Pio La Torre (a sinistra) e Nicola Cipolla negli anni '50 a Palermo |
Incontreremo Nicola Cipolla a Palermo, a Palazzo delle Aquile, sabato 14 gennaio, alle ore 16,00 per
festeggiarlo tutti insieme.
“NON VI SARA’
NEL NOSTRO FUTURO SUFFICIENTE CONOSCENZA E MEMORIA DELLA NOSTRA VERA STORIA, SE NON NE PARLEREMO CON
I PROTAGONISTI CHE HANNO CONTRIBUITO A
SCRIVERLA CON IL LORO IMPEGNO ED IL LORO SACRIFICIO”.
“Li avevo incontrati per la prima volta
insieme attorno agli anni ‘50 davanti ai cancelli dei Cantieri Navali di Palermo.
Pio era già Segretario della Camera del Lavoro, mentre Nicola era responsabile
di massa della Federazione Comunista e deputato regionale. I proprietari delle
tantissime bancarelle e gli strilli per
offrire le loro mercanzie durante l’ora
di pranzo ai circa diecimila operai in attività, non ci impedirono di ascoltare
i consigli dei nostri due dirigenti, sulle diverse importanti e difficili vertenze aziendali che ci impegnavano da mesi.
Li ritrovai ancora tra noi, con il Segretario della FIOM CGIL del tempo,
Peppino Miceli. Con Peppino e Nicola ho
percorso tantissimi anni della mia attività sindacale e politica, e furono entrambi,
per molti di noi, i veri maestri ed è in omaggio a questo suo straordinario
lavoro che tento oggi di riproporre questo suo instancabile impegno, come
memoria attiva.
Ottavio
Terranova
IL SUO INSTANCABILE IMPEGNO
Nicola Cipolla
è stato ed è uno dei più importanti protagonisti della
vita sindacale, politica e parlamentare
siciliana.
I suoi 95
anni coincidono con la grande risposta elettorale del popolo italiano in difesa
della nostra costituzione e dei valori della democrazia.
Nicola, come
ha ricordato nel suo ultimo libro “Diario di un socialcomunista siciliano”, già
in giovane età cominciò a maturare il suo impegno
antifascista e subito dopo la guerra, diventa
protagonista della ricostituzione della CGIL di Palermo con Cesare
Sessa.
Si
preparavano significative lotte nel
movimento operaio palermitano e la città, distrutta dagli eventi bellici, si
mobilitava contro il caro vita e il caro pane.
CON I CONTADINI NELLE CAMPAGNE
Il movimento
contadino in Sicilia si riorganizzava con la nascita della Federterra e Cipolla
viene chiamato a dirigerla. In questo suo nuovo incarico riesce a
coinvolgere validi giovani tra cui lo
studente della Facolta’ di ingegneria Pio La Torre.
Il ministro
comunista Gullo, del primo governo di Unita nazionale, aveva emanato l’importante decreto che prevedeva nuovi e
più umani patti di lavoro. Questo
decreto, tra l’altro prevedeva l’assegnazione
delle terre incolte o mal coltivate ai lavoratori della terra con il riconoscimento a loro favore del
60% del prodotto lavorato. Questo
importante evento politico, diede impulso a tutta la sinistra e nelle campagne
si svilupparono tante iniziative per l’applicazione delle nuove norme che
venivano puntualmente disattese dai proprietari dei fondi.
Nei
centri rurali della regione, ebbero
inizio le lotte per l’assegnazione delle
terre, attraverso l’occupazione dei
feudi possedute fino ad allora da poche
ricche, titolate famiglie, o
controllate da amministratori, da campieri e dalla mafia agraria.
La parola
d’ordine era “ i contadini hanno fame di terra e sete di liberta”, i
cartelli con lettere cubitali e le bandiere di vari colori, sorrette anche da
donne e bambini, venivano piantate nei feudi appena occupati.
L’AMPIEZZA DEL MOVIMENTO E LA GALERA
Anche Cipolla
quel giorno, era con i contadini, proprio mentre Pio La Torre veniva arrestato e incarcerato
per ben 18 mesi, durante l’occupazione
del Feudo Bosco a Bisacquino.
Nicola, con altri validi dirigenti, fu protagonista
di questo possente e storico movimento
che si andava estendendo anche in tutto il Mezzogiorno d’Italia.
