Mico Geraci |
Mico Geraci è stato ucciso
da Cosa nostra l'8 ottobre del 1998 a Caccamo. Mico Geraci era un padre di
famiglia, sposato con Enza Scimeca ha lasciato tre figli, Giuseppe, Giovanni,
Francesca. Mico Geraci sindacalista UIL,
era anche un esponente politico locale in ascesa, pronto a correre per la
carica di sindaco. Da li a pochi mesi dalla sua uccisione si sarebbero svolte
le elezioni comunali a Caccamo e la candidatura più accreditata per un
eventuale successo era proprio la sua. Da mesi a Caccamo si organizzavano
iniziative sociali e progettuali per preparare questa candidatura con un
coinvolgimento inedito di larghi strati della società. Un'iniziativa in
particolare destò clamore nel luglio del 98 perchè forse per la prima volta a
Caccamo si organizzò una manifestazione antimafia dove furono chiamati in causa
boss mafiosi e gli interessi che
ruotavano intorno alla mafia nel
territorio alla luce di un'importante operazione giudiziaria svoltasi
poche settimane prima. A Caccamo era decaduto (per uno strano meccanismo
elettorale siciliano di allora) solo il consiglio comunale, il Sindaco era
rimasto in carica ma nel maggio 1998, si erano svolte delle elezioni per il
solo consiglio comunale, facendo registrare un grande successo per le liste
alleate che appoggiavano la sua candidatura. Il rinnovo di tutta
l’amministrazione ci sarebbe stato nel giugno del 1999 se il comune non fosse
stato sciolto per mafia nel marzo del 1999.
Caccamo è stato sempre un
comune dove è forte la presenza di componenti di spicco di cosa nostra, fu
sciolto per mafia già nel 1993 ed il Commissariamento fu anche prolungato di 6
mesi. E' stata una città alla guida di un vasto mandamento che di fatto
raccoglieva intorno a se diversi comuni tra cui Termini Imerese e Trabia sulla costa sino a Bagheria e i comuni
di Cerda e Montemaggiore nella parte della zona montana delle Madonie. Il
rilievo dentro cosa nostra era tale che fu definita da Giovanni Falcone
"la Svizzera di cosa nostra" per via dell'attività di riciclaggio che
prendeva il via da questo territorio e per la capacità di cosa nostra di
mantenere tanti latitanti che nel mandamento avevano trovato rifugio. Caccamo
inoltre si proponeva come funzione guida di cosa nostra negli anni 80 e 90 addirittura
negli ultimi tempi al pari di Corleone. Era tale la crescita del ruolo di
Caccamo negli anni '90 che lo stesso boss Nino Giuffrè, divenuto in seguito
collaboratore di giustizia, voleva proiettarsi alla guida della stessa cosa
nostra e nonostante fosse il più fidato sostenitore di Provenzano non escludeva
un'azione mirata alla sua stessa eliminazione. Non è da escludere che lo stesso
Provenzano pensava di agire allo stesso modo contro Giuffrè. Il ruolo di
leadership di Caccamo dentro cosa nostra comunque veniva insidiato da una
presenza antimafia, anomala per una cittadina che mai aveva avuto tanta
vitalità contro le cosche, con Mico
Geraci che si collegava in sede locale a Francesco Dolci, noto esponente dell'opposizione
politica antimafia e con l’allora giovane onorevole Giuseppe Lumia che era
diventato il punto di riferimento della riscossa antimafia di Caccamo.
Su questa vicenda sarebbe
opportuno valutare la possibilità che la Commissione apra un'inchiesta sul
modello che ha già utilizzato sul caso Impastato. Naturalmente va valutata la
possibilità di istituire un Comitato apposito o utilizzarne uno esistente. I
vantaggi nel primo caso sarebbero evidenti e permetterebbero alla Commissione
di portare avanti un lavoro mirato e concentrato solo su questo tipo di
inchiesta. L'autorità giudiziaria ha indagato sul caso Geraci e per ben due
volte ha avanzato richiesta di archiviazione, non riuscendo pertanto a trovare
ancora i dovuti riscontri a quella che lei stessa riconosce come omicidio
politico-mafioso.
Possibile
programma dei lavori:
I) Acquisizione di tutta la
documentazione in possesso dell'autorità giudiziaria. In particolare andrebbero
acquisiti tutti i fascicoli collegati a due provvedimenti di archiviazione.
II) Andrebbero inoltre
acquisiti i verbali completi dei collaboratori di giustizia come Giuffrè,
Brusca, Barbagallo e Flamia o di altri collaboratori -
dove emergono notizie sul caso Geraci.
III) Rapporti e informative delle
forze di Polizia sul contesto mafioso del territorio di Caccamo e sull'omicidio
di Mico Geraci.
IV) I decreti e le relazioni
allegate sullo scioglimento del Comune per infiltrazioni mafiose.
V) Eventuali note dei
servizi di sicurezza in ordine al contesto e all'omicidio Geraci.
VI) Ordinanze sul mandamento
di Caccamo del '98 (Procedimento penale
n. 1232/96).
VII) Audizioni della Procura
di Palermo, della DNA, della DIA e dei ROS, in particolare il Maresciallo Di
Stefano, allora Comandante della Stazione dei Carabinieri di Caccamo.
VIII) Bisogna valutare
inoltre l'opportunità di audire i collaboratori di giustizia prima richiamati,
in particolare Giuffrè, per approfondire le dichiarazioni già riportate in sede
di archiviazione.
IX) Andrebbero auditi i
familiari, i magistrati che più hanno seguito il caso Geraci. E' inoltre
importante in base alle dichiarazione dei testimoni rese all'autorità
giudiziaria valutare una loro convocazione in Commissione.
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