da un passato pieno d’ombra, ribellandosi ai padroni della città. Una storia che dimostra come fosse estesa e profonda la rete delle relazioni tra mafia, politica, economia e istituzioni nel tempo in cui la fazione corleonese comandava su Cosa nostra. 

IL PERSONAGGIO. “Caro Oliviero, se vedi Dio fagli una foto”



di FRANCESCO MERLO

“Chissà i begli articoli che scriveranno gli ipocriti. Mi piacerebbe leggere il rimpianto di quelli che da vivo mi volevano morto. Ma tu definisci la mia vita una risata durata 82 anni”. “Alla fine manca solo, gli dissi, che tu detti il tuo epitaffio”. E lui: “Eccolo: è stato bello” 

La malattia e il fisico disobbediente l’ironia e le parole da ricordare. Il diario privato del saluto al fotografo

E se poi scopri che Dio esiste? «Lo fotografo e te lo mando per WhatsApp». Rideva di tutte quelle interviste «da moribondo» che si era messo a rilasciare:«Quando davvero morirò, di me diranno: ma Toscani non era già morto?». Il faccione smagrito e non rasato, la luce giallo-arancione smorzata, la maglietta stazzonata, l’espressione da “poverocristo”: era ancora e sempre l’Oliviero il regista di sé stesso, di quelle immagini di sé malatissimo che, come tutte le sue fotografie, avevano stupito l’Italia perché contenevano il suo stupore, lo stesso dei condannati alla sedia elettrica che aveva fotografato nelle carceri americane. 

IL RACCONTO. Il borgo che rinasce con le case a 3 euro. “Parliamo tutte le lingue del mondo”


DI GAETANO SAVATTERI

Viaggio a Sambuca di Sicilia. “Qui si può avere una grande qualità della vita, senza bisogno di essere milionari”. 

SAMBUCA DI SICILIA — Per i vicoli saraceni di Sambuca di Sicilia, antico paese in provincia di Agrigento, fondato dagli arabi 1200 anni fa nella valle del Belice, a una ventina di chilometri dal mare di Sciacca, emerge una nuova topografia. «Perché voi giornalisti vi impressionate tanto? », chiede il sindaco Giuseppe Cacioppo, indicando ponteggi e cantieri: «Questa casa è stata acquistata dai giapponesi, questi invece sono americani, quella gialla è di una famiglia belga, in fondo alla strada c’è una coppia tedesca».

L’ALLARME. La protesta dei sindaci di provincia: “Basta tagli negli ospedali”


MIRIAM DI PERI

Via ai tavoli tecnici in assessorato per ridisegnare la mappa di reparti e posti letto. Il nodo delle strutture di periferia. L’appello degli amministratori di Corleone, Partinico e delle Madonie. La Cgil: “Assistenza territoriale latitante” 

Mentre non si placa la bufera che ha travolto la sanità siciliana, i sindaci guardano con apprensione ai lavori in vista della nuova rete ospedaliera. La commissione Sanità all’Ars ha concluso il ciclo delle audizioni delle Asp e l’assessorato alla Salute ha istituito una serie di tavoli tecnici sui singoli temi, dalla chirurgia alle aree di emergenza, ma la quadra sulla nuova rete è ancora lontana. 

Addio Oliviero Toscani, il fotografo che non aveva paura di guardare


Giovanna Calvenzi

Oliviero Toscani è stato un grandissimo fotografo, ma magari, a volte, le sue intemperanze verbali ce l'hanno fatto dimenticare 

Oliviero Toscani era arrogante, aggressivo, irruente, antipatico. È morto a 82 anni a Cecina, dopo che si erano aggravate le sue condizioni di salute per l'amiloidosi di cui soffriva. Toscani era generoso, sincero, simpatico, irruente, accogliente. È stato un amico. Di tanti. Per festeggiare i suoi ottant'anni gli amici hanno organizzato una gita in pullman per le strade di Milano e a ogni tappa, a ogni fermata, gigantografie delle sue immagini. Non ne sapeva niente, non se lo aspettava, non sapeva cosa dire. Se non sei un vero amico, difficile che tanti si muovano, da tante città italiane ma anche europee, per venirti a festeggiare.

