Nicola Cipolla |
di NICOLA CIPOLLA
Negli editoriali che Eugenio Scalfari dedica ogni domenica alla situazione politica spicca la valorizzazione del “semestre di presidenza europea che spetta all'Italia e quindi ad Enrico Letta fino alla primavera del 2015”.
Negli editoriali che Eugenio Scalfari dedica ogni domenica alla situazione politica spicca la valorizzazione del “semestre di presidenza europea che spetta all'Italia e quindi ad Enrico Letta fino alla primavera del 2015”.
Nelle prossime settimane sapremo se
l'incredibile pretesa di Berlusconi di non tenere conto della sentenza passata
in giudicato e delle leggi votate dallo stesso PDL porterà alla crisi del
governo Letta e quindi alle elezioni anticipate. In ogni caso però, ed è su
questo che vorrei che lo stesso Scalfari riflettesse, l'elettorato italiano
sarà chiamato alle elezioni europee tra poco più di sei mesi. Non solo è certa
la data ma bisogna sottolineare anche che si voterà con il proporzionale puro
senza apparentamenti, senza premio di maggioranza con il solo sbarramento al 5%
che sarà facilmente superato non solo dal M5S, da SEL di Nichi Vendola, che tra
l'altro sarà candidato non potendo proporsi per un terzo mandato in Puglia, e
dalla stessa Lega Nord tutti oggi all'opposizione. Lo stesso PDL cercherà di
valorizzare l'estraneità del partito di Berlusconi alle forze politiche e
sociali determinanti nella UE.
Il PD si troverà, in quanto unico
sostenitore della “politica europea” del governo Letta, perciò, nella stessa
situazione in cui si è trovato Monti nelle ultime elezioni nazionali.
L'arretramento molto probabile creerà comunque una situazione critica per il PD
e lo stesso governo Letta. Anche perché, analogamente a quanto è già avvenuto
in Sicilia cinque anni fa con Rita Borsellino e Rosario Crocetta, saranno
preferiti al suo interno i candidati che si oppongono all’inciucio con
Berlusconi.
I temi fondamentali della campagna
elettorale europea sono stati indicati chiaramente dal Manifesto lanciato, già
nel 2012, dal Presidente dei Verdi Cohn-Bendit e dal Presidente del gruppo liberale
Guy Verhofstadt e che ha animato le ultime campagne elettorali
nei landers tedeschi spingendo il partito dei Verdi, nella bassa Sassonia, ad
oltre il 14,5%. Con questa vittoria
rosso-verde la Merkel ha perso la maggioranza al Senato Federale Bundesrat. La forte presenza del partito Verde,
permessa dal sistema elettorale proporzionale, fa sì che la stessa Merkel, nell'intervista pubblicata su
Repubblica del 18 agosto u.s., al primo punto tra i suoi meriti mette la decisione “dell'uscita dall'atomo
dopo il disastro di Fukushima”. Mentre in Italia, malgrado il voto del
referendum popolare del 12 e 13 giugno 2011, il governo Monti ed ora il governo
Letta hanno di fatto bloccato il promettente sviluppo delle energie
rinnovabili a favore degli oligopoli
elettrici ed energetici sorti da una maldestra privatizzazione dell’Enel e
dell’Eni operata dai governi di centro-sinistra.
In questo Manifesto vengono posti tre punti fondamentali: il
diritto del PE a funzionare come un vero Parlamento che controlla
democraticamente le istituzioni esecutive e finanziarie (BCE, BEI) della UE; l’istituzione
di una Comunità europea di difesa con un
esercito e strutture militari proprie che faranno risparmiare oltre un terzo
delle spese che oggi i singoli paesi, a cominciare dall'Italia, dedicano a
questo settore e a sottrarre perciò l’Europa dalla soggezione, attraverso la
NATO, agli interessi politici, economici ed industriali degli USA. Per ultimo
il passaggio da un'economia basata sulle energie fossili (carbone, gas,
petrolio, nucleare) ad un’economia basata al 100% sulle energie rinnovabili
(sole, vento, biogas e soprattutto idroelettrico capace di equilibrare, se
opportunamente utilizzato, la aleatorietà del sole e del vento legata
all'alternarsi delle stagioni e del giorno e della notte) per contribuire ad un
cambiamento a livello mondiale necessario, possibile e urgente per evitare un
disastro irrimediabile entro il 2050 capace di cancellare la vita sul pianeta
come oggi la conosciamo. Su questi problemi si pronunciano anche i due grandi partiti europei cristiano sociale
e socialista.
Questo Manifesto, sconosciuto in
Italia visto che non esiste un partito Verde, perché soffocato dal porcellum e
dalla infatuazione bipolaristica, non è una riedizione del progetto federalista
avanzato da Spinelli sessant’anni fa ma si inserisce concretamente in un
processo di maggiore responsabilizzazione del PE che ha, ad esempio, bocciato pochi
mesi fa, utilizzando per la prima volta
il potere derivante dagli accordi di Lisbona, con una maggioranza bulgara, la proposta della Merkel e degli inglesi e
della Commissione di ridurre, di oltre
il 30%, il bilancio 2014-2019. Voto che permette
al governo Letta, di prevedere per i prossimi anni stanziamenti che sono già alla base dei provvedimenti governativi.
Nella prossima legislatura scattano,
sia pure in modo limitato, altre potenzialità a favore del PE per quanto
riguarda la nomina della Commissione e degli altri organismi: BCE, BEI, etc.
Cioè c'è un processo in corso di
trasformazione democratica e programmatica per fare assumere alla UE
un’autonomia rispetto agli Usa e un ruolo fondamentale, come quello avuto in
passato in occasione degli accordi di Kyoto.
E'
stato notato lo iato esistente tra i 27 milioni di voti dei referendum del 2011
i risultati delle elezioni amministrative ultime fino a quelle di Ragusa e
Messina e l'azione del governo Monti prima e Letta poi. Il dibattito europeo non può
basarsi sulle vicende di Berlusconi e sulla data del congresso del PD come
avviene in questi mesi.
Nicola Cipolla
presidente del Cepes
presidente del Cepes
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