I FASCI SICILIANI
Già anni
prima, il movimento dei Fasci Siciliani, che per la sua ampiezza venne
definito il secondo movimento in Europa, dopo la comune di Parigi, si
era posto gli stessi obiettivi di lotta dei nostri contadini, ma il governo del
siciliano Francesco Crispi per bloccarne il suo
sviluppo, lo represse nel sangue e incarcerò i suoi capi.
I TANTI NOSTRI MARTIRI
Non potremo
mai dimenticare i tanti dirigenti sindacali e politici uccisi
durante queste lotte dalla mafia
agraria, così come i 12 morti del primo
maggio 1947 a Portella della Ginestra attraverso le armi della banda Giuliano
in un connubio tra stato e forze deviate.
Questi
terribili, delittuosi eventi erano già la negazione di ogni principio di democrazia e di libertà che
con la guerra di liberazione l’Italia aveva voluto e che la Sicilia rivendicava da tantissimi anni
anche attraverso la richiesta di autonomia.
CON GIROLAMO LI CAUSI
Con Girolamo
Li Causi, tornato in Sicilia dalle galere fasciste nonostante le tante difficoltà, il gruppo
dirigente dei partiti di sinistra e del sindacato erano fortemente impegnati a
viso aperto contro la mafia e
l’affermarsi del nuovo potere che gli americani avevano ad essi affidato, mettendoli a capo di diversi comuni della Sicilia.
LA FORMAZIONE DELLA NUOVA CLASSE
DIRIGENTE
Era indispensabile
la crescita a livello politico e sindacale di nuovi gruppi dirigenti con voglia
di impegno e capacità di elaborazione in questa nuova complessa realtà.
Iniziò così la ricerca e il coinvolgimento di tanti
giovani dirigenti in città nelle delle
fabbriche e nei comuni.
Con Emanuele
Macaluso Nicola Cipolla farà parte della
segreteria regionale della CGIL e
successivamente contribuirà alla nascita dell’Alleanza Coltivatori Siciliani,
assumendone la direzione regionale, che diresse anche con il contributo di importanti dirigenti, quali
Feliciano Rossitto, l’ingegnere Mario Ovazza ed altri.
L’OTTO LUGLIO 1960
L’otto luglio
del 1960, anche la nostra città si
mobilitava contro il tentativo di ricostituzione del partito fascista. Nicola era tra i giovani con le magliette a
strisce, proprio mentre la celere di Tambroni e di Scelba, sparava sulla folla
e uccideva. Palermo con le sue miserie,
il suo sottosviluppo, la crescente illegalità e le tante contraddizioni,
trovava la forza per mostrare il suo
volto antifascista.
LE FABBRICHE E LA NUOVA CITTA’
A Palermo si
moriva nelle fabbriche e nell’edilizia per mancanza di prevenzione, si moriva
anche per mano mafiosa nella lotta per l’accaparramento delle aree edificabili.
In una sola notte venivano abbattute bellissime ville per fare posto a mostri
di cemento e la Conca d’oro subiva la stessa sorte tra l’indifferenza generale
e con la compiacenza di amministratori della città collusi o in odor di mafia.
UN NUOVO IMPEGNO
Occorreva
contrastare questa deriva di mafia e di illegalità e la sinistra e il sindacato
fecero quel che poterono, pagando ancora una volta con denunce, licenziamenti
discriminazioni e arresti di diversi suoi dirigenti .
IL CONTRIBUTO DI NICOLA COME
PARLAMENTARE
Il nostro
Nicola, prima al Parlamento regionale, poi come senatore della Repubblica e
ancora nella costituenda Comunità Europea, continuava a seguire i problemi dell’ agricoltura e del lavoro
agricolo con proposte di legge e battaglie parlamentari significative che lo
convinsero ad accettare anche un importante incarico nell’Ente Agricolo della
regione Lazio.
ANCORA CON PIO LA TORRE
La Torre aveva
lasciato il suo incarico nel Partito Comunista a livello nazionale e tornando in Sicilia decise di dare vita con
Cipolla al CEPES. Ancora oggi, grazie all’instancabile impegno di Nicola, il
centro studi continua ad organizzare
importanti convegni, avanza proposte di
sviluppo, partecipa a battaglie per la difesa del suolo, per la difesa dei servizi pubblici, per la valorizzazione delle energie
alternative, per la pace e con la pubblicazione di tanti suoi articoli e saggi,
apre continui confronti nel territorio, nel mondo politico e nella cultura.
OGGI
Nicola
Cipolla, i suoi 95 anni li porta benissimo, e riesce ancora a coinvolgere come sempre,
intelligenze e quanti lo stimano e gli vogliono bene.
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