🟥 Sanità: Mannino ( Cgil), “Lo sfascio della sanità certifica il fallimento della gestione Schifani- Volo-Iacolino. Dal governo nessuna scelta di pianificazione strategica, solo l’occupazione militare del settore”

Alfio Mannino

”Urge adesso un’assunzione immediata di responsabilità. Il governo apra un tavolo con i sindacati e i sindaci”

Palermo, 14 gen- “Sei mesi fa, dopo una manifestazione regionale della Cgil proprio sul tema della sanità, ci fu detto che la situazione era sotto controllo. In questi mesi abbiamo poi assistito solo all’occupazione militare e clientelare del settore non accompagnata da alcuna scelta di pianificazione strategica. Il risultato è la situazione attuale, lo sfascio del sistema che certifica il fallimento della gestione Schifani- Volo- Iacolino”. Lo dice Alfio Mannino, segretario generale della Cgil Sicilia. “Non è stato varato  un piano sanitario adeguato, nonostante le nostre ripetute sollecitazioni- aggiunge Mannino- non c’è stato un investimento sulla medicina territoriale  né un piano per colmare le carenze di organico, superando il precariato e  attraverso nuove  assunzioni. Ora, di fronte all’evidenza di un sistema allo sbando- sottolinea-  il governo cerca capri espiatori, operazione che avrebbe un senso solo se la prima mossa fosse la rimozione dell’assessora alla Salute e del dirigente generale della pianificazione strategica.  Noi riteniamo che un’assunzione di responsabilità sarebbe ora  il presupposto per cercare di avviare un cambiamento”.  

Sicilia. Barbagallo: “Ospedali in crisi sistemica per assenza di organizzazione e pianificazione. Schifani rimuova assessore alla Salute Volo e dirigente generale Iacolino”


Palermo, 14 gennaio 2025 – “Negli ultimi anni abbiamo assistito, e denunciato, un continuo spostamento di risorse dalla sanità pubblica a quella privata con trasferimenti di denaro che non hanno sortito gli effetti sperati soprattutto per eliminare le liste d’attesa  né sui servizi all’utenza. 

Al contrario, nei pronto soccorso e nelle strutture sanitarie si va avanti soltanto per diligenza e la grande abnegazione dei medici e del personale sanitario. Ma è di tutta evidenza  che il sistema sanitario pubblico è stato abbandonato a se stesso da parte di chi ha il compito e il dovere di pianificare, programmare  e gestire la macchina sanità nel suo complesso. A questo proposito: ma cosa ha fatto fino ad ora il dirigente generale del dipartimento per la pianificazione strategica dell’assessorato regionale alla Salute, Salvatore Iacolino?

lunedì, gennaio 13, 2025

Da Corleone, un grazie ad Oliviero Toscani!

La copertina di Città Nuove del giugno-luglio 1996 dedicata ad Oliviero Toscani

DINO PATERNOSTRO 

A Corleone Oliviero Toscani ha lasciato il segno. Oggi, nel giorno della sua scomparsa, in tanti ricordiamo quel 2 luglio 1996, quando il famoso fotografo venne per la prima volta in paese per presentare la “folle idea” di realizzare il catalogo Benetton Primavera-Estate 1997 con i volti delle ragazze e dei ragazzi di Corleone. 

Oliviero accettò una scommessa (e la fece accettare alla Benetton) con l’intento di dare una mano ai corleonesi onesti per uscire dall’angolo in cui li avevano cacciati la mafia e la cattiva politica. E lo disse con grande chiarezza quel pomeriggio d’estate al cinema Martorana, suscitando l’entusiasmo dei tanti cittadini presenti. Voleva dimostrare che i volti “puliti” dei nostri giovani non avevano nulla da invidiare alle modelle e ai modelli di professione.

