L'intervento del sindaco Savona |
Vi racconto un’imbarazzante storia di (mal)costume, accaduta nella Corleone del Terzo Millennio, che si ostina a definirsi “città della legalità”, incurante del fatto che per meritare un simile appellativo dovrebbe almeno fare sua (e praticare) la massima latina, secondo cui «sulla testa della moglie di Cesare non deve aleggiare neanche l’ombra del sospetto». Ma cominciamo dall’inizio. Con delibera della giunta municipale n. 74 dello scorso 3 aprile, l’amministrazione comunale di Corleone aderiva a Interfood, l’esposizione internazionale di San Pietroburgo (Russia) dei prodotti agro-alimentari, che si sarebbe svolta dal 10 al 12 aprile, con l’obiettivo (si legge in delibera) della promozione turistica ed economica del territorio di Corleone. L’adesione, stando alla delibera, sarebbe costata al comune la modica somma di € 1.400,00, da versare alla Provincia Regionale di Palermo, organizzatrice dell’evento.
Ma
in delibera c’era scritto qualcosa di non vero (di falso, cioè),
svelato dall’avviso pubblicato dalla Provincia, secondo cui la finalità del
progetto consisteva nel selezionare sino a un massimo di 20 operatori della
Provincia di Palermo del settore agroalimentare per la partecipazione alla
manifestazione fieristica, specificando che potevano partecipare solo i titolari di piccole e medie imprese
(quindi non i comuni) dei settori vitivinicolo,
oleario, agrumario, lattiero-caseario, pastario, dolciario, conserve vegetali
ed ittiche, insaccati, prodotti agroalimentari trasformati. Per poter
partecipare, queste imprese avrebbero dovuto versare alla Provincia la somma di
€ 1.400,00 quale quota di co-finanziamento.
Il
responsabile del procedimento della Provincia Regionale di Palermo “svelava” che
le ditte che avevano effettuato il pagamento delle 1.400 euro erano 14, ma la
quota di co-finanziamento di una di queste 14 – la ditta “Vini Gennaro” di Corleone – era stata pagata dal comune
di Corleone, che «per le vie brevi»
(sic!) aveva fatto pervenire alla Provincia copia del mandato n.
20130000519 del 5 aprile a favore della partecipazione della Ditta “Vini Gennaro”
alla Fiera in argomento.
Quindi,
il 3 aprile la Giunta aveva adottato la delibera n. 74 e
due giorni dopo (il 5 aprile) il mandato di pagamento veniva inviato “per le
vie brevi” (chi è andato “di corsa” in via Maqueda?) alla Provincia. E pensare
che vi sono ditte creditrici del comune di Corleone che da oltre 2 anni
aspettano i soldi e che gli operai dell’Ato rifiuti da quattro mesi non
ricevono il salario… Cosa non si fa per gli amici!?
In sostanza, il Comune di Corleone ha aderito ad una
manifestazione fieristica a cui non poteva aderire (in effetti, è l’unico
comune ad averlo fatto!), col solo scopo di pagare la quota di 1.400 euro per
conto della ditta “Vini Gennaro”. È tutto talmente assurdo e fuori dal
concepibile che verrebbe voglio di non crederci! Ma, purtroppo, le carte stanno
lì a dimostrare che è tutto vero.
Sull’argomento
i ragazzi di Corleone Dialogos hanno inviato una lettera al sindaco, io ho presentato un’interrogazione, che
è stata discussa in consiglio comunale la sera dello scorso 29 maggio. «Mi
assumo io tutta la responsabilità di questa delibera – ha detto il sindaco Lea
Savona – e dichiaro che è tutto regolare e trasparente». Un’affermazione
quantomeno ardita, sicuramente spocchiosa e arrogante. Avevo proposto al
sindaco una via d’uscita. «Revochi in autotutela la delibera, restituisca le 1.400
euro alle casse comunali e la chiudiamo così! Se vuole aiutare una ditta amica,
paghi di tasca sua, non con i soldi dei contribuenti». Anche perché il comune,
in quanto ente pubblico, ha il dovere dell’imparzialità e della trasparenza nei
confronti dei cittadini, di tutti i cittadini. Ma questo, a quanto pare, gli
inquilini di Palazzo Cammarata non lo sanno, conoscendo solo il “linguaggio”
dell’amicizia e del cliente. D’altra parte, perché “l’aiutino” solo alla ditta
“Vini Gennaro” e non alle tante altre ditte che potevano avere interesse ad
esporre alla fiera di San Pietroburgo? Ma il sindaco non ha voluto intendere
ragioni. Allora ho detto: «Mandiamo tutte le carte alla Procura della
Repubblica e alla Procura della Corte dei Conti, così verifichiamo se ha
ragione lei oppure ho ragione io».
Accadeva questo nella Corleone del Terzo millennio...
(d.p.)
2 commenti:
Vergognoso, procedete con le verifiche del caso, andate avanti, i cittadini vogliono la LEGALITA'
...fino a quando ci sara' qsto tipo di amministrazione La Nostra Citta' non si rialzerà mai...
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