(A seguire, le due pagine che allora Città Nuove dedicò all’evento Toscani)

Corleone ricorda ancora i “click-Toscani”

Oliviero Toscani e alcuni suoi “click” del catalogo Benetton primavera-estate 1997

I giovani e l’Europa: Migrazioni, diritti umani, mafie. Un incontro al don Colletto col presidente di Libera don Luigi Ciotti

Mercoledì 15 gennaio alle ore 11.00 nell’Auditorium dell’IISS Don Colletto di Corleone si svolgerà l’incontro dedicato al tema “Migrazioni, diritti umani mafie”. L’incontro, che costituisce  una tappa importante  del progetto “I Giovani Incontrano l’Europa. Cittadinanza, sovranità, diritti. Dallo stato moderno all’Unione Europea”, programmato dal gruppo di lavoro costituito dai docenti di filosofia,  si propone di approfondire le complesse interconnessioni tra le politiche migratorie dell'Unione Europea (in sinergia con gli stati nazionali) la tutela dei diritti umani e l'influenza delle organizzazioni mafiose in contesti di vulnerabilità.

Corleone, il “Don Colletto” indice la nuova edizione del premio nazionale di poesia



L’Istituto di Istruzione Secondaria Superiore “Don Giovanni Colletto di Corleone ha indetto per l’anno scolastico 2024-2025 la XVII edizione del Premio Nazionale di Poesia “Don Giovanni Colletto”.

Il concorso si propone di valorizzare la poesia in tutte le sue forme come espressione della sensibilità dell'animo umano, facendo emergere capacità letterarie, musicali, artistiche che spesso trovano difficoltà a manifestarsi. Obiettivo fondamentale è, quindi, conoscere e promuovere le risorse di creatività dei giovani studenti che frequentano in Italia le Scuole secondarie di primo e secondo grado, i Conservatori e le Università.

Il premio prevede tre sezioni:

domenica, gennaio 12, 2025

Calabria. Uccisi dai clan e dimenticati. L'archivio dei 200 casi irrisolti


ATTILIO BOLZONI

Le indagini sulle vittime della 'ndrangheta si sono fermate spesso nella fase preliminare, senza mai individuare esecutori o mandanti. La giornalista Luciana De Luca dal 2016 raccoglie storie di vittime senza giustizia

In un'Italia lontana c'è un gigantesco archivio vuoto, pieno di schedari vuoti e di fascicoli vuoti. Solo qualche vecchia carta ricoperta dalla polvere, tanti nomi, tanti numeri, una data antica, una perizia balistica, il resoconto di un medico legale È l'archivio dei morti che non ci sono, un archivio che è a Gioia Tauro, a Locri, a Siderno, a Crotone, un archivio che è a San Luca, a Lamezia, a Limbadi, a Vibo, a Varapodio, a Villa San Giovanni. È un archivio che è dappertutto nella Calabria degli omicidi impuniti. 

I DIARI DEL BOSS


Tredici anni di memorie, appunti e riflessioni: sono i quaderni segreti di Matteo Messina Denaro. Un lungo monologo, destinato alla figlia Lorenza, che svela il lato più intimo, ma anche subdolo, di uno dei capiclan più spietati. Il racconto esclusivo e le foto mai viste della latitanza a Verona. La famiglia, la giustizia, l’onore e le amanti: così "U Siccu" descrive la sua storia e la sua verità alla primogenita, che non aveva mai incontrato per 27 anni

di Lirio Abbate

I diari segreti di Matteo Messina Denaro, scoperti durante una perquisizione dopo il suo arresto, portano alla luce un documento unico nel suo genere, di straordinaria importanza, in cui sono raccolti appunti e pensieri annotati dal boss fra il 2003 e il 2016, che adesso si possono sfogliare e leggere. Parliamo di tredici anni di memorie e riflessioni affidate a due quaderni, entrambi con la copertina rigida e illustrati da stampe di opere di Vincent van Gogh, che svelano non solo il lato intimo e personale di uno dei padrini corleonesi più importanti nella storia di Cosa nostra, ma ne documentano anche le formidabili capacità manipolatorie.

La calligrafia di Messina Denaro è estremamente ordinata, in uno stampatello

sabato, gennaio 11, 2025

L’app che mette a posto... gli estorsori. A 34 anni dalla lettera-denuncia di Libero Grassi pubblicata sul Giornale di Sicilia, Addiopizzo ha presentato l'applicazione “Pago chi non paga”


Mariani: «I cittadini collaborino attivamente nella lotta al pizzo». Mazzocco: «In tanti oggi dicono no al racket». Il figlio dell’imprenditore ucciso: «Mio padre ha detto la verità, senza ipocrisia». 
L'app di Addiopizzo nasce per essere il più vicino possibile ai cittadini che con il telefonino possono scegliere le attività commerciali che non si piegano al racket

Fabio Geraci

Palermo, 10 gennaio 1991: una data che ha segnato la storia della lotta al racket. Con la sua lettera al «caro estortore», pubblicata sul Giornale di Sicilia, Libero Grassi ha rotto il muro di omertà sfidando Cosa nostra. A distanza di 34 anni la sua denuncia continua a essere un simbolo di coraggio, ma oggi la battaglia contro il pizzo è sostenuta anche da strumenti digitali che consentono di rafforzarne l'efficacia. La città che non cede è infatti arrivata sugli smartphone: Addiopizzo ha presentato ieri l'applicazione Pago chi non paga che, dopo averla scaricata, permette di individuare tramite geolocalizzazione ristoranti, bar e negozi di abbigliamento e altre attività commerciali che hanno scelto di non pagare la cosiddetta «messa a posto». Realizzato grazie al

A Riace Mimmo Lucano applica la sua rivoluzione: accogliere migranti, integrarli nella comunità e creare nuovi posti di lavoro. Ci spiega come…


Intervista di Mattia Madonia con Domenico (Mimmo) Lucano

"Quando nel 2004 Mimmo Lucano diventa per la prima volta sindaco di Riace, il piccolo paesino calabrese è a un passo dalla sparizione: i giovani che se ne vanno, il lavoro che manca, lo spopolamento a mangiarsi inesorabilmente il territorio. In pochi anni però Lucano applica la sua rivoluzione: accogliere migranti, integrarli nella comunità e creare nuovi posti di lavoro. Il modello Riace fa il giro del mondo: Lucano vince riconoscimenti internazionali come miglior sindaco, finisce addirittura nel documentario Il volo del regista tedesco Wim Wenders. La destra, in piena propaganda anti-immigrati, si infuria. La magistratura inizia a mettergli gli occhi addosso. La prima richiesta di tredici anni e due mesi di carcere per presunti reati legati alla gestione dell’immigrazione sembra fuori dal mondo. Lo stesso Wenders commenta dicendo che non sarebbe meno ridicolo, a questo punto, vedere Papa Francesco in manette per reato di umanità. Le accuse vengono smontate pezzo dopo pezzo, e da qualche mese Lucano non soltanto è stato rieletto per la quarta volta sindaco di Riace, ma anche europarlamentare. E non sono ruoli di facciata. Vive sulla tratta calabro- belga a costo di consumarsi, ma spiega che non può fare altrimenti per portare avanti tutte le sue battaglie.

venerdì, gennaio 10, 2025

Giovanni Mercadante: “Vidi il killer di Mattarella mentre sparava, si muoveva come un grillo”

Giovanni Mercadante

Intervista all’ex deputato regionale di Forza Italia condannato per mafia 

di Salvo Palazzolo

«Quella mattina del 6 gennaio 1980 mi torna spesso in mente – ricorda il dottore Giovanni Mercadante mentre sorseggia un cappuccino, al tavolino di un bar del centro – ero in auto con moglie e figli, stavamo tornando a casa dopo la messa dell’Epifania: da via Tommaso Gargallo svoltai su via Libertà e in quel momento sentii dei colpi. 
Qualche istante dopo, vidi un giovane che sparava contro un’auto, era piazzato dal lato opposto a quello di guida. Capii subito, sapevo che lì abitava il presidente della Regione». 

Le lotte contro la miseria dei Fasci dei lavoratori


Il libro. L'isola ribelle di Serafina Ignoto racconta le rivolte dei contadini alla fine dell'Ottocento

di Anna Cane

L'isola è la Sicilia, i ribelli sono i contadini e gli operai disperati che chiedono pane e dignità. Protagonista del primo romanzo della palermitana Serafina Ignoto, ambientato nella fine dell'800, è Andrea Pavan, inviato de La Tribuna di Roma, che va in Sicilia per seguire da vicino le rivolte dei Fasci dei Lavoratori. Il nome del reporter è di fantasia ma il personaggio si ispira alla storia vera del giornalista Adolfo Rossi.

Pavan, accolto al suo arrivo dal collega Salvo Rizzo del Giornale di Sicilia, raccoglie la voce degli indifesi, dei miserabili, dei contadini ridotti in schiavitù, degli uomini e delle donne che si ribellano alla miseria e ai soprusi. Si, anche le donne.

La rivoluzione di Trump, il protagonismo di Musk e il futuro della nostra democrazia

Elon Musk – Foto da Trump White House Archived in Flickr

di Giuseppe Savagnone

Una nuova visione del ruolo internazionale della democrazia

Il comprensibile entusiasmo dei giornali e dell’opinione pubblica per la liberazione di Cecilia Sala rischia di far perdere di vista la problematicità del contesto in cui è maturato il successo dell’operazione diplomatica della nostra premier, sulla linea del suo proposito di ridare all’Italia il prestigio che, secondo lei, aveva perduto a livello internazionale.

Un richiamo a tale contesto viene dal fatto che quel successo è stato reso possibile dall’incontro cordiale della Meloni col presidente eletto degli Stati Uniti e dalla voce – subito smentita da Palazzo Chigi – che in questa occasione sia stato stretto un accordo con Elon Musk per aderire al sistema satellitare di SpaceX.

A Piana uno scrigno delle tradizioni arbereshe


Il restauro ha reso il museo della cultura di Piana degli Albanesi pienamente accessibile. All'interno delle sale spazio a storia, abiti e gioielli: una sezione dedicata alla strage di Portella della Ginestra 

Marcella Croce

Quattro mesi fa ha riaperto le sue porte dopo importanti interventi di restauro e manutenzione, il Musarb, il museo della cultura arbëreshë Nicola Barbato. a Piana degli Albanesi. Un museo totalmente rinnovato e accessibile anche alle persone con disabilità fisiche: è stata aumentata la superficie espositiva con nuovi impianti e servizi tra i quali un ascensore, il doppio ingresso, di cui uno per disabili, il doppio guardaroba, una sala conferenze, un piccolo bookshop, touch screen per gli approfondimenti.

FONDAZIONE ORESTIADI, FRANCESCA CORRAO È IL NUOVO PRESIDENTE

Francesca Corrao

Il Consiglio di amministrazione della Fondazione Orestiadi ha nominato all’unanimità ilnuovo presidente. Si tratta della professoressa Francesca Corrao che aveva già ricoperto questo ruolo tra il 2011 e il 2013.

Ho accettato – dichiara la professoressa Corrao – di guidare la Fondazione Orestiadi in seguito alle inattese dimissioni dell’onorevole Pumilia che torno a ringraziare insieme a tutto il Consiglio di amministrazione per l’efficace lavoro svolto in 9 anni di guida sapiente della Fondazione e del suo straordinario impegno. Continuerò a portare avanti il grande progetto della rinascita di Gibellina fondata su un grande investimento sulla cultura e sull’arte. Non sono – aggiunge – una presidente sola ma lavorerò con il supporto collegiale del Cda, della giunta esecutiva e di tutta la Fondazione, che ha al suo interno straordinari professionisti. Lavoreremo sempre in sintonia con tutti gli amici artisti e la meravigliosa squadra che ha portato il comune di Gibellina a vincere il titolo di prima Capitale dell’arte contemporanea, e con la comunità di Gibellina che è la vera vincitrice, per il futuro dei giovani di questo territorio“.

Contro il pizzo delle mafie ancora molta è la strada da fare per riappropriarci della dignità


FRANCESCO PALAZZO

Nel 2024, la notizia è di questi giorni, 800 casi di pizzo venuti alla luce, la punta di un iceberg,  chissà quanti sono rimasti nel buio, hanno provocato soltanto 11 denunce per quanto riguarda ovviamente le vittime. Una percentuale basssissima, davvero risibile e assai preoccupante. 

A conferma di questo aggiungiamo, ed è sempre notizia fresca fresca, il flop del fondo comunale palermitano antiracket. Soltanto due imprenditori hanno presentato domanda e dovranno perciò essere restiuiti milioni di euro. Il terzo aspetto, ossia il racket applicato giornalmente sull'economia siciliana, ci fa registrare in queste ore, mettendo il bollo sui primi due punti, la notizia che a Sferracavallo soltanto un commerciante, peraltro palermitano d'adozione, ha avuto il coraggio di ribellarsi.

Sciara, davanti al Memoriale per Salvatore Carnevale

 

Monumento funebre a Salvatore Carnevale, Sciara contrada Cozzira Sicchi (ph. Angelo Pitrone)

di ANGELO PITRONE

Una domenica verso la metà dello scorso novembre, con alcuni amici, decidiamo di fare una gita a Sciara (PA) per visitare il monumento funebre a Salvatore Carnevale, ucciso dalla mafia il 16 maggio del 1955, e vedere la mostra del grande fotografo Nicola Scafidi a lui dedicata.

Ci accompagnano Liliana e suo marito Lillo. Seguendo una vecchia Regia Trazzera, tra il fiume Torto e il paese di Sciara , a mezza costa su una collina coltivata a cavoli e sparacello, in contrada detta dei Cozzira Sicchi, ci compare una piccola edicola votiva come quelle che spesso si incrociano per i viottoli di campagna.

giovedì, gennaio 09, 2025

MA CHI È ELON MUSK?


GIANNI CUPERLO

Vastissima eco su giornali e tivù dell’ipotetico accordo tra il nostro governo e Elon Musk (1 miliardo e mezzo per consegnare all’uomo più ricco del pianeta un notevole margine di controllo sulle nostre telecomunicazioni e conseguente cybersicurezza).

Palazzo Chigi ha smentito la firma in calce al contratto (ma non la trattativa).

Noi (le opposizioni) abbiamo chiesto che la premier venga alle Camere a riferire.

Sullo sfondo del tutto, le improvvise e impreviste dimissioni di Elisabetta Belloni dalla direzione della struttura che sovraintende all’attività dei nostri servizi di sicurezza.

martedì, gennaio 07, 2025

DUECENTO ANNI FA MORIVA FERDINANDO I, UNO DEI SOVRANI PIÙ LONGEVI DI SEMPRE, COSTRETTO A RIFUGIARSI NELL’ISOLA


Ferdinando I, il re bambino che sopravvisse alla rivoluzione

di Amelia Crisantino 

Di sicuro, con i 65 anni e tre mesi in cui – non sempre saldamente – rimane sul trono, Ferdinando di Borbone, di cui ricorre il bicentenario della morte, è tra i sovrani più longevi di sempre. È diventato re a soli otto anni perché suo padre Carlo III, che aveva rifondato la monarchia meridionale unendo Napoli e Sicilia separate da secoli, ha lasciato il Meridione per diventare re di Spagna. 

L’INTERVISTA. Leoluca Orlando: “I boss non sparano più, noi stiamo abbassando la guardia”

Leoluca Orlando: «La spartizione dei fondi pubblici certamente non è mafia. Ma crea un contesto in cui la mafia può fare affari. Non è un caso che Mattarella, con la legge 1 del 1979, avesse provato a limitare in modo drastico la discrezionalità di deputati e assessori sulle risorse da destinare ai Comuni». 


Piersanti Mattarella

di Accursio Sabella

«L’esito dei processi a volte può dipendere anche dall’abilità di un avvocato o dalla mancata notifica di un ufficiale giudiziario. Ma il nostro dovere, oggi, è quello di tenere alta la guardia, nell’attesa che la verità giudiziaria sull’omicidio di Piersanti Mattarella si avvicini il più possibile alla verità storica». 
L’ex sindaco di Palermo Leoluca Orlando, oggi europarlamentare, è stato anche consigliere giuridico del presidente della Regione ucciso dalla mafia il 6 gennaio di 45 anni fa. 
Le indagini sembrano a una svolta, nell’individuazione dei killer. Da cosa bisogna partire, invece, per giungere a questa verità storica di cui parla? 

Omicidio Piersanti Mattarella, la pista mafiosa non basta per cancellare le responsabilità nere


STEFANIA LIMITI
g
iornalista e scrittrice

Le novità investigative sull’uccisione di Piersanti Mattarella, nate su impulso di una lettera anonima, potrebbero contribuire a chiarire alcuni aspetti di quel delitto politico ma non a chiuderlo definitivamente.

Ci auguriamo che la procura di Palermo possa ridefinire più solidamente di quanto non sia stato possibile in passato il contributo della mano mafiosa all’operazione del 6 gennaio 1980: diversi pentiti – Buscetta, Mannoia, Mutolo, Di Carlo – hanno parlato di Nino Madonia, il boss oggi incriminato insieme a Giuseppe Lucchese, come il killer di Mattarella ma con dichiarazioni contraddittorie e sempre de relato. Dichiarazioni che forse hanno contribuito ad alleggerire la pressione investigativa sulla “pista nera” del delitto che, sebbene abbandonata a sé stessa, resta tra i più lucidi contributi di Giovanni Falcone nella descrizione del potere italiano degli anni 80 del secolo scorso.

10 Gennaio 1991/10 Gennaio 2025: a Palermo la “Prima Giornata Nazionale Antiracket” promossa da “Sos Impresa” per fare tesoro del sacrificio di Libero Grassi che con la lettera al “Caro Esortore” diceva no alla mafia


Una data storica, il 10 gennaio 1991, da ricordare quale spartiacque tra il silenzio che aleggiava sui tanti imprenditori che subivano in silenzio la violenza della criminalità mafiosa e l’inizio di un percorso che darà vita al movimento antiracket a Palermo e in Sicilia. 

È, infatti, il 10 gennaio 1991 quando, sulle pagine del Giornale di Sicilia, sarà pubblicata “Caro estortore”, la famosa lettera con cui Libero Grassi dichiarava pubblicamente di rifiutarsi di pagare il "pizzo" agli estortori mafiosi. Una coraggiosa azione che non solo ruppe il silenzio, ma scardinò un meccanismo di omertà che aveva reso il racket una pratica accettata e quasi invisibile, ovunque e soprattutto in Sicilia. Prima di quel gesto, infatti, chi subiva le estorsioni si trovava solo, intimidito dalla violenza e dalla paura delle ritorsioni e,

Silp Cgil: “FdI regala panettoni ai questori ma tagli alla Polizia”. Il segretario del sindacato di polizia Silp Cgil, Pietro Colapietro: “Non abbiamo bisogno di elemosina, contratto vergognoso”


Pietro Colapietro (Silp Cgil)

(ANSA) - ROMA, 07 GEN - "Non abbiamo bisogno di elemosina, ma 
di fatti concreti". Il segretario del sindacato di polizia Silp 
Cgil, Pietro Colapietro, prende di mira gli esponenti di Fratelli d'Italia.

"Da Milano a Salerno, dalla Toscana alla Puglia, a tantissime altre realtà - rileva Colapietro - in questi giorni di festività natalizie abbiamo assistito alla passerella di amministratori locali, consiglieri comunali e regionali, deputati e senatori di Fdi che nei rispettivi collegi hanno portato panettoni e pandori al questore o al prefetto, con tanto di comunicato stampa successivo per esprimere solidarietà alle forze di polizia.

Nel pomeriggio dello scorso 2 gennaio, Placido Rizzotto è tornato a vivere tra noi, a Corleone, tramite le testimonianze raccolte da Danilo Dolci


di DINO PATERNOSTRO

Lo scorso 2 gennaio a Corleone Placido Rizzotto ha parlato tramite le parole accorate e amare di Carmelo, l’anziano padre. E tramite il racconto di Vincenzino Benigno, suo amico fino al 1948, che nel 1964, però, ha armeggiato con la zia Leoluchina Sorisi per coprire la latitanza di Luciano Liggio. Tanto che poi zia e nipote furono arrestati dal commissario Mangano e dal colonnello  Milillo e condannati in tribunale per favoreggiamento del boss mafioso corleonese, sicuramente uno degli assassini di Rizzotto. 

Grazie a Danilo, che nel 1958 aveva aperto a Corleone un Centro Studi e Iniziative (nel pianterreno nella casa di via S. Agostino, accanto alla casa  Binenti-Alfieri), le parole di Placido sono arrivate fino a noi, stampate in due capitoli del libro “Spreco”, pubblicato da Einaudi nel 1960. Abbiamo assunto l’impegno, grazie alla generosa disponibilità del figlio di Danilo, Amico Dolci,

Giovanni Perrino: “Quella storia del socialismo, il rimprovero del parroco, il sorriso di mio padre…”

Giovanni Perrino

Sul Centro Studi e Iniziative, istituito nel 1958 a Corleone da Danilo Dolci, pubblichiamo la testimonianza del corleonese Giovanni Perrino, che a quel tempo era uno dei ragazzini che frequentava il Centro, incuriosito dai tanti libri che venivano dati in prestito gratuito.  

di Giovanni Perrino

All’inizio degli anni sessanta, Danilo Dolci aprì un Centro di Lettura  di fronte al Liceo classico. Tutto avvenne nel generale silenzio, gli studenti se ne accorsero per caso un giorno all’uscita di scuola; il Centro era solo una stanza di fronte alla chiesa di Sant’Agostino. 

Ma non era solo la novità ad attrarre gli studenti quanto piuttosto la varietà e modernità di quei libri disposti sui tavoli ai tre lati della stanza. Danilo Dolci era un uomo eccezionale che era piovuto chissà da dove, in un deserto culturale e in una società civile che, nonostante tutto, si rifiutava di morire in un tramonto senza fine.

lunedì, gennaio 06, 2025

DELITTO MATTARELLA: NON SOLO LA "MATRICE MAFIOSA". COME SI INCROCIARONO LE STRADE DI COSA NOSTRA E GRUPPI NERI

Nelle immagini: il presidente della Repubblica Sergio Mattarella accanto al corpo del fratello assassinato, il celebre scatto di Letizia Battaglia; Nino Madonia, Giuseppe Lucchese; Francesco La Licata

di FRANCESCO LA LICATA

Antonino Madonia e Giuseppe Lucchese, detto "Lucchiseddu", sono dunque indicati - con tanto di imprimatur giudiziario - come due degli esecutori materiali dell’omicidio di Piersanti Mattarella, fratello dell’attuale Capo dello Stato, assassinato a Palermo il giorno dell’Epifania del 1980. 

Sono trascorsi 45 anni ma, alla fine, quello che era sulla bocca di tutti sembra aver ricevuto un qualche riscontro investigativo. Non sembri, questo, un traguardo trascurabile (i due stanno scontando più di un ergastolo per altri delitti) nell’attività che magistrati e inquirenti svolgono da anni nel tentativo di offrire una chiara matrice per un delitto oggettivamente identificabile come "politico" e quindi attribuibile alla mafia, ma anche ad "interessi alti" di gruppi di potere occulti. Sembra perciò, in questo senso, abbastanza stucchevole e fuorviante il dibattito che focalizza tutta l’attenzione sul fatto che Lucchese e Madonia sono mafiosi e quindi il "delitto è solo di matrice mafiosa".